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RECENSIONE: La signora dell'acqua (Elena Pigozzi)




Autore: Elena Pigozzi

Editore: Piemme, 2022

Pagine: 348

Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 17.50 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Moreno Zanon è un campione di Mma, le arti marziali miste che vedono i combattenti darsi battaglia all’interno di una gabbia. Ha il corpo ricoperto da tatuaggi e un passato ingombrante. Lui è convinto di esserselo lasciato alle spalle, ma il caso è pronto a fargli capire che si sbaglia. Proprio nel momento in cui le cose sembrano girare per il verso giusto, infatti, con un incontro importante alle porte e una storia d’amore appena nata, il maresciallo Di Ciolla gli comunica che il fratello Marco è stato accoltellato in carcere a causa di un debito con un ex appartenente alla Mala del Brenta, accanito scommettitore. Per ripagarlo, Moreno sarà costretto a diventare l’attrazione principale del Combat Circus, una sorta di moderno Colosseo dove i lottatori si affrontano in feroci incontri clandestini. Ma nulla è come sembra, e l’unico modo che Moreno troverà per uscire dalla spirale di ricatti in cui è finito sarà lottare e allearsi con chi, come lui, sembra essere destinato alla sconfitta. Cosmo afferra il lettore e lo trascina tra le ombre di una periferia urbana e umana dove legalità e illegalità si confondono: con la lente del noir, là dove l’estasiante bellezza di Venezia è soltanto un miraggio, racconta una zona grigia, popolata da persone che fuggono dal proprio passato in cerca di riscatto.


Recensione

L’acqua è materia fluida, come i ricordi che procedono seguendo il movimento della risacca, scivolano in alcuni punti, si soffermano in altri e spesso tornano indietro per ripartire dall’inizio. Ed è questo l’andamento del romanzo. In questo andamento temporale fluido, il romanzo si fa coro di una famiglia nell’arco di un secolo, intrecciandosi con un presente che è confronto-scontro.


La voce narrante di questa storia che intreccia il destino di una famiglia con l’acqua, è quella di Sara: la nipote di Ines e Giovanni che, dopo anni di assenza, fa ritorno alla sua terra in quanto la casa costruita dal parente, con i pochi soldi portati dal Brasile, è in pericolo. È qui che si intrecciano le vite di Giovanni, Ines, Erminia, Maria, fino a Italia e Sara.


Sara, nata in un giorno estremamente piovoso, ha un dono misterioso, tramandato dalla sua famiglia: ovvero quello “di sentire l’acqua”. La donna, nella casa di famiglia, sente voci misteriose, che le parlano, la indirizzano, le indicano cosa fare. Quel vociare appare sia chiaro che chiassoso, si eviscera nei fogli che essa scrive senza consapevolezza, nelle manifestazioni più strane e nei momenti sia di pace che di tumulto.


La perla bianca, così viene anche chiamata l'abitazione, sembra parlare ai suoi inquilini in maniera dolce e decisa attraverso la potenza dell’acqua che scorre sotto le fondamenta. L’immagine restituita al lettore è senz’altro non quella di una casa infestata, ma di un luogo di pace, incontaminato dalla violenza e dalla brutalità umana: un luogo dove intere generazioni hanno vissuto amori, nascite, perdite e partenze. Un luogo capace di proteggere, accogliere e anche lasciare andare.


Emozionante è il racconto di come Giovanni, nonno di Sara, mette su mattone dopo mattone le fondamenta di quella casa sospesa nel tempo. L’uomo ne parla come se la costruzione fosse capace di parola, di vita, di sentimenti, e che l’acqua al di sotto di essa, potesse in qualche maniera renderla indistruttibile per la vita. Tuttavia la bellezza di quella casa, immersa nella natura, sembra trovarvi ostacolo, un giorno, in seguito alla notizia di esproprio.


Il romanzo lascia spazio a diverse storie d’amore: come quella tra Sara e Angelo che dimostra in maniera chiara come questo sentimento abbatte le distanze tra l’uno e l’altro. Di grande spessore, anche la storia tra Ines e Giovanni, con il racconto della loro fuga d’amore e la ricerca di fortuna in Brasile.


Viene indagato anche il rapporto difficile che Sara ha con sua figlia Mirta, che a causa di fattori esterni, hanno imparato a conoscersi e vivere insieme in maniera lenta e postuma.


Importante durante tutta la narrazione è il tema della natura. Un romanzo che si fa coro di una famiglia nell’arco di un secolo e in un racconto dove la capacità di "sentire l’acqua" è sia dono che peso, in un mondo incapace di fermarsi ad ascoltare la natura e le sue innumerevoli esigenze.


Un romanzo con diversi salti temporali, ma che risulta fluido, caratterizzato da una scrittura evocativa. Un libro che consiglio a tutti coloro che amano le storie famigliare e cercano una trama che è un inno alla vita, di cui l'acqua diviene il simbolo principale.


 

Alcune note su Elena Pigozzi

Elena Pigozzi è scrittrice, giornalista e insegnante. Ha scritto testi umoristici per Giunti, quali: Come difendersi dai Milanesi, Come difendersi dai Romani, Come difendersi dai Napoletani, e sempre per Giunti il saggio La letteratura al femminile, mentre per il teatro il monologo Dalla parte di lei, tratto da Ovidio. Nella narrativa esordisce nel 2009 per Marsilio con Uragano d'estate (Premio Penne 2009 Opera Prima), quindi per Piemme nel 2020 con L'ultima ricamatrice (Premio Pavoncella 2021 per la creatività femminile), infine nel giugno 2022 con La signora dell'acqua, sempre per Piemme. È dottore di ricerca in Linguistica applicata e Linguaggi della comunicazione e diplomata alla scuola di specializzazione in Comunicazioni sociali dell’Università Cattolica di Milano.


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