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RECENSIONE: Berger, il soldato fedele (Alexandre Vialatte)




Autore: Alexandre Vialatte

Traduttore: René Corona

Editore: Prehistorica Editore, 2023

Pagine: 200

Genere: Narrativa straniera, Narrativa classica

Prezzo: € 16.00

Acquista: Libro

Acquista sito editore: https://www.prehistoricaeditore.it/libro/9788831234290


 

Trama

Fatto prigioniero dai tedeschi nel 1940 e sottoposto a durissime marce forzate, il soldato Berger scivola presto in un mondo dominato dall’allucinazione. Ma per quest’uomo leale, non c’è peggior assurdità del reale, l’indomani di un esercito sconfitto e disperso, di una patria occupata. La sua follia non è quindi che un rifugio, una forma di fedeltà al passato. Tratto da una storia drammaticamente vera, vissuta dall’autore sulla propria pelle, in questo romanzo di sconcertante attualità – scritto con la lucidità che è propria dei visionari – ci viene mostrato forse uno dei lati più crudi e meno noti d’ogni conflitto: lo straniamento del reduce di guerra, incolpevole strumento e ignara vittima della Storia.


Recensione

Si può riassumere la storia di questo libro in poche righe: un soldato francese è arrestato dai nazisti e costretto dai tedeschi a durissime marce. Questa però risulta una visione troppo semplicistica della trama. Ciò che racconta l’autore, partendo dalla propria esperienza personale, è un uomo distrutto da una guerra che logoro il fisico e la mente.


Il libro è diviso in quattro capitoli. Nel primo vi è il brigadiere francese massacrato da una marcia lunga settanta chilometri. Berger è prigioniero, a digiuno e ha il fisico martoriato dalle piaghe ai piedi, dalla giubba fradicia, dal mal di denti. Stremato, comincia a vaneggiare. Vede fiumi dove non ci sono, sente le voci, si perde nei ricordi.


Oggetto della narrazione del secondo capitolo è il delirio del soldato. Richiuso in una stanza sconosciuta, Berger comincia a perdere completamente la ragione e viene ossessionato da due fantasmi: l’amico Planier e la cavalla Pantalona.


Planier è l’ossessione che rischia letteralmente di uccidere il fedele Berger. Prima di partire per la guerra, l’amico gli fa una confessione. Berger non ricorda di cosa si tratti e si convince che sia, questo, il motivo per cui lo tengono rinchiuso. In un crescendo di angoscia, Berger arriva a cercare il suicidio.


Fortunatamente viene salvato e portato in un ospedale psichiatrico dove resta per mesi legato al letto. I suoi incubi però non svaniscono. Per tutta la terza parte del libro il soldato si incolpa in quanto se avesse combattuto meglio, la nazione che crede occupata, non sarebbe stata sconfitta.


Il quarto capitolo vede il protagonista tornare a casa, ma ormai non è più lui. Berger è rimasto intrappolato nel suo labirinto, incapace di uscire dall’incubo.


Un libro, questo, che è un viaggio nella follia umana causata dalla guerra. Il romanzo, caratterizzato da elementi biografici, è un viaggio nella psiche ferita dei soldati, in quei traumi che li accompagneranno per l’intera esistenza.


L’autore è abile nel raccontare le atrocità della guerra, senza mai cadere nella retorica. Un romanzo scritto più di cinquant’anni fa, ma ancora molto attuale.


 

Alcune note su Alexandre Vialatte

Alexandre Vialatte è figlio di un ufficiale. Di ceppo alverniate, la famiglia ha le radici ad Ambert, ma si trasferisce in svariate città seguendo i cambiamenti di guarnigione del padre: Tolosa, Brive, per poi far ritorno ad Ambert nel 1915, dopo la sua smobilitazione per ragioni di salute. Dapprima bambino sognatore e dotato di grande immaginazione, il giovane Alexandre Vialatte ama il disegno, la calligrafia, la poesia, ma anche l’esercizio, lo sport, il nuoto e l’equitazione. Quando si rivela la sua attitudine per la matematica, lui si avvia alla carriera militare e si prepara per l’Accademia navale. Nel 1913, stringe amicizia con i fratelli Paul e Henri Pourrat. L’amicizia con il primo è interrotta dalla sua morte nel 1923 e viene riportata sul secondo che, più grande di 14 anni e già scrittore, diverrà per Vialatte una figura di riferimento e un mentore in letteratura. Gli anni della giovinezza li passano nella loro Alvernia, cornice di frequenti escursioni sui monti del Livradois e del Forez. Fino alla morte di Henri. La loro amicizia darà luogo a una ricca corrispondenza.


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