RECENSIONE: La grammatica del bianco. Un'estate a Wimbledon (Angelo Carotenuto)
- Dalla carta allo schermo
- 4 ore fa
- Tempo di lettura: 4 min


Autore: Angelo Carotenuto
Editore: Sellerio Editore Palermo, 2025
Pagine: 256
Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 15.00 (cartaceo), € 10.99 (ebook)
Acquista sito editore: https://www.sellerio.it/it/catalogo/Grammatica-Bianco-Un-Estate-Wimbledon/Carotenuto/16371
Trama
Una epica sfida di tennis, la finale del torneo di Wimbledon del 1980 tra Björn Borg e John McEnroe. L'Orso e il Genio, due stili di gioco e di vita a confronto, si fronteggiano in ore di avvincente tensione. A far su e giù nel campo assieme ai due giganti c'è un giovane raccattapalle. Warren ha undici anni, una spiccata sensibilità, un amore per la lettura, un legame speciale con Micol la bibliotecaria. Vive con la madre ginecologa, del padre non sa nulla. È un campione di anagrammi, ma a scuola non ha buoni risultati e i compagni ridono di lui. Il sospetto di una sindrome, forse un deficit di attenzione, spinge la maestra a consigliare alla madre di Warren di iscriverlo al corso per raccattapalle al torneo di Wimbledon. Inizia così la sua avventura in campo che passa da un addestramento molto duro, allo sport e alla vita. Attraverso la cronaca dell'incontro tra Borg e McEnroe, che si fa avvincente duello di prodezze ed emozioni, il ragazzo ripercorre le tappe della propria crescita e insieme la storia del tennis, destinata quel giorno ad essere riscritta. Partita dopo partita Warren approda anche lui alla finale mentre osserva da vicino i giocatori, ne scruta ammirato ogni gesto e passo, tecnico o scaramantico. Tra i passaggi in campo, le chiacchiere piene di umanità con Damien, uno dei preparatori, e la scoperta di un primo amore, Warren impara dal tennis, «un gioco che ha previsto la possibilità di sbagliare addirittura nel regolamento», a rompere ogni indugio.
Recensione
Una dichiarazione d’amore per il tennis.
Viene spontaneo definire così questo romanzo di fantasia ambientato durante la vera finale di Wimbledon del 1980.
La storia ruota attorno alla finale di Wimbledon, giocata tra Borg e McEnroe il 5 luglio 1980. Il protagonista, Warren Favella, è un ragazzino di undici anni dall’intensa vita interiore e con un talento per la solitudine. Per mesi si addestra a diventare un raccattapalle nel torneo più prestigioso del mondo e attraverso il tennis trova la strada per crescere. Le pagine raccontano la partita punto per punto, così come scorre davanti agli occhi di Warren, con un lavoro certosino di ricostruzione ed immaginazione da parte di Carotenuto.
L'autore modula tutto l’incontro sulla sua voce del ragazzo; i suoi pensieri e il suo sguardo, in una riscrittura di un evento che tutti o quasi abbiamo ancora davanti agli occhi. Questo libro è il tentativo di andare oltre lo sport restando dentro lo sport, utilizzandone la geometria. Che vi piaccia o meno il tennis, che sappiate o meno di quei cinque set non ha importanza, perché dentro quell’avvenimento, Carotenuto inserisce una vita, immaginandola. Prende un testimone reale, con un punto di vista privilegiato e gli regala biografia e futuro. Lo mette in connessione con la Storia. Vita ed evento si innestano in un romanzo che fa vivere realtà e finzione, alle manie di McEnroe alle sue volèe e ai suoi monologhi si annodano i problemi di Warren, ai respiri di Borg alla sua sensibilità al suo apparente distacco: i suoi sogni. Quasi che sia lui la pallina, il campo e il trofeo che si contendono, invece, è solo il testimone della battaglia, quello che li guarda da vicino, sente la puzza del loro sudore, i respiri, che ha la preziosa possibilità di osservarne i gesti, in una solitudine che quasi li tocca, in una perfezione che va oltre quella dei nostri ricordi, che si fa cinema. Mentre Björn e John si giocano il titolo, il ragazzino prova a capire il mondo, a sezionarlo secondo le due massime categorie: buoni e cattivi, disastri e trionfi. Esso costruisce il suo confine come fala rete del campo da tennis.
Appena terminato di leggere questo libro ho avuto due impulsi: Il primo è di cercare in rete le immagini di quella gloriosa finale, non solo per vedere i ricci e i capricci di McEnroe imbrigliati in una fascetta rossa, l’eleganza vichinga di Borg racchiusa in un colletto blu, le racchette di legno, i tic e le scaramanzie, ma anche per apprezzare visivamente il cambiamento rivoluzionario che il tennis ha subito nell’arco di una sola generazione. Dai fisici asciutti ai corpi scolpiti, dall’eleganza alla potenza, dalla solennità allo show. Il secondo è provare a guardare una finale con gli occhi di un raccattapalle a bordo campo, alla ricerca di analogie fra il tennis e la vita, un po’ come fa Warren dall’alto dei suoi undici anni.
Il romanzo ha vinto il premio “Memo geremia” , dedicato alla letteratura sportiva, nella sezione ragazzi. Risulta tuttavia riduttivo relegarlo al ruolo di letteratura per adolescenti, perché nulla osta alla sua lettura dai dodici ai novantadue anni. Oltre alla piacevolezza del racconto, la scrittura è morbida e spassosa, restando impeccabile nella forma. Un ragazzo dovrebbe leggerlo anche solo per quest’ultimo motivo, perchè è scritto semplicemente bene.
Un lettura che consiglio a tutti coloro che amano il tennis o vogliono comprenderne la sua filosofia.
Alcune note su Angelo Carotenuto
Angelo Carotenuro, nato nel 1966, giornalista, si è occupato di calcio, libri, musica, cinema. Ha pubblicato i romanzi: Dove le strade non hanno nome (Ad est dell’equatore, 2013) e La grammatica del bianco (Rizzoli, 2014), ambientato durante il torneo di tennis a Wimbledon nel 1980, e vincitore del Premio Selezione Bancarella Sport, e, con Sellerio, Le canaglie (2020) e Viva il lupo (2024). Ha scritto e diretto il documentario C’era una volta Gioânn - 100 anni di Gianni Brera (Sky Arte, 2019).