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RECENSIONE: La conferenza (Lydie Salvayre)




Autore: Lydie Salvayre

Traduttore: Lorenza Di Lella, Francesca Scala

Editore: Prehistorica Editore, 2023

Pagine: 142

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 15.00

Acquista: Libro


 

Trama

"La Conferenza" ha per protagonista un narratore che parla in prima persona e, dal suo pulpito, tiene una conferenza sul tema della “scomparsa della conversazione”. Mentre ci illustra lo stato della conversazione, sempre meno praticata ai nostri giorni, spesso sconfina nella sfera privata, con digressioni di volta in volta umoristiche, sarcastiche, tenere o terribilmente malinconiche. In filigrana del resto, l’argomentazione lascia intravedere la storia d’amore con la moglie, da poco scomparsa e onnipresente nei pensieri e nelle parole del protagonista.


Recensione

L’autrice, con il pretesto di scrivere un convegno sull’arte della conversazione, svolge una critica raffinata e anticonformista della società di inizio secolo.


Il libro non presenta capitoli, si tratta di una lunga conferenza tenuta da un uomo a Cintegabelle, una cittadina situata nel cuore del Lauragais che conta poco meno di 3.000 abitanti, sulla conversazione. Esso deplora il declino di quest’arte e si propone di contribuire alla sua rinascita e, con essa, alla ripresa civica del Paese. Due cose, secondo il relatore, intimamente connesse.


Da solo sul palco, il relatore fa riferimento a diverse figure negative riguardanti la conversazione. Cita il signor Tribulet che vuole appiattire i discorsi, privarli del loro “verde” oppure il signor Jacques Balin, un uomo frettoloso incapace di comprendere che il tempo è amico della conversazione.


La figura principale, però, che l’uomo tira in ballo è Lulù, la sua Lucienne, sua moglie che piange dolorosamente. Personaggio grottesco, dal fisico imponente, la defunta moglie, superbamente maldestra, è oggetto di tenerezza e scherno. Mentre l'oratore parla della propria cultura, mette in risalto il discorso rudimentale e crudo della moglie. In realtà essa non sapeva assolutamente nulla di conversazione, ma ciò non ha impedito tale fenomeno all’interno della coppia.


In questo interessante libro, l’autrice, nata da genitori rifugiati spagnoli, fa rivivere l’eredita delle sue lingue inventando un linguaggio unico, fatto di accostamenti nuovi, di esplosioni grottesche e di considerazioni politiche. Essa riesce a mescolare sapientemente l’erudito e il semplice, il pensiero e l’emozione.


Questo libro appena uscito in Italia racconta la storia dei tempi, le carenze dei discorsi già pronti, vuoti, provati, oliati fino al midollo. La scrittrice, specializzata in psichiatria, diffama la velocità, l'egocentrismo.


Un testo che consiglio a tutti coloro che cercano un libro divertente, ma anche preoccupante sull’arte della conversazione e a tutti quelli che ritengono la pienezza, l’autenticità e la fragilità del dialogo dei valori da preservare.


 

Alcune note su Lydie Salvayre

Lydie Salvayre nasce nel 1948 a Autanville (centro-valle della Loira) da genitori spagnoli rifugiati, sfuggiti al franchismo durante la guerra civile.

Studia lettere moderne all'Università di Tolosa e si laurea anche in medicina: ha esercitato la professione dello psichiatra prima di dedicarsi integralmente alla scrittura.

Ha esordito nel 1990 con il romanzo La Dichiarazione, salutato dalla critica e insignito del Premio Hermès. Di lì ha pubblicato una quindicina di romanzi, che gli sono valsi svariati e importanti riconoscimenti, come Il Premio Novembre, il Premio Billetdoux e il Prix Goncourt.

Le sue opere sono tradotte in una ventina di lingue. In Francia è edita da illustri editori quali Le Seuil, Juillard e Verticales. In Italia, alcune sue opere sono state pubblicate da Bébert, Bollati e Boringheri, Feltrinelli, Guanda, L’Asino d’oro. Dal 2023, se ne occupa Prehistorica Editore.


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