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RECENSIONE: Confidenze digitali. Vizi e virtù dell'innovazione tecnologica (Massimiano Bucchi)




Autore: Massimiano Bucchi

Editore: Il Mulino, 2023

Pagine: 176

Genere: Saggi, Tecnologia

Prezzo: € 16.00 (cartaceo), € 11.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Il nostro sguardo sulla tecnologia è spesso miope, anzi, strabico. Si focalizza solo sulla novità tecnologica e dimentica l'altra metà della questione: gli esseri umani e il loro modo di utilizzare la tecnologia. Le nuove tecnologie pervadono le nostre abitudini, le relazioni personali e il modo di vivere. Siamo ormai abituati a sentirci dare del tu dai colossi del web e dagli assistenti virtuali, e a ricevere baci e abbracci nei messaggi anche da persone che non conosciamo. Se qualcuno vicino a noi guarda lo smartphone, siamo indotti a fare lo stesso di lì a qualche secondo. Ricorriamo a video e tutorial in rete per fare quasi ogni cosa, per aggiustare una tapparella, accendere il barbecue o fare il pane in casa. Partendo da situazioni concrete e da abitudini spesso inconsapevoli, l'autore ci aiuta a comprendere meglio il nostro rapporto con la tecnologia, tra vizi e virtù.


Recensione

Credi che tutti siano d'accordo nell'affermare che la tecnologia ci ha cambiato la vita e ha portato con sé una serie di innegabili conquiste e di vantaggi nella quotidianità, tuttavia è necessario da parte nostra acquisire consapevolezza su quelli che sono i reali pericoli che essa già presenta o che potrebbe in futuro presentare. L'autore, professore di Scienza, Tecnologia e Società all’Università di Trento, in questo saggio adatto a tutti, soprattutto ai giovani, ci mostra le principali innovazioni con il loro impatto sulla nostra mente e sulla nostra società.


Si tratta di un libro snello e agevole, che tocca però tantissimi argomenti inerenti alle nuove tecnologie, alla comunicazione e alle abitudini che hanno generato: le nuove piattaforme per l’ascolto di musica, podcast o libri, il boom dei monopattini, la pulsantizzazione delle emozioni, acquisti e pagamenti online, l’utilizzo di Google e delle macchine elettriche, la narcisizzazione sui social, la nuova realtà dell’intelligenza artificiale.


Partendo da realtà concrete e abitudini ormai diffuse, anche se molto spesso inconsapevoli, l'autore ci aiuta a cogliere degli aspetti che caratterizzano il nostro rapporto con l’innovazione tecnologica, facendoci notare che alcune risposte alle innovazioni hanno rispondenza nel passato e spesso risalgono addirittura a molti secoli addietro.


Come si evince dal il titolo, il professore tratta non solo di quelli che possiamo considerare a buon diritto dei vizi, delle abitudini poco sane derivanti dall’uso/abuso della tecnologia, ma enumera anche quelle che lui definisce virtù (riallacciandosi al significato etimologico del termine) e lo fa, come ogni bravo divulgatore, accompagnandosi al potere delle immagini. Nel libro, infatti, vi è un delizioso inserto con dipinti di artisti moderni famosi (Giordano, Tiepolo, Bellini,...) che rappresentano nei loro dipinti le varie virtù personificate da giovani donne e i vizi, come l’accidia o l’invidia, rappresentati invece da personaggi vecchi e poco gradevoli alla vista.


Il titolo del saggio è quello del primo capitolo, in cui l'autore spiega il perché del tono confidenziale, dell’utilizzo del «tu», della valanga di emoji e faccine che mandano baci e abbracci anche a dei perfetti sconosciuti.


Gli assistenti virtuali sono stati i primi a utilizzare toni amichevoli e confidenziali; chi è nato negli anni Ottanta e Novanta forse ricorderà Clippy, la graffetta parlante di Microsoft, che, a quanto pare, non fu particolarmente amata dagli utenti che si ritrovavano un «Ciao! Come posso aiutarti?» appena provavano a digitare una parola nella stesura di una mail o di un documento. In effetti, questi toni confidenziali, sostiene lo studioso, derivano non solo dal tentativo di rendere più amichevole e familiare il rapporto con gli strumenti tecnologici, ma anche e soprattutto dallo stile informale della cultura americana, in modo particolare delle aziende della Silicon Valley. Questo concetto della familiarità con la tecnologia va a braccetto con la percezione di avere tutto “a portata di mano”, anzi “a portata di click”: i tutorial che insegnano a preparare ricette e a costruire da sé qualsiasi cosa.


Si tratta di abitudini che affondano le radici nel bisogno dell’essere umano di sentirsi parte di una società e delle sue tendenze a visitare i posti meravigliosi che hanno visto gli altri e condividerli sui loro canali social, a sentire il bisogno di beni superflui che non avremmo mai desiderato per noi, ma che il vicino o l’amico sfoggia con orgoglio.


Ogni innovazione tecnologica, per essere veramente tale e non velata regressione, ha bisogno di essere supportata, prima che da una “rivoluzione mentale”, da infrastrutture quali le decisioni politiche, le norme precise che disciplinano usi e comportamenti. Solo così si possono cogliere in sicurezza e consapevolezza le virtù del progresso tecnologico. L’esempio del monopattino, in Italia diffusosi durante la pandemia, è emblematico: l’agevolissimo servizio del noleggio per abbonamento, gli indiscutibili vantaggi per chi si sposta in città sono stati assolutamente appetibili per giovani e meno giovani, ma gli incidenti sono stati altrettanto numerosi.


Un ottimo libro per scoprire meglio il nostro rapporto con la tecnologia e come molte nostre abitudini, relative ad essa, trovano origine in tempi lontani.


 

Alcune note su Massimiano Bucchi

Massimiano Bucchi insegna Scienza, tecnologia e società all’Università degli Studi di Trento. Collabora con il «Corriere della Sera» e con Superquark (Rai1). Visiting professor in varie università straniere, è autore di molti libri. Con il Mulino ha pubblicato «Scienza e società. Introduzione alla sociologia della scienza» (2002), «Scegliere il mondo che vogliamo» (2006) e «Scientisti e antiscientisti» (2010).


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