top of page

RECENSIONE: Sette donne (Lydie Salvayre)


ree

ree

Autore: Lydie Salvayre

Traduttore: Francesca Scala, Lorenza Di Lella

Editore: Prehistorica Editore, 2025

Pagine: 232

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 18.00

Acquista: Libro



Trama

Sette donne in carne e ossa. Sette figure emblematiche della letteratura. Singolari e passionali, trascendono il proprio dolore personale nell'opera; sarà invece il loro rapporto col quotidiano a essere vissuto in maniera tragica. Ma non è forse questo "quotidiano" ad aver segnato la Storia? Quello della Parigi anteguerra, degli Anni folli, della Russia stalinista... Come riscrivere un'opera attraverso la vita del suo autore? Lydie Salvayre – già premio Goncourt per il fortunato romanzo Non piangere (Prehistorica Editore, 2024) – si abbandona a quest'arte del ritratto, come prima di lei Cioran e Sainte-Beuve, scegliendo le autrici che le hanno segnato la vita, che hanno reso feconda la sua opera: Emily Bronte, Colette, Virginia Woolf, Djuna Barnes, Marina Tsvetaeva, Ingeborg Bachmann e Sylvia Plath. Scomode, scandalose, sono testimoni a modo loro del mondo che tanto hanno sofferto quanto contribuito a sagomare... Le loro opere sono ormai monumenti letterari, che Lydie Salvayre fa rivivere raccontandone la storia privata, fatta di bellezza, dismisura, ribellione, ma anche di fragilità e disperazione.


Recensione

Donne incredibilmente avanti rispetto al loro tempo, combattenti per le quali l'unica salvezza risiede in un solo verbo: scrivere. Donne che la società ha rifiutato e giudicato per i loro scritti, per ciò che il potere delle loro parole, brandito di fronte al mondo, infliggeva ai loro pregiudizi. Furie della parola che non hanno mai saputo negare chi erano, anche a costo di pagare un prezzo alto, e che hanno creduto nella salvezza ultima che la scrittura portava loro.


Tutte queste donne, queste sette donne a cui Lydie Salvayre rende omaggio in questo saggio, hanno ispirato l'autrice e forgiato la persona e la scrittrice che è diventata, l'hanno accompagnata fin dall'adolescenza, quando le leggeva avidamente, rannicchiata nel letto del suo collegio femminile dove viveva.


Salvayre dipinge, con la sua particolare sensibilità, sette ritratti di scrittrici, tutte emblematiche, misteriose e accattivanti: Emily Brontë , Djuna Barnes , Sylvia Plath , Colette, Marina Cvetaeva , Virginia Woolf e Ingeborg Bachmann.


Tutte complete e appassionate: Sette pazze. Per le quali vivere non è abbastanza. Tutte hanno dedicato la loro esistenza alla scrittura in un'epoca in cui la letteratura non era un “affare”. Con il prezzo di terribili sofferenze da pagare. Erano intelligenti, all'avanguardia nei loro scritti o nella loro morale. Amavano la vita, ma quasi tutte hanno incontrato un destino sfortunato: Emily Brontë morì di tubercolosi a 30 anni, Sylvia Plath si suicidò con il gas, Virginia Woolf, con le tasche appesantite da pietre, annegò in un fiume.


 L’autrice di questo prezioso saggio non si accontenta di una semplice biografia. Commenta le loro vite con una prospettiva anticonformista. Spiega come ha scoperto queste donne e quale ruolo hanno avuto nella sua vita. Si ispira ogni volta a un'opera: La nascita del giorno per Colette o La foresta della notte per Djuna Barnes . Se Marina Cvetaeva è "la più estrema", Emily Brontë è la prima che, rinchiusa nella sua amata Haworth, è stata in grado di rivelare che il male esiste in ognuno di noi. Questa giovane ragazza innocente ha saputo dipingere come nessun'altra l'oscurità che si impadronisce dell'anima quando soffre. Colette, alla fine della sua vita e in un'opera tarda, invita a liberarci dalle passioni. Ingeborg Bachmann definisce il matrimonio un assassinio organizzato. Djuna Barnes insegue la sua amante ubriaca per le strade di Parigi. Queste sono ben lontane dalle storie d'amore romantiche. Ma sarebbe troppo riduttivo limitare queste donne all'amore passionale . Erano ribelli nel vero senso della parola. Marina Cvetaeva fuggì dal regime sovietico e Ingeborg Bachmann rinnegò il padre nazista. Emily Brontë preferiva vivere isolata piuttosto che socializzare con i suoi coetanei. Si rifiutavano di fare concessioni al mondo. Fu nella scrittura che scelsero di realizzarsi.


In sette splendidi testi brevi, Lydie Salvayre ci parla di queste sette donne con affetto ed entusiasmo. La vediamo empatica, spesso ironica e a tratti persino cruda, anche un po' gelosa, inevitabilmente, ma soprattutto appassionata. Leggendo questo libro viene voglia di sfogliare le opere di queste grandi donne della letteratura e persino di immergerci nelle loro storie personali.


Fluido, alternando capitoli brevi (evitando così qualsiasi stanchezza), guidato dall'entusiasmo e dal profondo affetto che l'autrice nutre per loro, questo saggio rende  omaggio, a scrittrici eccezionali, avanguardiste che continuano a ispirarci ancora oggi. Semplicemente donne libere.


Consiglio questo libro a tutti coloro che vogliono immergersi in biografie non convenzionali di donne straordinarie.


Alcune note su Lydie Salvayre

Lydie Salvayre nasce nel 1948 a Autanville (centro-valle della Loira) da genitori spagnoli rifugiati, sfuggiti al franchismo durante la guerra civile.

Studia lettere moderne all'Università di Tolosa e si laurea anche in medicina: ha esercitato la professione dello psichiatra prima di dedicarsi integralmente alla scrittura.

Ha esordito nel 1990 con il romanzo La Dichiarazione, salutato dalla critica e insignito del Premio Hermès. Di lì ha pubblicato una quindicina di romanzi, che gli sono valsi svariati e importanti riconoscimenti, come Il Premio Novembre, il Premio Billetdoux e il Prix Goncourt.

Le sue opere sono tradotte in una ventina di lingue. In Francia è edita da illustri editori quali Le Seuil, Juillard e Verticales. In Italia, alcune sue opere sono state pubblicate da Bébert, Bollati e Boringheri, Feltrinelli, Guanda, L’Asino d’oro. Dal 2023, se ne occupa Prehistorica Editore.


Comentarios


©2020 di Dalla carta allo schermo.

bottom of page