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RECENSIONE: L'incognita (Hermann Broch)

Aggiornamento: 11 giu 2022




Autore: Hermann Broch

Traduttore: Luca Crescenzi

Editore: Carbonio Editore, 2022

Pagine: 192

Genere: Narrativa straniera, Classici

Prezzo: € 14.50 (cartaceo), € 7.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Nella Vienna fin de siècle Richard Hieck è un giovane matematico impiegato all’osservatorio astronomico, il tempio di quella conoscenza che tanto agogna e a cui ha deciso di dedicare tutta la sua vita. Dopo la perdita del padre, mentre la sorella Susanne si rivolge alla fede e il fratello Otto a uno sfrontato godimento del presente, Richard si aggrappa con caparbietà alla scienza, e a tutto ciò che di tangibile e misurabile esiste. Eppure il mondo, e le sue manifestazioni più spontanee e inaspettate, lo confondono: il tuffo di una ragazza da un trampolino, il fischio di un treno, il vento tra gli abeti, le stelle che affiorano nella vallata oscura, il luccichio di un gioiello, il ricordo di un profumo… La scienza può davvero abbracciare il mistero della vita? Esiste una soluzione per un’equazione così complessa e sfuggente? Richard non smette di cercarla, ma quando la morte e l’amore irromperanno nella sua vita, sarà costretto a confrontarsi con la grande incognita…


Recensione

L'autore è uno dei massimi esponenti del Decadentismo tedesco. Movimento che nasce in contrapposizione con la visione positivista e naturalistica che afferma la superiorità del progresso e della ricerca scientifica. I decadenti hanno una visione soggettiva e individualista della realtà. Questa breve, ma intensa opera, rappresenta la sfida tra intelletto e volontà.


La storia inizia nel 1926 ed è contornata dalla presenza di due discipline “dure”, Matematica e Fisica. Il personaggio principale è Richard Hieck, uno scienziato che lavora in uno osservatorio astronomico e che cerca di spiegare e comprendere il mondo e la vita attraverso la scienza. Esso cerca faticosamente, attraverso il pensiero scientifico, di trovare risposte a tutte le domande dell’uomo.


Richard, durante la sua vita, compie un percorso personale e tenta di cercare soluzione ad una domanda: può la scienza rispondere alle grandi domande esistenziali che gli esseri umani si pongono?


La storia si svolge tra la sua vita accademica e quella familiare, condita da alcune relazioni amorose.


La vita del matematico contrasta con quella dei suoi fratelli, in particolare con quella di Otto che è un bohémien concentrato sul vivere la vita mondana e godersi tutti i piaceri terreni. La sorella Susanne, invece, cerca risposte attraverso la religione.


A causa del mondo strettamente terreno in cui vive Otto, Richard pensa che suo fratello sia quello che soffre meno di questa esistenza afflitta da dubbi e incertezze. Non è Otto quello che vive veramente? Perché pensare e lottare per idee e teorie che non sono affatto utili in questa esistenza?


A poco a poco Richard incomincia a convincersi che c'è una forza potente che sfugge al calcolo e alla razionalità. Ciò si traduce nel fallimento dell’ottimismo della ragione.


Il romanzo presenta molte descrizioni e meditazioni che si muovono tra l'intellettuale e il poetico attraverso il quale Hieck cerca di andare avanti all'ombra del professor Weitprecht e del pittoresco e ironico dottor Kapperbrunn che hanno un ruolo importante nella sua vita.


Richard è l’emblema dell’uomo post-moderno che vive di protocolli e di formule e non riconosce nemmeno l'amore, quando gli si presenta, vestito soltanto dell'alea del dubbio, dell'ipotesi.


Questo è un romanzo composito e complesso che alterna oggettività e soggettività che, nonostante l’assenza di suspence, risulta coinvolgente e permette al lettore di riflettere sulle sue scelte e sul loro senso.


 

Alcune note su Hermann Broch

Hermann Broch (1886-1951) è considerato uno dei maggiori scrittori di lingua tedesca, candidato al Premio Nobel nel 1950. Nacque a Vienna da una famiglia ebraica di industriali. Portò avanti per gran parte della giovinezza l’azienda di famiglia, e solo intorno ai quarant’anni si dedicò alla letteratura, alla filosofia e allo studio della matematica. Dopo l’occupazione dell’Austria da parte dei nazisti emigrò negli Stati Uniti. Tra le sue opere più importanti: la trilogia I sonnambuli (1931-32), La morte di Virgilio (1945), Gli incolpevoli (1950). Accanto alle opere di narrativa ha lasciato una notevole produzione saggistica.


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