RECENSIONE: Sono parte dell'infinito. La biografia spirituale di Albert Einstein (Kieran Fox)
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Aggiornamento: 9 ore fa


Autore: Kieran Fox
Traduttore: Luigi Civalleri
Editore: EGEA, 2025
Pagine: 320
Genere: Saggi, Fisica, Biografie
Prezzo: € 26.90 (cartaceo), € 20.99 (ebook)
Acquista sito editore: https://www.egeaeditore.it/ita/prodotti/cultura-scientifica/sono-parte-dell-infinito.aspx
Trama
Albert Einstein è noto in tutto il mondo per aver rivoluzionato la nostra comprensione del cosmo, ma pochi sanno che il celebre scienziato aveva un profondo lato spirituale. Einstein credeva che una forza meravigliosa fosse intessuta in tutte le cose, ovunque, e questo senso del sacro pervasivo influenzò ogni aspetto della sua esistenza, dalla sua meravigliosa scienza al suo appassionato pacifismo. "Sono parte dell'infinito" offre la prima esplorazione approfondita della spiritualità di Einstein, mostrando come il genio abbia attinto a un'incredibile diversità di pensatori - da Pitagora a Platone, da Schopenhauer a Spinoza, dal buddismo alle Upanishad, fino al Mahatma Gandhi - per creare un sistema innovativo in cui il misticismo incontrava la matematica, la realtà era venerata e la mente umana era onorata come specchio dell'infinito. Non si trattava solo di un nuovo modo di vedere il mondo. Einstein ci chiedeva di entrare in comunione con il cosmo, di trattare ogni creatura vivente con compassione, di incanalare il potere che permea tutte le cose e di utilizzarlo per scopi puri. Attingendo a conversazioni poco conosciute, a lettere pubblicate di recente e a nuove ricerche d'archivio, il libro di Kieran Fox rivela ciò in cui Einstein credeva profondamente e perché la sua prospettiva è importante ancora oggi.
Recensione
Albert Einstein è universalmente noto per aver rivoluzionato la nostra comprensione dei meccanismi del cosmo, ma pochi sanno che il celebre scienziato aveva un profondo lato spirituale. Con questo saggio, l’autore, medico-ricercatore americano, offre una esplorazione approfondita della spiritualità di Einstein e di come abbia attinto da un gran numero di pensatori e tradizioni filosofiche e religiose: da Pitagora a Platone, da Schopenhauer a Spinoza, dal buddismo alle Upanishad, fino al Mahatma Gandhi.
Kieran Fox resuscita l'anima dimenticata di una delle menti più venerate della storia scientifica. Albert Einstein, spesso ricordato esclusivamente per la formula E=mc² e la teoria della relatività, viene qui restituito come un profondo pensatore spirituale la cui bussola interiore puntava non solo alla verità matematica, ma all'unità metafisica. Con prosa elegante e intuizioni profondamente approfondite, l’autore invita i lettori a esplorare quella che definisce la religione cosmica di Einstein: una spiritualità priva di dogmi e rituali eppure colma di riverenza, umiltà e meraviglia.
Fin dall'inizio, Fox, segnala che questa non è una biografia ordinaria. Quella di Einstein era una religione che non conosceva dogmi né un Dio concepito a immagine dell'uomo; quindi non può esistere una chiesa i cui insegnamenti siano basati su di essa. Si tratta piuttosto di una spiritualità guidata dalla convinzione che la cosa più bella che si spossa sperimentare è tutto ciò che risulta misterioso.
L'argomentazione del medico è chiara: la visione del mondo di Einstein era fondamentalmente non duale. Come sosteneva lo scienziato, un essere umano è parte di un tutto che noi chiamiamo Universo. Questo pensiero plasmò la sua etica, la sua scienza e il suo impegno sociale. In un mondo sempre più frammentato da ideologia, religione e tribalismo, Einstein credeva che la salvezza risiedesse nella consapevolezza che l'umanità è una e indivisa.
