Voto: 4.5/5
Autore: Zerocalcare
Editore: Bao Publishing, 2020
Pagine: 240
Genere: Graphic novels
Prezzo: € 21.00 (copertina), € 10.99 (ebook)
Trama
Diciotto anni, e una bugia ingombrante: Zero ogni mattina dice alla madre che va all'università, ma in realtà passa cinque ore seduto in metropolitana, da capolinea a capolinea. È così che fa la conoscenza di Arloc, un ragazzo un poco più piccolo di lui che ha altri motivi per voler perdere le sue giornate in un vagone della metro B di Roma. Man mano che la loro amicizia si fa più profonda, le ombre nella vita e nella psiche di Arloc si fondono con le tenebre del mondo dello spaccio di droga della periferia romana.
Recensione
È il 2001 e il giovane Zero si affaccia al mondo universitario, quello della mancanza di organizzazione, del peso dei voti che si fa via via più grave e della realtà lavorativa che inizia a delinearsi all’orizzonte, portatrice di responsabilità e cambiamenti importanti. Accompagnato dalla sua appariscente cresta rossa punk, Zero sceglie di andare in ritirata e smette di andare in facoltà per trascorrere ben cinque ore al giorno sulla linea B della metropolitana di Roma, mentendo ogni mattina alla madre, ignara di tutto. Ma l’ombra sempre più ingombrante di quella menzogna non è l’elemento più angosciante e preoccupante della sua vita: una mattina, Zero trova di fronte casa sua un dito mozzato.
La storia ingrana immediatamente con la rivelazione di questo mistero terrificante, un punto interrogativo che aleggia per tutto il volume e costringe Zero a guardare con occhi diversi la sua situazione e le persone a lui care, in particolare la new entry del suo gruppetto di amici, Arloc. Zero incontra questo sedicenne dai modi bruschi sulla metro nel tragitto tra un capolinea e l’altro. Fra i due nasce presto un’intesa dovuta al segreto che condividono: trascorrono entrambi la mattinata sui mezzi pubblici anziché essere rispettivamente all’università e a scuola. Complice anche la differenza d’età, Zero prende sotto la sua ala protettrice Arloc, illudendosi di poterlo salvare da quel futuro di delinquenza al quale sembra essere destinato. Il giovane ribelle Arloc, nome che si è scelto perché la sua capigliatura ricorda quella di Capitan Harlock, è un personaggio caratterizzato magnificamente: in bilico fra una difficile situazione familiare, che lo porta ad avvicinarsi al giro di spaccio di droga della periferia romana, e la curiosità per l’arte e la letteratura, assapora per un po’ un barlume di serenità e sicurezza con Zero e la sua combriccola di amici, in particolare Lena, che cerca di appagare la sua sete di conoscenza e rispondere alle sue tante domande. Il precario equilibrio che si è stabilito inizia a vacillare a causa di personaggi loschi ed eventi spiacevoli, che costringono il protagonista ad affrontare alcuni dei suoi scheletri nell’armadio e a riflettere su quanto davvero privilegiata sia la situazione in cui versa e quanto incontri e accadimenti al di fuori del nostro controllo possano capovolgere le sorti di ognuno di noi.
Arloc inizia a mostrare sprazzi di violenza e alcune delle sue reazioni inaspettate innescano una serie di eventi legati al mistero del dito mozzato ritrovato davanti casa di Zero. Prima che la verità venga a galla, veniamo catapultati al 2020 con un salto temporale di quasi vent’anni, trovando uno Zero ormai adulto che si dedica a tempo pieno alla scrittura di fumetti e ha visto nel tempo sbiadire le amicizie dell’adolescenza, ma non i mostri che porta dentro. Quando meno se lo aspetta, il passato torna a bussare alla porta e dovrà affrontare molte verità da cui cerca di sfuggire.
Scheletri è un thriller dal ritmo denso e serrato, sospeso fra il 2001 e il 2020. Non mancano scene violente e temi scomodi, affrontati con grande onestà e senza filtri, ma alleggeriti dagli inconfondibili riferimenti alla cultura anni ’80 e dagli esilaranti monologhi interiori di Zero, segno inconfondibile della scrittura di Michele Rech.
Scheletri parla di crescita, di errori giovanili e paure, delle amicizie che cambiano forma e, a volte, svaniscono e dei mostri che continuiamo a portarci dentro anche a distanza di anni.
Alcune note su Zerocalcare
Zerocalcare, pseudonimo di Michele Rech, è un fumettista italiano. Realizza i suoi primi lavori appena dopo il le scuole superiori realizzando un racconto a fumetti delle giornate del G8 di Genova del 2001. Ha collaborato con il quotidiano Liberazione e con le riviste Carta, Repubblica XL e Internazionale. Del 2011 è il suo primo libro a fumetti, La profezia dell’armadillo, pubblicato prima da Edizioni Graficart e poi da Bao Publishing che continuerà a pubblicare i libri seguenti, come Un polpo alla gola (2012), Ogni maledetto lunedì su due (2013), Dodici (2013), Dimentica il mio nome (2014), L'elenco telefonico degli accolli (2015), Kobane calling (2016), Macerie prime (2016), La scuola di pizze in faccia del professor Calcare (2019), Scheletri (2020) e A babbo morto (2020).
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