top of page

RECENSIONE: La Palma

Immagine del redattore: Dalla carta allo schermoDalla carta allo schermo



Piattaforma: Netflix

Anno: 2024

Puntate: 4

Durata media: 45 minuti (puntata)

Genere: Catastrofica, Drammatico




Trama

La miniserie segue una drammatica attività vulcanica sull'isola di La Palma, nell'arcipelago delle Canarie. Come ogni anno l'alta stagione turistica vede l'isola brulicare di turisti, milioni di scandinavi si recano alle canarie per le vacanze di natale. Anche quest'anno una famiglia norvegese ritorna per le celebrazioni al loro hotel preferito sull'isola di La Palma.

Intanto una scienziata norvegese scopre allarmanti segni di pericolo che potrebbero risultare in una delle catastrofi naturali più devastanti della storia: il vulcano che è in effetti la base dell'isola è pronto per un'eruzione che potrebbe riversare nell'oceano una massa di lava enorme, causando uno tsunami che porterebbe distruzione ovunque. Riuscirà la famiglia a mettersi in salvo prima che sia troppo tardi?


Recensione

La Palma, la nuova miniserie di Netflix, trasforma la tranquillità delle vacanze natalizie in una lotta per la sopravvivenza. Diretta da Kasper Barfoed, la serie in quattro episodi ci porta sull’omonima isola delle Canarie, dove una famiglia norvegese, abituata a trascorrere lì le festività, si ritrova a fronteggiare una catastrofe naturale senza precedenti. Con un ritmo serrato e cliffhanger avvincenti, La Palma non lascia un attimo di tregua allo spettatore, spingendolo a divorare i quattro episodi uno dopo l’altro.


Il cuore pulsante della trama ruota attorno all’attività vulcanica dell’isola. Un team di scienziati, guidato dalla giovane norvegese Marie (Thea Sofie Loch Næss) e dall’islandese Haukur (Ólafur Darri Ólafsson), individua segnali preoccupanti provenienti dal Cumbre Vieja, la dorsale vulcanica che attraversa l’isola. L’imminente eruzione potrebbe non solo minacciare gli abitanti locali e i turisti, ma anche provocare il crollo di una massa di terra nell’oceano, innescando il più grande tsunami mai registrato. La minaccia non è solo visiva, ma anche invisibile: il gas tossico che precede l’eruzione uccide senza preavviso e il caos aeroportuale blocca ogni possibilità di fuga. Questa sequenza di eventi è descritta con un realismo impressionante, quasi educativo, mostrando le fasi di un’eruzione vulcanica e le implicazioni globali che può avere.


La Palma non si limita al disastro naturale, ma approfondisce anche i legami familiari: la famiglia protagonista, composta da Fredrik (Anders Baasmo), Jennifer (Ingrid Bolsø Berdal) e i loro figli Sara (Alma Günther) e Tobias (Bernard Storm Lager), rappresenta un microcosmo di tensioni relazionali.


La serie mostra come la crisi naturale metta alla prova le loro fragilità personali e i rapporti interpersonali. Jennifer, sempre più ossessionata dal fitness, e Fredrik, un padre che fatica a mantenere l’unità familiare, vedono la loro relazione scricchiolare proprio come le rocce vulcaniche sotto i loro piedi. La metafora tra la fragilità del nucleo familiare e quella della crosta terrestre è potente e simbolica.


Il cast è uno dei punti di forza della serie. Ingrid Bolsø Berdal (già vista in Westworld ) interpreta con maestria una madre divisa tra il desiderio di controllo e la paura del disastro imminente. Anders Baasmo dona profondità al personaggio di Fredrik, un padre che cerca di mantenere la calma mentre tutto intorno crolla. La vera rivelazione è Alma Günther nel ruolo della figlia Sara, il cui percorso di crescita personale riflette l’instabilità dell’isola stessa. Anche Thea Sofie Loch Næss, nel ruolo della scienziata Marie, brilla per la sua determinazione e la sua capacità di rappresentare il trauma personale di chi ha già affrontato un disastro e ora lotta per prevenirne un altro.


Visivamente, La Palma è piuttosto impressionante. Le scene delle spiagge e dei resort, sature di colori vividi e brillanti, contrastano nettamente con la cupezza delle montagne vulcaniche e il grigiore minaccioso del mare. Questa dicotomia rafforza il messaggio centrale della serie: la natura non è solo splendore e bellezza, ma anche caos e distruzione. La serie non teme di mostrare scene di panico collettivo, con fughe disperate, aeroporti bloccati e tensione sociale in aumento. L’editing serrato e la colonna sonora carica di violini staccati e pulsazioni ritmiche accentuano la sensazione di urgenza.


Oltre all’intrattenimento, la miniserie lancia un messaggio chiaro e attuale: la fragilità dell’uomo di fronte alla forza della natura. Le tematiche ambientali emergono con forza, richiamando le recenti catastrofi climatiche che affliggono il nostro pianeta. I personaggi discutono del cambiamento climatico, ma è la natura stessa a urlarlo con forza: il vulcano esplode, la terra trema e l’oceano si ribella. Non c’è bisogno di un discorso esplicito per cogliere il parallelismo con il nostro presente. Anche i rapporti umani vengono messi in discussione: proprio come la dorsale vulcanica si spacca e si riforma, così i legami familiari devono affrontare scosse per potersi rafforzare o, nel peggiore dei casi, frantumarsi per sempre.


Una serie da pochi episodi consigliata a chi ama i film catastrofici, le storie di sopravvivenza e le serie con un ritmo incalzante e spettacolo visivo.


Comments


bottom of page