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RECENSIONE: La parrucca di Newton (Jean-Pierre Luminet)

Aggiornamento: 4 nov 2023




Autore: Jean-Pierre Luminet

Traduttore: Valentina Palombi

Editore: La Lepre Edizioni, 2011

Pagine: 384

Genere: Saggi, Scienza

Prezzo: € 24.00

Acquista: Libro


 

Trama

Cosa si nasconde sotto l'alta e pesante parrucca di Isaac Newton? Senza dubbio una mente d'eccezione, che ha scoperto le leggi della gravitazione universale e concepito il più importante libro scientifico della storia. Ma anche una testa calva, sia per effetto dei vapori di zolfo e di mercurio generati dalle sue esperienze alchemiche, sia a causa delle lunghe notti insonni, passate a rileggere le Scritture per calcolare la data dell'Apocalisse. Il fondatore della scienza moderna ha, in effetti, consacrato più tempo a condurre esperienze alchemiche e a studiare teologia che a praticare le scienze naturali. "La parrucca di Newton" traccia il ritratto di un uomo straordinariamente complesso che, dopo un'infanzia solitaria, è divenuto ombroso, collerico, vendicativo e profondamente ossessionato da Dio. Questo personaggio, acclamato dal secolo dei Lumi e tuttavia dedito a ricerche esoteriche, verrà sepolto con gli onori tributati a un re dopo una vita lunga, 85 anni, durante i quali non si accostò mai a una donna. Un romanzo storico che svela il volto nascosto di un genio.


Recensione

Gli studi che normalmente si fanno a scuola presentano un Isaac Newton come uno dei padri della scienza moderna. A lui è attribuita la legge della gravitazione universale, che descrive la forza di attrazione fra due masse, a lui dobbiamo la seconda legge della dinamica, con il suo cognome è indicata l’unità di misura della forza e a lui si deve l’inizio dell’analisi matematica e il calcolo delle derivate.


L’autore, ricercatore presso il CNRS di Parigi e importante cosmologo di livello internazionale, svolge approfonditamente le sue indagini e racconta, in questo libro, in modo romanzato, le varie tappe della vita del Sir Isaac. L’infanzia difficile per la morte del padre; il nuovo matrimonio della madre; le difficoltà ambientali del suo villaggio; lo studio; l’accesso all’Università di Cambridge, con le prime conoscenze importanti, fra le quali il professor Barrow; la cattedra lucasiana; la complessa vita sociale e politica fra Cambridge e Londra; gli incarichi pubblici, come la guida risoluta della Zecca e la presidenza della Royal Society. Ad ogni passaggio emerge il carattere complesso e spigoloso dell’uomo, incapace di relazioni umani con parenti, amici e collaboratori. Compaiono idee del tutto irrazionali che hanno a che fare con gli studi biblici, gli esperimenti di alchimia, l’odio per il meccanicismo di Descartes, la rivalità ossessiva con il professor Hooke su questioni di ottica e non solo. Emerge un carattere che molti non conoscono. Così come i rapporti ambigui con alcuni collaboratori, che lasciano intendere una tendenza omosessuale più o meno riconosciuta, e la morte a 85 anni, ancora vergine (così afferma il medico che ne sancisce il decesso). Un ritratto a tutto tondo di uno dei più grandi scienziati mai esistiti. Un uomo con un carattere molto particolare, scorbutico, sgradevole e molto probabilmente paranoico.


L’autore sembra attratto proprio dalla parte oscura di Newton, dalle sue pulsioni irrazionali, dalla sua ricerca del sovrannaturale. Per la stesura del romanzo molti materiali sono stati attinti dallo scandaloso “baule di Newton”, rimasto chiuso per secoli e contenente parte dei documenti che Newton non distrusse prima della morte. Alcune parti del baule sono state acquistate da privati e altre donate alle università di Harvard, Yale, Princeton, all’University Library di Gerusalemme e al British Museum.


Cosa conteneva di tanto scandaloso quel baule? Sicuramente un primo elemento è la parte dedicata alla teologia e all’alchimia che è il doppio di quella dedicata alla matematica e alla fisica e non si tratta di testi scritti in tarda età, dovuti a un degrado mentale senile, come si è tentato di insinuare, bensì sono il frutto di riflessioni giovanili o mature, appartenenti al periodo più fertile di Newton sul piano scientifico. L’altra parte dello scandalo fu svelata da Keynes, economista che ha acquistato quasi la metà del baule, attraverso il testo predisposto per la Royal Society. Secondo la visione ricavata dalla lettura dei manoscritti acquistati, Newton «non era stato il primo dei razionalisti», bensì «l’ultimo dei maghi, l’ultimo dei Babilonesi e dei Sumeri, l’ultima delle grandi menti che abbia portato sul mondo visibile e intellettuale lo sguardo di coloro che, quasi duemila anni fa, inaugurarono la costruzione della nostra eredità intellettuale». Appare un Newton empirista secondo un cliché positivista. Perché Newton era un mago? Perché guardava all’universo come «un enigma, un mistero che poteva essere decifrato applicando il pensiero puro a certi indici mistici disposti da Dio nel mondo», come un «crittogramma disposto dall’Onnipotente». Per risolvere il crittogramma, secondo lo scienziato, occorre ricercare quegli indici, col pensiero puro e con la concentrazione intellettuale, nel mondo fisico, nel cielo, nella costituzione degli elementi materiali, ma anche nella teologia, nei documenti e nelle tradizioni trasmesse attraverso una catena ininterrotta risalente fino al mitico Ermete Trismegisto e ai segreti della Bibbia. Perciò, nel pensiero di Newton, tutto si teneva: matematica, fisica, alchimia, teologia. La ricerca dei segreti della gravitazione universale si accompagna al tentativo di scoprire i segreti dell’universo attraverso il calcolo delle proporzioni del Tempio di Salomone, lo studio del Libro di David e della storia della Chiesa.


Un libro, questo, che risulta una lettura piacevole ed istruttiva: la descrizione degli studi e delle scoperte del grande scienziato è sempre attenta e corretta e ,anche se qua e là l’autore gioca con il carattere e le idee, ne rispetta appieno la grandezza e l’umanità.


 

Alcune note su Jean-Pierre Luminet

Jean_Pierre Luminet nasce a Parigi nel 1951. Astrofisico, romanziere e poeta, lavora all’Osservatorio di Meudon ed è direttore di ricerca al CNRS. Nel 2007 ha vinto il Prix europèen de la communication scientifique. Oltre a La parrucca di Newton è autore di Finito o infinito? (Raffaello Cortina Editore, 2006), L’invenzione del big bang (Dedalo, 2006), La segreta geometria del cosmo (Raffaello Cortina Editore, 2004) e Buchi Neri (Marco Nardi Editore, 1992).


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