RECENSIONE: La vedova di Hong Kong (Kristen Loesch)
- Dalla carta allo schermo

- 12 minuti fa
- Tempo di lettura: 4 min


Autore: Kristen Loesch
Traduttore: Isabella Zani
Editore: Marsilio, 2025
Pagine: 368
Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 19.00 (cartaceo), € 11.99 (ebook)
Acquista sito editore: https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2979431/la-vedova-di-hong-kong
Trama
Mei ha solo vent’anni quando, dopo la nascita della Repubblica popolare cinese, è costretta a lasciarsi alle spalle Shanghai e l’infanzia. La sua fuga finisce nella Bottega delle Rarità di Madame Volkova, a Hong Kong, dove Mei si dedica al ritaglio delle figure di carta, un’arte antica che ha ereditato dalla madre, scomparsa quando era ancora una bambina, e che lei custodisce gelosamente insieme a un’altra dote: quella di comunicare con gli spiriti. Un giorno, una cliente che si attarda a rovistare nel negozio, ex diva del cinema muto, la invita a partecipare a una singolare sfida tra sei medium che si terrà per sei giorni nella splendida cornice di Maidenhair House. Il vincitore riceverà una fortuna, ma a Mei, che comunque gareggerà, interessa un solo premio: la vendetta. Molto tempo prima, infatti, aveva conosciuto George Maidenhair, e gli aveva voluto bene. Fino a quando lui non aveva distrutto la sua vita. Passano gli anni, Mei vive a Seattle e, ormai ultraottantenne, decide di tornare a Hong Kong con la figlia sulle tracce della villa in cui – ne è convinta – in quel lontano settembre del 1953 si è consumata una serie di delitti, di cui non è però rimasta traccia. Neppure un corpo. È l’ultima occasione per scoprire la verità. Ma ad attenderla, oltre al ricordo di un grande amore, ci sono i fantasmi del suo passato. Con La vedova di Hong Kong Kristen Loesch ci consegna una nuova, appassionante epopea, ispirata alle leggende cinesi e alla storia vera della sua famiglia.
Recensione
Questo è un romanzo che unisce con grande equilibrio ricostruzione storica, dimensione intimista e soprannaturale, offrendo una storia stratificata che si muove tra epoche, luoghi e memorie. Kristen Loesch costruisce una narrazione elegante e malinconica, in cui il mistero non è mai fine a sé stesso ma diventa uno strumento per indagare il dolore, la perdita e il peso del passato.
La protagonista, Mei, è una donna segnata da eventi traumatici che la costringono a fuggire da Shanghai negli anni immediatamente successivi alla nascita della Repubblica Popolare Cinese. Il suo approdo a Hong Kong non rappresenta solo una fuga geografica, ma anche un tentativo di ricominciare in un mondo che le è estraneo. Qui lavora nella Bottega delle Rarità, un luogo sospeso nel tempo, dove si dedica all’antica arte del ritaglio di figure di carta, una tradizione che diventa simbolo di memoria, fragilità e legame con gli spiriti.
È proprio il rapporto con il mondo dei morti a distinguere Mei: possiede la capacità di vedere e comunicare con gli spiriti, un dono che non viene mai romanticizzato, ma presentato come qualcosa di complesso e spesso doloroso. Questo aspetto soprannaturale è profondamente radicato nella cultura cinese e si inserisce in modo naturale nel contesto storico e umano del romanzo.
Il cuore narrativo della storia è rappresentato dall’invito che Mei riceve per partecipare a una competizione tra sei medium, ospitata nella misteriosa Maidenhair House. Per sei giorni, i partecipanti vengono messi alla prova in una sfida che promette un premio importante, ma che nasconde obiettivi ben più oscuri. Al centro di tutto c’è George Maidenhair, figura ambigua e potente, legata in modo diretto al passato di Mei e a una ferita che non si è mai rimarginata. Per la protagonista, questa competizione non è una semplice prova delle proprie capacità: è un confronto inevitabile con ciò che ha perduto e con il desiderio di giustizia che l’ha accompagnata per tutta la vita.
La struttura del romanzo alterna passato e presente, accompagnando il lettore dalla Shanghai degli anni Quaranta alla Hong Kong del dopoguerra, fino a un ritorno molti anni dopo, quando Mei è ormai anziana. Questo continuo movimento temporale permette all’autrice di esplorare con profondità il tema della memoria: ciò che viene ricordato, ciò che viene rimosso e ciò che, nonostante tutto, continua a tornare come un fantasma.
Uno degli aspetti più riusciti del romanzo è la riflessione sui legami familiari, in particolare sul rapporto tra madri e figlie, segnato da silenzi, sacrifici e incomprensioni. Il lutto, in tutte le sue forme, attraversa l’intera narrazione e si intreccia con la dimensione soprannaturale, rendendo i fantasmi non solo presenze ultraterrene, ma metafore di ciò che resta irrisolto.
Lo stile dell'autrice è misurato e suggestivo: l’atmosfera è spesso cupa, ma mai opprimente, e l’ambientazione di Hong Kong contribuisce a creare un senso di sospensione e inquietudine. Maidenhair House, in particolare, diventa un luogo simbolico, quasi un personaggio a sé, carico di segreti e tensioni.
Un romanzo che richiede attenzione e sensibilità, ma che ricompensa il lettore con una storia intensa e stratificata.
Una lettura consigliata a chi ama i romanzi storici con una forte componente emotiva, a chi è affascinato dal soprannaturale inteso come linguaggio dell’anima e a chi cerca storie capaci di interrogare il passato senza mai perdere di vista l’umanità dei personaggi.
Alcune note su Kristen Loesch
Kristen LoeschKristen Loeschè cresciuta a San Francisco. Laureata in Storia, ha poi conseguito un master in Studi slavistici all’Università di Cambridge. La bambola di porcellana è il suo romanzo d’esordio, da cui verrà anche tratta una serie tv. Vive sulla costa ovest degli Stati Uniti con il marito e i tre figli.

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