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RECENSIONE: Il mondo che chiama (Douglas Bauer)

Aggiornamento: 27 set


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Autore: Douglas Bauer

Traduttore: Nicola Manuppelli

Editore: Nutrimenti, 2025

Pagine: 352

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 19.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook



Trama

All'inizio del XX secolo, Earl Dunham trascorre sei giorni a settimana nelle miniere di carbone e la domenica giocando a baseball. Un incontro fortuito con uno scout lo porterà nel mondo del baseball professionistico, ma sarà l'amore per Emily a segnare la sua vita. Il mondo che chiama è un romanzo sulle possibilità che ci sfiorano, sull'amore che può cambiare tutto e sulla nostalgia per ciò che lasciamo dietro di noi. Tra la fatica delle miniere di carbone all'inizio del Novecento e il sollievo delle partite domenicali di baseball, Earl Dunham ha imparato a non aspettarsi troppo dalla vita. Il mondo è duro, il futuro incerto, e ogni giorno è una battaglia per sopravvivere. Ma quando un incontro casuale lo avvicina al baseball professionistico, Earl si trova per la prima volta davanti a una possibilità di cambiare la propria vita. Eppure, il vero punto di svolta non sarà la promessa di una carriera, ma l'incontro con Emily Marchand, una donna segnata dalla propria storia e da una determinazione che scuote le certezze di Earl. Con la delicatezza narrativa di Kent Haruf e l'intensità malinconica di William Maxwell, Douglas Bauer racconta un'America che cambia, dove i sogni si scontrano con la realtà e le scelte possono segnare un'intera vita. Intreccia la vita di Earl, e di suo figlio, con personaggi storici del baseball americano come Babe Ruth e Lou Gehrig, lungo un viaggio in treno che porterà all'estinzione di un grande sogno, ma anche a una nuova serenità. Sullo sfondo, un'epoca di trasformazioni: l'influenza spagnola che decima intere comunità, i treni che attraversano il Paese trasportando promesse e illusioni.


Recensione

Ci sono romanzi che non puntano tanto sull’azione o su intrecci vertiginosi, quanto sulla capacità di scandagliare con pazienza le pieghe dell’esistenza. Questo libro di Douglas Bauer appartiene a questa categoria: un testo che invita a rallentare, ad ascoltare e a misurarsi con il ritmo intimo della memoria e delle relazioni.


Il titolo stesso suggerisce la direzione: quel “mondo” che chiama è insieme un richiamo al passato e una spinta verso ciò che resta da vivere. Bauer intreccia la vita privata dei protagonisti con una riflessione universale sul tempo, su come esso lasci tracce nelle persone, nei rapporti e nei luoghi. Ogni personaggio porta con sé ferite e ricordi, e il romanzo ci mostra quanto il passato, anche quando sembra distante, continui a bussare con insistenza, reclamando attenzione.


Lo stile di Bauer è caratterizzato da una prosa limpida e senza eccessi. Non indulge mai nel superfluo: predilige le descrizioni misurate, i dettagli quotidiani che spesso dicono più di un intero discorso. Nei dialoghi si avverte una naturalezza che restituisce autenticità ai rapporti umani, mentre i silenzi, le pause, diventano veri e propri spazi narrativi in cui il lettore può riflettere. Non si tratta quindi di un romanzo che vuole sorprendere con svolte improvvise, ma piuttosto di una narrazione che accompagna, che avvolge lentamente, come una voce che si insinua nella coscienza.


Il cuore della storia risiede nei legami: familiari, affettivi, generazionali. Bauer riesce a raccontare la fatica e la bellezza dell’appartenere a qualcuno o a qualcosa, l’ambivalenza di sentirsi radicati ma al tempo stesso desiderosi di emancipazione. È un romanzo che guarda da vicino i piccoli gesti, le decisioni che sembrano minime ma finiscono per plasmare un’intera esistenza. La dimensione individuale si apre così a quella collettiva, e il lettore si riconosce in domande che vanno oltre i protagonisti: cosa resta di noi quando il tempo passa? Come si concilia la fedeltà al passato con l’urgenza del presente?


La lettura richiede attenzione e disponibilità a entrare in sintonia con un ritmo narrativo contemplativo. Ma proprio in questo risiede la sua forza: Bauer non forza il lettore, piuttosto lo invita a guardare più da vicino ciò che di solito resta sullo sfondo. È un romanzo che parla sottovoce, ma le sue parole restano a lungo, perché toccano corde universali: il senso della perdita, la necessità del ricordo, la responsabilità verso gli altri e verso se stessi.


Questo non è un libro da divorare in poche ore. È una lettura che si presta a essere assaporata lentamente, capitolo dopo capitolo, con il tempo necessario per meditare sulle suggestioni che lascia. Si ha quasi la sensazione che ogni pagina restituisca un frammento di specchio, e che leggendo non si stia soltanto seguendo la vicenda di qualcuno, ma osservando riflessa la propria vita.


Consigliato a chi ama i romanzi introspettivi e riflessivi, a chi cerca storie capaci di intrecciare memoria e presente senza ricorrere a effetti spettacolari, e a chi apprezza la scrittura che sa dare valore al non detto. È il libro giusto per chi desidera una lettura che non si esaurisca nell’ultima pagina, ma continui a risuonare dentro, come un richiamo discreto e persistente.



Alcune note su Douglas Bauer

Douglas Bauer è uno scrittore, saggista e docente americano, noto per la sua capacità di raccontare con sensibilità e profondità la vita rurale americana. Ha scritto tre romanzi: Dexterity, The Very Air e The Book of Famous Iowans. Il mondo che chiama è stato pubblicato nel novembre 2022. Oltre alla narrativa, Bauer ha pubblicato tre opere di saggistica: Prairie City, Iowa: Three Seasons at Home; The Stuff of Fiction: Advice on Craft; e What Happens Next?: Matters of Life and Death, che ha vinto il Pen/New England Award per la saggistica nel 2014. 


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