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RECENSIONE: Gli anni incerti (Emiliano Dominici)

Aggiornamento: 18 feb 2021



Voto: 4.5/5

Autore: Emiliano Dominici

Editore: Effequ, 2020

Pagine: 368

Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 18.00 (copertina), € 8.00 (ebook)


 

Trama

È il 22 giugno del 1969, e in tre luoghi diversi nascono tre bambini: Jerry a Central Park, New York, Giulia in un istituto religioso ad Assisi, Guido all'ospedale di Livorno. Si racconta qui delle loro tre esistenze, della loro crescita, della loro formazione mista a quella di un paese, e di un mondo, negli anni incerti trascorsi tra il 1969 e il 2001. Anni in cui si è fatta la storia che adesso conosciamo, che vedono avvicendarsi lo sbarco sulla Luna, la strage di Piazza Fontana, il terrorismo, gli scioperi nelle fabbriche, i mondiali di calcio, le proteste studentesche e universitarie e numerosi altri grandi avvenimenti. E insieme a tutto questo si vanno costruendo l'amicizia, l'attrazione e i dissidi di Jerry, Giulia e Guido, sullo sfondo di una Livorno che muta, lotta e cresce insieme a loro.


Recensione

Questo romanzo narra la storia di tre persone nate in punti diversi del mondo, una città che li tiene uniti e che li richiama come una calamita, un sentimento che li mantiene vicini e con cui devono confrontarsi nel corso di tutta la loro esistenza, che a volte è un fardello e altre è l’unica ragione per restare vivi.

In realtà il titolo intero del libro è Gli anni incerti. Canzone di fine millennio. La musica, infatti, è il leitmotiv nelle pagine. Spazia da De Gregori a Battiato, dai Nirvana ai R.E.M. Le canzoni sono un tonico che sostiene le vite di Giulia, Guido e Jerry; i tre protagonisti. Le riempie, dà loro significato e le accompagna. Non è una caccia alle citazioni, ma un tessuto consistente e coerente, essenziale tanto quanto quello storico che insistentemente fa capolino tra le pagine, con l’uomo sulla Luna, Piazza Fontana, Pasolini.

Il tutto inizia in un giorno ben preciso, il 22 giugno 1969. Ci troviamo contemporaneamente a Livorno, Assisi e New York. L'autore ci presenta minuziosamente i contesti in cui questi tre ragazzi nascono e crescono. Tutto ciò non per giudicarli, ma per inquadrarli meglio e seguirli nella loro storia di formazione fino al 2001 quando i tre, ormai adulti, si dirigono verso Genova per il G8. Il lettore li vede crescere, avvicinarsi e allontanarsi, creare dinamiche e delicatamente disfarle, ma con loro si assiste anche all’evoluzione delle rispettive famiglie, che non possono scappare dai cambiamenti di fine millennio. Nessuno è immune a questo tempo incerto, ma i nostri tre hanno una sensibilità particolare che li porta a interiorizzare e metabolizzare quello che succede in modo inedito.

Il libro è una dolce e tenera canzone che canta poco più di trent'anni di storia e che mette in scena tematiche che riguardano l'amore, l'amicizia e i legami famigliari.

Consigliato a chi cerca una stoia appassionante, coinvolgente e mai scontata che personalmente, nonostante le quasi 400 pagine, ho divorato in brevissimo tempo.


 

Alcune note su Emiliano Dominici

Emiliano Dominici, nato a Livorno nel 1969, è traduttore e insegnante di inglese. Ha lavorato in teatro come regista e autore di testi, e da scrittore ha pubblicato, oltre a numerosi racconti in riviste e antologie, la raccolta di racconti Anche meno – 50 storie sottraendo (Erasmo editore, 2015) e il romanzo L’antipatica (Valigie Rosse, 2019).


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