Uno dei fili conduttori principali del libro riguarda il modo in cui Einstein rifiuta la religione tradizionale, non per ribellione, ma per necessità spirituale. Il Dio di Einstein è troppo universale per preoccuparsi delle intenzioni di ogni essere umano. Per Einstein, l'etica doveva essere intrinseca, non imposta estrinsecamente dal divino. Il famoso scienziato invita alla maturità spirituale, a essere buoni solo per amore del bene.
La posizione etica di Einstein, secondo Fox, emerge direttamente dalla sua metafisica. Per il fisico la moralità non è più un decreto divino, ma l'inevitabile conclusione della coscienza cosmica. Naturalmente, una simile visione richiede una radicale riformulazione del tradizionale concetto di Dio. Fox è meticoloso nel rivelare come Einstein non fosse un ateo nel senso comune del termine, ma qualcosa di ben più sovversivo: un panteista nella linea di Spinoza, Bruno e forse persino delle Upanishad. Per Einstein che la massa si trasformi in atomi, elettroni o moto, è pur sempre una realtà, una manifestazione di energia eterna. La materia risulta viva di divinità.
La spiritualità di Einstein è chiaramente più della semplice negazione della fede. Einstein immaginava un “sentimento religioso cosmico" che era la motivazione per la ricerca scientifica.
In una delle sezioni più illuminanti del libro, Fox sottolinea come Einstein ritenesse che scienza e spiritualità fossero non solo compatibili, ma anche necessarie compagne. La sua religione cosmica cercava di dissolvere l'antagonismo percepito tra questi due regni, dimostrando che erano semplicemente "rami dello stesso albero".
Fox traccia anche forti parallelismi tra la visione del mondo di Einstein e le filosofie orientali. Sebbene Einstein non avesse studiato nel dettaglio le scritture orientali, trovò comunque risonanza nel Tao, nella non-dualità buddista e nell'idea vedica di Brahman. L’autore osserva come Einstein ammirasse Rabindranath Tagore e come entrambi trovassero un terreno comune nell'idea che la potenza dell'universo fosse la fonte sia della scienza che dello spirito.
Quello di Einstein non era un misticismo passivo o evasivo. La sua spiritualità richiedeva azione, soprattutto in un mondo devastato dalla guerra e afflitto dalla disuguaglianza. Per lo scienziato bisogna generare una coscienza cosmica per non essere distrutti. Esso insisteva sul fatto che pace, giustizia e unità non erano ideali opzionali, ma imperativi etici.
Forse l'aspetto più toccante del saggio è la sua rappresentazione di Einstein non come un profeta o un guru, ma come un ricercatore. Questa umiltà permea ogni dimensione del pensiero di Einstein. Egli insisteva sul fatto che onestà e integrità, non fede o rituali, fossero le vere virtù di una vita spirituale. La sua religione non richiedeva templi o testi, ma solo una mente pura permeata da intenzioni pure.
Il saggista americano non si limita a recuperare il lato mistico di Einstein; sfida i lettori ad essere all'altezza della sua visione. Ci sfida a considerare che forse la vera "teoria del campo unificato" non fosse un'equazione fisica, ma una realizzazione spirituale: che tutto è interconnesso, che tutto è sacro e che noi, ognuno di noi, non siamo esseri separati, ma una parte dell'Infinito.
Questo non è solo un libro su Einstein. È un manifesto per un nuovo tipo di spiritualità: radicata nella ragione, fondata sulla scienza, ma protesa verso il trascendente. È un libro raro che lascia il lettore non solo più informato, ma in qualche modo trasformato.
Un ottimo saggio che permette di conoscere una parte meno nota del grande scienziato e di come essa sia molto attuale.
Alcune note su Kieran Fox
Kieran Fox, ha studiato medicina alla Stanford University e ha conseguito un dottorato in neuroscienze cognitive presso la University of British Columbia. È medico-scienziato presso l’Università della California, dove la sua ricerca si concentra sui meccanismi neurali e sul potenziale terapeutico delle pratiche di meditazione e delle medicine psichedeliche. Vive a San Francisco. Questo è il suo primo libro.
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