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RECENSIONE: L'algoritmo bipede. L’avvincente storia di come mente, corpo e tecnologia evolvono insieme (Martina Ardizzi)
Autore: Martina Ardizzi Editore: EGEA, 2025 Pagine: 152 Genere: Saggi, Informatica Prezzo: € 16.50 (cartaceo), € 12.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.egeaeditore.it/ita/prodotti/scienze-umane/l-algoritmo-bipede_.aspx Trama Che cosa succede al nostro cervello quando le nostre mani iniziano a utilizzare una tecnologia inventata dalla nostra stessa mente? Un viaggio affascinante tra neuroscienze, evoluzione e innovazione che ci racconta come siamo diventati esseri umani e come (forse) stiamo diventando qualcos'altro. Martina Ardizzi ci guida con leggerezza e ironia attraverso i meccanismi più profondi della nostra mente, svelando come ogni nostro strumento - dal primo sasso scheggiato ai visori virtuali - non sia solo un oggetto esterno, ma una vera e propria protesi del nostro pensiero. Un saggio che trasforma la complessità scientifica in una narrazione coinvolgente, dove scopriamo che il cervello umano non è un organo chiuso, ma un sistema dinamico che si adatta costantemente all'ambiente, incorporando tecnologie, linguaggi e nuove esperienze. Il racconto che si dipana in queste pagine ci restituisce la meraviglia di scoprirci esseri in continua evoluzione, capaci di immaginare mondi nuovi e reinventarci senza sosta. Un libro che non solo spiega come funzioniamo, ma ci invita a riflettere su chi siamo e chi potremo diventare. Prefazione di Luca De Biase. Recensione In questo saggio l a neuroscienziata Martina Ardizzi traccia un percorso attraverso i meccanismi più profondi della nostra mente, svelando come ogni nostro strumento dal primo sasso scheggiato ai visori virtuali non sia solo un oggetto esterno, ma una vera e propria protesi del nostro pensiero. Quante volte, in questi tempi digitali, ci capita di aggrottare le sopracciglia rendendoci conto di esserci già dimenticati quell'appunto preso poco fa sul cellulare, di non essere più capaci di svolgere quel calcolo affidato a un computer o di non ricordare l'immagine di un bel momento appena passato, andando a cercare conforto tra i dettagli di una fotografia? Il cervello della nostra specie sta cambiando. Esattamente, però, come ha sempre fatto nel corso della nostra storia, e in particolare a partire dal momento in cui abbiamo intrapreso il percorso che da agili quadrupedi ci ha portati a diventare l'uomo attuale. E allora forse non vale più la pena di domandarsi con nostalgia chi eravamo, ma che cosa diventeremo. Cosa succede al nostro cervello quando le nostre mani iniziano a utilizzare una tecnologia inventata dalla nostra stessa mente? Ricercatrice al Dipartimento di Medicina e chirurgia, unità di Neuroscienze, dell'Università di Parma, dove insegna Psicobiologia, l'autrice parte da questo interrogativo per guidarci con leggerezza e ironia attraverso i meccanismi più profondi della nostra mente, svelando come ogni nostro strumento, dal primo sasso scheggiato ai visori virtuali, non sia solo un oggetto esterno, ma una vera e propria protesi del nostro pensiero. Tutto ciò perché il cervello umano non è un organo chiuso, ma un sistema dinamico che si adatta costantemente all'ambiente, incorporando tecnologie, linguaggi e nuove esperienze. Quello cerebrale è un sistema altamente plastico che non rimane statico, ma si modifica continuamente in risposta agli stimoli ambientali. La nostra specie ha sempre utilizzato la tecnologia per estendere le proprie capacità cognitive, creando strumenti che diventano parte integrante del nostro processo di pensiero. Gli effetti di questo continuo percorso di evoluzione hanno scandito la nostra storia: basti pensare a come l'utilizzo del fuoco ci abbia permesso da un lato di cuocere cibi alimentando così l'apporto calorico per fare crescere il nostro cervello, ma soprattutto di estendere le ore di veglia produttive da 8 a 16, favorendo lo sviluppo di competenze sociali e linguistiche durante le serate attorno al focolare. Oppure a come la scrittura ci abbia da un lato consentito di esternalizzare alcune funzioni cognitive, conservando e trasmettendo informazioni nel tempo, e dall'altro ci abbia aiutato ad estendere l'esistenza degli oggetti verso una dimensione astratta che andasse oltre l'esperienza materiale, dando il la allo sviluppo di una "mente simbolica". Senza viaggiare troppo indietro nel tempo, poi, possiamo trovare prove della continua evoluzione del nostro cervello anche intorno a noi. A Londra, ad esempio, studi scientifici hanno infatti dimostrato che i tassisti della City hanno un ippocampo di destra significativamente più grande rispetto ai cittadini comuni; la grandezza dell'area cerebrale deputata all'orientamento spaziale è direttamente proporzionale alle ore di lavoro trascorse guidando per la città. Nel saggio, Ardizzi indaga l'impatto di Internet, delle tecnologie immersive e dell'intelligenza artificiale sul cervello umano e analizza come queste innovazioni modifichino i nostri processi cognitivi. E, se da un lato stiamo migliorando la nostra capacità di adattarci a flussi informativi complessi e a connettere informazioni diverse, dall'altro stiamo frammentando i nostri processi cognitivi ed erodendo le nostre capacità di memorizzazione e di attenzione prolungata sotto il peso di un costante sovraccarico informativo e di un discreto stress da multitasking. La tecnologia dà e la tecnologia toglie. Come dal momento in cui abbiamo preso in mano il primo chopper della storia "umana". Di fronte a una sempre più evidente dissoluzione dei confini tradizionali tra corpo, mente e tecnologia, uniti in un sistema in continua e mutua trasformazione, la scienziata suggerisce che l'obiettivo non possa più essere definire i limiti dell'umano, ma comprendere le sue infinite possibilità di trasformazione. Questo piccolo ma intenso libro si rivela un viaggio avvincente tra neuroscienze, evoluzione e innovazione, in cui mente, corpo, ambiente e tecnologia si modificano insieme, passo dopo passo. Un saggio che consiglio a tutti coloro che vogliono fare una lettura affascinante che si districa tra neuroscienze, evoluzione e innovazione che racconta come siamo diventati esseri umani e come (forse) stiamo diventando qualcos’altro. Alcune note su Martina Ardizzi Martina Ardizzi è Ricercatrice al Dipartimento di Medicina e Chirurgia, Unità di Neuroscienze, dell’Università di Parma, dove insegna Psicobiologia e Psicobiologia dell’identità di genere e dell’orientamento sessuale. È membro del Centro di Bioetica dello stesso ateneo, siede nel comitato scientifico della Biennale della Tecnologia di Torino ed è trustee di Imminent Translated’s Research Center. TAG: #saggi, #informatica, #martina_ardizzi, #voto_cinque

RECENSIONE: Il DNA delle competenze. Come salvare l’abilità umana nell’era delle macchine intelligenti (Matt Beane)
Autore: Matt Beane Traduttore: EGEA Editore: EGEA, 2025 Pagine: 206 Genere: Saggi, Informatica Prezzo: € 28.00 (cartaceo), € 26.60 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.egeaeditore.it/ita/prodotti/organizzazione-e-risorse-umane/il-dna-delle-competenze.aspx Trama Pensate alla vostra abilità più preziosa, quella che vi permette di essere affidabili anche sotto pressione quando dovete ottenere risultati. Come l’avete imparata? Qualunque sia il vostro lavoro – idraulico, avvocato, insegnante, chirurgo – decenni di ricerche dimostrano che avete raggiunto la padronanza lavorando con qualcuno che ne sapeva più di voi. L’apprendimento formale – scuola e libri – vi ha fornito le conoscenze concettuali, ma avete sviluppato le vostre abilità lavorando con un esperto. Oggi questo legame essenziale è minacciato. Nella nostra ricerca del graal per ottimizzare la produttività con tecnologie intelligenti come l’IA e i robot, stiamo separando i lavoratori junior dagli esperti nei luoghi di lavoro di tutto il mondo. Si tratta di un problema incombente dall’impatto enorme che pochi stanno affrontando veramente, fino ad ora. Il DNA delle competenze del ricercatore e tecnologo Matt Beane rivela il codice nascosto che sta alla base di ogni relazione di successo tra esperto e novizio. Beane ha trascorso gli ultimi dieci anni a esaminare questo legame unico in una varietà di ambienti, dai magazzini alle sale operatorie. Ha scoperto che, proprio come i quattro aminoacidi sono gli elementi costitutivi del DNA, sfida, complessità e connessione sono le componenti fondamentali del modo in cui sviluppiamo le nostre abilità più preziose. Che siate esperti o principianti, questo libro vi mostrerà come costruire le competenze in modo più efficace e come rendere le tecnologie intelligenti parte della soluzione, non del problema. Il DNA delle competenze è una lettura di grande spessore, con implicazioni significative per il modo in cui lavoreremo e svilupperemo le competenze nel ventunesimo secolo: una guida che vi aiuterà non solo a sopravvivere, ma anche a prosperare. Recensione In questo saggio, il professore californiano, analizza il legame tra esperti e principianti nel mondo del lavoro e l'importanza di sviluppare competenze efficaci nel contesto dell'intelligenza artificiale . Sebbene i progressi tecnologici offrano un potenziale immenso, cresce la preoccupazione che essi possano erodere le capacità umane acquisite attraverso secoli di apprendimento pratico e tutoraggio. Il libro esamina questa sfida e fornisce strategie praticabili per garantire che le competenze non solo sopravvivano, ma prosperino in questo ambiente in rapida evoluzione. Un argomento chiave del libro riguarda l'ascesa delle macchine intelligenti come esse ci impongono di ripensare il modo in cui sviluppiamo e manteniamo le competenze. Tradizionalmente, le competenze sono state affinate attraverso l'interazione diretta con professionisti esperti, in contesti in cui la conoscenza teorica si intreccia con l'applicazione pratica. Questo processo, che si tratti di una sala operatoria o di una cucina di lusso, implica un delicato equilibrio tra sfida, supporto ed esperienza pratica. Beane sottolinea che, sebbene l'intelligenza artificiale e l'automazione stiano trasformando i luoghi di lavoro, i principi fondamentali dell'apprendistato, in cui gli studenti vengono gradualmente esposti a compiti sempre più complessi sotto la guida di esperti, rimangono come sempre cruciali. Il libro sottolinea che l'apprendistato non consiste solo nel portare a termine compiti, ma anche nell'affrontare la complessità. Questo coinvolgimento è essenziale per sviluppare competenze. Negli ambienti di apprendimento tradizionali, le sfide sono calibrate per mettere alla prova le capacità di chi apprende senza sopraffarlo. Questo livello ottimale di difficoltà è ciò che guida lo sviluppo delle competenze. Beane sostiene che questo stesso principio debba essere applicato nel mondo del lavoro moderno, anche se la tecnologia sta rimodellando il nostro modo di lavorare. Invece di permettere all'intelligenza artificiale di sostituire l'interazione umana, dovrebbe essere utilizzata per creare ambienti in cui l'apprendimento e lo sviluppo possano continuare a prosperare. Beane fornisce diversi esempi concreti per illustrare le sue tesi. Racconta la storia di Sita, un'operaia che ha scalato i ranghi di un magazzino di Baltimora abbracciando la complessità del suo ambiente. Il suo successo non è stato solo quello di svolgere i compiti, ma anche quello di immergersi nelle sfumature del suo ruolo, risolvere i problemi in tempo reale e riflettere sulle proprie esperienze. Questo tipo di coinvolgimento è ciò che guida la vera padronanza delle competenze. L'autore incoraggia a ricercare opportunità simili nella propria vita, sia affrontando nuove sfide che riflettendo sulle proprie esperienze quotidiane. Tuttavia, Beane riconosce anche che la trasformazione del lavoro da remoto ha creato nuovi ostacoli allo sviluppo delle competenze. La perdita del mentoring fatto in presenza e la riduzione delle opportunità di apprendimento, hanno reso più difficile per i principianti sviluppare le proprie competenze in modo significativo. Lo studioso propone una rivisitazione del mentoring in tali contesti . Suggerisce che la realtà virtuale e altre tecnologie immersive potrebbero essere utilizzate per simulare la complessità delle attività fisiche, preservando così la profondità di apprendimento offerta dagli ambienti tradizionali. Una delle idee più interessanti del libro è il concetto di "apprendimento ombra". Questo si riferisce a individui che sviluppano le proprie competenze in modi non convenzionali, spesso al di fuori delle strutture formali del luogo di lavoro. Beane cita l'esempio di Inés, un'operaia che ha imparato a padroneggiare i sistemi robotici del suo posto di lavoro prestando molta attenzione ai codici di errore visualizzati dalle macchine. Grazie alla sua iniziativa, non solo ha migliorato le proprie competenze, ma ha anche introdotto innovazioni a beneficio di tutto il suo team. Secondo il professore questo tipo di apprendimento sta diventando sempre più importante in un mondo in cui l'automazione sta sostituendo molte attività tradizionali. Gli studenti ombra sono coloro che guardano oltre il compito immediato e usano la loro comprensione dei sistemi per guidare l'innovazione e il miglioramento. Il futuro dello sviluppo delle competenze, secondo lo studioso, risiede nella creazione di sistemi che uniscano l'esperienza umana con le capacità dell'intelligenza artificiale. Bisogna immaginare un mondo in cui l'apprendistato digitale e i sistemi di apprendimento integrati consentano agli individui di sviluppare le proprie competenze attraverso una combinazione di realtà aumentata, intelligenza artificiale e collaborazione globale. Questi sistemi fornirebbero una guida personalizzata, feedback in tempo reale e connessioni con esperti di tutto il mondo. Tuttavia, Beane avverte che questo futuro non è garantito. Esiste il rischio di un aumento della disuguaglianza delle competenze, dove solo pochi privilegiati hanno accesso a significative opportunità di sviluppo delle competenze. Per evitare questo, l'autore invoca una nuova infrastruttura globale che rafforzi le basi dello sviluppo delle competenze anziché indebolirle. In definitiva, questo saggio offre una visione ottimistica per il futuro. Se da un lato l'ascesa dell'intelligenza artificiale e dell'automazione presenta sfide significative, dall'altro offre anche l'opportunità di ripensare il modo in cui sviluppiamo e manteniamo le nostre competenze. Adottando i principi dell'apprendistato, affrontando la complessità e sfruttando le nuove tecnologie in modo ponderato, possiamo garantire che le competenze umane continuino a prosperare di fronte al cambiamento tecnologico. Il messaggio di Beane è chiaro: la tecnologia non dovrebbe sostituire le competenze umane, ma dovrebbe essere utilizzata per migliorarle. Un ottimo saggio che consiglio a tutti coloro che vogliono comprendere meglio il rapporto fra l'uomo e le nuove tecnologie. Alcune note su Matt Beane Matt Beane è professore associato presso il dipartimento di Technology Management dell’Università della California, Digital Fellow presso il Digital Economy Lab di Stanford e l’Initiative on the Digital Economy del MIT. TED Talker, svolge studi sul campo analizzando i lavori svolti con l’aiuto dei robot e dell’intelligenza artificiale. Le sue ricerche hanno ricevuto diversi riconoscimenti e sono state pubblicate sulle più importanti riviste di management, tra cui Administrative Science Quarterly e Harvard Business Review. Fondatore di Humatics, una startup che opera nel campo dell’Internet of Things. Nel 2012 è stato nominato Human-Robot Interaction Pioneer e nel 2021 è stato inserito nell’elenco Thinkers50 Radar. TAG: #saggi, #informatica, #matt_beane, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Sono parte dell'infinito. La biografia spirituale di Albert Einstein (Kieran Fox)
Autore: Kieran Fox Traduttore: Luigi Civalleri Editore: EGEA, 2025 Pagine: 320 Genere: Saggi, Fisica, Biografie Prezzo: € 26.90 (cartaceo), € 20.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.egeaeditore.it/ita/prodotti/cultura-scientifica/sono-parte-dell-infinito.aspx Trama Albert Einstein è noto in tutto il mondo per aver rivoluzionato la nostra comprensione del cosmo, ma pochi sanno che il celebre scienziato aveva un profondo lato spirituale. Einstein credeva che una forza meravigliosa fosse intessuta in tutte le cose, ovunque, e questo senso del sacro pervasivo influenzò ogni aspetto della sua esistenza, dalla sua meravigliosa scienza al suo appassionato pacifismo. "Sono parte dell'infinito" offre la prima esplorazione approfondita della spiritualità di Einstein, mostrando come il genio abbia attinto a un'incredibile diversità di pensatori - da Pitagora a Platone, da Schopenhauer a Spinoza, dal buddismo alle Upanishad, fino al Mahatma Gandhi - per creare un sistema innovativo in cui il misticismo incontrava la matematica, la realtà era venerata e la mente umana era onorata come specchio dell'infinito. Non si trattava solo di un nuovo modo di vedere il mondo. Einstein ci chiedeva di entrare in comunione con il cosmo, di trattare ogni creatura vivente con compassione, di incanalare il potere che permea tutte le cose e di utilizzarlo per scopi puri. Attingendo a conversazioni poco conosciute, a lettere pubblicate di recente e a nuove ricerche d'archivio, il libro di Kieran Fox rivela ciò in cui Einstein credeva profondamente e perché la sua prospettiva è importante ancora oggi. Recensione Albert Einstein è universalmente noto per aver rivoluzionato la nostra comprensione dei meccanismi del cosmo, ma pochi sanno che il celebre scienziato aveva un profondo lato spirituale. Con questo saggio, l’autore, medico-ricercatore americano, offre una esplorazione approfondita della spiritualità di Einstein e di come abbia attinto da un gran numero di pensatori e tradizioni filosofiche e religiose: da Pitagora a Platone, da Schopenhauer a Spinoza, dal buddismo alle Upanishad, fino al Mahatma Gandhi. Kieran Fox resuscita l'anima dimenticata di una delle menti più venerate della storia scientifica. Albert Einstein, spesso ricordato esclusivamente per la formula E=mc² e la teoria della relatività, viene qui restituito come un profondo pensatore spirituale la cui bussola interiore puntava non solo alla verità matematica, ma all'unità metafisica. Con prosa elegante e intuizioni profondamente approfondite, l’autore invita i lettori a esplorare quella che definisce la religione cosmica di Einstein: una spiritualità priva di dogmi e rituali eppure colma di riverenza, umiltà e meraviglia. Fin dall'inizio, Fox, segnala che questa non è una biografia ordinaria. Quella di Einstein era una religione che non conosceva dogmi né un Dio concepito a immagine dell'uomo; quindi non può esistere una chiesa i cui insegnamenti siano basati su di essa. Si tratta piuttosto di una spiritualità guidata dalla convinzione che la cosa più bella che si spossa sperimentare è tutto ciò che risulta misterioso. L'argomentazione del medico è chiara: la visione del mondo di Einstein era fondamentalmente non duale. Come sosteneva lo scienziato, un essere umano è parte di un tutto che noi chiamiamo Universo. Questo pensiero plasmò la sua etica, la sua scienza e il suo impegno sociale. In un mondo sempre più frammentato da ideologia, religione e tribalismo, Einstein credeva che la salvezza risiedesse nella consapevolezza che l'umanità è una e indivisa. Uno dei fili conduttori principali del libro riguarda il modo in cui Einstein rifiuta la religione tradizionale, non per ribellione, ma per necessità spirituale. Il Dio di Einstein è troppo universale per preoccuparsi delle intenzioni di ogni essere umano. Per Einstein, l'etica doveva essere intrinseca, non imposta estrinsecamente dal divino. Il famoso scienziato invita alla maturità spirituale, a essere buoni solo per amore del bene. La posizione etica di Einstein, secondo Fox, emerge direttamente dalla sua metafisica. Per il fisico la moralità non è più un decreto divino, ma l'inevitabile conclusione della coscienza cosmica. Naturalmente, una simile visione richiede una radicale riformulazione del tradizionale concetto di Dio. Fox è meticoloso nel rivelare come Einstein non fosse un ateo nel senso comune del termine, ma qualcosa di ben più sovversivo: un panteista nella linea di Spinoza, Bruno e forse persino delle Upanishad. Per Einstein che la massa si trasformi in atomi, elettroni o moto, è pur sempre una realtà, una manifestazione di energia eterna. La materia risulta viva di divinità. La spiritualità di Einstein è chiaramente più della semplice negazione della fede. Einstein immaginava un “sentimento religioso cosmico" che era la motivazione per la ricerca scientifica. In una delle sezioni più illuminanti del libro, Fox sottolinea come Einstein ritenesse che scienza e spiritualità fossero non solo compatibili, ma anche necessarie compagne. La sua religione cosmica cercava di dissolvere l'antagonismo percepito tra questi due regni, dimostrando che erano semplicemente "rami dello stesso albero". Fox traccia anche forti parallelismi tra la visione del mondo di Einstein e le filosofie orientali. Sebbene Einstein non avesse studiato nel dettaglio le scritture orientali, trovò comunque risonanza nel Tao, nella non-dualità buddista e nell'idea vedica di Brahman. L’autore osserva come Einstein ammirasse Rabindranath Tagore e come entrambi trovassero un terreno comune nell'idea che la potenza dell'universo fosse la fonte sia della scienza che dello spirito. Quello di Einstein non era un misticismo passivo o evasivo. La sua spiritualità richiedeva azione, soprattutto in un mondo devastato dalla guerra e afflitto dalla disuguaglianza. Per lo scienziato bisogna generare una coscienza cosmica per non essere distrutti. Esso insisteva sul fatto che pace, giustizia e unità non erano ideali opzionali, ma imperativi etici. Forse l'aspetto più toccante del saggio è la sua rappresentazione di Einstein non come un profeta o un guru, ma come un ricercatore. Questa umiltà permea ogni dimensione del pensiero di Einstein. Egli insisteva sul fatto che onestà e integrità, non fede o rituali, fossero le vere virtù di una vita spirituale. La sua religione non richiedeva templi o testi, ma solo una mente pura permeata da intenzioni pure. Il saggista americano non si limita a recuperare il lato mistico di Einstein; sfida i lettori ad essere all'altezza della sua visione. Ci sfida a considerare che forse la vera "teoria del campo unificato" non fosse un'equazione fisica, ma una realizzazione spirituale: che tutto è interconnesso, che tutto è sacro e che noi, ognuno di noi, non siamo esseri separati, ma una parte dell'Infinito. Questo non è solo un libro su Einstein. È un manifesto per un nuovo tipo di spiritualità: radicata nella ragione, fondata sulla scienza, ma protesa verso il trascendente. È un libro raro che lascia il lettore non solo più informato, ma in qualche modo trasformato. Un ottimo saggio che permette di conoscere una parte meno nota del grande scienziato e di come essa sia molto attuale. Alcune note su Kieran Fox Kieran Fox, ha studiato medicina alla Stanford University e ha conseguito un dottorato in neuroscienze cognitive presso la University of British Columbia. È medico-scienziato presso l’Università della California, dove la sua ricerca si concentra sui meccanismi neurali e sul potenziale terapeutico delle pratiche di meditazione e delle medicine psichedeliche. Vive a San Francisco. Questo è il suo primo libro. TAG: #saggi, #fisica, #biografia, #luigi_civalleri, #kieran_fox, #voto_cinque

RECENSIONE: Proprietà privata (Julia Deck)
Autore: Julia Deck Traduttore: Francesca Scala, Lorenza Di Lella Editore: Prehistorica Editore, 2025 Pagine: 180 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 17.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.prehistoricaeditore.it/libro/9788831234382 Trama “Era tempo di comprare. La nostra scelta cadde su un piccolo comune in pieno slancio, sicuri di fare un buon investimento. Già svariati mesi prima di traslocare avevamo preso le misure dei mobili. Non vedevamo l’ora di vivere finalmente a casa nostra. E forse avremmo potuto realizzare quel sogno se, una settimana dopo esserci insediati, i Lecoq non si fossero trasferiti dall’altra parte del muro.” Annabelle, del resto, è la vicina indesiderabile, quella che non conosce pudore, che prende in prestito lo zerbino, che ascolta e spia, e che provoca un po’ tutti, soprattutto gli uomini. Con questa presenza invadente, unitamente a quella del gatto rosso dei Lecoq – che entra nella casa degli altri quando vuole – la vita che si preannunciava idilliaca diventa un vero incubo. Tanto che Charles Caradec, marito di Eva, la narratrice di questo romanzo crudele, non regge. Quando progetta di uccidere Pel di carota, la sua vita e quella di tutta la comunità degenera. Al di là del cinismo che attraversa queste pagine, del sorriso che suscita, si prova una sorta di terrore davanti a questo quadro iperrealista della nostra epoca. La penna appuntita di Julia Deck non fa sconti. Recensione Diventare proprietari di una casa è un sogno per Eva, urbanista, e suo marito, insegnante depresso. Un desiderio che finalmente si avvera dopo anni di esitazioni e risparmi con l’acquisto di una villetta con giardino in un quartiere ecologico, vicino alla RER (stazione dei treni regionali di Parigi), che ha tutto ciò che serve. Il riscaldamento è alimentato completamente da fonti rinnovabili, le acque reflue vengono recuperate, così come il compost, e il centro città sta subendo delle profonde trasformazioni. Cosa potrebbe mai turbare la pace dei nostri protagonisti? Tutto sembra perfetto. Tutto risulta idilliaco fino a quando un mattino compaiono i nuovi vicini: i Lecoq. Arnaud, Annabelle, il loro figlio e il loro grosso gatto rosso appaiono fin da subito sfacciati, rumorosi, invadenti. Iniziano così i guai. Nell'intonaco dei giorni sereni si aprono alcune crepe che, a poco a poco, si allargano sempre più. La bella armonia del quartiere pian piano svanisce e il profumo degli aperitivi lascia il posto all’odore di uova marce. Oltre a ciò, una mattina, appare un truce spettacolo: il cadavere insanguinato del gatto. L’autrice, con questa storia, crea un romanzo deliziosamente sarcastico. Il libro è caratterizzato da un black humor attorno al tema della convivenza: di coppia, nei rapporti di vicinato e nei rapporti professionali. La scrittrice francese mette in luce tutto ciò che di malsano si nasconde dietro un finto sorriso come succede in questo eco-quartiere dove la violenza è rapidamente aumentata, soprattutto quella psicologica. Lo stile della scrittura appare molto cinematografico e incisivo. Ad alcuni può ricordare la serie televisiva Desperate Housewives. Un romanzo che consiglio a tutti coloro che cercano una trama che offre una satira della società attuale e che trasforma quella che doveva essere una fiaba in un thriller machiavellico caratterizzato da un finale esplosivo. Alcune note su Julia Deck Julia Deck figlia di padre francese, artista plastico, e di madre britannica, traduttrice. Ha studiato alla Sorbona, e la sua tesi verteva su “La principessa di Clèves”. Lavora per un anno nell’editoria a New York. Dopo essere stata responsabile della comunicazione in diversi gruppi, lascia questo genere di lavori nel 2005 per dedicarsi completamente alla scrittura. Nel 2012 pubblica il suo primo romanzo, Viviane Elisabeth Fauville per Editions de minuit (in Italia il libro è pubblicato nel 2014 da Adelphi). Il libro d’esordio viene accolto molto bene tanto a livello di critica quanto a livello di pubblico. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #framcesca_sala, #lorenza_di_lella, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: La galleria degli uffici (Giulia Pretta)
Autore: Giulia Pretta Editore: le plurali, 2025 Pagine: 250 Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 16.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://lepluralieditrice.net/prodotto/la-galleria-degli-uffici/ Trama Arianna Trimeo ha trent’anni ed è alla ricerca di un equilibrio sottile tra la passione per l’arte, la necessità di un’entrata regolare per pagarsi l’affitto e il desiderio di essere felice. Ma la ricerca di questo equilibrio le dicono essere un peccato di ingenuità: solo lavorando accaventiquattro avrà anche lei il diritto a entrare nel clan delle persone adulte, responsabili e realizzate. Arianna ci prova davvero e inizia un viaggio epico, da vera eroina del mondo del lavoro, tra contratti co.co.pro , mansionari, cooperative, fino alla giungla della libera professione. Dopo "La monogamia dei calzini", Giulia Pretta torna con un romanzo che riflette sul lavoro, sulle sue dinamiche fagocitanti e tentacolari, dando forma a un delizioso romanzo di formazione tragicomico che, in qualche punto del percorso, ci suonerà incredibilmente familiare. Recensione Dopo l'esordio con La monogamia dei calzini , l'autrice torna in libreria con un nuovo titolo. Questa volta il libro si occupa del mondo del lavoro. Ormai la realtà del mondo del lavoro sta cambiando a ritmi vertiginosi. Essa richiede ai lavoratori competenze sempre più trasversali, le cosiddette soft skills , qualità tra le più difficili da misurare, quelle che traducono le nostre capacità di adattamento a un mondo che cambia continuamente . Quello di Arianna Trimeo, la protagonista di questa storia, è il sogno di ogni neo laureato: condurre una vita decente, dal punto di vista finanziario, autonoma dagli aiuti dei genitori, unita alla valorizzazione professionale . Arianna è una giovane con studi umanistici alle spalle, piena di voglia di fare, di imparare nuove cose, di mettersi in gioco, capace anche di sacrificare qualche giorno festivo alla causa lavorativa. Ha tutte le carte in regola per trovare la felicità e la realizzazione personale. Nelle pagine di apertura, la protagonista, si ritrova alle prese con il primo contratto co.co.pro presso una fondazione culturale che si occupa di organizzare eventi artistici. L’ingresso nella fondazione è caloroso, Arianna è piena di entusiasmo, pronta a imparare e a dare il meglio di sé, ma quando arriva il momento della remunerazione rimane con l’amaro il bocca, il corrispettivo economico del suo lavoro è decisamente ridicolo. Per il primo periodo, nonostante l’invito da parte di suo fratello Davide a tenere gli occhi aperti e non farsi sfruttare, Arianna stringe i denti e aspetta la regolarità dello stipendio e un incremento della cifra in busta paga, ma tutto ciò non avviene. Dell’esperienza nella fondazione, Arianna porta con sé sicuramente nuove conoscenze e nuove abilità, ma anche una bella amicizia con Daniela. Dal co.co.pro in fondazione, la giovane approda poi a una cooperativa che si occupa di un museo privato di strumenti musicali e stavolta il contratto, dopo un periodo di prova, si trasforma subito a tempo indeterminato. Le pagine dedicate al lavoro al museo risultano sovente divertenti: clienti che sono casi umani, colleghi che nel gruppo whatsapp si scambiano informazioni di lavoro, battute scherzose e riportano il punteggio delle gare dove vince chi riesce a vendere ai clienti più gadget e diversi oggetti bizzarri e improponibili del bookshop, come ad esempio la scatola portadenti da latte, o degli orribili calzini colorati con le decorazioni di strumenti musicali. Non mancano scene spassose e paradossali e piccoli drammi alleggeriti da una prosa frizzante, ricca di ironia, di citazioni e menzioni di personaggi tratti da famosi cartoni animato o film. Il lavoro all’interno della cooperativa consente alla giovane protagonista di cambiare casa, iscriversi ad alcuni corsi e godere finalmente di stabilità economica. La prospettiva, però, di passare la vita lavorativa ridotta a stampare e staccare biglietti è grigia e per niente entusiasmante per una persona creativa e ricca di potenziale da sfruttare come lei. Vista l'insoddisfazione, la svolta coraggiosa non si fa attendere a lungo. Questo romanzo è un libro godibile che mette sotto ai riflettori i meccanismi del mercato del lavoro. Un mondo a volte spietato, subdolo, complesso, soprattutto nei confronti di una giovane neolaureata come come Arianna. Consiglio questo titolo a tutti coloro che vogliono leggere una storia che parla del crudele mondo del lavoro in modo leggere e senza mai annoiare Alcune note su Giulia Pretta Giulia Pretta nasce a Vercelli nel 1987 e vive a Padova dal 2009. Si è laureata in archeologia e beni culturali e specializzata in Protostoria della Corsica e ha passato anni tra musei e mostre d’arte come fruitrice e come operatrice. Nel 2021 ha intrapreso la strada della libera professione diventando editor di narrativa. Dal 2019 tiene corsi di scrittura creativa. Collabora dal 2011 con la rivista online Criticaletteraria . Quando non legge, sforna torte, dipinge quadri con i numeretti e gioca per ore a Stardew Valley. La galleria degli uffici è il suo secondo libro per le plurali, dopo La monogamia dei calzini . TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #giulia_pretta, #voto_quattro

