RECENSIONE: Il barone dei matti (Antonio Mistretta)
- Dalla carta allo schermo
- 4 giorni fa
- Tempo di lettura: 3 min


Autore: Antonio Mistretta
Editore: La Lepre Edizioni, 2025
Pagine: 160
Genere: Narrativa italiana, Biografie
Prezzo: € 16.00
Acquista: Libro
Acquista sito editore: https://lalepreedizioni.com/prodotto/il-barone-dei-matti/
Trama
«Molte persone diranno che il barone Pisani (Palermo, 1761-1837) era altrettanto folle degli altri, ma almeno la sua follia era una follia sublime» (Alexandre Dumas padre). Pietro Pisani non seguiva le regole, le ribaltava. Quando prese le redini della Real Casa dei Matti di Palermo, decise che quelle mura non sarebbero più state più una prigione, ma un luogo di rinascita. Abolì le catene, spalancò le porte alla musica, all'arte, alla bellezza. Un gesto rivoluzionario che anticipò di oltre un secolo le intuizioni di Basaglia. Ma chi era davvero questo barone fuori dagli schemi? Un eccentrico che si definiva "il primo dei matti di Sicilia" o un visionario in grado di vedere ciò che gli altri non osavano immaginare? L'aristocratico colto che salvò le Metope di Selinunte dall'espatrio verso il British Museum e organizzò un'opera di Mozart per un solo spettatore, o l'uomo che fece della sua vita un ponte tra genialità e follia? Pietro Pisani era tutto questo e molto di più. Lo disse anche Sciascia: "Saggio al punto da riconoscersi folle, e abbastanza folle da ritenersi tra i folli il più saggio." La sua è una storia di coraggio, visione e ribellione. Un uomo che ha trasformato un manicomio in un luogo di libertà, la follia in poesia, e la vita in arte. Un uomo. Tre vite. Un sogno. Una rivoluzione.
Recensione
Questo romanzo parla di una storia vera presentata come un racconto autobiografico. La vita trattata è quella di Pietro Pisani, barone di Palermo, vissuto a cavallo tra il 1700 e il 1800. Il sottotitolo del romanzo ,"Le tre vite di Pietro Pisani" si riferisce alle tre grandi stagioni che ne attraversarono l’esistenza: la musica, sua passione giovanile e linguaggio dell’anima, l’archeologia, che lo portò a salvare le metope di Selinunte dalle mire degli inglesi, e infine l’impegno visionario che lo portò a trasformare l’ospedale per “matti” in un luogo di libertà e cura, anticipando di un secolo e mezzo le intuizioni di Basaglia.
Pisani abolì le catene, introdusse musica e poesia come strumenti terapeutici e si definì con orgoglio “il primo dei matti di Sicilia”. Una figura tanto fuori dal tempo da affascinare, in epoche diverse, autori come Edgar Allan Poe, Alexandre Dumas padre e Leonardo Sciascia, che ne colsero la grandezza e l’unicità.
Con questo libro, Antonio Mistretta permette di scoprire un personaggio che anticipa di secoli la lotta, per un approccio più umano e dialogico, al problema della follia. Nei dialoghi tra Pisani e il Dottor Paladino, che curava i pazienti dell'Ospizio dei Matti, cogliamo il debito che le riforme portate avanti da Pisani avevano con la psichiatria di Philippe Pinel, il primo medico che non intese semplicemente rinchiudere i pazzi e segregarli lontani dal mondo, ma curarli. Da Pinel, Pisani prese l'idea che bisognasse instaurare un rapporto personale con i pazienti, ascoltarli, fino ad arrivare a vivere con loro.
La prima qualità che cattura in questo personaggio è il coraggio, un coraggio mite, gentile, ma soprattutto visionario. Il bambino che soffriva nel vedere i pappagallini amati dalla madre chiusi in gabbia, era anche colui che voleva vedere i matti di tutto il mondo volare fuori dalle gabbie in cui erano rinchiusi.
Con un linguaggio lineare e chiaro, anche se un po' prolisso, lo scrittore ci conduce per mano in questa rilettura che Pisani fa della propria vita, fino ad arrivare alle ultime toccanti pagine che lo vedono nel letto di morte, per il colera che infestò Palermo nel 1837. Sono pagine molto profonde che inducono a riflettere, attraverso la biografia del barone, su valori quali la compassione, l'amore e la capacità di creare un rifugio in mezza alla tempesta.
Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono scoprire una figura tanto folle quanto rivoluzionaria.
Alcune note su Antonio Mistretta
Antonio Mistretta fa parte a pieno diritto della nutrita serie di medici-scrittori: professore ordinario di Igiene presso l’Università di Catania, è il Responsabile della Comunicazione Scientifica dell’Istituto Superiore di Sanità. Da sempre lettore compulsivo e onnivoro, ha pubblicato quattro opere di narrativa: Casa di pietra, Edizioni dell’Ariete, Siracusa, 1995, Pelle di corallo, Marsilio Editori, Venezia, 1997, Archivi del Sud, Bonanno Editore, Acireale, 2013, (Premio internazionale Sebastiano Addamo), La musica perduta, Giulio Perrone Editore, Roma, 2021. Ha curato per Giulio Perrone Editore le antologie: Romolo e Remo, racconti e ricette romanesche, Scilla e Cariddi, racconti e ricette siciliane, In giro per la Sicilia in lambretta, e ha scritto il libricino di brevi racconti La libreria dei destini incrociati, per ELI-Palombi Editori.
Comments