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RECENSIONE: Solo i folli cambieranno il mondo. Arte e pazzia (Lamberto Maffei)




Autore: Lamberto Maffei

Editore: Il Mulino, 2023

Pagine: 140

Genere: Saggi, Psicologia

Prezzo: € 14.00 (cartaceo), € 9.61 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

«Il folle fugge dal pensiero cristallizzato per vivere in un futuro diverso e apre strade che solo più tardi saranno percorse con naturalezza anche dai cosiddetti normali.» Albert Einstein diceva che «solo coloro che sono abbastanza folli da poter pensare di cambiare il mondo lo cambiano davvero». La follia non è irrazionalità, la follia può essere considerata una forma di pensiero eccentrico, capace di nuove interpretazioni, nuovi modi di vedere e nuovi modi di cogliere il mondo. In questo volume, Lamberto Maffei ci accompagna nel mondo dell'arte e del cervello. Attraverso il racconto di artisti folli, ci mostra come la creatività può salvare il mondo fornendo un punto di vista diverso, ma al tempo stesso vero e diretto. In un tempo ricco di incertezze e retto dalla pressione all'omologazione delle nuove tecnologie, l'autore ci fornisce un quadro della nostra natura umana inedito, nuovo e autentico, dove non si nascondono fragilità, bellezza e paure dell'infinito e della fine, temi esistenziali propri dell'essere persone consapevoli.


Recensione

Può risultare difficile essere diversi dagli altri, uscire dal gregge. Sovente la malattia psichica aiuta a farlo perché conduce a strade diverse e fa conoscere nuove realtà che anche le altre pecore hanno, ma che restano imprigionate non si sa come e non si sa dove, tanto che alcuni chiamano tutto ciò inconscio.


Vi sono all’interno del corpo di ognuno emozioni, pensieri, immagini, suoni che, in alcuni casi, vengono esternati solo con l'aiuto della malattia la quale passa dallo stato distruttivo a quello costruttivo.


Che la malattia psichica come la depressione o fenomeni non gravi o transitori di bipolarismo, in cui si alternano stati di eccitazione e depressione accompagnati da stranezze comportamentali o intellettuali, può avere relazioni con la creatività è cosa risaputa da tempo e appare già in Aristotele.


Molti pensatori hanno riflettuto sulle varie facce della follia, tra questi va certamente ricordato Michel Foucault col suo libro Storia della follia nell’età classica. Il poeta Rimbaud scriveva che la poesia non può che nascere da uno sconvolgimento dei sensi; dalla necessità di urlare, di cantare, direi rigettare, suoni, parole, segni, colori che stanno dentro da qualche parte dell’essere come terapia per continuare a vivere.


Il primo psichiatra a interessarsi scientificamente del rapporto malattia mentale-creatività è stato Hans Prinzhorn (1886-1933), persona di poliedrica cultura e profondo conoscitore della storia dell’arte, il quale, dopo la laurea in medicina presso la clinica di Heidelberg, fece accurate osservazioni statistiche in proposito. I suoi dati sono ancora citati tra i più validi sull’argomento.


Dalla lettura di questo libro, scritto in modo chiaro e scorrevole, si conclude che molti dei cosiddetti folli non sono malati mentali, ma semplicemente individui diversi per qualche loro caratteristica, giudicati dai "normali" individui da evitare o addirittura nocivi, che tuttavia talvolta sono dotati di grande creatività e possono rivelarsi innovatori nella filosofia, nella scienza e anche nei comportamenti e nei costumi; innovazioni che con gli anni possono arrivare ad essere adottate dalla stessa comunità che fino ad allora le ha considerate impraticabili.


Il saggio sostiene la tesi sopra espressa prendendo spunto da figure che, con il loro stile di vita e con il loro pensiero, hanno manifestato una libertà creativa considerata anomala e "folle" dalle persone comuni. Nel mondo dell’arte visiva egli identifica in particolare nel surrealismo la tensione verso il fantastico che prende corpo nelle immagini.


Un piccolo volume per comprendere come la follia, troppo spesso additata, può essere considerata come risorsa.


 

Alcune note su Lamberto Maffei

Lamberto Maffei già presidente dell’Accademia nazionale dei Lincei, è professore emerito di Neurobiologia alla Scuola Normale di Pisa. Con il Mulino ha pubblicato: «La libertà di essere diversi» (2011), «Elogio della lentezza» (2014), «Elogio della ribellione» (2016) ed «Elogio della parola» (2018).


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