RECENSIONE: La casa dell'attesa (Fabio Geda)
Autore: Fabio Geda Editore: Laterza, 2025 Pagine: 176 Genere: Reportage Prezzo: € 16.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.laterza.it/scheda-libro/?isbn=9788858154915 Trama Al centro di questo libro c’è una immagine: la casa dell’attesa, quella accanto all’ospedale rurale di Chiulo. Siamo in Angola, sugli altopiani al confine con la Namibia, luogo in cui le donne della provincia vanno a vivere in comunità prima del parto per proteggere sé stesse e i loro figli dagli imprevisti dell’ultimo mese di gravidanza. Fabio Geda racconta il lavoro di un gruppo di medici italiani e le storie di donne e uomini angolani il cui destino è stato trasformato dall’incontro con quei medici e con l’organizzazione cui appartengono, Medici con l’Africa Cuamm. Ma non c’è solo la casa dell’attesa: ci sono le strade di Luanda, la capitale, abitata da oltre dieci milioni di persone, strade piene di giovani che attendono di vendere qualsiasi cosa. C’è la bellezza di un ambiente naturale mozzafiato, abitato da popolazioni che lottano con la siccità e la malnutrizione. C’è il ricordo dei ventisette anni di guerra civile. Ci sono figure straordinarie, a partire da quella di Agostinho Neto, medico, poeta e padre della patria. Alla fine della lettura, ecco che l’immagine dell’attesa diventa universale. Perché questo nostro pianeta assomiglia a una gigantesca casa dell’attesa – in portoghese: casa de espera – dove a dare alla luce il futuro, o anche solo la giornata, fatichiamo tutti. Ma tutti continuiamo a sperare. Recensione Questo libro non è un romanzo, ma un reportage narrativo intenso ambientato in Angola, tra la capitale Luanda e il sud del paese, a Chiulo, dove sorge una casa molto speciale: la "casa dell’attesa", accanto all’ospedale rurale sostenuto da Medici con l’Africa Cuamm. È lì che le donne della provincia vanno a vivere prima del parto, per proteggere sé stesse e i loro figli. L’autore con questo scritto vuole raccontare l’impegno di Medici con l’Africa Cuamm ovvero tra le maggiori organizzazioni non governative sanitarie italiane per la promozione e la tutela della salute delle popolazioni africane con essenzialmente due obiettivi: migliorare lo stato di salute in Africa, nella convinzione che la salute non è un bene di consumo, ma un diritto umano universale per cui l'accesso ai servizi sanitari non può essere un privilegio; promuovere un atteggiamento positivo e solidale nei confronti dell'Africa, ovvero contribuire a far crescere nelle istituzioni e nell'opinione pubblica interesse, speranza e impegno per il futuro del continente africano. Questa organizzazione è attiva in nove paesi sub-sahariani dove gestiscono un ospedale e dove assistono le donne nell’ultimo mese di gravidanza. Ragazze e donne sperdute che non arriverebbero in tempo in caso di urgenza. Geda, oltre ad essere autore, è ance protagonista. Si mette in gioco e come nel precedente Nel mare ci sono i coccodrilli torna al reportage narrativo raccontando l’Africa con uno sguardo empatico e profondo. Un reportage che vive anche di letteratura, a cominciare da Agostinho Neto, poeta, medico e politico angolano che crea un filo di continuità fra la politica, il Cuamm e l’autore. Non mancano autori della nostra penisola come il più famoso Italo Calvino Un libro che coinvolge il lettore pagina dopo pagina e lo accompagna a scoprire le diverse dimensioni dell’attesa, dello stare fermo, di un tempo passato e presente, di un fermarsi per aspettare e sperare. Il tutto attraverso lo sguardo speciale dei medici del Cuamm che aiutano l’autore a conoscere un po’ di più questo paese e questa popolazione, tra memorie di guerra, paesaggi mozzafiato e sogni da coltivare. Un testo che consiglio a tutti coloro che vogliono conoscere una realtà differente dalla nostra fatta di dolore, ma anche di speranza grazie a chi da molto tempo, con caparbietà e coraggio, lavora per rendere il mondo un posto migliore. Alcune note su Fabio Geda Fabio Geda è uno scrittore, autore del best seller Nel mare ci sono i coccodrilli (Baldini + Castoldi 2010). Gli altri suoi romanzi, tra cui Anime scalze (2017), Una domenica (2019) e La scomparsa delle farfalle (2023),sono pubblicati da Einaudi. TAG: #reportage, #fabio_geda, #voto_quattro

RECENSIONE: L'arte del matrimonio (Stephanie Bishop)
Autore: Stephanie Bishop Traduttore: Isabella Zani Editore: Marsilio, 2025 Pagine: 384 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 20.00 (cartaceo), € 8.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.marsilioeditori.it/libri/scheda-libro/2971409/l-arte-del-matrimonio Trama Lucie e Patrick hanno deciso di festeggiare il loro anniversario di matrimonio con una crociera che dall’Alaska li porterà oltre lo stretto di Bering e al largo della costa russa, fino al Giappone. Lei è una scrittrice; lui il suo ex professore, un regista di culto, ed è molto più vecchio. Quando si sono conosciuti, davanti agli occhi adoranti di una giovanissima Lucie, Patrick era una figura leggendaria. Ma adesso che lei si è fatta strada nel mondo editoriale, pubblicando un romanzo dopo l’altro e ottenendo un discreto successo, l’aura di lui sta quasi sbiadendo, l’asimmetria tra di loro sta lasciando il posto a un pericoloso equilibrio. O peggio: l’arte di J.B. – lo pseudonimo con cui Lucie è arrivata a migliaia di lettrici e lettori – rischia di mettere in ombra quella di Patrick. Per giorni, marito e moglie navigano sotto il sole. Bevono, leggono, dormono, fanno sesso. Intorno c’è solo acqua scura. Poi arriva una tempesta, Patrick finisce in mare e J.B., rimasta sola, inizia a indagare su cosa sia realmente successo – non solo a suo marito, ma anche al suo matrimonio. Un romanzo intrigante e sensuale sul rapporto di coppia, il lavoro culturale e le dinamiche di potere che minano le relazioni. Un’affilata riflessione sull’arte e la finzione che contiene un avvertimento: «Tutto quello che si scrive nei libri può essere usato contro chi l’ha scritto.» Recensione Con questo scritto, l'autrice, esplora le dinamiche del matrimonio, dell’ambizione e dell’identità artistica attraverso una costruzione narrativa che gioca con il tempo e la percezione della realtà. Un romanzo che risulta un intersezione di generi (romanzo psicologico, fiction, noir) e per questo difficile da categorizzare. Lucie e Patrick festeggiano l'anniversario del loro matrimonio con una crociera che dall'Alaska li porta fino in Giappone. Lei è una scrittrice, lui un regista di culto. Quando si sono conosciuti tutti era idilliaco, ora che lei si è fatta strada nel mondo dell'editoria, l'aurea del marito un tempo elogiato sta svanendo. Dopo aver navigato per giorni sotto il sole, Patrick, a seguito di una tempesta, finisce in mare e Lucie, rimasta sola, inizia ad indagare su cosa sia successo a suo marito e al suo matrimonio. Una storia, questa, caratterizzata da una dettagliata attenzione agli spazi fisici, alle coordinate temporali e alle dinamiche interpersonali, creando un effetto di verosimiglianza che ancora la narrazione a una dimensione riconoscibile dell’esperienza contemporanea. L’ambientazione svolge un ruolo cruciale nella costruzione dell’atmosfera e nella definizione delle dinamiche narrative. La rappresentazione degli spazi fisici non è mai neutrale, ma riflette lo stato emotivo dei personaggi e le tensioni che li attraversano. Gli ambienti lussuosi e apparentemente idilliaci si rivelano progressivamente carichi di inquietudine, contribuendo a creare un senso di claustrofobia psicologica. Bishop utilizza la descrizione degli spazi per amplificare la percezione di instabilità e precarietà emotiva, facendo della costruzione del mondo un elemento essenziale della narrazione. La struttura della trama rivela un impianto che combina elementi di simmetria formale con deliberate asimmetrie e discontinuità, creando un equilibrio dinamico tra ordine e disordine. Inoltre, il tutto è caratterizzato da un’alternanza di piani temporali. Il racconto non segue una linearità classica, ma si sviluppa attraverso flashback, anticipazioni e frammenti di memoria che sfidano la percezione del lettore. Tutto ciò contribuisce a creare una tensione costante e riflette il tema della manipolazione della realtà, centrale nell’opera. La narrazione esplora le dinamiche di controllo all’interno delle relazioni, evidenziando le sottili forme di coercizione emotiva e psicologica che possono emergere anche nei rapporti apparentemente più idilliaci. L’opera interroga inoltre il rapporto tra realtà e finzione, problematizzando il concetto stesso di verità narrativa. Per concludere, il romanzo, si caratterizza per una prosa elegante e ricercata, che combina introspezione psicologica e tensione narrativa. Un libro che consiglio a tutti coloro che cercano un’opera di forte impatto letterario, capace di combinare un’indagine psicologica profonda con una narrazione formalmente raffinata. Alcune note su Stephanie Bishop Stephanie Bishop è docente di scrittura creativa presso l’Università dell’Anglia orientale. Ha pubblicato racconti e articoli sulla London Review of Books , sul Times Literary Supplement e sulla Sydney Review of Books . I suoi romanzi hanno ottenuto riconoscimenti importanti, tra i quali il Readings Prize for New Australian Fiction e il Li terary Fiction Book of the Year Award. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #isabella_zani, #stephanie_bishop, #voto_quattro

RECENSIONE: Vita nell'oro e nel blu (Andrea Pomella)
Autore: Andrea Pomella Editore: Einaudi, 2025 Pagine: 384 Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 21.00 (cartaceo), € 10.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.einaudi.it/catalogo-libri/narrativa-italiana/narrativa-italiana-contemporanea/vite-nelloro-e-nel-blu-andrea-pomella-9788806263485/ Trama Ci sono vite talmente grandi che sembrano inventate, come certe epoche del mondo. Come la luce che alla fine degli anni Cinquanta si spandeva su piazza del Popolo a Roma nell’ora del tramonto. Sfiorati da quella luce, un gruppo di giovani seduti ai tavoli del bar Rosati – capelli alla moda, sigarette agli angoli della bocca, Clarks ai piedi – guardano in cagnesco la città che rifiorisce dalle macerie della guerra. I loro nomi sono Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Francesco Lo Savio. Vengono dal popolo e stanno per prendersi la scena culturale e mondana del Paese. Da lì a poco infatti diventeranno i pittori comunisti che folleggiano con le principesse, bocconi succulenti per i paparazzi e inventori di nuove mitologie pagane. Ma intanto vivono la loro gioventù, lanciando la sfida ai geni artistici d’oltreoceano – Warhol, Rauschenberg, Johns – e frequentando Ungaretti, Moravia, Guttuso, gli Agnelli e i Rolling Stones. Mario Schifano è un profugo della Libia italiana che porta inciso sulla pelle il marchio del miraggio imperialista di Mussolini. Franco Angeli nasce a Roma, nel quartiere di San Lorenzo, in una famiglia perseguitata dal fascismo. Tano Festa e Francesco Lo Savio, nonostante i cognomi diversi, sono fratelli. Il primo passa i pomeriggi sulla scalinata di Trinità dei Monti a distribuire poesie ai passanti. Il secondo, fragile e inquieto, sviluppa un pensiero radicale che lo porta ben presto a isolarsi da tutto e da tutti. Sono «i maestri del dolore», come li chiama un gallerista romano storpiando il titolo di una famosa collana di monografie d’artista. Ciascuno vive la sua «ora d’oro» attraversando la “café society” degli anni Sessanta in una Roma che è tornata a essere il centro del mondo. Conquistano le donne più ambite, vanno a vivere in lussuosi palazzi aristocratici, viaggiano in ogni continente, guadagnano e scialano in modo compulsivo, si tradiscono fino a tentare di ammazzarsi l’un l’altro, mettono su famiglie e le distruggono, soprattutto dipingono come ossessi, senza tregua, firmando opere che segnano l’immaginario iconografico italiano della seconda metà del Novecento. Ma «l’ora d’oro» – quel particolare tipo di luce che c’è solo a Roma, al tramonto, e che fa sembrare i palazzi di velluto – dura pochissimo, poi arriva «l’ora blu», quella dell’ombra che anticipa la notte. Il clima del Paese cambia e i loro nomi sprofondano nell’oblio. Affrontano gli anni della caduta, dello scivolamento verso la follia, gli arresti, la tossicodipendenza, i ricatti della malavita, i ricoveri in ospedali e manicomi. Dando forma a un’epopea che si dipana lungo mezzo secolo di storia d’Italia, Andrea Pomella scrive il romanzo avventuroso di quattro esistenze indimenticabili, capaci di toccare con mano – e restituirci – l’indifesa bellezza della vita. Recensione In questo romanzo, l'autore restituisce al lettore un affresco, imbevuto di tragicità, sugli artisti di Piazza del Popolo: Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Francesco Lo Savio. I quattro sono di estrazione proletaria, fanno un’arte popolare e sono tutti decisi a fare la guerra contro il conformismo. È la nascita della Pop Art italiana, che Schifano anticipa, perfino, a iniziare dalla Coca Cola, prima di Andy Warhol, pur avendo sognato l'America attraverso il cinema e i fumetti. All'inizio lavora in un museo etrusco per racimolare qualche lira, ma anziché dai maestri etruschi viene folgorato dalle vernici industriali usate da una squadra di geometri che dipingevano dei paletti per le misurazioni di bianco e nero. Tutti creano opere d’arte e si muovono in una Roma che, dopo il trauma della guerra, non cerca solo di ricostruire, vuole prendersi tutto, ad ogni costo. L’ingordigia del desiderio genera anche allontanamenti e decadenza e, se Lo Savio viene progressivamente estruso dai nuovi eroi dell’arte contemporanea, gli altri conoscono la dipendenza, gli internamenti, i ricatti. Il romanzo si concentra sulla dolce vita romana che, sotto la superficie di godimento, nasconde contraddizioni e disperazione. Marina Ripa di Meana, Jack Kerouac, Sandro Penna, Goffredo Parise, Mick Jagger, Isabella Rossellini sono solo alcuni dei personaggi che si incontrano lungo le pagine del romanzo, in un tempo in cui era possibile conquistare il mondo e trovarselo nel salotto di casa. Un periodo in cui dove a casa di Marina Lante della Rovere vi è un via vai di artisti e poeti e scrittori e attori e si fa vita sociale e libertina. Il libro procede per aneddoti, ma il presagio della fine è una presenza costante, l’abbondanza si avverte provvisoria e il crollo imminente. Quello che invece è solida è la ricerca di documenti da parte dell'autore che riesce bene a mescolare ricostruzione storica e invenzione. La vita di Schifano, di Festa, Angeli e Lo Savio, non vuole essere una nota biografica, ma vuole essere un ritratto di vite di artisti che hanno calcato la dolce vita capitolina in cui aleggia un sentimento collettivo e universale di inadeguatezza. Tutti, in questa cornice, tentano di galleggiare sulla superficie delle cose, salvo poi riconoscersi solitari, destinati a perdersi in una notte disperata. Un libro che consiglio a tutti coloro che vogliono perdersi nei meandri della dolce vita in cui ricchezza e sfacelo vanno a braccetto. Alcune note su Andrea Pomella Andrea Pomella è nato a Roma nel 1973. Ha pubblicato per Einaudi L'uomo che trema (2018, Premio Napoli 2019 e Premio Wondy 2020), I colpevoli (2020), Il dio disarmato (2022) e Vite nell'oro e nel blu (2025). Ha scritto anche Il soldato bianco (Aracne 2008), 10 modi per imparare a essere poveri ma felici (Laurana 2012), La misura del danno (Fernandel 2013), Anni luce (Add 2018) e A Edimburgo con Irvine Welsh. Il sogno di un dio folle (Perrone 2023). Scrive su «Doppiozero» e insegna alla Scuola del Libro di Roma e alla Holden di Torino TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #andrea_pomella, #voto_quattro

RECENSIONE: Maqluba. Amore capovolto (Sari Bashi)
Autore: Sari Bashi Traduttore: Olga Dalia Padoa Editore: Voland, 2025 Pagine: 368 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 20.00 (cartaceo), € 8.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.voland.it/libro/9788862435642 Trama Febbraio 2010. Sari è un’avvocata israelo-americana che si occupa di diritti umani. Osama è un professore universitario originario di Gaza, vive a Ramallah e non è libero di muoversi a causa delle leggi dell’occupazione israeliana. Sari e Osama si innamorano. Le circostanze esterne rendono un’impresa la loro frequentazione, gli spostamenti, la possibilità di condurre una vita insieme. Eppure ci provano, poi demordono, poi tentano ancora. Come la maqluba, piatto arabo che viene rovesciato a fine cottura, per non soccombere alla realtà Sari e Osama devono capovolgere continuamente la prospettiva, perché i loro sentimenti non sono indenni al clima tempestoso che li circonda. Recensione La maqluba è un piatto arabo ricco di ingredienti, variegato, saporito, che a fine cottura deve essere capovolto prima di essere gustato. Il mondo di Sari e Osama è proprio come questo piatto: complesso e rovesciato. Tutto nella loro vita sembra dividerli: la religione, la politica, la guerra, la società, la lingua, il loro vissuto. Eppure, con la fiducia cieca degli innamorati, confidano di riuscire a superare tutti i muri che li vogliono tenere separati. Questo libro, esordio di Sari Bashi, è il frutto di un lavoro a quattro mani, perché è composto da brani scritti sia da Sari sia da Osama nel corso della loro lunga relazione. Un insieme di pensieri, riflessioni, racconti e confessioni che i due hanno raccolto in una cartella Dropbox intitolata, appunto, Maqluba che non hanno mai smesso di aggiornare, neppure quando la loro relazione, ostacolata e difficile, ha subito delle pesanti rotture. Sari è israeliana ed è libera. Essa può viaggiare liberamente ovunque lo desideri, ma ha scelto di vivere a Tel Aviv, dove ha fondato una ONG, Ghishà (che in ebraico significa “accesso”), che si occupa di aiutare i palestinesi a superare le restrizioni alla propria libertà di spostamento e di viaggio, mediando con l’esercito israeliano. Sari è un’atleta esperta trail runner, ama correre all’aria aperta, percorrere sentieri, strade e colline, allenarsi fino allo sfinimento e ampliare, passo dopo passo, i propri confini. Osama invece è palestinese ed è prigioniero. Costui vive a Ramallah ma, a causa delle leggi dell’occupazione israeliana, non può tornare dalla sua famiglia nella Striscia di Gaza, dato che gli è proibito viaggiare e spostarsi liberamente. Osama è un professore universitario e solo grazie al suo lavoro riesce, talvolta, a ricevere delle concessioni speciali per recarsi all’estero. I loro due universi si scontrano quando Osama si rivolge a Ghishà per ottenere il permesso di recarsi a Londra per completare gli studi. Tra lui e Sari nasce subito un’intesa che, col tempo, diventa amore. Mentre, però, il loro rapporto evolve, il conflitto tra Israele e Palestina torna ad infiammarsi. Più Sari si avvicina a Osama nel tentativo di costruire una vita insieme, più avverte i confini e i muri stringersi attorno a lei, togliendole quella libertà che aveva sempre dato per scontata. Più Osama è a stretto contatto con la libertà di Sari, più il suo rancore e la sua frustrazione crescono. Cosa fare allora quando la relazione che si vive risulta capovolta? Come si può mettere al mondo un figlio quando la terra trema sotto i piedi? In questo momento storico in cui la guerra israelo-palestinese è più cruenta che mai, Maqluba è una storia di coraggio. Sari e Osama hanno osato sfidare il sistema, le leggi e la società in cui vivono, mostrando, tramite i racconti del loro microcosmo, la realtà assurda e crudele vissuta da due popoli interi. Consiglio questo libro a tutti coloro che sono in cerca di una storia s'amore non ordinaria che risulta vera come, purtroppo, lo è il conflitto tra Israele e Palestina. Alcune note su Sari Bashi Sari Bashi è avvocata, scrittrice ed esperta di diritto umanitario internazionale, in particolare del conflitto israelo-palestinese, è anche un’atleta e detiene il record israeliano femminile di ultramaratona da 216 km. Maqluba. Amore capovolto , suo primo romanzo, ha vinto nel 2021 il premio del Ministero israeliano della Cultura come miglior esordio. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #olga_dalia_padoa, #sari_bashi, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Supersaurio (Meryem El Mehdati)
Autore: Meryem El Mehdati Traduttore: Elisa Tramontin Editore: Blackie, 2025 Pagine: 288 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 21.00 (cartaceo), € 11.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://blackie-edizioni.it/products/supersaurio Trama Si chiama Meryem, ma nessuno scrive correttamente il suo nome. Ha venticinque anni e ha appena iniziato a lavorare negli uffici di Supersaurio, la catena di supermercati più importante dell'arcipelago delle Canarie. Nei momenti liberi, per sfuggire alla tristezza, scrive fanfiction con protagonisti i personaggi di Harry Potter, di Twilight e i suoi colleghi d'ufficio. Esce con uomini terrificanti, beve troppo caffè e non dice mai quello che pensa. Ogni mattina, prima di timbrare il cartellino, si ripete che non erediterà l'azienda, ma a volte se ne dimentica. Il debutto letterario di un'autrice con una voce unica, che intreccia umorismo e malinconia con una precisione, a tratti, quasi sovrannaturale di una creatura preistorica che ha appena assaggiato per la prima volta il sangue umano. Recensione Quello che colpisce subito in questo romanzo è la copertina rosa e azzurro pastello, con un adorabile dinosauro blu con mantello giallo. Il tutto risulta ancora più attraente dalla scritta sulla fascetta che avvolge il romanzo che recita così: " Per chi ha pensato almeno una volta: odio il mio lavoro”. La storia è ambientata a Gran Canaria, luogo che può far pensare al mare e ai costanti 25° di temperatura annuale. Caratteristiche che, però, passano decisamente in secondo piano se bisogna farsi tre ore di mezzi ogni giorno e devi assistere a spettacoli di sbronze e disordini da parte dei turisti. L’isola in cui si cerca il sole tutto l’anno è in realtà una sorta di grande provincia, dove Meryem è cresciuta fra svariate problematiche sociali. La scrittrice è inoltre figlia di genitori marocchini e, nonostante sia arrivata a Gran Canaria a un mese di età e il Marocco lo abbia vissuto solo come vacanza, le sue origini sembrano uno stigma difficile da scollarsi, ogni occasione risulta buona per travisare il nome o per metterla a disagio. Come tanti della sua generazione, Meryem ha potuto studiare, uscire dal suo paese, fare svariati master e specializzarsi, per poi tornare e non trovare altro che uno stage con rimborso spese presso una grande catena di supermercati, Supersaurio che, nonostante la simpatia del logo dinosauresco, è un luogo tutt’altro che idilliaco. La condizione di stagista addetta alle fotocopie e poco altro le viene fatta pesare in particolare da Yolanda, una superiore che fa di tutto per renderla ancora più invisibile e non essenziale al meccanismo della grande azienda. La motivazione a entrare in un ambiente del genere è poca, i momenti in cui urlare e sfogare la tristezza di una condizione purtroppo molto comune sono molti. Meryem cerca di sfuggire all'amarezza scrivendo divertenti fanfiction sui personaggi che hanno caratterizzato l’infanzia dei millenials ( Harry Potter, Twilight, Veronica Mars …) o uscendo con tizi sovente parecchio opinabili. Grazie all'ironia della scrittrice, questa storia non risulta drammatica, ma esilarante e immersiva. L’arma più forte di Meryem è l’ironia, tagliente e mai banale. Il libro tocca una quantità di temi con cui i nati negli anni ’90 hanno a che fare o hanno avuto a che fare: lo sfruttamento sui luoghi di lavoro; la discriminazione per sesso, provenienza, giovane età; il fatto di dover dimostrare sempre di più e ottenere sempre meno rispetto alle generazioni passate. Questo volume è un tuffo in un presente poco felice con il suggerimento, però, di provare a sorridere nonostante tutto. Consiglio questa lettura a tutti coloro che cercano un’autrice con una voce unica, che intreccia umorismo e malinconia con la ferocia di una creatura preistorica che ha appena assaggiato il sangue per la prima volta. Alcune note su Meryem El Mehdati Meryem El Mehdati è nata nel 1991 a Rabat (Marocco). Quando aveva un mese di vita, è arrivata a Puerto Rico, Mogán (Gran Canaria). Supersaurio è il suo primo libro. Attualmente vive una vita tranquilla a Las Palmas de Gran Canaria. È proprio questo che cerca di più: la tranquillità. Le piacciono il caffè di qualità, scattarsi selfie, l'acqua frizzante, Karim Benzema e Zinedine Zidane. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #elisa_tramontin, #meryem_el_mehdati, #voto_quattro

RECENSIONE: L'artista e il signore di Urbino (Chiara Montani)
Autore: Chiara Montani Editore: Garzanti, 2025 Pagine: 400 Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 19.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.garzanti.it/libri/chiara-montani-lartista-e-il-signore-di-urbino-9788811816171/ Trama Lavinia si stringe nel mantello mentre il vento gelido s'insinua nella carrozza. Sta andando a Urbino. Quando arriva, scorge una figura che le toglie il respiro: è Piero della Francesca. Il suo cuore salta un battito. In passato hanno condiviso qualcosa di incredibile e segreto. Piero è stato chiamato a Urbino perché la città vuole diventare un punto di riferimento per l'arte e la cultura: il castello di Federico da Montefeltro è un continuo viavai di artisti. Anche Lavinia è una pittrice, ma non può dirlo a nessuno, perché è un mestiere che non si addice a una donna. Eppure, dietro all'atmosfera vibrante che anima la città, c'è qualcosa di oscuro. Bastiano del Colle, medico di corte, è morto in circostanze poco chiare. Nelle mani stringe un componimento inquietante, firmato Nemesis, la dea della vendetta. La poesia accusa il conte di Urbino di crimini atroci e si chiude con la promessa di altre tre rivelazioni sconvolgenti. Lavinia lo sente: qualcosa di terribile sta per accadere. Quando poi scopre che Piero è coinvolto nel mistero della morte di Bastiano, capisce di non potersi tirare indietro. Deve aiutarlo a risolvere il caso. Chiara Montani ha il dono di trascinare il lettore nelle atmosfere che racconta. Questa volta ci porta nel cuore della Urbino rinascimentale, in cui arte e potere convivono in precario equilibrio. Tornano due personaggi che hanno fatto emozionare tutti: Lavinia Alinari e Piero della Francesca. Ancora una volta, l'autrice ci regala una storia coinvolgente, che fonde mistero e sentimenti proibiti, in un affresco minuzioso di un'epoca che non smette di affascinare. Recensione Questo nuovo romanzo di Chiara Montani conclude la trilogia iniziata con La pittrice ribelle di cui trovate la recensione qui . Tutti i romanzi hanno come protagonista Piero della Francesca nel suggestivo ruolo di indagatore del Rinascimento accompagnato da Lavinia, una pittrice immaginaria. Questo volume è ambientato a Urbino, una corte unica, un posto dove Piero ha lavorato tanto e dove ha realizzato i suoi lavori più celebri. Il giallo storico inizia la Palazzo ducale di Urbino la vigilia di Natale del 1461. Qui Piero della Francesca e Ottaviano Ubaldini, reggente di Urbino in assenza del signore, stanno lavorando alla composizione della Pala Montefeltro quando dalla finestra vedono un uomo, Bastiano del Colle, medico di corte, morire misteriosamente. Ad aumentare le domande sono delle parole che vengono firmate ogni volta con Nemesis . Si tratta di un misterioso rimatore che appone dei componimenti agli occhi del popolo; si tratta essenzialmente di invettive contro i signori di Urbino e contro Ottaviano Ubaldini che si scoprirà molto legato alla vicenda gialla. Più questi versi si fanno presenti più aumentano le morti. Vi sono altri elementi che fanno parte di un mosaico che poco alla volta Piero e Lavinia sono costretti a prendere in considerazione per scoprire la verità: scomparsa di un dipinto prezioso, una vecchia nutrice custode di verità inconfessabili, una stanza di cui tutti i domestici hanno un terrore. Ad un certo punto però le indagini si spingono troppo lontano e, prove fabbricate ad arte, incastrano Piero additandolo come possibile colpevole. A questo punto cosa fa Piero della Francesca? Non si può rispondere alla domanda senza rilevare parti essenziali della trama. Le prime pagine del libro sono caratterizzate dall’elenco di tutti i personaggi che l’autrice riesce a mettere in gioco, circa sessanta. Nelle pagine precedenti a queste vi è invece la pianta del palazzo di Federico. Tutto ciò risulta di grande aiuto per il lettore. Una storia affascinante che riesce a trasportare lungo i vicoli del tempo nella magnifica Urbino del Rinascimento. Una città d’arte che cela nelle sue viscere terribili segreti, che Piero e Lavinia dovranno scoprire. Consiglio questo romanzo a tutti coloro che vogliono leggere una storia che riesce bene a coniugare il genere giallo con il mondo dell’arte. Alcune note su Chiara Montani Chiara Montani, architetto di formazione, ha lavorato nel campo del design, della grafica e dell’arte, esplorando varie tecniche e materiali, e partecipando a esposizioni in Italia e all’estero. Specializzata in arteterapia, conduce da anni atelier sulle potenzialità terapeutiche del processo creativo. Con Garzanti ha pubblicato anche Il mistero della pittrice ribelle (2021), suo romanzo d’esordio, La ritrattista (2022) ed Enigma Tiziano (2023). TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #chiara_montani, #voto_quattro

