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RECENSIONE: Ragazze perbene (Olga Campofreda)




Autore: Olga Campofreda

Editore: NN Editore, 2023

Pagine: 224

Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 18.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Nelle città di provincia le ragazze perbene si assomigliano tutte. Per sottrarsi a un futuro già raccontato, Clara si trasferisce a Londra, dove insegna italiano a ricchi expat e si trova intrappolata nel vortice degli incontri online. Ma il matrimonio della bellissima cugina Rossella, inseparabile compagna d’infanzia diventata poi modella di abiti da sposa, la richiama a Caserta. Clara si trova così ancora immersa nel mondo da cui è fuggita: all’addio al nubilato della cugina rivede le vecchie compagne di scuola, e nei giorni successivi incontra Luca, lo sposo, con cui aveva stretto in passato un’amicizia clandestina. All’improvviso, però, Rossella scompare senza lasciare traccia. E Clara, convinta che la cugina nasconda qualcosa, scopre nel suo diario un segreto impossibile da confidare, che minaccia il futuro radioso che Rossella ha sempre incarnato. Olga Campofreda toglie il velo sulle seconde vite e i desideri nascosti delle ragazze perbene, i cui destini sono specchio di una femminilità che parla di sacrifici e rinunce, di principi azzurri e segreti, di infelicità che si tramandano nel tempo, di madre in figlia. E racconta la storia di una ragazza che si ribella a sogni e consuetudini già logore, per inventare una strada nuova, tutta sua, da costruire con consapevolezza giorno dopo giorno.


Recensione

Se ti trovi nel sud Italia, la vita di provincia non è mai facile, men che meno se sei un’adolescente che sta cercando di definire la propria identità.


Per la maggior parte delle donne il rischio è quello di diventare una ragazza perbene: ovvero una che rispetta le etichette, che obbedisce, che non esprime la sua opinione, che abbassa la testa, che non si mostra per ciò che è, ma per come gli altri vorrebbero che fosse.

Una “femmina” a modo è costretta a reprimere i suoi sentimenti e le sue aspirazioni per perseguire quelle che, secondo la sua famiglia, le si addicono; è relegata alla vita di casa e il suo scopo nella vita è trovare un buon marito e accudire i suoi figli. Perché così è sempre stato e così dovrà essere.


Proprio per questo che la città, le persone, tutto sembra di plastica e nella plastica ci si muove, recitando e facendo finta di essere qualcuno che non si è.


In questo contesto. l'autrice racconta la storia di Clara che, per sfuggire al suo destino di ragazza perbene, si trasferisce oltreoceano, cercando di dimenticare le sue origini e prendendo le distanze da chiunque possa ricordagliele. Un giorno, però, è richiamata nella sua città per il matrimonio della cugina Rossella, con cui un tempo erano tanto legate.

Scontrarsi con le persone che si è lasciata indietro la porta a riflettere sulla sua libertà e sulla prigione da cui è sfuggita, galera che molti chiamano casa.


Con una scrittura liscia ed evocativa l’autrice racconta perfettamente il senso di inadeguatezza, il desiderio di libertà e rivalsa delle giovani donne, costrette all’obbedienza e al silenzio perché, generazione dopo generazione, ognuna di esse preme il pulsante “muto” sul telecomando dei propri pensieri e sentimenti.


Un romanzo forte e duro in cui si mette nero su bianco la condizione di tante donne italiane, purtroppo ancora attuale.


 

Alcune note su Olga Campofreda

Olga Campofreda vive a Londra, dove lavora come ricercatrice in Italian e Cultural studies e insegna scherma per la nazionale inglese Under 20. Nel 2009 ha esordito con La confraternita di Elvis (ARPANet) e i suoi racconti sono apparsi su riviste e blog letterari. Tra le sue ultime pubblicazioni: A San Francisco con Lawrence Ferlinghetti (Giulio Perrone Editore 2019) e il saggio su Pier Vittorio Tondelli Dalla generazione all’individuo (Mimesis 2020). È co-autrice del podcast The Italian Files e insieme a Eloisa Morra cura Elettra, una serie antologica di racconti sul rapporto tra padri e figlie (effequ).


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