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RECENSIONE: Le parole della pioggia (Laura Imai Messina)


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Autore: Laura Imai Messina

Editore: Einaudi, 2025

Pagine: 144

Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 16.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook



Trama

Le donne-ombrello sono studentesse universitarie, casalinghe, disoccupate annoiate, ricche vedove, donne senza alternative, persone con un futuro strabiliante. «Sono nata in un giorno di pioggia»: solo dopo aver pronunciato questa frase impugnano l’immenso ombrello che hanno scelto, allungano un piede in strada e prendono a camminare accanto ai clienti, accompagnandoli dovunque vogliano – Tokyo nell’acqua è magnifica, migliaia di città in una sola – e soprattutto ascoltando le loro storie. Le conversazioni che si tengono sotto l’ombrello restano segrete. Si parla, si tace, si inciampa, ci si dimentica del mondo fuori. Perché nel racconto che ne fanno, le donne sono tutte d’accordo almeno su un punto: il tempo sotto l’ombrello trascorre in modo diverso. Tra loro, solo Aya pare nata per questo. È una donna-ombrello da molto prima di iniziare questo lavoro. Tutto in lei evoca giugno – la stagione delle piogge –, l’estate le cammina addosso. Aya porta sempre con sé una copia consumata del Dizionario delle parole della pioggia: la pioggia dell’inquietudine, fatta di grani minuti e senza fine, la pioggia profumata, quella che stacca i fiori di ciliegio dai rami, la pioggia sottile come il pelo di un gatto, la pioggia gelida d’inverno, e quella che passa velocemente, e quella che cade sui fiumi, e centinaia ancora. Ma più della pioggia Aya aspetta Toru, un giovane pugile che si allena a correre in salita e discesa lungo la via più ripida della città. Lei si siede in cima e lo aspetta, pure se lui non vincerà mai. Perché nella vita serve anche chi perde, chi accetta di cadere, e da terra riesce a guardare il mondo da una nuova angolazione.


Recensione

Ci sono libri che chiedono al lettore di rallentare, di mettersi in ascolto, di accettare la delicatezza come forma narrativa. Le parole della pioggia di Laura Imai Messina appartiene proprio a questa categoria di romanzi silenziosi e profondi, capaci di raccontare mondi interi attraverso piccoli gesti e atmosfere sospese.


La storia segue Aya, una delle affascinanti donne-ombrello, figure che nelle giornate di pioggia si posizionano in angoli precisi della città con l’intenzione di accompagnare chi ne ha bisogno, offrendo un riparo condiviso. È un gesto semplice, quasi invisibile nella frenesia di Tokyo, ma per chi lo riceve diventa un momento di contatto umano, un respiro diverso nel ritmo della quotidianità. Aya cammina vicino agli altri senza giudicare, senza riempire i silenzi: lascia che siano gli altri a decidere cosa condividere di sé, creando uno spazio di ascolto gentile e prezioso.


Sempre con sé porta il suo Dizionario delle parole della pioggia, un quaderno in cui raccoglie modi poetici per descrivere le forme dell’acqua, i suoi umori, le sue sfumature emotive. È come se quel taccuino fosse la chiave per comprendere meglio le persone che incontra, perché ogni parola contiene un modo diverso di guardare il mondo.


Attorno a lei si muovono figure che restano nel cuore solo per il modo in cui vengono accennate, per come appaiono nelle brevi passeggiate sotto l’ombrello. E poi c’è Toru, giovane pugile che corre instancabilmente su e giù per la salita più ripida della città. Tra lui e Aya non c’è una storia dichiarata, ma un legame che vive di attese, di presenze intermittenti, di qualcosa che non ha bisogno di essere definito per essere profondo.


La scrittura dell'autrice avanza come la pioggia: a tratti leggera, a tratti più intensa, ma sempre capace di trasformare lo scenario in un luogo emotivo. Ogni dettaglio è scelto con cura: le luci riflesse sull’asfalto, il rumore sommesso dell’acqua, le vetrine illuminate che diventano cornici di momenti impercettibili. Le illustrazioni di Emiliano Ponzi accompagnano perfettamente questo tono, amplificando l’atmosfera con immagini nitide, pulite, piene di malinconica luminosità.


Alla fine della lettura si ha la sensazione di aver condiviso un cammino breve ma necessario, come se qualcuno avesse sorretto un ombrello sopra di noi per un tratto, lasciando una traccia lieve ma indelebile.


Questo romanzo è perfetto per chi ama le storie lente, poetiche, ricche di atmosfera; per chi cerca personaggi che si raccontano attraverso i silenzi; per chi nel quotidiano vede sempre una possibilità di poesia. È un libro ideale per lettori sensibili, contemplativi, per chi apprezza il Giappone narrato con delicatezza e per chi desidera una lettura capace di portare quiete.


Un romanzo che incanta senza fare rumore, una carezza narrativa che resta.



Alcune note su Laura Imai Messina

Laura Imai Messina è nata a Roma e vive a Tōkyō. È autrice di romanzi, saggi e storie per ragazzi. Nel 2020 è uscito Quel che affidiamo al vento (Piemme), caso editoriale tradotto in oltre venti lingue. Sempre per Piemme, nel 2022 è uscito il romanzo L'isola dei battiti del cuore. Per Einaudi ha pubblicato Tokyo tutto l'anno. Viaggio sentimentale nella grande metropoli (2020 e 2022), Le vite nascoste dei colori (2021 e 2022), Il Giappone a colori (2023 e 2024), Tutti gli indirizzi perduti (2024 e 2025) e Le parole della pioggia (2025). Collabora con numerosi inserti culturali italiani, e con la radio-televisione giapponese NHK.


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