RECENSIONE: Theo e Teseo nel labirinto (Joseph Coelho)
Autore: Joseph Coelho Traduttore: Alessandra Valtieri, Sara Ragusa Editore: Terre di Mezzo, 2025 Pagine: 320 Genere: Narrativa straniera, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 16.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.terre.it/prodotto/theo-teseo-nel-labirinto/?srsltid=AfmBOoqq26PeVwpvqJzuxbX9HnO_9pMNbhlHmV9_Zbq6uix8M6YfvrQw Trama Dentro l’intrico di sentieri è facile perdersi: a ogni bivio, scegli tu la strada che percorreranno i due eroi e scopri dove li porterà! Antica Grecia. A sedici anni, Teseo è in cerca del re sconosciuto che lo ha messo al mondo. Ogni passo verso Egeo lo avvicina alle sue origini, al momento in cui diventerà uomo. Londra, oggi. Theo chiede alla madre di svelargli la vera identità di suo padre. Scopre che con novanta sterline potrebbe conoscerlo, ma lui non ha nemmeno quelle. Mentre i due eroi avanzano, le voci si fondono in un unico coro, le storie si intrecciano attraverso lo spazio e il tempo. Fino al centro del labirinto, dove il fato di entrambi verrà riscritto. Età di lettura: da 11 anni. Recensione Questo romanzo, scritto da Jospeh Coelho, ha vinto la medaglia Carnegie nel 2024. Si tratta della prima volta che il premio viene assegnato a uno scrittore britannico di colore. Questa storia parla di due ragazzi, separati dai secoli, ma con diversi elementi in comune: sperano e desiderano diventare uomini, vengono separati dai loro padri, indagano il labirinto della mascolinità. L'autore intreccia brillantemente un mito greco con la storia di un adolescente alla ricerca del padre che non ha mai incontrato. Non è necessario avere familiarità con la mitologia greca per apprezzare questa trama. L'intelligenza dei parallelismi nelle missioni personali dei giovani è chiara nonostante siano ambientate in epoche diverse. Il libro, raccontato in poesie, fonde l'antica leggenda di Teseo e del Minotauro con la ricerca di un adolescente, dei nostri giorni, del padre biologico. Così come Teseo combatte diversi nemici nel suo cammino per trovare suo padre, Theo, al suo ultimo anno di scuola, viene ingannato e tradito nel suo viaggio di scoperta. Dietro ad entrambi i ragazzi si nasconde la figura oscura e tragica del Minotauro, che unisce Teseo e Theo attraverso lo spazio e il tempo per uno scontro che cambierà la loro vita. In questa coinvolgente e avvincente narrazione il lettore è chiamato ad essere parte attiva. Esso deve fare delle scelte, aiutando Teseo e Theo a trovare la loro vera strada verso il futuro. La natura in versi del testo lo rende una lettura veloce e accessibile che sicuramente piace ai lettori schivi, in particolare ai ragazzi. Un ottima storia che consiglio non solo ai ragazzi, ma anche a tutti coloro che sono alla ricerca di una storia contemporanea sulla crescita e la ricerca di se stessi, ma amano anche un po' di mitologia greca. Alcune note su Jospeh Coelho Joseph Coelho è poeta, drammaturgo performativo, autore di libri illustrati e di saggistica. The Girl Who Became a Tree ha vinto il Bologna Ragazzi Award for Poetry. Joseph è inoltre un convinto ambasciatore delle biblioteche pubbliche in difficoltà della Gran Bretagna. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_per_ragazzi, #joseph_coelho, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Chiedimelo ancora (Clare Sestanovich)
Autore: Clare Sestanovich Traduttore: Chiara Mancini Editore: NN Editore, 2025 Pagine: 368 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 20.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.nneditore.it/libro/9791255750710 Trama Eva ha sedici anni quando incontra Jamie in una sala d’aspetto in ospedale. Lei appartiene alla classe media e vive a Brooklyn coi genitori, lui è cresciuto nell’attico del padre a Manhattan, ma d’istinto Eva riconosce in lui un pezzo di sé, o della persona che vorrebbe essere: Jamie è curioso, audace, aperto al mondo; mentre lei, cauta e riflessiva, si tiene sempre in disparte. La loro intesa si trasforma subito in un’amicizia profonda, fatta di grandi affinità, dubbi condivisi, ma anche di zone d’ombra cariche di mistero. Arrivati all’università, però, i loro destini si separano: Jamie lascia gli studi, si allontana dalla famiglia per aderire a un movimento di protesta e poi diventa membro di un gruppo cattolico; Eva si laurea e segue una strada all’apparenza già tracciata, ma l’influenza di Jamie resta una bussola che orienta la sua vita, persino quando l’amico sembra perdersi definitivamente. "Chiedimelo ancora" è la storia di Eva e Jamie, due persone “normali” che nell’amicizia trovano la chiave per diventare adulti insieme, affidandosi al proprio modo di sentire il mondo e le persone, così da coglierne l’essenza. Clare Sestanovich racconta la vita come un susseguirsi di domande, intime e talvolta scomode, e ci invita ad allenare sguardo e intuito per cercare le risposte nei gesti, nei dettagli, nei silenzi densi di significato. Recensione Il romanzo d'esordio di Clare Sestanovich è strutturato attorno a una serie di quesiti. Ogni capitolo inizia con una domanda, come se ognuno di essi rappresenti una sorta di indagine: Quanto vale? L'hai visto? Da dove arrivi? e diverse altre. Tutto ciò risulta un semplice espediente letterario, ma crea una sorta di atmosfera di incertezza. Il libro esplora il difficile percorso di crescita di una giovane donna e un'insolita amicizia tra Eva e Jamie, sedicenni, che si incontrano per caso. Lei viene da Brooklyn ed è figlia di genitori liberali della classe media; lui è cresciuto a Manhattan in una famiglia tanto disfunzionale quanto ricca. I loro background non potrebbero essere più diversi. Tuttavia, tra i due si forma subito un legame, radicato non nell'attrazione romantica, ma nella loro reciproca timidezza e nel disagio nei confronti della società moderna che porta Jamie ad abbandonare gli studi, esplorare la politica radicale e unirsi a una strana chiesa molto simile ad una setta. Nel frattempo, Eva frequenta il college, intraprende una carriera nel giornalismo e cerca di adattarsi ai suoi coetanei. Mentre lei e Jamie si allontanano, lei desidera ardentemente la loro vicinanza. Ma può essere recuperata? E possono entrambi trovare l'equilibrio che desiderano? L'autrice americana cattura perfettamente le emozioni intense e confuse di Eva mentre attraversa i suoi vent'anni. Mentre Jamie si rifugia nel misticismo, Eva cerca disperatamente qualcuno che possa insegnarle come vivere una vita "normale". Nonostante tutta la sua attenzione all'ansia e all'incertezza, tuttavia, questo romanzo non risulta deprimente. La penna austera ed elegante di Sestanovich risulta deliziosa. Non mancano momenti di ironica, come quando Eva descrive l'aldilà. Man mano che la trama avanza Eva acquisisce gradualmente empatia e auto accettazione, imparando a fare tesoro di piccoli piaceri come il giardinaggio o una passeggiata su una spiaggia dove ogni granello di sabbia e ogni goccia d'acqua sono illuminate dalla luce del sole. Non si può dire che il romanzo sia un libro ricco di azione e alcuni lettori potrebbero trovare frustrante la sua conclusione aperta; tuttavia, consiglio il libro a chiunque sia interessato alle sfide emotive e professionali che devono affrontare i giovani di oggi. Alcune note su Clare Sestanovich Clare Sestanovich è una scrittrice americana e vive a Brooklyn. Nel 2022 è stata inserita tra i cinque migliori scrittori Under 35 dalla National Book Foundation, e con la raccolta di racconti Objects of Desire è stata finalista al PEN/Robert W. Bingham Prize. Suoi racconti sono apparsi su The New Yorker, The Paris Review e Harper’s Magazine. Chiedimelo ancora è il suo primo romanzo. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #chiara_mancini, #claire_sestanovich, #voto_quattro

RECENSIONE: Il signore della acque (Giuseppe Zucco)
Autore: Giuseppe Zucco Editore: Nutrimenti, 2025 Pagine: 192 Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 18.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.nutrimenti.net/libro/narrativa/narrativa-greenwich/greenwich-extra/il-signore-delle-acque/ Trama L'acqua non piove più, ma si concentra, in un ammasso sempre più pesante e grande, nel cielo. La vita sul pianeta Terra sta per finire, e il bambino protagonista de "Il signore delle acque" deve farci i conti, così come deve affrontare le reazioni degli adulti che, di fronte alla minaccia, sembrano avere perso la ragione. Giuseppe Zucco ha scritto un romanzo distopico che ha il grande pregio di esplorare attraverso gli occhi di un bambino le ragioni profonde della vita e dello stare insieme, anche quando il mondo sembra ormai perduto. Recensione La rappresentazione della fine del mondo, sia in letteratura che nel cinema, ha radici profonde. Negli ultimi anni, tuttavia, questo tema ha subito una trasformazione, incorporando le preoccupazioni legate alla crisi climatica. Questa evoluzione ha dato forma a un nuovo genere narrativo, l’eco-distopia, che esplora l’eco-ansia e le paure suscitate dal disastro ambientale. Proprio in questo filone narrativo si colloca questo libro che punta l’attenzione sull’imminenza del disastro e sull’impatto emotivo sulle persone. Questo romanzo mostra al lettore cosa accade all'umanità di fronte a una catastrofe: chi siamo quando non abbiamo più niente? Quando la sopravvivenza è l’unica cosa che conta? Cosa ci tiene legati agli altri e alla vita stessa? Una storia distopica che assume i contorni di un romanzo di formazione, dove i veli dell’innocenza cadono, permettendo al giovane protagonista di vedere la realtà per ciò che è. Attraverso i suoi occhi si assiste al crollo del mondo esterno e, con esso, alla frantumazione del suo mondo interiore. Un bambino che, nel passaggio dall’infanzia alla disillusione dell’età adulta, scopre il sapore della libertà e l’indifferenza di un mondo ormai al limite della sua ultima notte. L’apocalisse è arrivata e l’ordine delle cose è saltato. La realtà ha cambiato forma, trasformandosi in qualcosa di sconosciuto, irriducibile a qualsiasi legge rassicurante. Sull'orlo dell'abisso, però, la vera natura delle cose umane si disvela. L’incombere della fine del mondo sgretola ogni maschera e, quando tutto sembra perduto, quando non resta più speranza, proprio in quelle crepe affiora la verità. Attraverso gli occhi del bambino il nostro sguardo si spalanca e vede il dolore e, al tempo stesso, si difende dalla violenza del mondo, dalla morte. Il ragazzino diventa così la nostra coscienza, spingendoci a chiederci quando, nella nostra infanzia, abbiamo percepito per la prima volta la finitezza del mondo, delle cose, delle nostre vite. Qual è stato lo spartiacque, l’istante in cui ci siamo separati da una parte di noi perduta per sempre, alla quale sarà dolce tornare con il ricordo, per rivivere, anche solo per un istante, l’illusione della felicità. Perché spesso non è la verità che cerchiamo, ma l’illusione che da essa ci protegge. Il bambino, di fronte al male, è l’unico a vedere ancora il bene scaturire dalle sue fenditure. Laddove tutto sembra aver perso significato, per lui il senso del mondo non è ancora svanito. E allora, anziché essere preda della paura della morte, lasciamoci travolgere dall’ardore della vita. Fuggendo, il bambino, conosce la realtà del mondo, quello che si dischiude al di là delle pareti rassicuranti e illusorie della sua camera, della sua casa. Al di là delle storie dei pirati e degli indiani, che diventano simulacri dell’innocenza perduta. I luoghi dell’infanzia, con la loro spensieratezza, vengono distrutti dalla potenza devastatrice e purificatrice dell’acqua, e restano solo i fantasmi dei ricordi a depositarsi nell’oscurità degli abissi. L'altra grande protagonista della storia è l’acqua, dà la vita e la distrugge, rigenera e battezza. Portatrice di vita e di morte. Nel mondo immaginato dall'autore tutto viene messo sottosopra. Il bambino, collante tra queste due dimensioni, è l’unico a restare aggrappato ai valori che nel mondo degli adulti si sono già dissolti. E insegna loro a continuare a giocare, mentre tutto intorno crolla e sta per essere spazzato via. Per riassumere, questo romanzo, si distingue per la sua capacità di esplorare l’apocalisse attraverso la lente dell’innocenza infantile. Il protagonista bambino, con la sua percezione acuta e il suo disorientamento, diventa il veicolo perfetto per esaminare le reazioni umane di fronte alla catastrofe. Non avendo ancora gli strumenti razionali o esperienziali per comprendere cosa sta succedendo, il bambino se li costruirà sulla propria pelle nel dipanarsi degli infiniti giorni d’attesa della fine, giorni colmi d’angoscia e di scoperta. Consiglio questo libro a tutti coloro che cercano un romanzo che lascia il segno, un’opera che costringe a riflettere sulla nostra umanità, sulla nostra capacità di sopravvivenza, sulla nostra resilienza di fronte all’apocalisse. Alcune note su Giuseppe Zucco Giuseppe Zucco è nato a Locri nel 1981. Lavora in Rai, suoi racconti sono apparsi su Nuovi Argomenti , Nazione Indiana , minima & moralia , Colla e L’inquieto . Ha esordito con un racconto nell’antologia L’età della febbre ( minimum fax , 2015). Ha pubblicato il romanzo Il cuore è un cane senza nome ( minimum fax , 2017), e due raccolte di racconti, Tutti bambini (Egg, 2016) e I poteri forti (NNE, 2021) con cui ha vinto il Premio Ceppo Racconto. TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #giuseppe_zucco, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Il segreto della felicità (Giulio Cesare Giacobbe)
Autore: Giulio Cesare Giacobbe Editore: ROI Edizioni, 2025 Pagine: 128 Genere: Saggi, Psicologia Prezzo: € 9.90 (cartaceo) Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.roiedizioni.it/prodotto/libri/il-segreto-della-felicita-giulio-cesare-giacobbe/ Trama Siamo convinti che la felicità sia una conseguenza, un prodotto derivato, frutto del raggiungimento dei traguardi che ci poniamo: fama, successo, soldi, potere. Niente di più sbagliato. La felicità è fine a se stessa ed essere felici è una scelta. Questo libro non rivela solo la verità (più profonda di quanto possa sembrare a prima vista) su uno dei segreti più preziosi della storia dell'umanità. Ci rivela anche un Giacobbe inedito e sorprendente: non solo psicologo e divulgatore, ma vero e proprio narratore. "Il segreto della felicità" è un viaggio, ora ironico ora poetico, che ci porta da un ristorante napoletano di Manhattan alla Medina di Hammamet, dai tornanti della Costa Azzurra percorsi a tutta velocità su una Jaguar coupé alla calma raccolta della piccola spiaggia di Boccadasse. E che arriva fin nella mente di ciascuno di noi. Recensione Difficile definire la felicità : per un genio come Albert Einstein è una vita calma e modesta, per il sociologo Zygmunt Bauman è riuscire a superare le difficoltà. E secondo gli studi degli psicologi si tratta sia dell' emozione temporanea che proviamo quando stiamo bene, sia della serenità che viene dal sentirci realizzati, che è più duratura. A questo quesito prova a rispondere anche l'autore di questo testo nonché famoso psicologo e psicoterapeuta Già a partire dall'introduzione, il lettore apprende che la conquista della felicità non riguarda un problema di tipo esistenziale, ma psicologico. Per scoprire che cos'è la felicità bisogna prima interrogarsi sul suo opposto: l'infelicità. L'infelicità è molto diffusa e la si considera normale. Ciò che la caratterizza è la sofferenza a cui si legano ansia e depressione. Detto ciò, questo sentimento è patologico. Nella felicità invece non vi è patologia, ma serenità che viene mantenuta in ogni situazione. Essa dipende da come viviamo e dalla nostra visione del mondo. Vivere contemplando le bellezze che circondano favorisce questo sentimento. Se l'infelicità è ansia e depressione che si originano dalla paura, la felicità è assenza di paura che si può ottenere eliminando tutte le paure immaginarie che costituiscono buona parte dei nostri timori. Le paure reali, invece, vanno affrontate con coraggio. Questa è la caratteristica della personalità adulta. Detto ciò, la felicità e possibile raggiungerla solo se riesce a diventare adulti. Per lo scrittore, essere adulti vuol dire avere fiducia assoluta in se stessi, essere indipendenti e avere la gioia di vivere. Però, sempre secondo Giacobbe, lo stato mentale che rende perenne la felicità è l'amore e quindi la paura, ovvero l'infelicità, dipende dalla mancanza di amore. Un breve saggio, questo, caratterizzato dalla narrazione agevole e immediata e ricca di elementi e spunti di apprendimento, analisi e riflessione. Il tutto viene condito con un racconto autobiografico ha una straordinaria forza emotiva. Un libro che consiglio a chi cerca un modo più “pratico” e gioioso di intendere la vita e di amare, ad una attitudine più semplice e spensierata del vivere. Alcune note su Giulio Cesare Giacobbe Giulio Cesare Giacobbe è psicologo e psicoterapeuta in Italia e negli USA. È laureato in filosofia all’Università di Genova e in psicologia e counseling psicoanalitico presso l’International Institute of Pneumiatrics della California, con specializzazione in psicologia analitica. Ha svolto attività di ricercatore per il Cnr e di docente di psicologia umanistica presso la University of the Americas, California, e presso la Facoltà di filosofia dell’Università di Genova. È il fondatore dell’Istituto internazionale di biopsicosintesi, della psicologia evolutiva e della psicoterapia evolutiva. Conduce seminari pubblici sulle tecniche antistress e sull’evoluzione psicologica in Italia e all’estero. Giulio Cesare Giacobbe è autore di grandi successi di saggistica psicologica, tra i quali Come smettere di farsi le seghe mentali e godersi la vita, Alla ricerca delle coccole perdute, Come diventare un buddha in cinque settimane, Come diventare bella, ricca e stronza. TAG: #saggi, #psicologia, #giulio_cesare_giacobbe, #voto_quattro

RECENSIONE: Prendersi tutto. Io, Aristotele Onassis (Anna Folli)
Autore: Anna Folli Editore: Neri Pozza, 2025 Pagine: 448 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea, Biografie Prezzo: € 22.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://neripozza.it/libro/9788854531482 Trama Sognatore, donnaiolo, esule, lavapiatti, armatore, greco, turco, marito infedele, amante generoso. Uno tra gli uomini più ricchi del mondo. Chi fu Aristotele Onassis? Nei suoi quasi settant’anni di vita costruì un impero, comprò un’isola, strinse amicizia con alcuni degli uomini più potenti del mondo, Churchill su tutti, inventò Montecarlo, fece cadere ai suoi piedi, lui non bello, donne dal fascino straordinario. Ma vide anche il suo futuro ridotto in cenere nel drammatico incendio di Smirne, si reinventò la vita salpando, solo e senza un soldo, per l’Argentina, soffrì per la sua Grecia dilaniata dalla Seconda guerra mondiale, sopravvisse a un figlio amatissimo, conobbe l’apice del successo e l’abisso della solitudine di tutti gli uomini unici. Aristotele Onassis ebbe molte vite, tutte vissute pienamente, e desideri infiniti, nessuno dei quali rimase un sogno astratto, perché tutti diventarono progetti da realizzare, soldi e potere da accumulare. Amò, amato a sua volta: la divina Callas, alla quale lo legò sempre un sentimento tenero e insieme furibondo, e Jackie, l’imperscrutabile e algida regina da mostrare come un trofeo, furono solo due delle molte donne a cui ghermì il cuore. Onassis della vita voleva prendersi tutto. E sicuramente ci riuscì. Anche se il prezzo da pagare in cambio fu molto, forse troppo alto. Anna Folli dipinge in ogni sua sfumatura il ritratto di Aristotele Onassis, in questa tragedia classica il cui eroe è immortale eppure irrimediabilmente umano. Il romanzo di una vita eccezionale. Recensione Questo libro narra la biografia del famoso armatore greco. Esso ricostruisce la vita dell’imprenditore con cittadinanza argentina, nato a Karataş, un quartiere di Smirne in Turchia il 20 gennaio 1906 e morto a Neuilly-Sur-Seine, presso Parigi, il 15 marzo 1975. Affascinante, nonostante non fosse proprio un adone, capace di grandi cose. Pirata, filibustiere, arrampicatore sociale, squalo della finanza dal patrimonio sconfinato. Marito e amante infedele, che ha sposato in seconde nozze un’icona, Jacqueline Bouvier, vedova Kennedy e ha tradito e malamente abbandonato un’altra, la divina Maria Callas. Padre amatissimo di due figli, Alexander e Christina avuti dalla prima moglie Athīna Mary Livanos, Aristotele ha dovuto subire il dolore più grande della sua vita: veder morire tragicamente il proprio figlio, l’erede della sua immensa fortuna. Il libro si apre con l'infanzia e l'adolescenza a Smirne, dove gli Onassis cominciano i primi affari, import-export del tabacco turco, mentre il giovane Aristotele ignora lo studio, frequenta lo Sport club, e si dà alla bella vita. Fino alla occupazione turca, alla devastazione della città nel 1922. Il padre viene arrestato, lo zio ucciso, Aristotele, 16enne, impara a cavarsela finché non riesce a salpare per l'Argentina. Qui inizia a costruire il suo impero, un passo alla volta, ricominciando da capo, con tanta sfacciataggine e l'audacia data dalla giovane età. Fa il mozzo, il facchino, il centralinista. Ma siccome è sveglio e sa sedurre le persone con gli sguardi, i sorrisi e le parole, presto si fa notare. Aveva soldi e anche tanto fascino con cui conquistava le donne. Fin da quando di soldi così tanti non ne aveva. Giovanissimo, passa da un'amante all'altra, spesso ricche e più vecchie di lui per evitare di avere complicazioni. Poi si innamora di una ballerina russa di danza classica che si esibisce con la compagnia di Anna Pavlova. Si chiama Irina, è giovane, bella, passionale, ma dura poco perché lui la tradisce. Poi arriva Ingeborg Dedichen, elegante, grande classe, assomiglia a Greta Garbo, ed è figlia di un armatore. Tra alti e bassi la storia finisce dopo qualche anno perché, ancora una volta, lui non riesce a rimanerle fedele. Lo chiamavano "collezionista di donne celebri". Sposate solo due. La prima è Athina Mary Livanos, detta Tina, figlia di un grande armatore rivale e che gli consentì di entrare nell'alta società europea. Con lei ebbe due figli, Alexander e Christina, e nel frattempo tante amanti. La seconda è Jacqueline Kennedy. Più per calcolo però. Ma forse il suo più grande amore è Maria Callas. La vede esibirsi all'Opéra di Parigi nel 1958 e ne rimane soggiogato. Il loro è un amore passionale e sofferto che dura tantissimo anche se lui non la sposerà mai. Come conquistava le persone? Sicuramente con il suo carisma e la sua capacità di raccontare e questa capacità di incantare, Onassis l'ha mantenuta fino alla fine. Anche se era piccolo, aveva sempre un'aria stazzonata e non sapeva portare gli abiti che si faceva fare dai più grandi sarti. Con Grace Kelly, sposa del Principe Ranieri con cui Onassis mette in piedi quello che è diventato Montecarlo, patria del jet set più esclusivo, non riesce a legare. A lei non piace, lo considera volgare. Per quanto riguarda Jacqueline, invece, lei vedova di un marito amatissimo, aveva bisogno di essere protetta e coccolata e Onassis le dava una certa tranquillità. Sapeva come fare sentire le donne al centro del mondo. La fine di tutto avviene il 23 gennaio 1973, data in cui il figlio Alexander, venticinquenne, in seguito alle ferite riportate per un incidente aereo perde la vita. Due anni dopo, il 15 marzo 1975, sofferente da anni di miastenia gravis e con un patrimonio stimato di 1000 milioni di dollari, scompare lui. Il grande divoratore della vita, che da questa ha avuto tutto. Anche un'isola, Skorpios, nella quale è sepolto. In queste coinvolgenti pagine l’autrice dipinge un veritiero ritratto di un uomo che ha avuto tutto, personaggio molto importante e famoso, miliardario proprietario di una delle flotte più grandi del mondo, imprenditore spietato partito dal nulla; la sua vita assume i contorni di una tragedia greca. Un ottimo libro per conoscere la vita del famoso imprenditore greco, squalo della finanza e marito fedifrago che nasce senza un soldo, ma riesce a costruire le basi di una fortuna stratosferica Alcune note su Anna Folli Anna Folli è stata caporedattore per l’Editoriale Domus negli anni Novanta e direttore di riviste di settore. Autrice di interviste, reportage culturali, recensioni di libri, ha collaborato con i principali quotidiani e settimanali e con note riviste letterarie online. È autrice del programma I Magnifici trasmesso su Radio 24. È stata coautrice e direttrice del festival di letteratura e musica Le Corde dell’Anima , che ha ospitato scrittori e musicisti internazionali. Per Neri Pozza ha pubblicato Morantemoravia , La casa dalle finestre sempre accese e Ardore. Romain Gary e Jean Seberg, una storia d’amore . TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #biografie, #anna_folli, #voto_quattro

RECENSIONE: Il cielo stellato sopra di noi. Storia dell’umanità senza gli astri (Roberto Trotta)
Autore: Roberto Trotta Traduttore: Luisa Doplicher, Daniele A. Gewurz Editore: Il Saggiatore, 2025 Pagine: 456 Genere: Saggi, Fisica Prezzo: € 29.00 (cartaceo), € 11.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.ilsaggiatore.com/libro/il-cielo-stellato-sopra-di-noi Trama Da quando gli esseri umani esistono, le stelle sono sempre state lassù a lasciarsi ammirare, a ispirarci e a vegliare sui nostri sogni. Sono state i nostri navigatori, le nostre muse, perfino i nostri dèi: i sumeri scorgevano in Orione un ritratto dell’eroe mitologico Gilgamesh, gli antichi egizi scandivano il tempo sul passaggio di dodici stelle, mentre per i greci la comparsa delle Pleiadi nei cieli primaverili segnava l’inizio della stagione delle navigazioni. Prima di prendere decisioni, re e sacerdoti dell'antichità consultavano gli astri, ed è stato solo studiandoli ed esaminandoli che filosofi e dotti hanno dato vita alla rivoluzione scientifica e al pensiero moderno. Se è vero però che grazie all’astronomia lo spazio ci appare ogni giorno meno misterioso, è anche vero che abbiamo parallelamente perso l’intimità che i nostri antenati avevano con il firmamento, smarrendo una parte importante della nostra identità. Trotta compone un racconto scienti co e culturale delle interconnessioni tra astri e civiltà, invitandoci a guardare al nostro passato da un punto di vista inedito: quello della volta celeste. Un percorso che attraversa l’arte e la letteratura, la religione e la fisica, perché è nell'esplorazione dei meandri dell’animo umano che possiamo comprendere quanto in realtà le stelle ci sono vicine. Recensione Durante l'era glaciale i nostri antenati impararono a sviluppare utensili e a proteggersi dal freddo. Realizzato con ossa di animali, l'ago con cruna poteva essere utilizzato per cucire pelli e pellicce in vestiti, scarpe, borse e tende. La capacità cognitiva sempre più sviluppata permise all' Homo sapiens di non estinguersi e di costruire strumenti sempre più complessi. La chiave della nostra sopravvivenza, sostiene l'autore di questo voluminoso saggio, riguarda l'uso di strumenti legati alla volta celeste. Alcuni degli indizi sulla nostra "discendenza astrale" possono essere trovati in pitture rupestri, frammenti di ossa e nei primi calendari e scritti. I nostri antenati usavano le stelle e i cicli della luna per tracciare i cambiamenti stagionali, consentendo loro di pianificare eventi futuri. La conoscenza del cielo conferiva un vantaggio rispetto ad altre specie animali, compresi i Neanderthal. Roberto Trotta, fisico teorico e docente alla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (SISSA) di Trieste , scrive come un poeta e presenta una storia culturale avvincente, condita con riferimenti letterari ben piazzati e qualche aneddoto personale; l'autore descrive, ad esempio, la gioia genitoriale che ha provato mentre portava i suoi figli a guardare un'eclissi solare totale. La scienza e la vita moderna, come dimostra lo scienziato, sono state costruite su un fondamento legato all'astronomia e sulla ricerca per comprendere il nostro posto nel cosmo. I primi esseri umani usavano le stelle, il sole e la luna per orientarsi nel tempo. Dalle pitture rupestri paleolitiche ai manufatti dell'età del bronzo come il disco celeste di Nebra, alle invenzioni come l'astrolabio e il sestante, gli esseri umani hanno da tempo portato i cieli sulla Terra per dare un senso all'universo. I nostri reperti archeologici, però, suggerisce l'autore, non catturano completamente l'esperienza vissuta dai primi osservatori del firmamento:i manufatti non possono raccontarci di una mano alzata per proteggere gli occhi, non possono riprodurre un canto che saluta la ricomparsa delle Pleiadi. I lettori troveranno i discorsi sulla gravità e sul moto planetario accessibili e piacevoli. La matematica del libro riguarda il lavoro di luminari storici il cui lavoro è alla base dell'astronomia moderna. Tra questi figurano Charles Babbage, l'ideatore del computer e membro fondatore della Royal Astronomical Society, e Carl Friedrich Gauss, un matematico i cui calcoli hanno contribuito a determinare l'orbita del pianeta nano Cerere. Di tanto in tanto, il libro divaga, toccando argomenti ampi come la geometria euclidea e le stelle sulla Hollywood Walk of Fame. Un lavoro vasto, ma meticolosamente ricercato, con un archivio quasi illimitato di curiosità stellari. Per citare un esempio curioso, l'autore traccia l'origine del sistema delle stelle utilizzato oggi per valutare i film, hotel e ristoranti. Il sistema, sostiene lo scienziato, è stato introdotto per la prima volta nel 1844 da un pioniere della scrittura di guide turistiche, Karl Baedeker, nelle sue guide omonime, per individuare i siti da non perdere. Per dimostrare come sarebbe la nostra specie senza i cieli stellati sopra di noi, Trotta inventa un mondo chiamato Caligo, in latino "nebbia" o "foschia", come una Terra immaginaria sotto una coltre di nuvole. Nel corso del libro, gli intermezzi di "Caligo Tales" catapultano il lettore a 50.000 anni fa, dove un narratore racconta di personaggi come Bison-Seeker, Fire-Keeper e Cloud-Watcher e dei loro tentativi di combattere i malvagi "Trickster" e di comprendere il funzionamento della "Nuvola", il loro cielo. I Racconti di Caligo sono un modo creativo per illustrare la tragedia che pervade il libro. La stragrande maggioranza degli esseri umani oggi non ha mai visto un cielo notturno naturale e incontaminato. Molti non hanno mai visto la striscia velata della Via Lattea che si inarca in alto in una sera d'estate, la peluria della galassia di Andromeda, le stelle deboli che riempiono lo spazio vuoto tra le costellazioni più luminose. È un grande paradosso della nostra epoca: anche se il cielo notturno è schermato da una foschia di illuminazione artificiale, gli smartphone che teniamo nei palmi delle mani possono portarci ai confini dell'universo. Sebbene le immagini del James Webb Space Telescope e di altri osservatori siano gloriose, misteriose e profonde, vale la pena ricordare che le stelle sono ancora qui, a casa con noi, costanti come il sole e la luna. Potrebbe essere facile dimenticarsene, ma siamo legati a loro da fili tesi ed eterni. Se usciamo "a rivedere le stelle", per citare Dante, potremmo unirci a una prospettiva condivisa da tutti gli esseri umani sulla Terra. Le stelle posoono ancora comunicarci molto. Un ottimo saggio che consiglio a tutti coloro che vogliono scoprire come la nostra evoluzione è intrecciata con l'osservazione della volta stellata. Alcune note su Roberto Trotta Roberto Trotta è nato a Locarno nel 1977, cosmologo e divulgatore scientifico, è professore di Fisica teorica alla Scuola internazionale superiore di studi avanzati (SISSA) di Trieste e visiting professor di Astrostatistica all’Imperial College London. Nel 2018 è stato insignito della cattedra Lemaître dell’Università di Lovanio per il suo lavoro sull’astrostatistica e nel 2020 ha ricevuto la medaglia Annie Maunder della Royal Astronomical Society per il suo impegno nella comunicazione scientifica. TAG: #saggi, #fisica, #luisa_doplicher, #daniele_a_gewurz, #roberto_trotta, #voto_cinque

