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RECENSIONE: Il sentiero degli uomini perduti (Anna Katharine Green)




Autore: Anna Katharine Green

Traduttore: Marialuisa Ruggiero

Editore: Nero Press, 2017

Pagine: 276

Genere: Narrativa straniera, Gialli

Prezzo: € 10.00 (cartaceo), € 1.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Quando l'ispettore Gryce confida ad Amelia Butterworth le sue preoccupazioni circa la scomparsa di diverse persone su quello che viene chiamato Sentiero degli uomini perduti, la donna capisce subito che si tratta di una muta richiesta daiuto. Caso vuole che, proprio nei pressi del famigerato Sentiero, sorga casa Knollys, dove vivono i tre figli di una vecchia amica di Amelia, ormai defunta. Così Miss Butterworth decide di recarsi dai Knollys per incontrare Loreen, Lucetta e William. Immediatamente, però, capisce che qualcosa non va. Lo scorbutico William la tratta con astio e sufficienza, Lucetta sembra aver paura della sua stessa ombra, mentre Loreen appare fin troppo fredda e distaccata. Il vicinato non è da meno in fatto di stranezze, sono in molti a destare sospetti. Nei pochi giorni di permanenza nella casa, Miss Butterworth dovrà venire a capo del mistero che ammanta non solo il Sentiero degli uomini perduti, ma anche quella casa così misera e abbandonata a se stessa, dove, a notte fonda, si odono strani rumori, scricchiolii e voci sussurrate.

Da Anna Katharine Green, precorritrice del giallo classico in stile Agatha Christie, un romanzo gotico e misterioso, dove niente è ciò che sembra.


Recensione

L'autrice è considerata come la pioniera del genere poliziesco negli Stati Uniti. Green è la prima scrittrice che si concentra sull'aspetto prettamente investigativo del racconto più che su quello misterioso o avventuroso, facendo de Il caso Leavenworth, suo romanzo d'esordio, un esempio per molti scrittori a venire e favorendo la pubblicazione di romanzi gialli negli Stati Uniti e in Inghilterra. Suo è l'appellativo di mother of mistery e l’apprezzamento in patria da parte di pilastri del romando giallo (Arthur Conan Doyle e Agatha Cristie tra i tanti).


In questo romanzo, il ruolo decisivo è giocato dalla protagonista nonché voce narrante Amelia Butterworth, donna curiosa e pungente, come il romanzo giallo esige. Infatti, si intromette in uno strano caso di susseguenti sparizioni, che ha già attirato l’attenzione della polizia di New York. È proprio il poliziotto Gryce ad informarla e incuriosirla: in un villaggio piccolo quanto interessante (il cui nome non viene mai rivelato), nel corso degli ultimi cinque anni, sono scomparsi quattro uomini, che nulla sembrano avere in comune al di là del sesso maschile, i cui corpi, inoltre, non sono mai stati ritrovati.


In verità, un elemento determinante è rappresentato dal fatto che le vittime scompaiono tutte mentre percorrono la stessa strada: il sentiero degli uomini perduti. Un paesino anonimo, abitanti rispettabili e misteriose sparizioni: i conti non tornano per Miss Butterworth che decide, così, di preparare le valige e recarsi sul posto. Ad ospitarla è la casa di una sua vecchia amica del collegio, Althea, tutt’altro che accogliente. La casa, in cui vivono i tre figli della donna, si presenta minacciosa dall’esterno e ancor più terrificante all’interno. Dal suo arrivo in città, Amelia percepisce un clima sospetto, lontano dalla tranquillità che il paesino intende comunicare: case agghiaccianti e personaggi dall’atteggiamento sospetto e ostile spingeranno la protagonista fino alla fine del mistero, determinata a far luce sull’oscura vicenda.


Il lettore non si deve aspettare una soluzione scontata, perché questo giallo è tutt’altro che ingenuo. Chi ama il genere deve assolutamente leggere Anna Katharine Green, per capire poi l’evoluzione del genere, dall’America all’Europa.


Questo libro è anche un’ottima storia, capace di suscitare suspence e di incuriosire al punto da non riuscire più a smettere di leggere.


 

Alcune note su Anna Katharine Green

Anna Katharine Green (Brooklyn, 11 novembre 1846 – Buffalo, 11 aprile 1935). Interessata sin da giovane alla poesia romantica, la Green intrattenne una corrispondenza con Ralph Waldo Emerson. Tuttavia, a causa del mancato successo ottenuto, decise di dedicarsi ai romanzi polizieschi, genere all'epoca prettamente maschile. Figlia di un noto avvocato penalista di New York, ricavò dall'ambiente familiare una dimestichezza con il codice penale e l’ambiente giudiziario, che le tornò molto utile nei suoi romanzi. Laureatasi in lettere, la Green fu la prima donna a scrivere un importante romanzo poliziesco e fu lei a coniare, per indicare un preciso genere letterario, l’espressione detective story, che aggiunse al titolo del suo famoso "The Leavenworth Case" ("Il mistero delle due cugine"), pubblicato nel 1878.


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