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RECENSIONE: Stupore e tremori (Amélie Nothomb)

Aggiornamento: 6 feb 2021


Voto: 3/5

Autore: Amélie Nothomb

Editore: Voland, 2017

Pagine: 105


Trama

a giovane Amélie è riuscita a trovare impiego in un'importantissima multinazionale giapponese, realizzando il sogno di tornare a vivere nel suo paese d'origine. L'incapacità di adeguarsi allo spietato automatismo della "più grande azienda dell'universo" la porterà però a subire, in un crescendo di umiliazioni, l'esperienza di una vertiginosa discesa agli inferi. Unica luce, l'altera bellezza di Fubuki, sottile e flessuosa come un arco. Ma anche lei, nonostante il fascino, resta pur sempre un superiore che ama ostentare il proprio piccolo potere.


Recensione

L'irrefrenabile Amélie Nothomb, in questo breve romanzo autobiografico, racconta un' esperienza lavorativa da incubo con autoironia e un filo di follia. Ci regala pagine esilaranti il cui stile e contenuto, come sempre, rifuggono dai luoghi comuni senza cedere neanche per un attimo al vittimismo.

Le riflessioni le lascia al lettore mentre rivela la sua brillante scalata all'insuccesso in una azienda giapponese, in qualità di ultima ruota del carro di un rigido e disumano sistema gerarchico.

Ce ne sarebbe abbastanza per spezzare il cuore e la tempra di chiunque, eppure la Nothomb ha quel modo tutto suo di reagire alle umiliazioni, divertente e un tantino masochistico.

Anche nelle mansioni più umili è irreprensibile e volenterosa, esaltata tra l'altro dall'attrazione per Fubuki, sua diretta superiore, donna bellissima e sadica che diventa la sua principale persecutrice e stronca prontamente sul nascere l'unica opportunità di carriera che le viene concessa.

Fubuki è il perfetto esempio dell'educazione impartita alle donne giapponesi, a cui fin dall'infanzia vengono tarpate le ali del sogno con una serie infinita di regole da rispettare.

Gli sforzi della scrittrice sono destinati fin dall'inizio al fallimento: lei, occidentale e per giunta donna, deve stare al suo posto, messa a far nulla, o ad occuparsi di cose che esulano dalle sue competenze.

E poi arrivano i bagni, accolti con un certo sollievo dato che non si può cadere più in basso.

La finestra dei bagni diventa per lei la nuova frontiera tra i gabinetti e l'infinito, tra la sciacquone e il cielo. Trovo veramente ammirevole il modo in cui è sopravvissuta alla sua esperienza lavorativa.

Questo libro rappresenta un autentico esempio di vita, un vero messaggio di speranza capace di far sorridere e di guardare il futuro in un modo migliore.

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