RECENSIONE: Le cento vite di Antonio Sonoro (Elizabeth Gonzalez James)
Autore: Elizabeth Gonzalez James Traduttore: Massimo Ortelio Editore: Neri Pozza, 2025 Pagine: 304 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea, Western Prezzo: € 20.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://neripozza.it/libro/9788854531017 Trama Messico, 1895. Sesto anno di siccità sulla cittadina mineraria di Dorado. Antonio Sonoro è l’ultimo di una lunga stirpe di leggendari bandidos: nato con l’oro negli occhi e la pistola in mano, è perennemente senza un soldo né una prospettiva. Ma in lui non si placa mai il piacere del rischio, del momento eccitante in cui fa scorrere la porta del vagone merci e scopre cosa c’è dentro. Così, quando gli giunge all’orecchio di un treno carico di tesori, salta in sella insieme al fratello Hugo, con destinazione Houston e la speranza di un ricco bottino. Ma l’assalto finisce nel sangue: i due Sonoro si trovano a fronteggiare i famigerati Texas Rangers, in uno scontro da cui Antonio uscirà gravemente ferito e che gli varrà il soprannome con il quale sarà ricordato: El Tragabalas, il Mangiapallottole. Da quel momento la sua vita oscillerà tra mire di vendetta e sogni di redenzione, la sua anima conoscerà un amaro destino. Città del Messico, 1964. L’attore e cantante Jaime Sonoro è una celebrità e ha tutto ciò che un uomo possa desiderare. Finché due eventi inaspettati giungono a sconvolgere la sua esistenza quasi perfetta: l’incontro con uno straniero, un tipo bizzarro che si fa chiamare Remedio, unico esemplare della sua schiera sulla Terra, e il ritrovamento di un libro antico che custodisce il passato della famiglia Sonoro. E quando quella sciagurata storia sgorga dalle pagine ingiallite, trascina Jaime giù con sé, sotto il peso di tutti i crimini atroci commessi dai suoi avi. Forse è giunto il tempo che qualcuno risponda di una lunga linea di peccati, che paghi il caro prezzo della riparazione del mondo. Recensione Liberamente ispirato alla storia della famiglia dell'autrice, questo libro è un racconto avvincente caratterizzato da avidità, vendetta e desiderio di redenzione, ambientato nelle mutevoli terre di confine tra Messico e Texas. Molti anni dopo che Alferez Antonio Sonoro ha portato calamità alla sua famiglia e ai suoi vicini attraverso il suo insaziabile appetito per l'oro, il suo discendente Antonio vive in povertà a Dorado, in Messico. L'anno è il 1895. Dal suo umile jacal o baracca di adobe, dove vive con la moglie Jesusa, due figli e il gentile fratello minore Hugo, Antonio può vedere la villa, in rovina, del suo parente; un ricordo del passato un tempo glorioso, ma insanguinato . Invece di sbarcare il lunario nella terra colpita dalla siccità, Antonio sopravvive rubando bestiame e facendo contrabbando. Quando sente di un treno che passa per Houston carico di selle splendidamente lavorate, gioielli d'oro, maschere tolteche e altri tesori, progetta un'ambiziosa rapina, con solo Hugo come supporto. Come prevedibile, il piano fallisce. I Texas Rangers uccidono il fratello e sparano in faccia ad Antonio che miracolosamente si salva e che gli guadagnare l'epiteto di El Tragabalas , il Mangiapallottole. Come detto sopra, Antonio non muore e cerca vendetta per la morte del fratello. La sua ricerca di Cyrus Fish, il comandante dei Ranger, lo porta attraverso la frontiera del Texas. Accumulando sempre crimini (tra cui omicidi) e sfuggendo alla cattura, il Mangiapallottole di proiettili diventa una leggenda. Durante la ricerca, Antonio incontra Peter Ainsley. I due risultano improbabili compagni. Peter è un elegante inglese e proprietario terriero, ma è anche un tiratore provetto con un odio per i Rangers che rivaleggia con quello di Antonio.
Peter ammira la tenacia e la lealtà di Antonio nei confronto del fratello e lo aiuta ad uscire da diverse situazioni rischiose, come quando lo nasconde dai Rangers in un bordello riservato ai bianchi. Nonostante la riluttanza di Antonio ad accettarlo come amico, Peter rimane con El Tragabalas finché uno di loro non incontra la fine. Contemporaneamente alla storia di Antonio si dipana quella del nipote Jaime. Negli anni '60, Jaime Sonoro è una famosa star del cinema che vive a Città del Messico con la moglie, i figli e il padre vedovo Juan Antonio. Quando il figlio di Jaime ha un grave incidente che avrebbe potuto essere fatale, un misterioso personaggio di nome Remedio appare e offre aiuto. Diventa presto chiaro che Remedio è una figura particolare, una specie di una specie di collezionista di anime incaricato di portare le persone morte dove la loro anima dovrebbe andare, ed è sempre stato presente nella famiglia Sonoro. Un giorno, un commerciante di libri rari mette nelle mani di Jaime un pacco maleodorante: La Storia Ignominiosa della Famiglia Sonoro dall'antichità ai giorni nostri pubblicata da Maria Gaspar Rocha de Quiroga nel 1783. Fino a quel momento, Jaime non aveva idea di chi fossero i suoi antenati. Suo padre non li aveva mai menzionati e quando il ragazzo cerca di incalzare l'uomo più anziano per avere informazioni, Juan Antonio si tira indietro. Non vuole avere niente a che fare con l'eredità dei Sonoro. Naturalmente Gaspar Rocha non avrebbe potuto prevedere le storie di Antonio e Jaime, ma la sua narrazione solleva importanti questioni riguardo al tempo. Leggendo l'antico testo Jamie realizza che il tempo non viaggia in linea retta, ma si muove a spirale con la conseguenza che Remedio potrebbe essere esistito già prima del 1964. Remedio risulta una presenta costante nella storia della famiglia Sonoro. Quando Antonio torna finalmente a casa a Dorado, la sua vita prende una nuova direzione. Remedio affronta l'uomo e gli propone la due scelte: pagare con la vita per i suoi peccati o trasmettere la sua eredita fatta di crimini ai suoi eredi. In un modo o nell'altro, il Mangiapallottole riesce a vivere e Jaime decide di fare un film basato sulla vita di suo nonno. Sebbene il romanzo si legga come un western caratterizzato da elementi di realismo magico, in realtà è un'esplorazione di temi metafisici complessi, tra cui la natura del tempo. Il tempo avanza davvero cronologicamente o l'umanità vive e rivive lo stesso momento più e più volte? Siamo intrappolati in una spirale infinita di violenza e pentimento? La redenzione è davvero possibile? Consiglio questo romanzo a chi cerca una storia intrigante e sfaccettata che fa pensare parecchio anche dopo aver girato l'ultima pagina. Alcune note su Elizabeth Gonzalez James Elizabeth Gonzalez James è una sceneggiatrice e scrittrice americana. È autrice del romanzo Mona at Sea (2021) e di alcuni racconti e saggi apparsi su The Idaho Review , Southern Humanities Review , The Rumpus , StorySouth e PANK . Per Le cento vite di Antonio Sonoro si è ispirata alla storia del suo bisnonno. Originaria del Sud del Texas, vive con la famiglia in Massachusetts. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #wester, #massimo_ortelio, #elizabeth_gonzalez_james, #voto_cinque

RECENSIONE: Ladra di jeans (Giuliana Facchini)
Autore: Giuliana Facchini Editore: Sinnos, 2024 Pagine: 142 Genere: Narrativa italiana, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 14.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.sinnos.org/prodotto/ladra-di-jeans/ Trama Gemma e Padma sono in classe insieme, ma non potrebbero essere più diverse. Gemma è sfacciata, calcolatrice, cinica. Padma invece è timida, grande lettrice, buona. Ma quando, per un caso fortuito, un paio di jeans passa dall'una all'altra, si innesca tra le due una strana amicizia. Un'amicizia sul filo del rasoio dove la sincerità, il calcolo e l'intelligenza assumono contorni sfumati e pericolosi… Età di lettura: da 11 anni. Recensione Questo romanzo vede protagonista due ragazze che frequentano la prima classe di scuola superiore in un quartiere della periferia milanese . Alcune loro caratteristiche si possono trarre dalla copertina che appare molto comunicativa: bianca, grassoccia, decisa e talvolta arrogante Gemma e magra, flessuosa, dalla pelle scura e un libro sempre in mano l’indiana Padma. L'autrice racconta la storia di un’amicizia difficile in quanto nasce da un equivoco. La madre di Padma frequenta la parrocchia dove vengono donati a chi ne ha bisogno abiti usati in ottimo stato come nel caso di un paio di jeans con un bellissimo ricamo, che Padma riceve come un regalo graditissimo. Difficile poterseli permettere e, la ragazza, timida e appartata, li indossa a scuola. Gemma, che non ha mai avvicinato la compagna, ha un moto di stizza perché vede quei pantaloni, che riconosce come suoi, donati dalla madre a sua insaputa, visto che i chili di troppo accumulati non le consentivano più di indossarli. Questo episodio innesta nella mente di Gemma una serie di meccanismi a catena che la portano, dapprima ad avvicinarsi alla riservata e appartata Padma in seguito ad allontanarsi creando un labirinto di bugie, falsità, comportamenti deviati nei confronti della sua amica e di tutto il suo mondo. All'inizio Gemma aiuta l'amica a uscire dal suo bozzolo, consigliandole libri da prendere in biblioteca, immettendola nel gruppetto di amici con cui cominciano a uscire. Pizze, gelati, panini, compagnia dei coetanei, aiutano Padma ad aprirsi, felice di aver trovato una vera amica, una protettrice, una a cui confidare le proprie paure, soprattutto quella di perdersi nella grande città. In seguito l’invidia, la paura di non essere accettata per il suo aspetto, la mancanza di ragazzi che la ammirano, portano pian piano Gemma verso comportamenti sempre più gravi e divergenti dalla strada normale di un’adolescente che sembra avere tutto, famiglia, sicurezza, amici, intelligenza, per entrare invece in un vortice di malvagità nei confronti dell'amica. L’originalità di questa storia consiste nel capovolgimento degli stereotipi: la straniera Padma, sua sorella Lali che lavora in un albergo e i loro genitori sono perfettamente integrati nella vita di una grande metropoli italiana e, pur conservando le loro tradizioni di costume e di spiritualità, accolgono la lingua e i valori del paese che li ospita con convinzione. Al contrario Gemma vive una crisi profonda apparentemente senza un vero motivo scatenante: un paio di jeans che lei crede le siano stati sottratti ingiustamente le procurano una crisi profonda che viene raccontata con profonda empatia dalla scrittrice. Un libro oscuro che indaga sull'animo umano di una ragazza che non riesce a vedere una via d’uscita da quello che sente. Un libro che consiglio ai ragazzi per riflettere sulle amicizie tossiche e sulla solitudine che caratterizza sempre di più i giovani del nostro tempo Alcune note su Giuliana Facchini Giuliana Facchini è nata e cresciuta a Roma, ma oggi vive vicino al lago di Garda. Da sempre ama narrare storie avventurose, storie che con una scrittura delicata e intensa si sono trasformate in romanzi per ragazzi. Pubblica per le maggiori case editrici per ragazzi, coordina il gruppo di lettura di adolescenti www.leggereribelle.com ed è socia ICWA. Per scoprire tutti i suoi romanzi: https://ilgiovanebrik.com TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_per_ragazzi, #giuliana_facchini, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Pianeti mancanti. Da Plutone a Planet 9, gli astri erranti nascosti nell'oscurità (Luca Nardi)
Autore: Luca Nardi Editore: edizioni Dedalo, 2025 Pagine: 276 Genere: Saggi, Astronomia Prezzo: € 18.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://edizionidedalo.it/libri/fisica-e-astronomia/astronomia-e-astrofisica/pianeti-mancanti.html Trama Quella dei pianeti mancanti è una delle più affascinanti epopee di scoperta astronomica, che lega a doppio filo oltre tre secoli di scienza, storia ed esplorazione spaziale.I pianeti mancanti sono pianeti cercati e mai esistiti, come Vulcano, un piccolo corpo vicinissimo al Sole che guidò Einstein alla scoperta della relatività. Oppure sono oggetti cercati e poi trovati davvero, come il gigante ghiacciato Nettuno ai confini del Sistema Solare. A volte, poi, da questa ricerca è scaturito tutt’altro, come quando l’ipotesi di un ignoto pianeta chiamato Planet X portò Clyde Tombaugh a osservare Plutone quasi un secolo fa. Ma non è solo storia, perché ancora oggi stiamo cercando un pianeta mancante: il misterioso Planet Nine, una gelida super-Terra che disterebbe decine di miliardi di chilometri dal Sole. Questo è il primo libro interamente dedicato al mistero dei pianeti mancanti, oggetti bizzarri, strani e talvolta... inesistenti. Recensione Questo libro racconta della caccia di tutti i mondi che, nel corso della Storia, gli astronomi hanno supposto potessero esistere attorno al Sole. Dagli asteroidi a Plutone, da Vulcano a Planet X; sulle tracce di questi corpi celesti, l’astrofisico Luca Nardi, ripercorre le tappe che hanno condotto a scoprire tutto il Sistema Solare. Nel corso dei secoli, gli astronomi hanno ipotizzato l’esistenza di molti mondi attorno al Sole, molti più di quanto siano poi stati trovati davvero. Sono i cosiddetti “pianeti mancanti”, mondi cercati e mai esistiti, come Vulcano, un piccolo corpo vicinissimo al Sole che guidò Einstein alla scoperta della relatività generale. Oppure sono oggetti cercati e poi trovati davvero, come il gigante ghiacciato Nettuno ai confini del Sistema Solare. A volte, poi, da questa ricerca è scaturito tutt’altro: a inizio ‘900 gli astronomi hanno cercato un pianeta misterioso oltre l’orbita di Nettuno, chiamato Planet X. Cercandolo, Clyde Tombaugh scoprì il pianeta nano Plutone, che abbiamo avuto modo di conoscere più da vicino solo una decina di anni fa grazie alla sonda New Horizons. La caccia ai pianeti mancanti non è però solo legata al passato. Ancora si sta cercando un pianeta mancante: il misterioso Planet Nine, una gelida super-Terra che si troverebbe nell’oscurità ai margini del sistema planetario. Questo è uno dei pochi saggi interamente dedicato al mistero dei pianeti mancanti, la più affascinante epopea di scoperta astronomica, che lega a doppio filo oltre tre secoli di scienza, storia ed esplorazione spaziale. Il saggio, diviso in sei parti e in ventuno capitoli, è scritto in modo semplice ed è da essere adatto a tutti, sia a chi è a digiuno di questi argomenti sia ai lettori più appassionati di saggistica scientifica che apprezzeranno sicuramente l'ottima bibliografia che caratterizza ogni capitolo. Un libro che consiglio a tutti coloro che sono curiosi di conoscere meglio le meraviglie del cosmo e di come la loro scoperta si intreccia con l'evoluzione umana e scientifica. Alcune note su Luca Nardi Luca Nardi è astrofisico, dottore in scienze planetarie e divulgatore scientifico. È molto noto su tutti i social network, in particolare sul suo canale YouTube. Collabora con il Planetario di Roma e con varie testate tra cui «Wired Italia». Ha pubblicato Un mese a testa in giù (2021) e, per i nostri tipi, Giganti ghiacciati (2023), vincitore del Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica. TAG: #saggi, #astronomia, #luca_nardi, #voto_cinque

RECENSIONE: La strega (Marie NDiaye)
Autore: Marie NDiaye Traduttore: Antonella Conti Editore: Prehistorica Editore, 2025 Pagine: 200 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 18.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.prehistoricaeditore.it/libro/9788831234375 Trama Visto da fuori, il mondo di Lucie è piuttosto ordinario e rassicurante; quello di una moglie e di una mamma, in un tranquillo appartamento di un'agiata cittadina di provincia. Le donne della sua famiglia, però, possiedono tutte un dono che si tramandano di madre in figlia. Le sue due prodigiose ragazze non fanno certo eccezione. Lucie cammina così sul filo di un rasoio: cerca da un lato di coltivare i poteri occulti delle figlie, che vede crescere e sfuggire via, e tenta dall’altro di proteggere questo segreto, da una società pronta a distruggere ciò che esula dalla “normalità”. Il suo dono si trasformerà presto in una maledizione. Una delle scrittrici protagoniste della contemporaneità francese, “le cui sottili incongruenze, gli effetti di straniamento, l’onnipresenza di un latente malessere persecutorio denunciano, al di là di un fantastico di vaga ascendenza kafkiana, la difficoltà d’integrazione e d’appartenenza dell’individuo moderno” – per dirlo con Treccani. Recensione Questo romanzo trasporta fin dall'inizio il lettore nella stranezza con la narratrice Lucie, una strega con poteri imperfetti, che mette in atto il rito di iniziazione delle sue gemelle dodicenni Maud e Lise ai misteri. Qui vi è un ovvio collegamento tra iniziazione e pubertà come sottolineato dalle ragazze che versano lacrime di sangue. Passa pochissimo tempo prima che Maud e Lise dimostrino di essere streghe migliori della madre e siano pronte a lasciare il nido: si trasformano in corvi durante un viaggio in treno con Lucie, poi tornano umane quando il treno attraversa un tunnel; sono anche chiaramente responsabili dell'interruzione di gravidanza della zia Lili e, di nuovo corvi, volano via e abbandonano Lucie quando lei sta tornando a casa con loro. I poteri di Lucie sono essenzialmente limitati a questioni come localizzare persone nel futuro o nel presente, ed è così che, ad esempio, riesce a rintracciare Pierrot, il marito scomparso che si rivela un uomo fedifrago. La madre di Lucie, d'altro canto, ha poteri più forti e trasforma il genero in una lumaca. Questo romanzo, anche se presenta elementi horror o fantasy si avvicina maggiormente al genere del realismo magico. Eventi soprannaturali coesistono in un mondo che è fin troppo reale: i gemelli sono stati culturalmente svezzati in TV e comprano pizze dalla vicina Isabelle quando Pierrot invita qualcuno. Pierrot stesso, come suggerisce il suo nome, è un pagliaccio che ha un lavoro come venditore di multiproprietà. Succedono però anche altri eventi magici che non destabilizzano la realtà: le persone possono semplicemente apparire dal nulla e nessuno ne è sorpreso. Come quando la madre di Lucie e il suo nuovo compagno Robert appaiono, alle prime ore del mattino, nella cucina della suocera della figlia e questa non batte ciglio quando li vede. Sembra esserci una certa critica sociale in questo testo e non principalmente perché Lucie viene arrestata per l'accusa di essere una strega. Temi come l'abbandono, la separazione, l'isolamento e le liti familiari sono i temi centrali del libro. L'autrice ha saputo descrivere perfettamente l'angoscia di Lucie, madre che, all'inizio, aveva tutto per essere felice e che, da un giorno all'altro, vede tutti i tasselli della sua vita andare in pezzi. Per quanto riguarda la scrittura essa risulta piacevole e il lettore non farà fatica a farsi coinvolgere da questa storia bizzarra. Consiglio questa lettura a tutti coloro che cercano una storia caratterizzata da un delizioso miscuglio di fantasy e realismo . Alcune note su Marie NDiaye Marie NDiaye nasce in Francia nel 1967 da madre francese e da padre senegalese. Vive nella banlieue parigina con il fratello e la madre. Studia linguistica alla Sorbona. Inizia a scrivere a dodici anni. Pubblica il suo primo romanzo, Quant au riche avenir, Éditions de Minuit all'età di diciassette anni. La consacrazione avviene nel 2001 con il romanzo "Rosie Carpe" con il quale ottiene il Premio Femina. Nel 2009 vince il prestigioso Premio Goncourt, prima donna afrodiscendente a conseguire questo Premio, con il romanzo Trois femmes puissantes, in cui tratteggia i destini sospesi fra Europa e Africa di tre donne capaci di reagire alle avversità della vita migrante. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #antonella_conti, # marie_ndiaye , #voto_quattro

RECENSIONE: La ragazza che perse un leopardo (Nizrana Farook)
Autore: Nizrana Farook Traduttore: Rachele Salerno Editore: Emons Edizioni, 2025 Pagine: 206 Genere: Narrativa per ragazzi, Avventura Prezzo: € 14.00 (cartaceo), € 7.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://emonsaudiolibri.it/libri/la-ragazza-che-perse-un-leopardo-libro?srsltid=AfmBOorbaMHpRQwZrCALgbtBkpFumBYaFpVFhouL-OOJQRcWl5ZtOFlM Trama Selvi è una ragazzina solitaria che ama correre e arrampicarsi sulle bellissime montagne dietro casa. Spesso si unisce a lei Lokka, un leopardo dal manto dorato che Selvi ha imparato ad amare e rispettare. Ma i bracconieri hanno scoperto il suo segreto e vogliono accaparrarsi quel raro esemplare per venderne la pelliccia e arricchirsi. La ragazzina riuscirà a proteggere Lokka o qualcuno la tradirò? Quarto volume della serie ambientata nell'isola di Serendib. Età di lettura: da 9 anni Recensione Eccomi nuovamente con un libro che porta il lettore in un viaggio dall'altra parte del mondo. L'autrice ci ha portato nello Sri Lanka nel 2022 con la sua brillante avventura " La ragazza che rubò un elefante ", nel 2023 con il " Il ragazzo che incontrò una balena " e nel 2024 con “ Il ragazzo che salvò un’orsa ”. Ogni suo libro è incentrato sulla relazione tra un bambino e un animale in via di estinzione o maltrattato. Storie molto accessibili e pieni di opportunità per sviluppare empatia e compassione nei confronti del mondo animale e dell’ambiente. L'autenticità della scrittura di Farook, che è splendidamente completata dalle illustrazioni di David Dean, coinvolge pienamente ogni tipo di lettore. La protagonista di questo romanzo è Selvi, una ragazza che vive sull'isola di Serendip con sua madre, che lavora duramente per arrivare a fine mese. Entrambe conducono una vita semplice in una zona circondata da montagne, giungla e fauna selvatica. La storia inizia con la presentazione del migliore amico di Selvi: Lokka, un leopardo selvatico. Non un leopardo qualsiasi, ma uno con una rara pelliccia con motivo ad anelli dorati. L’autrice crea una scena molto stimolante descrivendo i bellissimi dintorni montuosi, i fiori e gli alberi che si trovano in Sri Lanka, il suo paese d'origine. Tutto procede bene finché una freccia di un bracconiere viene scoccata verso Lokka. Da questo momento, il lettore, segue Selvi e le sue esperienze in un'avventura avvincente mentre cerca di impedire la cattura e la vendita dell’animale. Intrecciato alla trama principale vi è il viaggio emotivo della ragazza. Infatti essa, dopo l’impedimento da parte del potente zio, riesce a frequentare la scuola. Qui impara la differenza fra la sua amicizia con Lokka e quella con i compagni di classe. Un giorno, uno dei bambini "cattivi" della classe, Amir, scopre l'amicizia segreta di Selvi con il leopardo. Ciò che segue è uno scenario di prova per decidere se far entrare i suoi coetanei nel suo mondo costituito solo da lei e dall’animale. Come per ogni bambino vulnerabile non è facile fidarsi. Presto però Selvi si rende conto che da sola non è in grado di superare in astuzia i bracconieri. Un po’ per volta il chiacchiericcio in classe si sposta sempre più sui leopardi e i bambini apprendono che, sebbene ci siano leopardi in tutta l'isola, vi è un problema crescente: all’aumentare numero di umani, diminuisce quello dei leopardi. Questo perché sovente l’animale maculato viene ucciso. Gli scolari comprendono che la priorità è salvare, conservare e proteggere gli animali selvatici da tutti gli umani. Tra rocambolesce avventure ricche di avventura e di azioni che tengono col fiato sospeso, la nostra piccola grande protagonista si ritrova a salvare il suo amato leopardo, ma anche a comprendere di avere degli amici speciali che lottano insieme con lei. Consiglio questa lettura a chi cerca una storia che nella sua semplicità non insegna solo l'amore degli animali, ma rende spettatori di quanto sia importante appoggiarci agli altri, chiedere aiuto ed essere pronti ad accettare la mano che ci viene data per sentirci più forti. Alcune note su Ella Risbridger Nizrana Farook è nata e cresciuta a Colombo, nello Sri Lanka, e gli splendidi paesaggi del suo paese d'origine trovano la loro strada nelle storie che scrive. Ha un master in scrittura per ragazzi e vive nell'Hertfordshire con il marito e le due figlie. TAG: #narrativa_perragazzi, #avventura, #rachele_salerno, #nizrana_farook, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: I veleni tra scienza e mito. Oscuri protagonisti della storia dell’uomo (Massimo Centini)
Autore: Massimo Centini Editore: DIARKOS, 2025 Pagine: 320 Genere: Saggi, Scienze Prezzo: € 19.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.diarkos.it/index.php?r=catalog%2Fview&id=326 Trama Il veleno accompagna da sempre la storia dell’essere umano. Da tempo immemore trova riparo nelle nostre case, celato negli angoli più bui, lontano da mani e occhi indiscreti: con lo scopo, semplice, naturale, di sterminare all’occorrenza colonie di presenze indesiderate come insetti e topi. Oppure no? La “velenosa cronaca”, infatti, ci ha anche insegnato ad alimentare sogni proibiti e delittuosi. Dalle celeberrime (e mai del tutto chiarite) morti di Cleopatra e Sofonisba al Rinascimento tossico di Pico della Mirandola e Paracelso, dal veleno nella filosofia di Socrate al cianuro del Terzo Reich, passando per la letteratura, la stregoneria, la cultura pop e la scienza, Massimo Centini, con l’accuratezza enciclopedica che lo contraddistingue, esplora la storia del morboso rapporto che dall’alba dei tempi lega l’uomo alle tossine. Un atavico legame che, come dimostrano anche i più recenti fatti di politica internazionale, appare più saldo che mai. Recensione Vi è un fatale legame fra molti protagonisti della storia, da Alessandro Magno a Cleopatra, da Pico della Mirandola a Paracelso, sino ad arrivare a Napoleone e al Terzo Reich di Adolf Hitler: la morte per avvelenamento, vero o presunto. Il veleno ha sempre esercitato un certo fascino, intrecciandosi con le vicende della storia e della letteratura. Nell’antichità era spesso associato alla politica e agli intrighi di corte; utilizzato come un’arma silenziosa e subdola per eliminare i propri nemici. Nella letteratura, invece, il veleno si è imposto come un elemento ricorrente, legato alla suspense e al dramma, ampiamente sfruttato da autori di gialli e thriller. In questo saggio, l’antropologo torinese fornisce al lettore precise informazioni, raccontando la storia dei veleni nel tempo, tra misteri e intrighi. L’autore esplora la storia del morboso rapporto che dall’alba dei tempi lega l’uomo alle tossine. Un legame che appare ancora molto saldo. Non i capitoli dedicati ad animali e vegetali mortali: dalle tarantole alle piante assassine, dai rospi magici e diabolici all’universo micologico che nel corso della storia ha fatto decine di vittime illustri come l’imperatore romano Claudio e la vedova dello zar Alessio Romanov. Non manca papa Clemente VII, esponente della famiglia de’ Medici, morto per aver mangiato un’ amanita phalloides . Uno dei capitoli è dedica alla pellagra, malattia conosciuta come il "mal rosso", frequente tra le popolazioni che facevano esclusivo uso della polenta di sorgo o di mais come alimento base. In Italia, la patologia fu diffusa fra il XVIII e il XIX secolo nel Nord Italia, dove venne sconfitta soltanto nella seconda metà del XX secolo. Dei questa malattia si occupò a lungo Cesare Lombroso che fu tra i primi a comprendere come essa fosse strettamente correlata con l’uso di granturco guasto, destinato a determinare una forma di avvelenamento nelle persone, fino a sviluppare in alcune di loro i fenomeni delle “tre D”: dermatite, diarrea, demenza. L'approfondito saggio si conclude con un capitolo dedicato alle tossine belliche e alla chimica al servizio della guerra: dalle epidemie come armi ai gas velenosi tra i fili spinati. Sino ad arrivare ai giorni nostri dove l’uso di virus e batteri per usi bellici o terroristici ha fatto scattare numerosi campanelli d’allarme: dall’attentato alla metropolitana di Tokio con il gas conosciuto come sarin , alle lettere all’antrace, ancora alla recente pandemia del Covid, virus che secondo alcuni sarebbe stato creato in laboratorio con scopi terroristici. Un ottimo e curioso volume che si distingue per l’abilità dello scrittore nel rendere accessibile un tema complesso, arricchendo il racconto con aneddoti, riferimenti storici e riflessioni critiche. Consiglio il libro agli appassionati di storia, scienza e cultura; esso offre una nuova prospettiva su un argomento spesso marginale, dimostrando che il veleno è un simbolo potente e poliedrico della condizione umana. Alcune note su Massimi Centini Massimo Centini è nato nel 1955 ed è stato docente di Antropologia culturale e ha insegnato Storia della criminologia ai corsi organizzati dal Mua (Movimento universitario altoatesino) di Bolzano. Attualmente insegna presso la Fondazione Università Popolare di Torino. Ha pubblicato numerosi saggi con Mondadori, Piemme, Rusconi, Newton & Compton, Yume, Xenia, San Paolo e altri. Alcuni dei suoi volumi sono stati tradotti in varie lingue. Per Diarkos ha pubblicato Storia dell’Inquisizione (2021), Storia della criminologia e dei metodi investigativi (2022) e Caravaggio. Luci e ombre di un artista maledetto (2024). TAG: #saggi, #scienze, #massimo_centini, #voto_cinque

