Voto: 4.5/5
Autore: Monica Pezzella
Editore: TerraRossa, 2020
Pagine: 78
Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 13.00 (cartaceo), € 6.99 (ebook)
Trama
Marcel ama la simmetria delle linee, delle cattedrali in particolare, ma la traiettoria della sua esistenza è spezzata in segmenti, per lo meno finché non incontra Ale e non assapora prima qualcosa di simile alla felicità e poi alla resa. È una Voce turbata e partecipe a raccontarci la sua esistenza e il loro incontro, una Voce che sa omettere e penetrare, scomporre e tracciare armonie...
Recensione
Con questa opera prima, Monica Pezzella ci regala un romanzo spiazzante e sorprendentemente convincente, in cui la voce (o meglio Voce, chi ha letto il libro capirà) e la modalità con cui essa si esprime e avvince il lettore, svolgono un ruolo assolutamente primario caratterizzante l’intera narrazione, con l’esito di dar vita a uno stile del tutto singolare, che ben esprime il taglio dolente, carnale e travolgente della storia proposta che è in sostanza un declinare la relazione omoerotica nata tra i protagonisti nei termini di una schiavitù passionale.
Al centro della narrativa troviamo Marcel, un architetto che ama le simmetrie e le cattedrali, i cui giorni paiono procedere tranquillamente, fino all’incontro con Ale, un giovane dalla vita disinvolta e movimentata con il quale sembra trovare a prima vista l’agognata felicità. Trai i due nasce una attrazione fisica e ormonale che prende piede con un impeto devastante, inducendoli a perdere il controllo e spingendo Voce a una narrazione tormentata e dolente, acuta e lancinante, fortemente connotata dall’accumulazione e ben resa da un monologo interiore appassionato che è l’esatto equivalente di un desiderio incontenibile che straborda da ogni orizzonte costituito.
Si tratta della schiavitù della carne e della mente che viene introdotta nel romanzo dall’architetto Dareh, un collega di Marcel che non ha remore nel definire l’esperienza amorosa come un qualcosa di non rinvenibile nei libri ma da cercare nella fisica. Specchio di una passione che logora le fibre del corpo dei protagonisti fino allo sfinimento e che ha come obiettivo ultimo il perdersi definitivamente, senza possibilità di ritorno o di redenzione, soluzione che sembra stridere ancor più quando conosciamo la propensione di Marcel per le simmetrie e per l’armonia, per l’equilibrio delle proporzioni, ormai esplose e frantumate con la frequentazione di Ale.
Anche l’esito, di per sé imprevedibile, pare suggerire che, soprattutto in materia amorosa e passionale, in un campo cioè in cui la razionalità poco può fare, nulla può essere spiegato con i crismi di una logica elementare o ricondotto a una grammatica convenzionale e vani sono i tentativi che si susseguono, che vorrebbero segnare i confini o colmare i vuoti, le distanze, come il cambiare direzione al treno sui binari con la speranza che possa mutare corsa quando ormai le cose pendono da una sola parte. Ne viene fuori un forte senso di straniamento, accentuato dal cambiamento dell’ordine delle sequenze dell’intreccio (il romanzo inizia con la fine e finisce con l’inizio), dovuto all’incapacità o impossibilità di ristabilire un ordine del senso.
A fine lettura si ha l'impressione di avere di fronte un romanzo che sorprende e che convince, forte di una scrittura che ama osare ed innovare, intraprendere con coraggio nuove strade, che chiede spesso la complicità del lettore che ha la possibilità di mettersi in gioco abbandonando le proprie certezze e i propri pregiudizi, per approfondire la comprensione di sé e del mondo che lo circonda. È l’esordio di un’autrice che ha già tracciato un percorso tutto personale, con una voce inconfondibile.
Alcune note su Monica Pezzella
Monica Pezzella ha fondato la rivista Sulla quarta corda ed è traduttrice e redattrice editoriale; suoi contributi sono apparsi sulle riviste Nazione Indiana, TerraNullius, Suite Italiana e Verde Rivista. Binari è la sua opera d’esordio.
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