RECENSIONE: Shooting stars (LeBron James)
Autore: LeBron James (autore), Buzz Bissinger (curatore) Traduttore: Annalisa Carena Editore: Libreria Pienogiorno, 2024 Pagine: 288 Genere: Basket, Biografie, Sport Prezzo: € 18.90 (cartaceo), € 10.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.pienogiorno.it/libro/9791281368484 Trama L’unica autobiografia della più grande star del basket di tutti i tempi. «Ti giudicheranno, ti odieranno, cercheranno di farti vacillare e di spezzarti, ma sarà la forza che opponi a definirti.» Come si possono coltivare sogni in un posto neanche segnato sulla cartina? Per questo, a otto anni, LeBron James decide che un giorno farà qualcosa di così grande che renderà la sua anonima città famosa ovunque. Pochi anni dopo, i riflettori del mondo del basket sono puntati su Akron, Ohio, dove cinque ragazzi, di cui LeBron è la stella, stanno per tentare un’impresa inaudita. Si sono conosciuti giocando nella squadra giovanile Shooting Stars, e da allora non si sono più separati. LeBron, a dieci anni, ha più traslochi che compleanni alle spalle. Willie ha lasciato Chicago per sottrarsi a un destino segnato. Little Dru è quello schietto, mentre Sian è uno spensierato ribelle. Infine, Romeo è lo sbruffone dall’infanzia difficile che trova nella squadra la sua misura. Singolarmente, sono ragazzini alle prese con le difficoltà e i pericoli di crescere in una sperduta provincia americana. Insieme, diventano eroi, diventano i Fab Five. Tra gelosie, ostilità e le conseguenze di un’eccessiva sicurezza in se stessi, i Fab Five si allenano a diventare uomini e a restare uniti per conquistare ciò per cui hanno lottato dal primo giorno: far vincere alla squadra della loro scuola un campionato nazionale. Per dare finalmente una casa ai loro sogni. In un memoir indimenticabile, LeBron James racconta il suo coming of age, gli anni di formazione sportiva e umana che lo hanno trasformato nel miglior giocatore di basket di tutti i tempi. Recensione Anni Novanta, Stati Uniti, Ohio, Akron. Quattro ragazzini afroamericani delle scuole medie si ritrovano a giocare a basket negli Shooting Stars, una squadretta della Athletic Amateur Union, lega di tornei giovanili negli Stati Uniti. Con questa squadra fanno faville e diventano amici per la pelle. Per loro la pallacanestro è il modo di stare insieme e di vedere il mondo oltre i limiti della dimenticabile e problematica Akron, una città che non è nemmeno sulle carte geografiche appese sui muri dell’aula scolastica. In aggiunta a ciò, alcuni, provengono da situazioni familiari svantaggiate. I quattro sono “Little” Dru Joyce III, Willie McGee, Sian Cotton e il più forte del gruppo, il figlio di una ragazza madre sballottato per anni da una casa all’altra: il suo nome è LeBron James. I “Fab Four” coltivano un sogno: fare qualcosa di grande per la città attraverso il basket. È anche il sogno di LeBron: spiccare il volo lasciando un segno nella sua Akron. Per tenerlo vivo, finite le medie, decidono di iscriversi tutti nello stesso liceo per continuare a giocare insieme. LeBron, Dru, Willie e Sian scelgono di frequentare la stessa scuola superiore, ma lo fanno con una decisione controcorrente: anziché al liceo prevalentemente afroamericano Butchel, come la comunità nera di Akron si aspettava, si iscrivono alla St. Vincent-St. Mary, detta “St. V”, una scuola cattolica di matrice bianca. Questo è un il libro che narra, con la voce di LeBron James, gli anni di formazione sportiva e umana di colui che diventerà uno dei cestisti più forti e famosi di tutti i tempi. A loro interessa solo il basket e lì c’è Keith Dambrot, un allenatore di cui si fidano. E un capitano che già conosce LeBron e che in futuro diventerà suo socio in affari: Maverick Carter. Avversario dopo avversario, tra tante vittorie e qualche cocente sconfitta, devono costantemente fare i conti con la propria vita e con l’ambiente che li circonda. Nonostante le difficoltà di adattamento a una scuola ben diversa dalle loro origini e le pressioni che man mano salgono, come succede sempre negli USA quando ci sono dei teenager promesse dello sport, i “Fab Four” (diventati strada facendo “Fab Five” con l’aggiunta di Romeo Travis) trascinano la squadra degli Irish ai vertici dell’Ohio e della nazione. In pochi anni, tra pressioni, gelosie, vita da star e le conseguenze di un’eccessiva sicurezza in se stessi, questi ragazzi, alle prese con le difficoltà e i pericoli di crescere ad Akron e con un sistema che un giorno li osanna e un altro li distrugge, si allenano a diventare uomini e a restare uniti per conquistare ciò per cui hanno lottato dal primo giorno: vincere il titolo. Questo libro è fondamentalmente la storia di un’amicizia tra ragazzi di provincia. LeBron, il narratore in prima persona, non si pone come superstar. È solo uno degli altri, solo un po’ più bravo a basket. Sa interiorizzare le difficoltà vissute da piccolo, resta calmo e razionale e riesce a superare le difficoltà di una precoce e spasmodica attenzione dei media. Un volume godibile e scorrevole, con un ritmo intenso e coinvolgente proprio come una partita di basket. Il racconto rende facile familiarizzare con i protagonisti. Un ottimo libro per chi vuole conoscere meglio la figura di questo grande campione della pallacanestro americana. Alcune note su LeBron James LeBron James è nato è nato ad Akron, in Ohio, il 30 dicembre 1984. È il primo di sempre a essere stato eletto miglior giocatore delle Finali NBA con tre squadre diverse: Cleveland Cavaliers, Miami Heat e Los Angeles Lakers, compagine con la quale ha vinto il quarto anello della sua carriera. Ha battuto un’infinità di record, tra cui quello di miglior marcatore della storia NBA, ed è considerato tra i più grandi sportivi di ogni epoca. TAG: #basket, #biografie, #sport, #buzz_bissinger, #lebron_james, #voto_cinque

RECENSIONE: Delitto in alto mare (Ella Risbridger)
Autore: Ella Risbridger Traduttore: Michela Guardigli Editore: Edicart, 2021 Pagine: 224 Genere: Narrativa per ragazzi, Gialli Prezzo: € 10.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.edicart.it/it Trama Rimasta orfana, Isobel Petty viene portata via dalla sua casa in India e mandata a vivere con un lontano zio in Inghilterra. A bordo della S.S. Marianna è testimone di un evento sconvolgente: nel cuore della notte una persona viene gettata in mare. Ma poiché il capitano della nave insiste nel dire che a bordo non manca nessuno, Isobel e i suoi due sospettosi nuovi amici si trovano a dover risolvere un doppio mistero: scoprire l'identità sia dell'assassino che della vittima. E devono riuscirci prima che la nave approdi in Inghilterra e il colpevole abbia la possibilità di scappare... Età di lettura: da 10 anni. Recensione In questo emozionante giallo per ragazzi, l'autrice ci porta in un tempo e in un luogo pieni di complicazioni, l'India sotto il dominio britannico. Sebbene la maggior parte della storia si svolga su una nave postale diretta in Inghilterra, la tensione e la discriminazione dell'epoca sono la caratteristica di questo romanzo. La scrittrice usa l'ambientazione molto abilmente per mostrare il modo in cui le persone venivano sminuite, ignorate e guardate dall'alto in basso con disprezzo dai loro coloni; tutto ciò si intreccia con il mistero che Isobel e le sue due amiche devono risolvere. Isobel è un personaggio molto interessante. Ha trascorso i primi undici anni della sua vita da sola e ora, rimasta orfana, deve viaggiare con una famiglia benestante inglese e sopportare Letitia, la loro figlia perfetta. Tiene un quaderno in cui annota tutto ciò che vede, preferendo osservare chi le sta intorno e imparare le loro regole piuttosto che parlare e unirsi a loro. Sam, l'ultimo del trio di detective, risulta brillante. Risbridger ha fatto un lavoro straordinario nel rendere questi bambini sia semplici che complessi: vedono il mondo ancora come un posto giusto in cui le cose vanno come dovrebbero, ma capiscono anche che che gli adulti sono fallibili e la vita è complicata. Anche il mistero in sé risulta avvincente. Il finale non risulta facilmente prevedibile e spiazza il lettore. Ciò che si può criticare in questo romanzo riguarda la ripetitività dovuta anche all'ambientazione della storia: essendo su una nave non vi è molta variabilità e i personaggi passano molto tempo a discutere di ipotesi. Nel complesso però si tratta di una lettura brillante che sicuramente piace ai lettori più giovani e anche agli adulti interessati a leggere un buon giallo per ragazzi caratterizzato da personaggi originali e divertenti. Alcune note su Ella Risbridger Ella Risbridger è d escritta da The Times come "la nuova scrittrice di libri di cucina più talentuosa della sua generazione", è nata a Londra nel 1992. Il suo debutto, Il pollo di mezzanotte , è stato pubblicato da Bloomsbury nel gennaio 2019 e ha ricevuto lodi entusiastiche da parte di Nigella Lawson, Nigel Slater e Diana Henry.Ella è anche poeta ed editor, ha curato un'antologia di poesie e ha scritto per The Guardian , The Observer , Prospect , Grazia e molti altri magazine. Vive nel sud di Londra con molti mobili imbottiti, tante pile di libri in bilico e una coinquilina molto paziente. TAG: #narrativa_perragazzi, #gialli, #michela_guardigli, #ella_risbridger, #voto_tre_mezzo

RECENSIONE: Peak mind. 12 minuti al giorno per imparare a padroneggiare l'attenzione (Amishi P. Jha)
Autore: Amishi P. Jha Traduttore: Lucilla Rodinò Editore: Astrolabio Ubaldini, 2022 Pagine: 288 Genere: Saggi, Psicologia, Benessere Prezzo: € 24.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://astrolabio-ubaldini.com/libro/1540 Trama Siamo distratti, questo è un fatto. Ma non c'è niente di sbagliato nel nostro cervello, che è per sua natura incline a vagare. E la buona notizia è che il cervello può essere allenato a gestire l'attenzione in modo più efficace. Le ricerche di Amishi P. Jha hanno dimostrato che con dodici minuti di esercizio al giorno è possibile disperdere la nebbia mentale, liberare la mente e migliorare la capacità di concentrazione, vivendo appieno la propria vita grazie alla 'ginnastica per la mente' qui proposta. Attraverso il programma di training cognitivo basato sulla mindfulness descritto in questo volume imparerete a 'prestare attenzione alla vostra attenzione' e a essere presenti a voi stessi, a tutto ciò che per voi è importante. Recensione La prima frase che si legge aprendo questo saggio è “Vi state perdendo il cinquanta per cento della vita. E non siete i soli: capita a tutti”. Se la prima parte della frase è scoraggiante lo è un po’ meno la seconda. Succede a tutti di avere problemi di concentrazione e questo fenomeno è sempre più presente nella società attuale. Non mi riferisco solo ai giovani ormai persi nelle tecnologie e nei device, ma anche ad adulti e senior che si sono formate in anni in cui si usava il telefono fisso e si ascoltava la musica sui dischi in vinile. Da questa premessa si comprende chiaramente che il libro si concentra sui processi di attenzione, un sistema necessario sicuramente per vivere. La domanda concreta che l’autrice si pone fin dall’inizio è come fare a far funzionare al meglio l’attenzione e, con essa, altre funzioni mentali superiori come, ad esempio, la memorizzazione. Da ricercatrice, la professoressa statunitense, ha studiato questo mondo utilizzando le attuali tecniche di rilevazione neurofisiologiche, ma ha anche applicato ciò che ha compreso nell’ambito di attività di formazione dirette a diverse tipologie di utenti, dai manager d’azienda ai militari. Sicuramente è interessante notare come il saper gestire la propria attenzione può consentire di modulare sia il tempo sia lo spazio, senza contare il fatto che l’attenzione e la concentrazione sono implicate nei processi decisionali, nel problem solving, nell’anticipazione degli eventi, e così via. L’attenzione risulta implicata in fondamentali funzioni manageriali e di leadership e va però tenuto in considerazione le innumerevoli interferenze interne (stress, emozioni, ecc…) , cioè non ambientali, che possono minarla. La buona notizia, supportata anche dalla constatazione della neuroplasticità del nostro cervello, è che l’attenzione può essere guidata, migliorata e sviluppata, ad esempio con la mindfulness. Lavoro eccessivo, fatica, noia e attività ripetitive possono condurre facilmente a errori. Tutto ciò fa pensare a quanto sia illusorio pretendere, nel mondo del lavoro e scolastico, di prestare attenzione per diverse ore al giorno. Se il distrarsi risulta una facoltà specifica e utilissima in numerose circostanze, ciò che non va bene è il multitasking. Nella prima parte del libro si ha la parte più teorica in cui si affrontano ogni aspetto dell’argomento. La seconda parte invece risulta più pratica suggerendo un programma di auto-formazione, scandito su cinque settimane, in cui si impara a realizzare quando la tua mente sta vagando e come riportare il fuocosul bersaglio originale della tua attenzione. Un libro illuminante e molto utile che, a mio avviso, pecca di lunghezza. Il saggio avrebbe potuto probabilmente catturare tutti i punti principali con cento pagine in meno riducendo le narrazioni dei momenti di vita dell’autrice. La quantità di aneddoti, unita a uno stile non proprio sintetico, può paradossalmente mettere alla prova proprio l’attenzione e la concentrazione del lettore. Nonostante la sua lunghezza e il fatto che non vada dritto al punto, è comunque un libro che coniglio a tutti coloro che vogliono intraprendere un lavoro su di sé riguardante l’attenzione. Alcune note su Amishi P. Jha Amishi P. Jha è docente di Psicologia alla University of Miami e dirige il dipartimento di Neuroscienze contemplative. Nel suo laboratorio sperimenta le basi neurali dell’attenzione e gli effetti su cognizione, emozione e performance dei programmi di training basati sulla mindfulness. TAG: #saggi, #psicologia, #benessere, #lucilla_rodinò, #amishi_p_jha, #voto_quattro

RECENSIONE: Orbital (Samantha Harvey)
Autore: Samantha Harvey Traduttore: Gioia Guerzoni Editore: NN Editore, 2025 Pagine: 176 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 18.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.nneditore.it/libro/9791255750659 Trama Sei astronauti viaggiano in orbita attorno alla terra, nell'ultima missione da compiere a bordo della stazione spaziale prima che venga smantellata. Vengono dall'America, dalla Russia, dall'Italia, dalla Gran Bretagna e dal Giappone, e hanno lasciato le loro vite dietro di sé per osservare la terra muoversi sotto di loro. Li vediamo nei brevi momenti di intimità in cui ricevono notizie da casa, contemplano le loro foto, preparano pasti disidratati, dormono a mezz'aria in assenza di gravità. E soprattutto, siamo con loro mentre studiano il silenzioso pianeta blu, su cui scorre intensa la vita da cui sono esclusi. Recensione In queste breve romanzo, vincitore dell'ultimo Booker Prize, sei astronauti provenienti da America, Russia, Italia, Gran Bretagna e Giappone orbitano intorno alla Terra nella loro ultima missione a bordo della Stazione Spaziale Internazionale, destinata presto a essere smantellata. Lontani dalle loro vite sulla Terra, osservano il pianeta scorrere sotto di loro, immersi in una quotidianità sospesa. Il lettore li segue nei momenti di intimità: mentre ricevono notizie da casa, sfogliano vecchie foto, preparano pasti disidratati e si abbandonano al sonno, fluttuando nell’assenza di gravità. In modo particolare, però, l'attento lettore li accompagna nel loro sguardo silenzioso sul nostro pianeta colmo di vita, mentre loro restano spettatori distanti, al confine tra il cosmo e l’esistenza umana. Da questo punto di vista speciale, i protagonisti, riflettono sul significato della loro vita, sul peso del passato e le aspettative riposte nel futuro. L'autrice scrive un romanzo che gioca sul contrasto tra l’infinità dello spazio e la fragilità dell’esistenza umana. Essere lassù, in orbita attorno alla Terra, vuol dire oscillare tra il senso di onnipotenza e la percezione di essere irrilevanti. Gli astronauti, persone selezionate e addestrate, nella immensità dello spazio diventano piccoli. Quando guardano il pianeta blu, dalla Stazione Spaziale Internazionale, vedono continenti, oceani, le luci delle città di notte, ma non possono scorgere le singole persone. Sanno però che siamo qui, che esistiamo. E, a parti invertite, anche noi sappiamo che loro sono là fuori, da qualche parte, invisibili ma presenti. Questo enorme distanza e percezione è uno dei temi più affascinanti del romanzo, come cambia la nostra comprensione di noi stessi quando siamo messi di fronte all’immensità del cosmo? Uno degli aspetti più interessanti del romanzo è il rapporto con il nostro pianeta. Gli astronauti sono fisicamente lontani, ma la loro mente è ancora legata alla Terra, alle loro famiglie, ai loro affetti. Il romanzo esplora cosa significhi essere sospesi tra due mondi, tra la nostalgia per una vita che continua senza di loro e la consapevolezza di trovarsi in un luogo unico, irraggiungibile per la maggior parte delle persone. Nel romanzo si gioca molto bene la tensione tra il desiderio di appartenere e l’inevitabile distacco. Un romanzo che consiglio a chi ama le esplorazioni dell’animo umano, raccontate attraverso la lente di un’ambientazione insolita e affascinante. Un libro che parla dell’essere umano nello spazio, di come cambia il nostro modo di pensare e sentire quando ci troviamo sospesi nel nulla. Alcune note su Samantha Harvey Samantha Harvey è una delle maggiori autrici in lingua inglese, già selezionata al premio Betty Trask, all’Orange Prize for Fiction, al Guardian First Book Award, al James Tait Black Prize e il Baileys Women’s Prize. Vive nel Regno Unito e insegna scrittura creativa alla Bath University. È autrice, tra gli altri, di Vento dell’ovest (Neri Pozza, 2020). Con Orbital ha vinto all’unanimità il Booker Prize 2024. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #gioia_guerzoni, #samantha_harvey, #voto_cinque

RECENSIONE: Le ragazze della scienza. Come quattro donne sono fuggite dalla Germania Nazista e hanno fatto la storia della fisica (Olivia Campbell)
Autore: Olivia Campbell Traduttore: Simone Aglan-Buttazzi, Valeria Lucia Gili Editore: Aboca Edizioni, 2025 Pagine: 360 Genere: Biografie, Scienza, Fisica Prezzo: € 20.00 (cartaceo), € 12.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://abocaedizioni.it/libri/le-ragazze-della-scienza-olivia-campbell/ Trama Negli anni Trenta, la Germania era una fucina del pensiero scientifico ma, dopo che i nazisti presero il potere, le cittadine ebree e le donne furono costrette a lasciare i loro incarichi accademici. Hedwig Kohn, Lise Meitner, Hertha Sponer e Hildegard Stücklen erano scienziate eminenti nei loro campi ma, a causa delle loro origini ebraiche o dei loro sentimenti antinazisti, non ebbero altra scelta che fuggire. Lo straziante viaggio che le condusse fuori dalla Germania divenne una questione di vita o di morte, richiese sforzi titanici e il coinvolgimento di amici e altri scienziati di spicco. Lise Meitner fuggì in Svezia, dove poi scoprì la fissione nucleare (anche se il merito fu attribuito solo a Otto Hahn…), e le altre scapparono negli Stati Uniti, dove portarono la fisica avanzata nelle università americane: Hertha Sponer fece progredire lo studio degli spettri di numerosi composti chimici; il brevetto messo a punto da Hedwig Kohn migliorò l’illuminazione e il suo lavoro condusse all’interpretazione quantistica della dispersione ottica; Hildegard Stücklen fu in grado di determinare l’effetto delle radiazioni cosmiche sui meteoriti. A prescindere da dove approdarono, ognuna di loro rivoluzionò il campo della fisica quando sembrava non avessero nessuna possibilità di riuscirci, spronando altre giovani donne a fare lo stesso. Frutto di un accuratissimo lavoro di documentazione durato anni e scritto con una prosa cinematografica, Le ragazze della scienza dà finalmente voce a queste straordinarie donne pioniere: il loro intelletto era altrettanto abbagliante di quello di tutti gli uomini con cui collaborarono, ma dovettero lavorare il doppio per dimostrarlo. Lise Meitner, Hedwig Kohn, Hertha Sponer e Hildegard Stücklen contribuirono a creare, di fatto, la prima generazione di fisiche, mostrandoci inoltre come la sorellanza e la curiosità scientifica possano trascendere i confini e persistere, o addirittura prosperare, di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili. Recensione Agli inizi degli anni Trenta del Novecento, la Germania rappresentava una grande fucina del pensiero scientifico più innovativo. Le università tedesche, infatti, forgiavano menti brillanti e producevano ricerche nei campi più innovativi della fisica, della chimica e della matematica. Nel giro di pochi mesi cambiò tutto o quasi. Con l’ascesa al potere dei nazisti, gli oppositori del regime e gli ebrei furono costretti a lasciare i loro prestigiosi ruoli accademici. Questa discriminazione colpì anche e soprattutto molte scienziate, figure di spicco della ricerca come Hedwig Kohn, Lise Meitner, Hertha Sponer e Hildegard Stücklen si trovarono costrette a fuggire a causa delle loro origini ebraiche o delle loro posizioni antinaziste. Il loro doloroso cammino verso la libertà divenne una questione di vita o di morte, richiedendo sforzi straordinari e il supporto di amici e colleghi scienziati. Il presente volume, frutto di anni di meticoloso lavoro di documentazione da parte della giornalista statunitense, offre finalmente una voce a queste straordinarie donne. Vere e proprie pioniere, il cui intelletto brillava tanto quanto quello dei colleghi uomini, ma che dovettero lavorare il doppio per dimostrarlo. Lise Meitner riuscì a rifugiarsi in Svezia, dove scoprì la fissione nucleare, sebbene il riconoscimento del suo lavoro fosse attribuito solo a Otto Hahn. Le altre scienziate trovarono rifugio negli Stati Uniti, dove portarono un contributo significativo alla fisica nelle università americane. Hertha Sponer avanzò lo studio degli spettri di numerosi composti chimici; il brevetto di Hedwig Kohn migliorò l’illuminazione e il suo lavoro portò a un’interpretazione quantistica della dispersione ottica; Hildegard Stücklen esaminò l’effetto delle radiazioni cosmiche sui meteoriti. Nonostante le numerose avversità, ognuna di queste scienziate rivoluzionò il campo della fisica, ispirando altre giovani donne a seguire le loro orme. Lise Meitner, Hedwig Kohn, Hertha Sponer e Hildegard Stücklen contribuirono, infatti, a formare una intera generazione di fisiche, dimostrando che la sorellanza e la curiosità scientifica possono superare i confini e prosperare, anche di fronte alle difficoltà più grandi. Consiglio questo libro a chi si è sempre sentito al posto giusto, ma al momento sbagliato e vuole leggere storie e vite vere che hanno cambiato la scienza e che vengono troppo spesso dimenticate. Alcune note su Olivia Campbell Olivia Campbell è una giornalista che si è occupata a lungo delle tematiche riguardanti le donne e la medicina. Suoi articoli sono apparsi sul “Guardian”, “Washington Post”, “New York Magazine”. Le ragazze in camice bianco. Come le prime donne medico hanno rivoluzionato la storia della medicina (Aboca, 2023) è il suo primo libro, un bestseller internazionale amatissimo negli Stati Uniti, selezionato da “Forbes” tra i dodici saggi del 2021 da non perdere e rimasto per diverse settimane nella top 15 dei libri più venduti di saggistica. TAG: #biografie, #scienza, #fisica, #simone_aglan-buttazzi, #valeria_lucia_gili, #olivia_campbell, #voto_cinque

RECENSIONE: Io, Winston. Il romanzo in prima persona della vita di Churchill (Gabriele Genah)
Autore: Gabriele Genah Editore: Solferino, 2024 Pagine: 360 Genere: Narrativa italiana, Biografie, Storia Prezzo: € 22.50 (cartaceo), € 13.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.solferinolibri.it/libri/io-winston/ Trama «Quello che avete fra le mani è il racconto della mia vita, così come la ricordo, come l’ho vissuta. Non solo fatti e avvenimenti, ma sensazioni, emozioni e pensieri.» Winston Churchill partecipò da giovane, come soldato e giornalista, a quattro guerre in tre continenti (dai Caraibi all’India, dal Sudan al Sudafrica: fu fatto prigioniero e si salvò con una rocambolesca fuga nel deserto); prese parte all’ultima grande carica di cavalleria della storia britannica; fu uno dei più giovani ministri inglesi; fu a capo della più grande e potente flotta del pianeta nella Prima guerra mondiale; combatté in prima linea in Belgio. E poi naturalmente fu il leader della Gran Bretagna in lotta contro la Germania hitleriana negli anni Quaranta. Su di lui è stato scritto moltissimo, a riprova del fascino anche contraddittorio del personaggio, ma mancava un racconto in forma di romanzo sulla sua vita. Ed è quello illuminante e godibilissimo che ha scritto Gabriele Genah a centocinquant’anni dalla sua nascita, ispirandosi alla mole letteraria lasciata dallo stesso Winston (che fu premio Nobel per la letteratura) e utilizzando le sue stesse parole ma incastonandole nel ritmo incalzante e con gli approfondimenti psicologici di un romanzo autobiografico, sempre storicamente accurato. Novant’anni di riflessioni, vittorie, fallimenti, aneddoti e personaggi, in un unico grande affresco: l’avventura di un uomo e di un’epoca straordinari. Recensione Il 24 gennaio 1965 si spegneva Winston Churchill, il leader britannico che più di ogni altro ha incarnato la resistenza al nazismo durante la Seconda Guerra mondiale. A sessant'anni dalla sua scomparsa, è quasi sempre celebrato come un eroe, e i suoi insuccessi, che non mancarono, passano spesso in secondo piano: può capitare quando di fatto salvi un paese dal baratro in cui stava per schiantarsi. Prima dell’insediamento di Churchill come Primo Ministro, il Regno Unito si trovava in una situazione bellica precaria. La leadership di Neville Chamberlain, il suo predecessore, era stata segnata dalla politica di compromesso con Adolf Hitler, culminata negli Accordi di Monaco del 1938, che avevano concesso alla Germania nazista l'annessione dei Sudeti. Anche se inizialmente era stata vista come un tentativo di evitare una nuova guerra, questa politica si rivelò un fallimento quando Hitler continuò la sua espansione, invadendo la Polonia nel settembre 1939. Ad averlo previsto, era stato proprio Churchill, uno dei pochi che da subito aveva compreso il carattere di Hitler, questi considerava gli Accordi un grave errore strategico e morale e, secondo lui, cedere alle richieste di Hitler non avrebbe fermato le sue ambizioni espansionistiche, ma, anzi, avrebbe reso inevitabile un conflitto su scala più ampia. Lo dichiarò fin da subito, senza aspettare l’invasione della Polonia, nel suo discorso alla Camera dei Comuni del 5 ottobre 1938, dopo il ritorno di Chamberlain dal vertice di Monaco. Winston Churchill è considerato uno statista perché la sua visione è andata oltre la sua carriera politica; non è stato un uomo del presente ma un politico con un progetto a lungo termine. Questo è il giudizio che spesso gli si rivolge, soprattutto quando si considera il suo ruolo durante la Seconda Guerra Mondiale. I suoi discorsi erano tutti improntati al sacrificio, descrivevano una realtà difficile e a volte oscura per la Gran Bretagna e per l’Europa in generale, ma sapevano infondere speranza per un futuro che lui considerava fulgido per l’Impero britannico. In realtà Churchill era un uomo con un senso dello stato molto concreto e sapeva altrettanto bene che l’Inghilterra si sarebbe ridimensionata dopo la guerra e che l’Impero sarebbe stato un’altra cosa dal suo passato, ma riuscì lo stesso, grazie alla sua intelligenza e al suo coraggio, a navigare gli inglesi attraverso un lungo periodo di decadenza. Proprio Chrurchill è protagonista di questo insolito e appassionante romanzo in cui la sua vita viene raccontata in prima persona come una autobiografia, ma con il passo storico. Tra le molte pagine di una vita affascinante emerge il forte rapporto con la compagna di tutta l’esistenza, parole stupende, quasi ottocentesche, che credo ogni donna vorrebbe sentirsi rivolgere. A Winston, oltre alla capacità oratoria, non mancò mai la passione per la scrittura. Nel corso della sua vita scrisse 43 libri, diverse centinaia di articoli e migliaia di lettere, discorsi e memorandum, arrivando ad ottenere perfino il premio Nobel per la Letteratura. A sessant’anni anni dalla sua morte, Churchill rimane una figura complessa, capace di incarnare tanto i valori quanto le contraddizioni del suo tempo. Un mito che il cinema (vedasi il film L’ora più buia di Joe Wright) e la letteratura contribuiscono a mantenere vivo, invitandoci a riflettere non solo sugli eventi storici, ma anche sul nostro atteggiamento nei conflitti, sulla necessità di prendere una posizione per perseguire quello in cui crediamo, sapendo che farlo potrebbe anche portarci al fallimento. Se vogliamo essere coraggiosi, è qualcosa di necessario, perché il coraggio non deve sottostare all’esito, ma al principio. Consiglio questa lettura a tutti coloro che vogliono conoscere la storia di questo grande uomo che si si intreccia inestricabilmente con quella del Novecento e non solo, perché ancora oggi ai nostri giorni la sua figura si staglia imponente così come le sue lezioni. Alcune note su Gabriele Genah Gabriele Genah è giornalista. Lavora a Rai Radio 3, ha collaborato con varie testate, tra cui il «Corriere della Sera», «la Repubblica», «Tg1 Mattina» e «Tg La7». Questo è il suo primo libro. TAG: #narrativa_italiana, #biografie, #storia, #gabriele_genah, #voto_cinque

RECENSIONE: Festa di mezzanotte (Lucy Foley)
Autore: Lucy Foley Traduttore: Maxidia srl Editore: Time Crime, 2025 Pagine: 360 Genere: Narrativa straniera, Thriller Prezzo: € 16.90 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://timecrime.it/products/festa-di-mezzanotte Trama Il Maniero è una tenuta extralusso immersa in un’antica foresta del Dorset riguardo alla quale sopravvive un’antica leggenda: pare sia abitata dagli Uccelli, creature vendicatrici della tradizione pagana chiamate a rimediare ai torti causati da chi elude la giustizia. È stata progettata per offrire una fuga pacifica a ospiti privilegiati e la sua proprietaria, Francesca Meadows, ha deciso di organizzare una memorabile festa del solstizio d’estate con l’aiuto di suo marito, più giovane, l’aspirante architetto Owen. Tutto procede come previsto, anche se Francesca si sente minacciata da Bella, un’ospite misteriosa che è decisa ad affrontare i segreti del suo passato. Ma all’improvviso un evento straordinario sconvolge i loro piani: un incendio devastante travolge il Maniero, gli ospiti sono terrorizzati e viene rinvenuto un corpo senza vita. Il giorno successivo al solstizio, indagando sulla tragedia accaduta al Maniero, l’ispettore Walker comincia a porsi una serie di domande: cos’è successo durante il solstizio? Chi è morto? Chi è il responsabile? Come si è sviluppato l’incendio? I lettori hanno il compito di raccogliere i pezzi del puzzle per risolvere il mistero; ma nulla è come sembra e l’astuta narrazione di Lucy Foley vi terrà con il fiato sospeso. Recensione Questo è il secondo libro che leggo di questa autrice. Trovate la recensione del suo primo thriller qui . Anche questo romanzo, come il precedente, si svolge in un ambiente "chiuso". Questa volta al centro della trama vi è un esclusivo raduno di festaioli dovuto all'apertura di un lussuoso lodge in cima ad una scogliera nel Dorset, programmata per il solstizio d'estate. Francesca Meadows e suo marito stanno finalmente aprendo la casa di famiglia della donna. Vi sono candele, cristalli e cocktail e l'evento è destinato a diventare il fenomeno mondano dell'estate, che culmina in una sontuosa cena negli antichi boschi attorno alla proprietà. Tuttavia, non tutti gli ospiti sono chi dicono di essere e molti abitanti del posto sono scontenti dei cambiamenti apportati. Presto la villa si ritrova in fiamme e un corpo giace ai piedi delle scogliere. Come è potuto andare tutto così male? Questo è uno di quei thriller che risucchia nonostante la bruttezza della maggior parte dei personaggi. Le linee temporali divise e la narrazione caratterizzata da diversi punti di vista creano ancora di più l'atmosfera di mistero lasciando il lettore più volte in preda allo sconcerto su cosa possa effettivamente essere successo e chi sia il colpevole. Molto interessante le annotazione di un diario che rivelano lentamente gli eventi passati e come da esso si legano tutti i personaggi. Diversi colpi di scena caratterizzano questo thriller e alcuni li ho trovati un po' forzati. Nonostante tutti si tratta di una lettura capace di catturare il lettore e condurla alla fine del volume senza alcuna difficoltà. Consiglio questo libro a tutti coloro che cercano una lettura piena di mistero e di segreti caratterizzata da un finale sorprendente. Alcune note su Lucy Foley Lucy Foley ha studiato Letteratura inglese alla Durham University e alla UCL di Londra, e ha lavorato per diversi anni come redattrice di narrativa, prima di iniziare a scrivere a tempo pieno. Il suo thriller d’esordio, Morte nelle Highlands (Giunti, 2019), è entrato immediatamente nelle classifiche dei bestseller del Sunday Times e dell’ Irish Times . È anche autrice di tre romanzi storici, tradotti in sedici lingue. I suoi articoli sono stati pubblicati su ES Magazine , Sunday Times Style , Grazia e altri. Timecrime ha pubblicato La lista degli ospiti – che ha scalato le classifiche del New York Times , del Sunday Times e ha venduto oltre 1,5 milioni di copie nel mondo e L’appartamento a Parigi , un altro bestseller. Festa di mezzanotte è il suo terzo romanzo a entrare in questa collana. TAG: #narrativa_straniera, #thriller, #maxidia_srl, #lucy_foley, #voto_quattro

RECENSIONE: The book of love (Kelly Link)
Autore: Kelly Link Traduttore: Claudia Durastanti Editore: Mercurio Books, 2024 Pagine: 720 Genere: Narrativa straniera, Fantasy Prezzo: € 23.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://mercuriobooks.com/prodotto/the-book-of-love-kelly-link/ Trama Morire può essere una grande avventura, soprattutto se sei un adolescente alle prese con la vita adulta. Laura, Daniel e Mo sono morti e non si ricordano come: sanno soltanto che sono riusciti a tornare indietro, riapparendo misteriosamente nell’aula del loro vecchio insegnante di musica. Insieme a loro Bowie, un’anima antica, ambigua e sfuggente. Vivere era complicato, ma rivivere è tutta un’altra storia, soprattutto ora che le loro esistenze sono indissolubilmente legate a quelle di un vasto assortimento di personaggi magici e dagli oscuri desideri in eterna lotta fra loro per imbrigliare la tempesta di magia ed emozioni che minaccia la vita della bucolica Lovesend, Massachusetts. È questo il viaggio dei protagonisti, attraverso poteri magici da sperimentare, pizza, domande sul destino, difficili prove da superare, tanto sesso e molta musica. Le leggi della magia sono implacabili: sono morti in tre, sono tornati in quattro, ma solo due possono restare. L’attesissimo primo romanzo di Kelly Link, The Book of Love, è una fiaba moderna sull’amore e la paura di non essere abbastanza, sul tempo che abbiamo avuto e su quello che ci resta, un viaggio nei cuori di quattro ragazzi in bilico tra l’orrore di diventare adulti e quella forma di amore puro e feroce che continua a esistere anche quando noi smettiamo di farlo. Recensione Questo libro è difficile da etichettare, accoglie dentro di sé diversi generi: realismo magico, fantasy, romance e horror. Esso è un vero e proprio viaggio molto scorrevole e davvero curato; a partire dalla copertina che risulta rigida, di tessuto con dettagli dorati che catturano subito l'attenzione. Il libro è strutturato secondo diversi punti di vista. Tanti quanto sono i personaggi principali. Laura, Mo e Daniel sono tre ragazzi che si ritrovano improvvisamente in un'aula di musica con il professor Anabin, che indossa una delle sue magliette con le frasi super originali. Il docente rivela loro che sono morti un anno fa, ma che ora sono ritornati nel mondo reale. Le famiglie dei ragazzi pensano infatti che sono rimasti per un anno in Irlanda per un viaggio studio. I tre ragazzi non ricordano nulla della loro morte. Un anno prima si trovavano ad un concerto. Laura, infatti, suona la chitarra e assieme a sua sorella Susannah e a Daniel hanno una band. Anche Mo, essendo amico dei ragazzi, quella sera era presente, ma nessuno ricorda nulla. A loro tre si unisce anche Bowe, un ragazzo molto particolare. Ad ognuno di loro viene permesso di tornare dalla propria famiglia, ma, come si può ben immaginare, ciò non risulta così semplice. I ragazzi si ritrovano presto in un mondo reale colmato da magia, un nemico fronteggiare e una chiave da trovare. L'autrice attraverso la lingua, la forma, il contenuto e la trama crea un ottimo romanzo tutto suo che non rientra in nessuna classificazione. I personaggi, anche quelli secondari, sono tutti costruiti nei minimi dettagli creando una struttura polifonica che cattura il lettore. Nel romanzo vi è molto sesso, tantissimi oggetti magici, la musica pervade ogni passaggio. L’azione a volte risulta spezzettata per il continuo cambio del punto di vista, soprattutto quando si entra nella fase più calda. Altri passaggi risultano eccessivamente ridondanti. Ma persino quelli brutti sono affidabili, alla fine. L’amore vince su tutto. Alla fine la vita è una cosa seria come una maglietta con un aforisma campale, grottesco, ridicolo: qualcosa che fa ridere ma anche riflettere. Consiglio questa lettura a tutti coloro che cercano un romanzo polifonico in cui tutti, persino le comparse, hanno voce in capitolo, anzi una voce e un capitolo e che abbraccia tutto: lutto, sogni di gloria, rapporti complicati fra sorelle, tigri fameliche, conigli che sembrano lupi, rancori. Alcune note su Kelly Link Kelly Link è una scrittrice, editor e libraia statunitense, le cui storie spaziano tra realismo magico, fantasy e horror. Osannata dalla critica come maestra del racconto, finalista al premio Pulitzer nel 2016, ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui il World Fantasy Award e il premio Nebula . TAG: #narrativa_straniera, #fantasy, #claudia_durastanti, #kelly_link, #voto_cinque

RECENSIONE: Volare oltre il cielo. I segreti dell'esplorazione spaziale (Paolo Ferri)
Autore: Paolo Ferri Editore: Raffaello Cortina Editore, 2025 Pagine: 272 Genere: Saggi, Astronautica Prezzo: € 23.00 (cartaceo), € 14.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/paolo-ferri/volare-oltre-il-cielo-9788832857207-4407.html Trama La Terra è il nostro mondo. L’unico. Lo spazio, al contrario, è un mondo ostile. Per poterlo esplorare siamo costretti a costruire veicoli molto diversi rispetto a quelli che usiamo sulla Terra e per poterci andare di persona dobbiamo ricreare nel veicolo un ambiente artificiale che protegga il nostro equilibrio fisiologico e la nostra stessa vita. Ma la sfida dell’esplorazione spaziale è proprio questa: superare i limiti, conoscitivi e tecnologici, per arrivare sempre più lontano. Paolo Ferri, per anni a capo del dipartimento di operazioni spaziali dell’Agenzia spaziale europea, rivela non solo cosa si fa nello spazio, ma come lo si fa. Attraverso le missioni di ieri e di oggi racconta cosa si intende per volo spaziale – i satelliti artificiali, le capsule, le piattaforme, i sistemi di sopravvivenza degli astronauti, i sistemi di lancio – ma anche i retroscena, le difficoltà, i vicoli ciechi e i successi imprevisti. Il risultato è un’avventura irripetibile ai confini del cosmo, e una riflessione su potenzialità e limiti della conoscenza scientifica. Recensione Questo saggio è differente rispetto ai precedenti scritti da Ferri. Nei primi tre racconta principalmente le missioni a cui ha lavorato: prima Rosetta, poi le missioni verso il Sole e infine Marte. In quei volumi spiega in cosa consisteva il suo lavoro e come si sono svolte quelle missioni. Questo nuovo testo, invece, si concentra su cosa significa andare nello spazio e come praticamente si raggiunge questo obiettivo. L'autore, fisico che ha lavorato per quasi quarant'anni per l'Agenzia spaziale europea (ESA), racconta in modo chiaro e comprensibile a tutti, dividendo il testo in sette argomenti, per cosa occorre per esplorare lo spazio: dalla Terra ai computer, da vari dispositivi tecnologici ad altri aspetti essenziali. Il tutto risulta arricchito da brevi aneddoti personali che introducono ogni capitolo. Il capitolo finale, l'ottavo, è orientato a fare il punto della situazione sul presente e sul futuro delle imprese spaziali in questo momento di grande cambiamento che si sta vivendo ormai da qualche anno. Nel primo capitolo il lettore apprende cosa si intende per spazio e quali sono le peculiarità del volo spaziale rispetto a quello atmosferico. Il capitolo successivo si concentra invece sulle caratteristiche dei veicoli spaziali. Si apprende che tale mezzo è una macchina molto complessa, piena di sistemi elettronici e meccanici che necessitano di cura continua da parte degli esperti. Il fulcro del terzo capitolo riguarda i razzi lanciatori , macchine che sviluppano una potenza spaventosa, per accelerare il veicolo spaziale che trasportano fino alla velocità utile a farle entrare in orbita. Nel quarto capitolo il lettore comprende il lavoro delle persone che stanno nella sala di controllo e come questa funziona. Nel capitolo successivo l'autore parla dei viaggi verso i pianeti e delle difficoltà che questi comportano. Il penultimo capitolo è dedicato al volo spaziale con esseri umani a bordo. Ci si concentra su rischi dello spazio per l'uomo e su cosa vuol dire vivere in questo ambiente. Il capitolo finale, molto pratico, spiega come diventare astronauta e i diversi lavori dello spazio che sono tantissimi e diversificati. Consiglio questo ottimo testo a tutti coloro che vogliono comprendere maggiormente il rapporto fra l'uomo e lo spazio. Alcune note su Paolo Ferri Paolo Ferri è un fisico che ha lavorato per quasi quarant'anni per l'Agenzia spaziale europea (ESA) a Darmstadt, in Germania. È stato a capo del dipartimento di operazioni spaziali dell'Agenzia e responsabile di varie missioni, tra cui Rosetta, Mars Express e ExoMars. È stato il primo italiano a essere introdotto nella Hall of Fame della International Astronautical Federation e nel 2020 ha ricevuto dal presidente Mattarella l'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Per Raffaello Cortina Editore ha pubblicato Le sfide di Marte (2023) e Volare oltre il cielo (2025). TAG: #saggi, #astronautica, #paolo_ferri, #voto_cinque

RECENSIONE: L'atroce storia di Santos Godino. El Petiso Orejudo (María Moreno)
Autore: María Moreno Traduttore: Francesca Lazzarato Editore: Edicola Ediciones, 2024 Pagine: 264 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea, Biografie Prezzo: € 20.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.edicolaed.com/negozio/n-it/latroe-storia-di-santos-godino/ Trama L’assassino adolescente Cayetano Santos Godino, il primo serial killer della storia argentina, rappresenta una delle figure più oscure e iconiche della criminologia. Su di lui e i suoi efferati delitti hanno indagato la polizia, la medicina legale, la psichiatria e la stampa senza trovare una risposta rassicurante al sottile limite tra disagio, follia e crimine. Oltre settanta anni dopo la sua morte, la giornalista, cronista e narratrice María Moreno, tra le voci più audaci del panorama latinoamericano, riapre il celebre caso per dar vita a un testo ipnotico, violento e travolgente, che trascende i limiti del true crime e diventa al tempo stesso una storia di immigrazione e miseria, un crudo reportage d’epoca e una riflessione sugli archetipi universali legati alla criminalità. Recensione L’opera di questa scrittrice è vasta e complessa. Essa si situa tra il giornalismo e una narrativa caratterizzata dalla fusione di generi diversi, dal saggio alla cronaca al romanzo, fino alla scrittura intima concentrata soprattutto in Black out in cui Moreno parla della sua storia, di un corpo sofferente e dell’alcolismo di cui si è spogliata come di un abito logoro, ma anche della fitta costellazione sociale e intellettuale di un’Argentina non così remota, eppure viva solo nella memoria. In questo libro al confine fra cronaca, saggio e romanzo, l’autrice dona un posto ad un reietto leggendario, El Petiso Orejudo, alias Cayetano Santos Godino. El Petiso, El Oreja o El Orejón, comunque lo si voglia chiamare, questo figlio di poverissimi immigrati calabresi è forse il criminale più misterioso e celebre della storia argentina. El Petiso è diventato figura del folclore, modo di dire, icona, spauracchio, simbolo, e il suo mito fa così saldamente parte dell’immaginario nazionale da aver lasciato tracce nelle strade e nei musei di Ushuaia, dove statue e murales lo ricordano, nelle vignette di alcuni comics, sugli schermi, nei negozi che ad Halloween vendono la sua maschera, nelle pagine di libri-reportage e di trattati criminologici, o in quelle di romanzi e racconti. Maria Moreno ha costruito intorno a lui un testo eterogeneo, in cui convivono il lunfardo dei bassifondi e il cocoliche (lo spagnolo storpiato dai tanos , gli immigrati italiani, che la traduzione ha scelto di restituire tramite un’allusione all’origine calabrese dei Godino), il linguaggio stilizzato dei medici, l’enfasi e la retorica della stampa e la prosa burocratica di giudici e poliziotti. La scrittura dell’autrice sfugge a ogni classificazione, si spinge ben oltre le frontiere della cronaca, si fa beffe della tassonomia critica, disintegra i generi e ne mette in discussione la legittimità. Oltre a ciò, Moreno, aggiunge brevi note in prosa e versi in cui si coglie un’eco di tanghi o di strofette da café chantant che precedono ogni capitolo e si rifanno al tumulto di una Buenos Aires immensa e tenebrosa. Accanto all’ironico e dolorosamente sarcastico narratore onnisciente che non manca di cedere a più di una tentazione metaletteraria e inserisce nel racconto documenti d’archivio, perizie mediche, articoli, interviste, allusioni a personaggi dell’epoca, la giornalista ne ha collocato un secondo, un poeta macabro dalla squisita immaginazione che dà spazio a travestiti, truffatori, ladruncoli, freaks, malati di mente, bambini sfiniti dal lavoro in fabbrica, sartine tisiche, bimbette arse vive dalla furia del Petiso e galeotti. Le loro voci contribuiscono a definire l’immagine di una città infettata dal popolo degli immigrati, forza-lavoro indispensabile ma intrinsecamente minacciosa, la cui pericolosa diversità è riassunta e dilatata dalla figura estrema del Petiso: nuovi arrivati visti come portatori di delinquenza e degenerazione. La folla di comparse chiamate alla ribalta dall’irriverente “poeta macabro” porta con sé eloquenti fotogrammi della società argentina all’inizio del Novecento, e allo stesso tempo svolge la funzione di coro greco nella tragedia dell’Orejudo, “mostro” impenetrabile giudicato e condannato sulla base del positivismo lombrosiano, che in Argentina, come in tutta l’America Latina, ebbe enorme fortuna. In questo testo-collage, l'autrice, fondendo il grottesco alle sfumature liriche, propone una storia di true crime lontana nel tempo e nello spazio riflette l'oscurità del nostro presente e che continua a interpellarci con forte intensità. Un libro crudo che consiglio a tutti coloro che voglio conoscere una storia macabra del popolo argentino. Alcune note su María Moreno María Moreno è nata a Buenos Aires nel 1947, giornalista, scrittrice e critica culturale è considerata una delle più grandi croniste e saggiste in lingua spagnola, con una vasta produzione di testi dedicati al femminismo. Nel 1984 fonda Alfonsina , la prima rivista femminista dal ritorno della democrazia dopo la dittatura militare. Ha scritto, tra gli altri: El affair Skeffington , A tontas y a locas , Black out , Oración . Carta a Vicki y otras elegías políticas , Contramarcha e Subrayados . Ha vinto il Premio Iberoamericano de Narrativa Manuel Rojas, il Premio Lola Mora e il Premio Ñ. Ha ricevuto la borsa di studio Guggenheim per la ricerca su politica e sessualità nelle militanze degli anni Settanta. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #biografie, #francesca_lazzarato, # maría_moreno #voto_quattro

RECENSIONE: C'è una lettera per te (Seungyeon Baek)
Autore: Seungyeon Baek Traduttore: Althea Volpe Editore: Garzanti, 2025 Pagine: 250 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 16.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.garzanti.it/libri/seungyeon-baek-ce-una-lettera-per-te-9788811014027/ Trama "Chi spedisce una lettera è una persona coraggiosa. Il gesto, quasi dimenticato, di scegliere le parole e scriverle a mano nasce dal desiderio di aprire il proprio cuore a qualcuno. La giovane Hyoyoung conosce bene questa magia. Perciò ha deciso di creare un angolo, nella sua cartoleria nascosta tra filari di alberi, in cui lasciare una scrivania, carta e penna, e una cassetta della posta un po’ speciale. C’è una sola regola per chi vuole servirsene: non scrivere il nome del destinatario, imbucare la propria lettera e andarsene con un’altra pescata a caso. Può sembrare strano, ma Hyoyoung sa che la storia di uno sconosciuto può essere la risposta che cerchiamo da tempo. Può dare la forza di inseguire un sogno, come nel caso del giovane impiegato Minjae; o essere lo stimolo per non rimandare una vacanza a lungo vagheggiata, come per Euna; o l’occasione di dire arrivederci a una persona amata, come per Woncheol; o, ancora, l’ispirazione che un artista come Yeonggwang cercava da tempo. L’inchiostro e le parole sono gli strumenti con cui Hyoyoung restituisce serenità ai suoi clienti. Ma forse è arrivato anche per lei il momento di rompere gli indugi e mandare un biglietto alla sorella, con cui non parla da anni. Perché, anche quando non ci si aspetta alcuna risposta, c’è sempre una lettera ad attenderci. Recensione Leggere questo romanzo d'esordio della coreana Seungyeon Baek è un invito a prenderci un momento solo per noi. Metterci comodi, tirare un respiro profondo e, come la giovane protagonista Hyoyoung, aprire il cuore e dare voce ai nostri pensieri. Hyoyoung lascia il suo sogno di diventare regista e cerca di crearsi una nuova vita, nuovi equilibri, lontano dalla famiglia e soprattutto da sua sorella Hyomin. Seonho, ex compagno di classe, le dà l’opportunità offrendole un lavoro nella bottega delle lettere di Yenhui. Tra penne e carta da lettere questa cartoleria offre un servizio unico: amici di penna. Si scrive una lettera ad uno sconosciuto cercando le parole che maggiormente ti rappresentano e la inserisci in una cassetta apposita. In cambio si può prendere la lettera scritta da qualcun altro. All'interno del libro, le lettere hanno svariati significati per i visitatori della bottega. Per l'uomo che ha perso sua moglie, diventano una panchina dove sedersi e vivere il proprio lutto; per il semplice impiegato che vorrebbe scrivere diventano una specie di palcoscenico. Per la donna indispettita dalla freddezza del marito, diventano un tappeto da picnic su cui può sfogarsi. L'autrice, ispirandosi ad una vicenda vera scrive una storia unica, delicata, di rinascita, di sogni, di emozioni perdute, di amicizia e di rapporti interpersonali. Consiglio questo libro a tutti coloro che credono ancora nel potere della scrittura e magari hanno la voglia di prendere un foglio, scrivere un messaggio, inserirlo in una busta e spedirlo. Alcune note su Seungyeon Baek Seungyeon Baek è una scrittrice coreana che vive a Seoul. Si è laureata in scrittura creativa e letteratura ed è un talento emergente scoperto per la prima volta tramite il Munhaksasan Writing Program nel 2017. È l'autrice del romanzo d'esordio C'è una lettera per te, una celebrazione dell'arte perduta della scrittura di lettere e dell'importanza di trovare una connessione in un mondo sempre più isolato. Il romanzo è pubblicato in Italia da Garzanti. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #althea_volpe, #seungyeon_baek, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Il ribelle e il soldato. Il romanzo dei pirati dell'Edelweiss (Dirk Reinhardt)
Autore: Dirk Reinhardt Traduttore: Anna Petrucco Becchi Editore: Lapis, 2025 Pagine: 324 Genere: Narrativa straniera, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 14.50 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.edizionilapis.it/libro/9791255190264-il-ribelle-e-il-soldato Trama Daniel è al cimitero. Piange il nonno recentemente scomparso, quando nota un individuo che sembra osservarlo. È un uomo anziano, venuto a meditare sulla tomba del fratello, ufficiale delle SS ucciso nel 1944. L’uomo cerca di avvicinare il ragazzo. Vorrebbe raccontargli la sua storia, lasciandogli intendere che lo riguarda da vicino. Daniel si defila velocemente, ma nei giorni successivi si pente e va a cercarlo. Tra loro si sviluppa un legame profondo, nonostante la differenza di età. Per motivi che ancora non capisce, quell’uomo ricorda a Daniel suo nonno. Josef regala al ragazzo il suo diario: racconta gli anni tra il ’41 e il ’45, quando l’uomo era adolescente. Daniel inizialmente è scettico, poi resta catturato dalla lettura. Davanti a lui si dipana una storia di cui non sapeva nulla: è la storia dei Pirati dell’Edelweiss, un gruppo di giovani ribelli contro il regime nazista. Due fratelli nati e cresciuti nello stesso ambiente prendono strade opposte: da un lato l’adesione al gruppo dei pirati, dall’altro quella alle SS. Daniel fa i conti con una memoria che inizialmente gli sembra non abbia nulla in comune con la sua vita. Saranno le ultime pagine del diario a disvelare il legame tra lui e Joseph. Una storia che nasce da un reportage storico-giornalistico e s’ispira a fatti reali e testimonianze dirette degli ultimi sopravvissuti dei Pirati dell’Edelweiss per un romanzo che coniuga esattezza storica, azione e tensione emotiva. Età di lettura: da 12 anni. Recensione In questo libro per ragazzi l'autore mette in luce un pezzo di Storia tedesca poco conosciuto: il movimento degli Edelweisspiraten ovvero i Pirati della stella alpina. Si tratta di gruppi antinazisti scarsamente organizzati di giovani operanti nella Germania nazista . I personaggi del romanzo sono puramente di fantasia, ma nel complesso la storia è basata su eventi realmente accaduti e sia i personaggi che le loro esperienze sono strettamente connessi a questa organizzazione giovanile del Terzo Reich. Il protagonista del romanzo è il sedicenne Daniel che pian piano diventa amico del vecchio e misterioso Gerlach. Un giorno l'anziano gli consegna il suo diario. Esso racconta come Gerlach crebbe a Colonia, lasciò la Gioventù Hitleriana a 14 anni e si unì a una cricca chiamata Pirati dell'Edelweiss. Il suo marchio di fabbrica: capelli lunghi e vestiti fantastici. Il loro motto: Libertà! All'inizio tutto inizia in modo completamente apolitico. Ma man mano che la situazione peggiora sempre di più, pianificano azioni pericolose contro i nazisti. La storia viene presentata attraverso due filoni narrativi alternati: le annotazioni del diario, a partire dal 12 marzo 1941 di Josef Gerlach e il presente. Queste annotazioni terminano il 21 maggio 1945 ed è questo diario che gioca un ruolo cruciale nel racconto. Nel volume Dirk Reinhardt descrive la vita di questi giovani durante il periodo della Germania nazista in modo assolutamente credibile, incredibilmente autentico e coerente. Si comprende facilmente la costante oppressione di questi giovani della classe operaia semplicemente a causa delle loro origini e delle molestie in ogni minuto della loro vita quotidiana. Per contrastare questa pressione e questa costante umiliazione decidono di unirsi per formare i Pirati, un gruppo che vuole anche prendere le distanze dal regime nazista. Ciò che inizia come ribellione e sfida si sviluppa gradualmente in un gruppo serio che si oppone coraggiosamente e onestamente al regime nazista credendo nella giustizia e nella libertà e non permette nemmeno alla persecuzione più brutale di dissuaderli dalle loro convinzioni. L'autore fa rivivere un pezzo poco noto del passato della Germania e lo fa costruendo una storia potente, emozionante e intensa adottando uno stile onesto e sincero che tocca le corde emotive. Il lettore non fatica ad empatizzare con i Pirati che non volevano altro che la libertà. Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono scoprire una vicenda poco nota del popolo tedesco e anche avventurarsi in una storia di grande coraggio che non deve essere dimenticata. Alcune note su Dirk Reinhardt Dirk Reinhardt è laureato in Germanistica con un dottorato in Storia, è stato assistente di ricerca presso l’Università di Monaco fino al 1994. Successivamente ha lavorato come giornalista e copywriter, soprattutto nei settori del marketing sociale e culturale. Dal 2009 è autore di romanzi per ragazzi che, con gli strumenti del reportage e dell’indagine storica, raccontano i temi più caldi dell’attualità, come le migrazioni o l’attivismo digitale. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_per_ragazzi, #dirk_reinhardt, # anna_petrucco_becchi, #voto_cinque

RECENSIONE: Le sorelle della notte (Antonella Forte)
Autore: Antonella Forte Editore: Piemme, 2025 Pagine: 368 Genere: Narrativa italiana, Narrativa storica Prezzo: € 19.90 (cartaceo), € 10.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.edizpiemme.it/libri/le-sorelle-della-notte/ Trama Liguria di Ponente, 1588. Quando si presenta davanti al palazzo adibito a prigione nel borgo di Triora, sulle Alpi liguri, Franchetta Borrelli allontana i pensieri, cancella la paura dallo sguardo e si prepara ad affrontare l'inferno. La carestia che ha colpito la regione ha segnato l'inizio di una persecuzione feroce e capillare nei confronti di tutte le donne che da generazioni tramandano la conoscenza delle erbe e vivono in armonia con la natura. Bollate come streghe, le Sorelle, così si chiamano tra di loro, sono state torturate, in alcuni casi uccise. Franchetta ha già sperimentato sulla sua pelle la spietatezza del commissario De Scribani, ma ha deciso di costituirsi per cercare di salvare le sue compagne. De Scribani, però, non ha intenzione di fermarsi. Le Sorelle, legate da un patto di fedeltà, affrontano insieme il terrore degli arresti, dei processi e delle atrocità commesse dai rappresentanti del potere. Si nascondono nel bosco, là dove conoscono ogni ombra e le proprietà di ogni pianta. La lotta delle donne di Triora, sempre più disperata, non si fermerà alle mura del villaggio. Raggiungerà Genova e l'Inquisizione di Roma, costretta a interessarsi di un caso tanto cruento. Franchetta, Antonina, Bianchina, Magdalena, Battistina. Quella delle Sorelle di Triora è una corale storia di lotta contro un potere cieco e bigotto. Antonella Forte, con rigore storico e con una grandissima verve romanzesca, racconta la loro coraggiosa resistenza. Recensione La scrittrice torna a raccontare una vergognosa storia vera, scegliendo questa volta di costruire un racconto corale, che esalta il carattere collegiale e virtuoso della comunità di Triora. Una comunità di donne dedita alla medicina e al culto della natura, tormentata da una folle caccia alle streghe. Il lettore viene catapultato nella Liguria di Ponente nel 1588. Qui Magdalena e Antonina fuggono dalle guardie del commissario De Scribani, incaricato di processare quelle che vengono chiamate le streghe di Triora. Magdalena è sconvolta dagli abusi subiti in prigione, durante una custodia punitiva, e dalla scoperta che Franchetta Borrelli, leader della loro comunità di donne, è sua madre. Le due ragazze si rifugiano nel bosco, ormai prive di una guida: Franchetta si è consegnata alle autorità per liberare il fratello Quilico e il giovane aiutante e giurista Matteo. Torturata brutalmente, l’animatrice del movimento resiste grazie a una pozione preparata con delle erbe medicinali. Il Senato di Genova sospende il processo e trasferisce le prigioniere a Genova, dove le condizioni di detenzione sono disumane. Per oltre un anno le donne di Triora ingaggiano una guerriglia contro De Scribani, obnubilato dall’odio per quelle che reputa essere streghe. Soltanto in primavera avviene la resa dei conti. Come nel precedente romanzo ( https://www.dallacartalloschermo.com/post/recensione-la-strega-di-triora-storia-di-franchetta-borrelli-antonella-forte ) anche qui l'autrice tratta la tematica delle streghe e lo fa scrivendo un racconto potente che ancora oggi parla di sorellanza e resistenza contro autorità troppo spesso ostili e oppressive. Un romanzo che consiglio a tutti coloro che vogliono immergerci in un passato della nostra penisola oscuro e inquietante. Alcune note su Antonella Forte Antonella Forte è laureata in Lingue e Letterature straniere all'Università Statale di Milano, ha lavorato per tanti anni in pubblicità. Un'improvvisa svolta personale le ha fatto cambiare strada e abbandonare la professione per dedicarsi a nuovi interessi e antiche passioni. Ora pratica e insegna yoga, legge e scrive. La strega di Triora è il suo primo romanzo e racconta una storia vera che proviene dai luoghi di origine della famiglia di suo marito, la Valle Argentina, e, forse, anche direttamente da Franchetta Borrelli. TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_storica, #antonella_forte, #voto_quattro

RECENSIONE: Non si tagliano i piedi a una ragzza (Tai-Marc Le Thanh )
Autore: Tai-Marc Le Thanh Traduttore: Redazione di AncoraWow Editore: Ancora, 2023 Pagine: 288 Genere: Narrativa straniera, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 16.50 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.ancoralibri.it/scheda-libro/tai-marc-le-thanh/non-si-tagliano-i-piedi-a-una-ragazza-9788851426927-7934.html Trama Nola, 11 anni, viene operata per una malformazione cardiaca e, quando si risveglia, non sente più le gambe. I medici che consulta le comunicano una drammatica diagnosi: l’amputazione. Tutti, tranne il dottor Orso, che esclama: «Non si tagliano i piedi a una ragazza!». Nola, aiutata anche dal mondo immaginario che crea dentro di sé, inizia così un nuovo percorso. Età di lettura: da 13 anni. Recensione Quello che colpisce di questo libro è sicuramente l'anomalo titolo e la bizzarra copertina, ma anche la trama, tratta da una storia vera, non è da meno. Tutto ha inizio all'ospedale di Broussais. Qui il lettore incontra Nola, undici anni, che è costretta ad operarsi per un difetto cardiaco. L'intervento riesce, ma non pienamente. Qualcosa va storto. Nola non sente più le gambe. Da questo momento inizia una storia toccante, commovente e folle come un'opera teatrale. La bambina non si abbatte e grazie ad un mondo immaginario da lei creato e a tanta forza di volontà, riesce a riacquisire l'uso degli arti facendosi scherno di tutti coloro che la vedevano su una carrozzina. L'autore mette su carta una storia autentica, raccontata con poesia e fantasia. I dialoghi a volte risultano folli e assurdi. Ma si tratta di una assurdità positiva che fa sorridere e aiuta a mettere la vicenda in una giusta prospettiva. Una storia vera, ispirata alla vita dell'artista Ntalie Tual, che consiglio a tutti i ragazzi, ma anche agli adulti. Alcune note su Tai-Marc Le Thanh Tai-Marc Le Than è un famosissimo illustratore e un incredibile narratore. Ha un dono speciale per gli universi fantastici che racconta nei suoi libri. Molti sono stati pubblicati in Italia: Dautremer (e viceversa) , Yeti , Cyrano ; Elvis , Babayaga, Maleducato! , Mia sorella è carnivora! e Chi è stato?. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_per_ragazzi, # tai-marc_ le_than , #voto_quattro

RECENSIONE: Le pietre d’inciampo (Federico Gregotti)
Autore: Federico Gregotti Editore: Einaudi Ragazzi, 2025 Pagine: 160 Genere: Narrativa italiana, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 11.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.edizioniel.com/prodotto/le-pietre-dinciampo-9788866568568/ Trama Gunter Demnig indossa una camicia di jeans, un fazzoletto rosso al collo, un gilet pieno di tasche e un cappello a tesa larga. Sembra un cowboy, e invece è uno scultore. Fermamente convinto che l’arte debba uscire dai musei per parlare alla gente e coinvolgerla, ha realizzato il più grande monumento diffuso d’Europa, attraverso l’installazione delle pietre d’inciampo: si tratta di decine di migliaia di piccoli blocchi di cemento rivestiti di ottone, collocati sui marciapiedi davanti alle ultime abitazioni delle vittime delle persecuzioni nazifasciste. Da lì, quegli innocenti furono strappati alle loro vite: da lì, oggi, i loro nomi incisi sulle placche di ottone delle "Stolpersteine" raccontano la loro storia. Età di lettura: da 9 anni. Recensione Sono ben dodici le storie che ci vengono raccontate da Gregotti in questo nuovo interessante libro della collana “Semplicemente eroi” e tutte hanno lo stesso incipit: sono io. In queste semplici parole è racchiuso tutto il senso delle pietre d’inciampo: ricordare a tutti le vite di persone che hanno vissuto ingiustizie, hanno sofferto e non ce l’hanno fatta. Come nascono le pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine )? Per rispondere a questa domanda bisogna fare un salto nella vita di un importante artista tedesco, Gunter Demnig, anche chiamato l’ uomo con il cappello , nato a Berlino nel 1947. È stato lui che ha ha dato vita a tutto ciò ponendo la prima pietra d'inciampo nel 1992 a Colonia, in Germania , per ricordare la deportazione dei rom e dei sinti di quella città per mano dei nazisti. Con un interessante utilizzo delle parole (in tedesco il verbo stolpern ha un doppio significato: può essere tradotto come "inciampare" oppure ""attivare nella memoria"), Gunter Demnig vuole rimarcare il compito delle Stolpersteine, un’opera in cui la gente "inciampa" e "accende la memoria": è così che sono state posate più di centomila pietre d’inciampo in tutta Europa, con l’Italia che oggi ne ospita circa duemila. Per andare nel pratico si tratta di piccoli blocchi di calcestruzzo, su cui è stata apposta una placca d’ottone o d’argento, incastonati nelle strade o sui marciapiedi. Gunter incide a mano le poche righe di ciascuna storia: qui abitava, qui studiava, qui insegnava, ecc... Grazie al meticoloso e ostinato lavoro di Gunter non vengono dimenticate storie purtroppo comuni e drammatiche. Il lettore percorre il filo della memoria che propone l'autore, narrando le storie in prima persona di uomini, donne o bambini che sono stati perseguitati per i motivi più diversi, svelando sapientemente le mille sfumature di orrore che hanno caratterizzato il secondo conflitto mondiale. Il lettore conosce così il grande campione Johann Trollman , orgoglioso delle proprie origini sinti e per le quali venne deportato. Virginia Montalcini e Franco Tedeschi, semplici studenti, ma che non hanno più potuto seguire i loro sogni. Karl Otto Mielke che, ritrovandosi senzatetto dopo un periodo di difficoltà, viene inviato ad Sachsenhausen dove trova la morte. L’eccidio di Meina viene raccontato dalla storia della piccola Blanchette Fernandez Diaz, mentre il programma Aktion T4, ideato per i pazienti psichiatrici, arriva con la storia di Albertine Hässig. Il piccolo Sergio de Simone è stato uno dei tanti bambini che ha subito esperimenti medici nel campo di Auschwitz e per Charlotte Salomon si possono solo sfogliare le sue incredibili opere artistiche. Emili Arder I Canaves che ha vissuto quando, nel 1936, avveniva il colpo di stato franchista; la bella Giuditta Spizzichino, vittima del rastrellamento del ghetto di Roma. Elli Smula, condannata per condotta sovversiva in quanto omosessuale e il medico dei “poveri” Giuseppe Jona che, pur di non fornire le liste degli ebrei veneziani, si tolse la vita in un giorno di settembre. Uno dei pochi sopravvissuti a cui è stata dedicata una pietra è stato Willy Hild: musicista e testimone di Geova che si è rifiutato fino all’ultimo di rinnegare la propria identità e, nonostante questo, è riuscito a tornare a casa. Il progetto artistico delle pietre d'inciampo non è stato sempre facile. L’indifferenza e lo scetticismo iniziale non hanno scoraggiato Gunter che, con il passare del tempo, si è distaccato dai principali filoni quali Shoah e Resistenza, per dare valore anche a tutte quelle altre categorie stigmatizzate e criminalizzate. Ogni posa vuole essere un chiaro messaggio contro quel crescente sentimento di antisemitismo e razzismo che dilaga ancora oggi. L'insegnante valdostano scrive una storia molto interessante e poco nota che consiglio a tutti i ragazzi, ma anche a tutti gli adulti che scelgono di non essere indifferenti agli "inciampi" della Storia Alcune note su Federico Gregotti Federico Gregotti (pseudonimo di Federico Zoja) è nato nel 1971 ad Aosta. Insegna Lettere nelle scuole superiori. Ha pubblicato diverse opere di narrativa ispirate a celebri personaggi del mondo dell’arte. Per Einaudi Ragazzi ha scritto Friedl e i bambini di Terezín e Una spia a regola d’arte . TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_per_ragazzi, #federico_gregotti, #voto_cinque

RECENSIONE: Liliana Segre, una vita contro l'indifferenza (Federico Gregotti)
Autore: Federico Gregotti Editore: Einaudi Ragazzi, 2024 Pagine: 144 Genere: Narrativa italiana, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 11.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.edizioniel.com/prodotto/liliana-segre-una-vita-contro-lindifferenza-9788866568520/ Trama Liliana Segre ha soltanto tredici anni nel 1943 quando, insieme al padre Alberto, è arrestata e deportata ad Auschwitz. Sopravvissuta, dopo molti anni di silenzio ha iniziato a raccontare al mondo la sua storia. Per il suo impegno nel tenere vivo il ricordo di milioni di vittime della Shoah, nel 2018 è stata nominata senatrice a vita della Repubblica italiana. Età di lettura: da 9 anni. Recensione La storia della senatrice a vita Liliana Segre, che il 10 settembre ha compiuto 94 anni, deportata ad Auschwitz quando ne aveva tredici, viene qui raccontata in un libro che parla ai lettori più giovani, ma che può tranquillamente essere letto anche da un pubblico adulto; per non dimenticare. Per mantenere viva la memoria, Segre, dopo un lungo periodo di riflessione e silenzio, negli anni Novanta ha iniziato a raccontare pubblicamente la propria esperienza, impegnandosi per sensibilizzare le nuove generazioni contro il razzismo, l'odio e l'indifferenza, condividendo la sua storia con il mondo. Tutto ciò girando instancabilmente nelle scuole, rilasciando interviste, scrivendo libri. A costo di rivivere, ogni giorno, l'orrore dei lager, nella convinzione che l'indifferenza al male sia un orrore ancora più grande del male stesso. Il libro si apre in una anonima giornata di gennaio 2017, a Milano. In occasione delle iniziative per il Giorno della Memoria, un maestro accompagna la sua classe in corso Magenta 55, dove viene posta una pietra d'inciampo di fronte alla casa dove la senatrice a vita visse da bambina insieme al padre Alberto che fu deportato con la figlia ad Auschwitz, ma da dove lui non fece mai ritorno. Il racconto della vita di Segre parte dal 5 settembre del 1938, poco prima della promulgazione delle leggi razziali e fino ai nostri giorni. Un romanzo in cui la finzione letteraria della classe che partecipa alla cerimonia fa da cornice alla biografia della senatrice a vita, in un racconto fedele agli scritti e ai discorsi resi pubblicamente dalla protagonista stessa negli anni della sua attività. Ripercorrendo con emozione quel periodo oscuro, il libro, attraverso la storia della donna, riporta alla luce uno dei periodi più vergognosi dell’umanità che non va mai dimenticato. Orrore e coraggio formano il binomio su cui si fondano queste pagine che rendono di fuoco una testimonianza diretta, autentica. I ragazzi saranno colpiti dalle parole e dalla storia della Segre, così come lo sarà chiunque leggerà questo libriccino tanto potente. Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono ricordare o conoscere la storia di una vera eroina che forse non indossa maschera e calzamaglia, ma che ha dimostrato il coraggio più grande non solo in passato, da ragazzina sopravvissuta all'orrore, ma anche oggi quando, senza alcun cedimento, si fa testimone di verità e memoria. Alcune note su Federico Gregotti Federico Gregotti (pseudonimo di Federico Zoja) è nato nel 1971 ad Aosta. Insegna Lettere nelle scuole superiori. Ha pubblicato diverse opere di narrativa ispirate a celebri personaggi del mondo dell’arte. Per Einaudi Ragazzi ha scritto Friedl e i bambini di Terezín e Una spia a regola d’arte . TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_per_ragazzi, #federico_gregotti, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: I frutti del Congo (Alexandre Vialatte)
Autore: Alexandre Vialatte Traduttore: Gabriella Bosco Editore: Prehistorica Editore, 2025 Pagine: 400 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 20.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.prehistoricaeditore.it/libro/9788831234368 Trama "I Frutti del Congo" è innanzitutto un volantino pubblicitario di una magnifica donna nera che porta con sé dei limoni d’oro. Ma anche i sogni degli scolari di una cittadina della montagnosa Alvernia, per i quali questa illustrazione simboleggia l’impresa estrema, la poesia stessa dell’esistenza. Cos’è del resto l’adolescenza? Proprio questa è la questione cui l’autore risponde, senza di fatto avere bisogno di rispondere, in questo romanzo. Vialatte infatti ci mostra l’adolescenza, con le sue stravaganze, le sue sublimi aspirazioni, i suoi amori febbrili; ci mostra al tempo stesso una città di provincia con le sue kermesse, il suo assassino, il suo dottore, il liceo e la piazza. Ode alla poesia del quotidiano, alla creatività e all’evasione, ma anche dura critica della società di consumo, "I Frutti del Congo" si dà come “uno dei più grandi romanzi francesi del XX secolo”, secondo il critico Pierre Jourde, il capolavoro dell’avventura immaginata. Si tratta di un’opera dall’ambizione altissima, fulgida metafora della Letteratura. Recensione Questo romanzo è soprattutto musica, essenza di poesia che diventa un ruscello cristallino per raccontare la tragica e dolce storia di Frédéric e Dora. Se hai dimenticato la tua adolescenza, se non senti alcun legame con il fantastico e il bizzarro, se consideri le poesie come deliri di menti disturbate e se non hai familiarità con i sogni, allora questo libro non fa per te. La trama è la seguente: Frédéric, detto Fred, è uno studente liceale troppo alto e troppo magro che indossa un'incongrua bombetta al posto del tradizionale berretto dell'epoca e nipote del dottor Lamourette che tratta il ragazzo come un malattia. Il suo tempo libero lo passa al club dei “Piaceri della Corea”, incontri periodici di scolari che si abbuffano di parole e di sogni e che immaginano di domare i malvagi trucchi del Destino incarnandolo in un personaggio immaginario, chiamato Mr. Panado. Fred si innamora di una ragazza molto giovane che si fa chiamare Dora e il cui vero nome e le origini vengono a galla man mano che la lettura procede. Qui la sessualità non conta nulla. Tutto è solo sguardi, sospiri ed emozioni. Purtroppo tutto finirà in tragedia perché, a questa età, tutto è dramma e il signor Panado, questo lo si impara crescendo, non molla mai la presa. Sicuramente uno dei temi principali del racconto è la malinconia. Gli adolescenti di questo romanzo sono in preda a molte preoccupazioni. Il mondo che li circonda li spaventa e la banalità della vita quotidiana li spinge a rifugiarsi nella soffitta del club dei "Piaceri della Corea" dove aspirano a cose grandi e magnifiche. Divisi tra i ricordi dell'infanzia, ancora così vicina, e l'attesa dell'età adulta, si confrontano con una sorta di inevitabilità dalla quale non possono sfuggire. Quando non vanno a scuola, il narratore, il suo amico Frédéric e gli altri adolescenti si annoiano. La malinconia, in senso letterario, li attrae. Il mondo di Shakespeare ispira i loro giochi nelle periferie. Allo stesso tempo Dora è un personaggio segnato dalla tristezza, la sua stabilità emotiva trova origine in una terribile previsione. L'unica via di salvezza è il gioco o la fuga verso altri orizzonti. Panado invece mantiene un legame complesso con la malinconia; esso rappresenta la negazione che colpisce il mondo incarnando l'indifferenza, la codardia, l'odio, la sofferenza , la distruzione. Questo essere immaginario simboleggia l'esperienza comune della sofferenza. Il mondo immaginario degli adolescenti si presenta come un doppio del mondo reale, ma paradossalmente appare più vero della realtà perché appartiene a loro. Gli adolescenti conoscono bene il mondo reale, ma lo mettono da parte in quanto li delude e preferiscono incontrarsi in un universo illusorio dove si inebriano di sogni ad occhi aperti. Consiglio questo romanzo a tutti coloro che cercano una lettura atipica, pieno di cieli sognanti e stelle cadenti che si ama o si odia, ma che non ti lascia indifferenti Alcune note su Alexandre Vialatte Alexandre Vialatte nasce a Magnac-Laval nel 1901 ed è divenuto celebre per aver fatto conoscere per primo ai francesi le opere di Kafka e per avere tradotto autori del calibro di Nietzsche, Goethe, von Hoffmannsthal, Mann, Brecht. Ha nel corso degli anni dato prova di un’immensa creatività artistica, che lo ha portato a spaziare dalla poesia alla cronaca letteraria, per arrivare al romanzo. Ha pubblicato presso alcune delle più prestigiose case editrici d’oltralpe, tra le quali Gallimard e Juillard. Oggi, è universalmente annoverato dalla Critica nella categoria dei grandi classici senza tempo. TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #gabriella_bosco, #alexandre_vialatte, #voto_cinque

RECENSIONE: L'ombra della guerra (Andrea Verrocchio)
Autore: Andrea Verrocchio Editore: Edizioni IlViandante, 2024 Pagine: 160 Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea, Storia Prezzo: € 15.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.edizioniilviandante.it/prodotto/lombra-della-guerra/ Trama John Foster è un avvocato di successo. Conduce un'esistenza tranquilla, tra il lavoro e la vita di coppia con l'amata moglie, nella città di South Shields, in Inghilterra. Ama il mare; la vista di quell'azzurro, come i suoi occhi, è per lui fonte di pace e serenità, dove potersi immergere e rifugiare. Eppure, qualcosa di improvviso sembra rompere l'equilibrio che John era riuscito a costruire. L'inizio di un nuovo giorno, una lettera inaspettata. Riceverà un invito che lo riporterà nel pieno del secondo conflitto mondiale, a rivivere il suo tormentato passato, tra orrori e disperazione. Un passato che aveva cercato di dimenticare, ma che, prepotentemente, tornerà come un'ombra nella sua vita. Recensione Il giovane autore abruzzese appassionato di storia, in questa sua ultima fatica, trasporta il lettore nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Il protagonista del romanzo è John Foster, avvocato inglese che un giorno riceve una lettera inaspettata che lo porta a rivivere il suo passato. Un passato doloroso che aveva cercato di dimenticare. A John viene proposto, dal giornale “Daily Telegraph” di Londra, di effettuare un’intervista sugli anni della guerra da lui vissuti in Italia. Dapprima risulta molto titubante, in quanto ricordare quel periodo per lui è molto doloroso, ma poi accetta, convinto soprattutto dalla consorte Alison, orgogliosa da sempre delle vicende belliche dell'uomo. A partire da questo punto, il libro di Verrocchio si snoda come il racconto delle vicende belliche del protagonista nel corso dell’intervista-testimonianza che il “Daily Telegraph” vuole raccogliere tra le persone che servono il Regno Unito durante la Seconda guerra mondiale. Quella che si trova davanti il lettore è un’attenta e precisa ricostruzione storica, sicuramente non facile, ma molto precisa, scorrevole e dettagliata di alcune vicende storiche avvenute nel dilaniato Abruzzo lungo la linea Gustav. Si nota facilmente come l'autore ha consultato e letto attentamente diverse fonti del periodo in questione e ha steso il racconto con una precisione davvero maniacale. Dopo l’8 settembre 1943, John Foster viene liberato dal campo di prigionia in Abruzzo e raggiunge a piedi, dalle montagne intorno a Sulmona, Pescara per poi imbarcarsi e tornare nel Regno Unito. Qui l’autore descrive i luoghi che il protagonista attraversa, con ampie digressioni sulla storicità dei luoghi medesimi. Molto interessante è l’Introduzione dell’autore in cui fa un sintetico quadro storico del conflitto mondiale, ponendo, e bene, in risalto l’umanità degli abruzzesi in quanto ai loro occhi non vi erano inglesi, tedeschi, americani, cinesi, polacchi, ma solo esseri umani che cercavano la speranza per alleviare le ferite del corpo e dell’anima. Si tratta di un libro che si legge tutto di un fiato, scritto in uno stile molto fluido e in una prosa curata. Il filo conduttore si articola poi, con vera originalità, in svariati quadri, che potrebbero tranquillamente essere ciascuno una narrazione a sé stante, soprattutto, come dicevo, per le dotte e precise digressioni storiche. Andrea Verrocchio è un abile esperto della Storia e dal romanzo si vede. Il racconto è inventato, ma i fatti sono veri. Molto interessante la conclusione della “Prefazione” della docente e critica cinematografica Andreina Sirena in cui si mette in risalto come sia stata impervia e sanguinosa la strada per riconquistare la libertà che oggi si sbandiera. Consiglio questo libro a tutti coloro che cercano non solo un'opera davvero ben scritta, ma anche a coloro che si interessano del periodo della Seconda Guerra Mondiale. Alcune note su Andrea Verrocchio Andrea Verrocchio nasce a Pescara 15 agosto 2007. Frequenta il Liceo Classico “D’Annunzio”. È appassionato di storia. Nel 2017 arriva il primo riconoscimento con la poesia I segreti delle parole: racconti in colore, dal quale prende il nome la raccolta pubblicata nel 2019. È autore di due romanzi storici, Le idi di Marzo , opera finalista alla XXII rassegna editoria abruzzese, e Pescara 1566-La battaglia dell’Aternum , in collaborazione con il Museo delle Genti d’Abruzzo, premiato in tre concorsi. Ha conseguito diversi riconoscimenti e premi letterari con racconti a tema storico. TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #storia, #andrea_verrocchio, #voto_cinque

RECENSIONE: La Palma
Piattaforma: Netflix Anno: 2024 Puntate: 4 Durata media: 45 minuti (puntata) Genere: Catastrofica, Drammatico Trama La miniserie segue una drammatica attività vulcanica sull'isola di La Palma, nell'arcipelago delle Canarie. Come ogni anno l'alta stagione turistica vede l'isola brulicare di turisti, milioni di scandinavi si recano alle canarie per le vacanze di natale. Anche quest'anno una famiglia norvegese ritorna per le celebrazioni al loro hotel preferito sull'isola di La Palma. Intanto una scienziata norvegese scopre allarmanti segni di pericolo che potrebbero risultare in una delle catastrofi naturali più devastanti della storia: il vulcano che è in effetti la base dell'isola è pronto per un'eruzione che potrebbe riversare nell'oceano una massa di lava enorme, causando uno tsunami che porterebbe distruzione ovunque. Riuscirà la famiglia a mettersi in salvo prima che sia troppo tardi? Recensione La Palma , la nuova miniserie di Netflix, trasforma la tranquillità delle vacanze natalizie in una lotta per la sopravvivenza. Diretta da Kasper Barfoed , la serie in quattro episodi ci porta sull’omonima isola delle Canarie, dove una famiglia norvegese, abituata a trascorrere lì le festività, si ritrova a fronteggiare una catastrofe naturale senza precedenti. Con un ritmo serrato e cliffhanger avvincenti, La Palma non lascia un attimo di tregua allo spettatore, spingendolo a divorare i quattro episodi uno dopo l’altro. Il cuore pulsante della trama ruota attorno all’attività vulcanica dell’isola. Un team di scienziati, guidato dalla giovane norvegese Marie ( Thea Sofie Loch Næss ) e dall’islandese Haukur ( Ólafur Darri Ólafsson ), individua segnali preoccupanti provenienti dal Cumbre Vieja, la dorsale vulcanica che attraversa l’isola. L’imminente eruzione potrebbe non solo minacciare gli abitanti locali e i turisti, ma anche provocare il crollo di una massa di terra nell’oceano, innescando il più grande tsunami mai registrato. La minaccia non è solo visiva, ma anche invisibile: il gas tossico che precede l’eruzione uccide senza preavviso e il caos aeroportuale blocca ogni possibilità di fuga. Questa sequenza di eventi è descritta con un realismo impressionante, quasi educativo, mostrando le fasi di un’eruzione vulcanica e le implicazioni globali che può avere. La Palma non si limita al disastro naturale, ma approfondisce anche i legami familiari: la famiglia protagonista, composta da Fredrik ( Anders Baasmo ), Jennifer ( Ingrid Bolsø Berdal ) e i loro figli Sara ( Alma Günther ) e Tobias ( Bernard Storm Lager ), rappresenta un microcosmo di tensioni relazionali. La serie mostra come la crisi naturale metta alla prova le loro fragilità personali e i rapporti interpersonali. Jennifer, sempre più ossessionata dal fitness, e Fredrik, un padre che fatica a mantenere l’unità familiare, vedono la loro relazione scricchiolare proprio come le rocce vulcaniche sotto i loro piedi. La metafora tra la fragilità del nucleo familiare e quella della crosta terrestre è potente e simbolica. Il cast è uno dei punti di forza della serie . Ingrid Bolsø Berdal (già vista in Westworld ) interpreta con maestria una madre divisa tra il desiderio di controllo e la paura del disastro imminente. Anders Baasmo dona profondità al personaggio di Fredrik, un padre che cerca di mantenere la calma mentre tutto intorno crolla. La vera rivelazione è Alma Günther nel ruolo della figlia Sara, il cui percorso di crescita personale riflette l’instabilità dell’isola stessa. Anche Thea Sofie Loch Næss , nel ruolo della scienziata Marie, brilla per la sua determinazione e la sua capacità di rappresentare il trauma personale di chi ha già affrontato un disastro e ora lotta per prevenirne un altro. Visivamente, La Palma è piuttosto impressionante. Le scene delle spiagge e dei resort, sature di colori vividi e brillanti, contrastano nettamente con la cupezza delle montagne vulcaniche e il grigiore minaccioso del mare. Questa dicotomia rafforza il messaggio centrale della serie: la natura non è solo splendore e bellezza, ma anche caos e distruzione. La serie non teme di mostrare scene di panico collettivo, con fughe disperate, aeroporti bloccati e tensione sociale in aumento. L’editing serrato e la colonna sonora carica di violini staccati e pulsazioni ritmiche accentuano la sensazione di urgenza. Oltre all’intrattenimento, la miniserie lancia un messaggio chiaro e attuale: la fragilità dell’uomo di fronte alla forza della natura. Le tematiche ambientali emergono con forza, richiamando le recenti catastrofi climatiche che affliggono il nostro pianeta. I personaggi discutono del cambiamento climatico, ma è la natura stessa a urlarlo con forza: il vulcano esplode, la terra trema e l’oceano si ribella. Non c’è bisogno di un discorso esplicito per cogliere il parallelismo con il nostro presente. Anche i rapporti umani vengono messi in discussione: proprio come la dorsale vulcanica si spacca e si riforma, così i legami familiari devono affrontare scosse per potersi rafforzare o, nel peggiore dei casi, frantumarsi per sempre. Una serie da pochi episodi consigliata a chi ama i film catastrofici, le storie di sopravvivenza e le serie con un ritmo incalzante e spettacolo visivo. TAG: #catastrofico, #drammatico, #netflix, #voto_quattro

RECENSIONE: L'ultima parola (Taylor Adams)
Autore: Taylor Adams Traduttore: Alice Laverda Editore: Time Crime, 2024 Pagine: 336 Genere: Narrativa straniera, Thriller Prezzo: € 16.90 (cartaceo), € 9.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://timecrime.it/products/lultima-parola Trama Emma Carpenter vive isolata con Laika, il suo golden retriever, facendo da custode a una vecchia casa sulla spiaggia della costa piovosa dello Stato di Washington. I suoi unici contatti umani sono l’enigmatico vicino, Deek, e la proprietaria di casa, Jules. Un giorno legge un raccapricciante romanzo horror di H.G. Kane, scritto malissimo, e pubblica una recensione a una stella. Il post la trascina in poco tempo in un’accesa discussione online con nientemeno che l’autore stesso. All’inizio sembra innocua, ma presto Emma si rende conto che da quel momento hanno iniziato a verificarsi incidenti notturni a dir poco inquietanti. Non si tratta di una semplice coincidenza, e la paura comincia a crescere. Scavando nella vita e nel lavoro di Kane, Emma scopre che ha pubblicato altri sedici romanzi altrettanto sadici e con al centro uno stalking destinato a concludersi in omicidio. Ma chi è veramente H.G. Kane? E se c'è lui dietro a tutto questo, come ha fatto a trovarla? Di cos’altro è capace? Dopo aver pubblicato una recensione negativa di un romanzo, un’appassionata lettrice inizia a chiedersi se l’autore sia solo un po’ suscettibile oppure molto pericoloso, in questo avvincente thriller psicologico. Recensione Cosa succede quando una semplice recensione di un libro si trasforma in un'escalation di terrore? Taylor Adams, già autore di successo nel genere thriller, torna in libreria con un romanzo avvincente e inquietante che esplora i lati più oscuri delle relazioni virtuali e le conseguenze imprevedibili di un gesto apparentemente innocuo. Emma Carpenter è una donna che ha scelto la solitudine per allontanarsi dal suo passato. Vive insieme a Laika, il suo fedele golden retriever, facendo da custode a una vecchia casa sulla spiaggia della piovosa costa dello Stato di Washington. Le sue giornate trascorrono tranquille, scandite dai ritmi del mare e dalle sporadiche interazioni con due persone: il suo enigmatico vicino Deek e Jules, la proprietaria della casa. Tutto cambia quando Emma decide di leggere un romanzo horror di H.G. Kane, un autore sconosciuto. Delusa dalla scarsa qualità del libro, scrive una recensione a una stella e la pubblica online. Quella che sembra una semplice opinione da lettore si trasforma ben presto in un’accesa discussione virtuale, con lo stesso Kane che risponde alle critiche. Fin qui, nulla di strano; ma quando la protagonista inizia a notare strani e inquietanti incidenti notturni, capisce che non si tratta di semplici coincidenze. Emma decide di indagare su Kane e scopre che l’autore ha pubblicato ben sedici romanzi, tutti caratterizzati da storie di stalking e omicidi brutali. Ma chi è davvero H.G. Kane? E se fosse lui il responsabile degli eventi che stanno sconvolgendo la sua vita? Come è riuscito a trovarla? E, soprattutto, fino a dove è disposto a spingersi? Con questo thriller, l'autore costruisce una trama serrata che tiene i lettori con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. Attraverso il personaggio di Emma, il romanzo esplora il confine sottile tra la paura reale e quella immaginata, mettendo in discussione quanto possiamo davvero fidarci delle persone che incontriamo, anche solo virtualmente. Consiglio questo thriller a chi cerca un libro originale che tieni incollati fino all'ultima pagina dove la trama non so riduce alla "semplice" persecuzione di un autore contro una lettrice. Alcune note su Taylor Adams Taylor Adams è autore di diversi thriller acclamati dalla critica, due dei quali sono stati selezionati come Book of the Month Main Selections e Amazon Editors’ Picks. Il suo romanzo No Exit , tradotto in trentadue lingue, è stato recentemente adattato dai 20th Century Studios come film originale per Hulu. Con L’ultima parola , romanzo che solamente negli Stati Uniti ha venduto oltre novantamila copie, debutta invece nel catalogo Timecrime. Vive nello Stato di Washington. TAG: #narrativa_straniera, #thriller, #alice_laverda, #taylor_adams, #voto_cinque

RECENSIONE: Palafox (Éric Chevillard)
Autore: Éric Chevillard Traduttore: Gianmaria Finardi Editore: Prehistorica Editore, 2024 Pagine: 200 Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 17.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.prehistoricaeditore.it/libro/9788831234283 Trama Vediamo spuntare Palafox da un uovo che Algernon Buffoon, pedante ambasciatore inglese in pensione, si sta accingendo a mangiare per colazione, per lo stupore dei commensali. Certo, a prima vista, tutto lascia pensare che Palafox sia un pulcino; al massimo uno struzzo, dalle lunghe zampe e il collo smisurato. Un comune cucciolo di giraffa allora, col pelo giallo maculato, sì uno di quei leopardi silenziosi e temibili mangiatori d’uomini; un altro squalo assetato di sangue, una seccante zanzara con la sua tromba caratteristica, di qualsivoglia elefantino… ma presto si inizia a dubitarne. Palafox gracida, ci lecca la faccia, e le nostre certezze vacillano. Romanzo di scintillante ironia, una sfida lanciata al lettore che, come gli altri personaggi, sarà letteralmente chiamato ad acciuffarlo. Dietro un velo di umorismo, Palafox incarna la quintessenza della letteratura che - lungi da mode e ricette - dimostra di sapersi ancora muovere splendidamente sul terreno della fantasia e dell’invenzione pura. Recensione Cosa accadrebbe, cari lettori, se un animale in particolare, Palafox, ad esempio, monopolizzasse la vita dei personaggi presenti in questo testo e contemporaneamente la vostra attenzione? "Ma che animale è Palafox?" sicuramente si chiederà chi sta per leggere questa recensione. La sfida è proprio questa. Palafox è l’ultimo romanzo arrivato in Italia ad opera dell'inclassificabile Éric Chevillard , un autore difficile da ingabbiare nelle consuete e riconosciute definizioni letterarie della narrativa. Rimanendo su questo orientamento stilistico, questo romanzo è probabilmente il romanzo più rappresentativo della tematica di questo autore . Il nome inconsueto si riferisce ad un animale che ha fatto la sua apparizione nel mondo semplicemente rompendo, dall’interno, il guscio di un uovo che era sul punto di essere consumato durante l’ora del pasto in una tavolata di gentiluomini e gentildonne. Questo inizio dovrebbe fornire, ai più, dell’animale in questione l’immagine di un pulcino. E invece no! il libro in tutte le pagine non regala, mai, ai lettori alcuna certezza. A volte è minuscolo, a volte è mastodontico. Ha tinte rossicce, ma anche tendenti al bluastro. Appartiene al mondo degli uccelli, ma anche a quello dei rettili e ancora alle specie anfibie ma con fattezze degli animali domestici. Ora è contemporaneo a tutti gli altri personaggi che lo circondano, zoologici, curiosi ed appartenenti ad una certa nobiltà, poco dopo però leggiamo che potrebbe portare su di sé secoli di storia. Appare subito evidente che tutto è il contrario di tutto e, alla medesima maniera, ogni racconto, ogni narrazione e tutte le varie digressioni, estremamente frequenti nel romanzo, hanno la facoltà di godere di più possibili letture. Allora ci si potrebbe chiedere "per quale motivo dovremmo mai leggere un libro così astruso?" Perchè l'autore ci sfida, il suo stile ci sfida. Cos’è dunque questo animale? Palafox rappresenta la letteratura che sfugge a qualunque catalogazione. Come l’autore, che vuole seguire unicamente la sua indole senza scendere a patti, così l’animale rifiuta qualunque addestramento o anche il semplice adescamento da parte dei quattro pedanti studiosi che lo seguono, Zeiger, Cambrelin, Pierpont e Baruglio. Solo la signorina Maureen sembra godere, a tratti, della fiducia di Palafox. Una figura femminile aggraziata e sensibile che nell’ottica delle moltissime metafore ed allegorie di cui l’autore si serve, potrebbe indentificarsi con il pubblico dei lettori o con l’ispirazione che esso può veicolare tramite l’osservazione del mondo. Peccato che anche Maurren tradirà la buona fede di Palafox, proprio come il pubblico o l’ispirazione male interpretata possono tradire l’animo sensibile di chi vuole raccontare se stesso e la propria visione delle cose. In misura minore, il meticoloso ambasciatore inglese Agernon Buffon ha un ascendente simile sulla discussa creatura, ma si tratta di un rapporto dettato non dalla fiducia, ma dalle costrizioni. Il diplomatico infatti vorrebbe piegarlo a regole poco flessibili e studiate esibizioni, fino a renderlo quasi un fenomeno da baraccone. Ancora una volta il richiamo all’ambito letterario e, più precisamente, ad una certa tipologia di editori che sviliscono e snaturano i propri autori a vantaggio della grande diffusione non appare così peregrino al lettore più sensibile Uno dei pochi testi in cui davvero sussiste un’interazione con il pubblico dei lettori. L'autore francese gioca con nomi, assonanze ed onomatopee, gioca con le espressioni idiomatiche, gioca con i ricercatissimi sostantivi del mondo animale e dell’ambito della mondanità più sofisticata, ma soprattutto gioca con noi che lo leggiamo. Ci sfida, ammicca, ci porta verso una direzione in una riga, ma due righe sotto ce ne indica una totalmente differente. Come si avrà capito, la cifra di questo libro risiede in una comicità surreale e paradossale che arriva a esibirsi in virtuosismi. L'intera opera in realtà risulta un lungo esercizio di stile in cui Chevillard, giocando, mostra le sue doti di scrittore. Tutto ciò può ricordare un altro autore francese: Raymond Queneau autore di quegli Esercizi di stile che mascherati da un intento ludico svelano seriamente tutte le potenzialità della lingua. Inoltre, l’assurdità dell’intreccio non possono che strizzare l’occhio al Teatro dell’assurdo. Un libro, unico nel suo genere, che consiglio a tutti coloro che amano le sfide letterarie. Alcune note su Éric Chevillard Éric Chevillard è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yon e, come recita non senza ironia il suo sito, “ieri il suo biografo è morto di noia”. Si tratta indubbiamente di uno dei massimi scrittori francesi contemporanei, che ha saputo suscitare il vivo interesse di critica e pubblico, anche all’estero. Ideatore del fortunatissimo blog letterario, L’Autofictif , ha nel corso degli anni ottenuto diversi e prestigiosi premi, come il PRIX FÉNÉON, Il PRIX WEPLER, il PRIX ROGER-CAILLOIS, il PRIX VIRILO e il PRIX VIALATTE per l'insieme della sua opera. Molti dei suoi capolavori sono tradotti, in inglese, spagnolo, tedesco, russo, croato, romeno, svedese e cinese. Nel 2013, la traduzione di un suo romanzo, Préhistoire (1994; Prehistoric Times ), si è aggiudicata il Best Translated Book Award – premio statunitense assegnato dalla rivista “Open Letters” e dall’università di Rochester. Ha scritto oltre venti opere - volendo menzionare solo i romanzi - pubblicate dalla leggendaria casa editrice francese Les Éditions de Minuit, diventata grande con Samuel Beckett e il Nouveau Roman. Sul riccio è il primo testo in assoluto pubblicato da Prehistorica Editore, tutti sono stati tradotti da Gianmaria Finardi. TAG: #narrativa_straniera, #narrativa_moderna_contemporanea, #gianmaria_finardi, # éric_chevillard , #voto_cinque

RECENSIONE: L'ospite della vigilia (Erri De Luca)
Autore: Erri De Luca Editore: Terre di Mezzo, 2020 Pagine: 48 Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea Prezzo: € 12.00 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.terre.it/prodotto/lospite-della-vigilia/?srsltid=AfmBOopFJA_M_o2Jpd0OZf9IEDcGOYYEKr0iiorVoX_LK7SN_NL4FP4C Trama Nell'atmosfera sospesa di una Vigilia, le parole di Erri De Luca incontrano gli acquerelli di Alessandro Sanna, e trasformano una notte di nebbia in un dono raro. Recensione Lo scrittore, giornalista, poeta e traduttore italiano regala una piccola favola di Natale, un cristallo di poesia da appendere sotto l’albero che non ha bisogno di luci elettriche. Una storia magica che rivela una delicatezza sognante. Questa storia è una piccola perla pubblicata per la prima volta quattro anni fa e impreziosita dalle illustrazioni di Alessandro Sanna. È la Vigilia del Santo Natale. È domenica e, il protagonista di questo piccolo racconto, è un uomo solo che vive in una casa lontano dal caos della città e in condizioni più che umili. Senza riscaldamento né elettricità, in un’abitazione che non è di sua proprietà così come non lo sono la stalla e le bestie. Il giorno è ormai giunto al termine e dalla terra si alza una nebbia densa e fitta che copre tutto. L’uomo sta apparecchiando la tavola per la cena, parlottando tra sé e sé per ascoltare una voce qualunque, in sottofondo il crepitio del fuoco del camino su cui stanno cuocendo delle castagne e una cipolla con un uovo al suo interno. Per errore si accorge di aver aggiunto un piatto e sul momento l’uomo ne sorride, ma quando due fari d’auto fendono la coltre di nebbia, rimane stupefatto dalla casualità di un gesto tanto anomalo per lui. Dalla vettura scende un uomo che chiede ospitalità per la notte. La sera della Vigilia prende così una svolta inaspettata per l’uomo che deve riabituarsi a conversare, a udire una voce diversa dalla sua. Il protagonista non ha fede, ma crede nella pace anche se il suo ospite, che offre aiuti assieme ad altri volontari in Bosnia, lo porta a riflettere sul fatto che la guerra è “ La nostra specialità di gente umana. È antica quanto noi, non si riesce a stare senza. Non è altro che l’autorizzazione ad ammazzare. Sembra che spunti in ogni generazione. Anche Natale è frutto di una guerra, l’esercito romano che impone in pieno inverno un censimento alla nazione conquistata. ” Consiglio questo libretto a tutti coloro che cercano una lettura inaspettata quanto l’arrivo di un estraneo a casa propria, quanto l’aggiunta di un piatto in più, che tocca temi importanti e che fa molto riflettere. Alcune note su Erri De Luca Erri de Luca è autore di narrativa, teatro, traduzioni, poesia, tradotto in oltre 30 lingue. Il suo primo romanzo, “Non ora, non qui” , è stato pubblicato nel 1989 (Feltrinelli). Per le interviste in sostegno della lotta NOTAV in Val di Susa è stato prima incriminato e poi prosciolto a processo (2015). A sua difesa ha pubblicato “La Parola Contraria” (Feltrinelli). In questo tempo di pandemia, per il canale YouTube “The Decameron 2020”, ha scritto e raccolto voci di scrittori e attori nel periodo di lockdown. Con Terre di mezzo Editore ha pubblicato “L’ospite della vigilia” (collana Narrativa, illustrazioni di Alessandro Sanna). TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #erri_de_luca, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Io e Kira (Noel Fitzpatrick)
Autore: Noel Fitzpatrick Traduttore: Giuseppe Iacobaci Editore: Salani, 2024 Pagine: 128 Genere: Narrativa straniera, Biografie Prezzo: € 18.90 (cartaceo), € 11.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.salani.it/libri/io-e-kira-9788831021203 Trama Kira è una cagnolina straordinaria. Ha conquistato il cuore di Noel dal primo momento in cui si sono incontrati. Perché Kira non giudica. Quando lui è in difficoltà, Kira è lì per ricordargli che si può solo fare del proprio meglio. Quando lui vede solo buio, Kira è pronta a illuminargli la strada. Una storia commovente di amicizia e amore, un racconto tenero e meravigliosamente illustrato che ci insegna ad abbracciare gli alti e bassi, la felicità e la tristezza, l'oscurità e la luce che fanno parte della vita. Un libro che promette di spezzarti il cuore e di ricomporlo ancora più forte di prima. Recensione Nella pagina che precede la premessa si legge: "A tutti coloro che cercano il conforto dell'amore incondizionato...". Ed è proprio un affetto assoluto, completo, illimitato, pieno, senza riserve e totale quello che dona Kira, così come ogni cane come lei, al suo padrone nonché autore di questo tenere libro biografico. Il rapporto del veterinario Noel Fitzpatrick con il suo cane Kira era, e rimane, molto speciale. Nei momenti difficili e di difficolta Noel si rivolgeva a Kira per farsi aiutare. Il legame tra i due era significativo e, in questo libro illustrato da Laura McKendry in modo assolutamente sbalorditivo, Noel riflette su quei giorni, sulla gioia e il senso del valore che Kira ha portato nella sua vita. Certo non sempre la cagnolina era brava e buona, sovente era monella e ne combinava di tutti i colori: masticava ciabatte, strappava il sacco della spazzatura, apriva i rubinetti..., ma le bastava alzare quegli occhietti espressivi per essere perdonata. Kira ha insegnato molte cose al suo padrone: a controbilanciare l'orgoglio con l'umiltà, a confrontare saggiamente lode e critica, ad essere curioso e grato, a dar spazio alla voce del cuore, a capire che la sua zampetta nella mano è tutto ciò di cui ha bisogno. Nel 2022 Kira muore e Noel decide di arrendersi al suo amore ancora una volta con la scrittura di questo libro. Un amore unico che trascende lo spazio e il tempo . Un libro che consiglio a tutti coloro che amano gli animali, in particolar modo i cani, che è capace di strappare più di un lacrima al lettore. Alcune note su Noel Fitzpatrick Noel Fitzpatrick è un chirurgo specializzato in neuro-ortopedia veterinaria, fondatore delle cliniche Fitzpatrick Refferals nel Surrey, nel sud dell'Inghilterra. TAG: #narrativa_straniera, #biografia, #giuseppe_iacobaci, #laura_mckendry, #noel_fitzpatrick, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Il grande libro delle storie di Natale (Autori Vari)
Autore: Massimo Scorsone (a cura di), Silvia Valisone (a cura di) Editore: Mondadori, 2024 Pagine: 756 Genere: Narrativa italiana, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 28.00 (cartaceo), € 14.99 (ebook) Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.oscarmondadori.it/libri/il-grande-libro-delle-storie-di-natale-aa-vv/ Trama In fondo, c'è un Natale per tutti i gusti: quello più classico e fiabesco dei Fratelli Grimm e Hans Christian Andersen, quello più gioioso di Lucy Maud Montgomery e Beatrix Potter, quello più irriverente di Francis Scott Fitzgerald e Mark Twain, e quello inaspettato di Pearl S. Buck, Luigi Pirandello o Truman Capote. Queste sono solo alcune delle oltre 80 voci che in questo volume, curato da Massimo Scorsone e Silvia Valisone, raccontano cos'è il Natale emozionando, facendo ridere, e a volte mettendo i brividi. Ma sempre facendo rivivere la magia del giorno più atteso dell'anno. Recensione Se immaginiamo il Natale la nostra mente automaticamente ci conduce al profumo delle pietanze fatte in casa o al calore degli abbracci e dello scambio dei doni con le persone più care. Si viene a creare una atmosfera magica che può essere facilitata da questo ottimo volume. Il tema di questo libro, come lascia immaginare il titolo, sono le storie legate al periodo natalizio. Ben ottanta racconti natalizi nati dalla penna dei più eccellenti scrittori: i fratelli Grimm, Hans Christian Andersen, Dostoevskij, Charles Dickens, Lev Tolstoj, Fitzgerald, Luigi Pirandello, Guido Gozzano, Carlo Collodi, Oscar Wilde e molti altri. Questo “mattone”, dall’estetica fine e ineguagliabile, contiene una vasta scelta di storie, racconti e filastrocche di Natale, che faranno immergere il lettore tra paesaggi incantati ed innevati, ricche case e povere famiglie. Le storie risulta adatte sia a grandi che ai piccini. Per i più piccoli si trovano racconti come “Gli elfi e il ciabattino” dei fratelli Grimm, che racconta la storia di un calzolaio che diventa ricco grazie all'aiuto di una coppia di simpatici folletti oppure “Lettera da Babbo Natale” di Mark Twain dove l’autore cerca di far vivere alla sua figlioletta la magia di questa festa non migliore modo possibile. Per gli adulti ad esempio, molto interessante, è il racconto da black humor “Vigilia di Natale” di Guy de Maupassant in cui il dottor Bonenfant, non credente, non può sottrarsi ad attestare per iscritto un miracolo cui aveva assistito con i suoi occhi. Pagine che sono caratterizzate dallo stile dell’autore, ma tutte che trattano lo stesso tema e che permettono di ritrovare il calore della famiglia, delle tradizioni e delle cose semplici, che se donate con il cuore, hanno un significato ancora più speciale. Avvolti da una morbida coperta e accompagnati dal calore di un camino scoppiettante, queste storie intramontabili, tengono compagnia in questo speciale periodo dell'anno. Un libro che consiglio a tutti coloro che non hanno mai smesso di sognare e credere a gnomi, Elfi, Animali parlanti, Babbo Natale, renne e spiriti natalizi. Alcune note su Massimo Scorsone Massimo Scorsone è traduttore e curatore editoriale. Alcune note su Silvia Valisone Silvia Valisone è curatrice editoriale TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_per_ragazzi,#massimo_scorsone, #silvia_valisone, #autori_vari, #voto_cinque

RECENSIONE: Il capolavoro perduto (Peter Römer)
Autore: Peter Römer Traduttore: Laura Rescio Editore: Piemme, 2024 Pagine: 400 Genere: Narrativa straniera, Thriller Prezzo: € 19.90 (cartaceo), € 10.99 Acquista: Libro , Ebook Acquista sito editore: https://www.edizpiemme.it/libri/il-capolavoro-perduto/ Trama Amsterdam, 2021. La morte improvvisa del gallerista Louis Post scuote il mondo dell'arte. Poco prima di essere ucciso, Post aveva rivelato al professor Arjen Hageveld una scoperta straordinaria: il ritrovamento di un dipinto del XVIII secolo, attribuito al misterioso Isaac Pietersz. Ma quello che doveva essere un trionfo per la comunità artistica si trasforma presto in una serie di omicidi. L'opera ritrovata sembra nascondere un segreto pericoloso, e qualcuno è disposto a tutto pur di proteggerlo, anche a uccidere. Nel frattempo, Katja Hiemstra, una giovane studentessa d'arte, scopre che quel dipinto apparteneva al nonno. Ciò che per lei era solo un ricordo di famiglia si rivela il fulcro di una caccia al tesoro mortale, che rischia di travolgere chiunque vi si avvicini. Recensione Questo romanzo trasporta il lettore nel mondo dell’arte e della storia dell’arte. La studentessa di storia dell'arte Katja sta scrivendo la sua tesi sotto la supervisione del professore Arjan Hageveld. Per la sua laurea, sta ricercando un cimelio di famiglia: un dipinto che un tempo apparteneva a suo nonno Anton, dipinto dal pittore Isaac Pietersz. Suo nonno è morto ormai da trent’anni, ma Katja continua le ricerche da lui iniziate. Insieme al relatore della sua tesi, Arjan Hageveld conduce ricerche sui materiali, sulla pittura e sullo sporco del dipinto. Lavoro perlopiù noioso finché non fa una scoperta importante a cui stenta a credere. Crimine e arte. Succede più spesso di quanto si creda. Con questo thriller Römer, autore olandese, entra pienamente nel mondo dell'arte. Sebbene la storia sia ovviamente del tutto inventata, contiene anche una serie di riferimenti alla realtà e a fatti veri. Si pensi, ad esempio, alla particolare verniciatura di tavole o dipinti, cosa che avveniva frequentemente nel XVII e XVIII secolo. Una storia inventata, ma con molti elementi realistici che rendono la trama ancora più coinvolgente. Molto buono lo sviluppo dei personaggi. Uno dei principali, Katja Hiemstra, che vuole rendere la sua scoperta accessibile a tutti invece di ricavarne un sacco di soldi riesce a far provare al lettore molta empatica per lei e per ciò che le accade. Anche l'altro personaggio principale, Arjan Hageveld, riulta ben caratterizzato nella storia. All'inizio fa delle scelte incomprensibili per il lettore, ma che si comprendono man mano che la storia avanza. Anche le altre persone come la migliore amica Nina, il mercante d'arte Vreeman e il mercenario Muller, vengono descritte in modo meticoloso tanto che non si fatica a crederle vere. Le motivazioni dei “cattivi” nella storia sono ben pensate e ben sviluppate. Il romanzo si suddivide in cinque parti che a loro volta contengono brevi capitoli che creano una forte suspence e ne facilitano e ne invogliano la lettura. Diversi capitoli terminano con un cliffhanger, ma ciò non comporta necessariamente un aumento della tensione. Il finale della storia è del tutto spiazzante e imprevedibile e stupefacente. Un libro che consiglio a tutti coloro che amano i thriller ambientati nell’affasciante mondo dell’arte. Alcune note su Peter Römer Peter Römer è un autore bestseller olandese. Ha lavorato come attore, produttore televisivo, sceneggiatore e regista. I suoi thriller sono ai vertici delle classifiche in Olanda, dove hanno venduto milioni di copie e vinto prestigiosi premi. Il capolavoro perduto è il suo primo romanzo pubblicato in Italia. TAG: #narrativa_straniera, #thriller, #laura_rescio, #peter_ römer , #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: Il conte di Montecristo (Fabrizio Silei)
Autore: Fabrizio Silei Editore: Lapis, 2024 Pagine: 360 Genere: Narrativa italiana, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 15.90 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.edizionilapis.it/libro/9791255190202-il-conte-di-montecristo Trama Edmond Dantès, il conte di Montecristo, narra in prima persona la sua storia e di come abbia messo insieme indizi, immaginato piste e svelato complotti, trovando i colpevoli della sua rovina anche grazie all’aiuto dell’abate Faria. Sfuggendo al suo destino di recluso, viaggiando sotto falso nome e impossessandosi del tesoro di Montecristo, Dantès arriverà finalmente ad avere il proprio riscatto sul destino e su chi l’ha tradito. Riscatto che culmina nella forma di vendetta più alta: quella del perdono. Età di lettura: da 8 anni. Recensione È il 1815 quando Edmond Dantès, abile marinaio prossimo alla promozione a capitano, rientra in nave a Marsiglia, dove lo aspetta la promessa sposa Mercedès. La vita del giovane sembra procedere con il vento in poppa, ma la sua felicità attira le invidie di alcuni concittadini che, con una sinistra macchinazione, lo fanno arrestare con l’accusa di sostenere Napoleone (allora in esilio all’Elba e ritenuto una minaccia per il re di Francia). A causa di una serie di circostanze sfavorevoli Dantès, innocente, rimane rinchiuso nelle segrete per anni; ne uscirà come un uomo del tutto diverso, concentrato esclusivamente sul suo ingegnoso piano di vendetta. Se Il Conte di Montecristo di Dumas , in parte ispirato a una storia vera, ha una narrazione straordinariamente incalzante anche questa trasposizione non è da meno. Silei, scrittore toscano, si propone di fare amare questa intramontabile storia anche alle nuove generazioni e la fa attraverso una scrittura moderna, ma allo stesso tempo fedele all'opera originaria manifestando per essa una grande rispetto. Per rendere la storia ancora più avvincente, l'autore presta Silei presta la voce al protagonista Edmond Dantès, rendendolo narratore della propria vicenda. La narrazione scorre in prima persona, è Dantès che parla, si svela e che racconta la propria storia ai due figli quasi adolescenti. Un'altra scelta fatta dall'autore è ritagliare l'opera originaria e ridurne quindi il numero di pagine da leggere. Lo fa con grande consapevolezza e attenzione e lascia qua e là delle "briciole" che invitano ad andare a leggere il romanzo originale ed esplorare così ogni direzione Ad arricchire il testo le belle illustrazioni di Anderle dal forte impatto visivo che evocano un’atmosfera cinematografica, perfette per amplificare l’immersione dei giovani lettori nella trama. Attraverso il senso della scoperta, della giustizia e della conquista, Silei riesce nel grande compito di connettere le nuove generazioni ad un romanzo di quasi due secoli fa. Lo scrittore non si fa remore nel mettere in campo anche il dolore presente nella storia e questo perché vuole risultare fedele all'opera originaria, ma anche per dare strumenti per essere artefice del proprio destino. Lo fa perché dona la possibilità di superare i propri limiti e di sognare senza stigmatizzare l'errore e la fragilità. Un libro perfetto per un pubblico giovane, ma che non rinuncia alla profondità e alle tematiche universali che hanno reso il romanzo di Dumas un pilastro della letteratura mondiale. Un’opera per scoprire, o riscoprire, uno dei più grandi classici attraverso uno sguardo nuovo e coinvolgente. Alcune note su Fabrizio Silei Fabrizio Silei è scrittore, grafico e artista, laureato in Scienze politiche, si dichiara “ricercatore di storie e vicende umane”. Autore prolifico e capace di spaziare tra vari generi e registri narrativi, riceve il Premio Andersen nel 2012 nella categoria 10-12 anni con Il bambino di vetro ; due anni dopo gli viene assegnato il Premio Andersen come miglior autore e nel 2024 il Premio Bancarellino con Hikikomori (insieme ad Ariela Rizzi) sempre per Einaudi Ragazzi. TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_per_ragazzi, #ernesto_anderle, #fabrizio_silei, #voto_quattro_mezzo

RECENSIONE: La dura vita di uno gnomo insopportabile (Andrea Micalone)
Autore: Andrea Micalone Editore: Ancora, 2024 Pagine: 96 Genere: Narrativa italiana, Narrativa per ragazzi Prezzo: € 13.50 Acquista: Libro Acquista sito editore: https://www.ancoralibri.it/scheda-libro/andrea-micalone/la-dura-vita-di-uno-gnomo-insopportabile-9788851428860-10668.html Trama Gli gnomi sono celebri per essere dolci e paciocconi, eppure c’è sempre l’eccezione come il protagonista di questo libro che è burbero e scontroso. Stanco di dover sopportare gli altri gnomi che lo vogliono costringere a badare al bosco, decide di recarsi in città per scoprire il mondo. Ma non sa che quegli ottusi degli umani lo confonderanno per un peluche e lo rinchiuderanno in un armadio, e questo renderà la sua avventura piuttosto complicata! Età di lettura: da 6 anni. Recensione Tutti sanno che gli gnomi sono creature adorabili, simpatici e carini. Sempre pronti ad aiutare e a dare consigli utili. Non è però questo il caso. Già dal titolo si comprende che il lettore non incontrerà uno di quei saggi gnomi delle fiabe. Il protagonista di questo libretto è uno gnomo insopportabile e scontroso che risponde sempre di no a qualsiasi richiesta. Gli altri gnomi, preoccupati, vorrebbero che trovasse uno scopo piuttosto che passare il tempo a oziare. Tutti insieme decidono, a malincuore, di allontanarlo; pronti però ad accoglierlo se cambiasse idea. Lo gnomo non si lascia intimidire e decide di recarsi in città per scoprire il mondo. Qui, dopo una breve esperienza in un supermercato, viene confuso per un peluche da una bambina e portato a casa. Tra giochi vari, un gatto coccolone e dei vicini isterici, il piccolo “uomo” cerca di mettere in atto diversi piani di evasione, ma riesce anche a comprendere qual è il suo dono. La parte centrale della storia riguarda i tentativi di fuga dello gnomo che risultano simpatiche e astute. Più volte ci si ritrova a sorridere. Complice anche il contesto generale. Con questa spassosa storia, l’autore ci ricorda che in un mondo dove spesso ci si arrabbia, dove sovente si va di fretta e ci si distrae facilmente a causa dei dispositivi che anestetizzano il cervello esistono ancora sentimenti genuini come quello dell’amicizia che gli gnomi manifestano nei confronti del protagonista che è la stessa che i giocattoli gli regalano non appena entra a far parte del loro gruppo. Non mancano altri gesti sinceri come la gentilezza, la solidarietà e per ultimo, ma non in ordine di importanza, il sorriso. Quest’ultimo, forse, è il regalo più bello in quanto aiuta sempre e anche uno gnomo insopportabile come il piccolo eroe di questa storia lo comprende. Consiglio questa storia a tutti i bambini delle elementari, ma anche a tutti coloro che cercano un libro piacevole e divertente che porta con sé diversi insegnamenti. Alcune note su Andrea Micalone Andrea Micalone ha scritto in segreto il suo primo libro all’età di otto anni (una tremenda copia di Jurassic Park ) e da quel momento non ha più smesso di sprecare inchiostro! Pubblica per adulti e per ragazzi, il suo Atlantis (Piemme 2020) è stato tradotto in spagnolo per l’America Latina TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_per_ragazzi, #andrea_micalone, #voto_quattro