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RECENSIONE: Tenet (Christopher Nolan)

Aggiornamento: 18 feb 2021


Voto: 4/5

Regista: Christopher Nolan

Interpreti: John David Washington, Robert Pattinson, Michael Caine, Kenneth Branagh, Martin Donovan

Anno: 2019

Durata: 149 minuti

Genere: Azione, Fantascienza


 

Trama Tenet è ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale, dove le nazioni si uniscono, al di là dei loro interessi, per risolvere un enigmatico intrigo. Al Protagonista, un agente ben addestrato e molto sensibile, viene assegnato un importante compito: fermare quella che potrebbe rivelarsi come un'apocalisse planetaria, una minaccia peggiore dell'Armageddon. Ma in questa ardua missione non sarà solo, in suo aiuto accorrerà un partner e sua vecchia conoscenza. L'unico modo per salvare il mondo sembra essere racchiuso in una misteriosa parola, Tenet. Per fronteggiare la minaccia globale, infatti, i due agenti speciali dovranno svolgere le loro azioni in qualcosa al di là del tempo reale e dovranno essere in grado di attuare una manipolazione temporale, nota come inversione. Non si tratta di un viaggio nel tempo, ma di un’alterazione del flusso, che apporta una deviazione del corso naturale cose. L’inversione è l’idea della materia con una sua entropia invertita, quindi attraversa il tempo in senso inverso, relativamente a noi. È un’arma a doppio taglio, perché se impiegata su larga scala potrebbe diventare una forma di terrorismo e allo stesso tempo è il mezzo più efficace che il Protagonista e il suo partner hanno per salvare l’umanità ed evitare una terza guerra mondiale.


Recensione

Nei congegni post-moderni del cinema di Christopher Nolan, non c’è spazio all’improvvisazione. Tutto è sempre studiato e presentato al minimo dettaglio. Tenet, questo il titolo palindomo del film, per struttura e forza drammaturgica, è il film più nolaniano di sempre. Un eroe senza macchia, chiamato semplicemente Protagonista (John David Washington, figlio di Denzel), dovrà vedersela con un magnate russo (Kenneth Branagh) divenuto miliardario grazie a qualcosa venuto dal futuro, ovvero l’inversione del tempo: oggetti e persone si muovo a ritroso, attraversano il tempo in senso antiorario per trovarsi nel passato. Ma la minaccia è globale e la posta in gioco è la salvezza dell’umanità intera. Per struttura e tematiche, Tenet è un cugino lontano di Inception, dove Nolan tenta nuovamente la carta dei continui intrecci di storie e piani narrativi: se in Inception i livelli del sogno erano tutti generati e vissuti in compartimenti stagni diversi, i due piani temporali, normale e invertito, condividono la stessa realtà, lo stesso vissuto.

Delle due forze temporali, nessuna è mai attiva o passiva, bensì si influenzano reciprocamente. Nolan costruisce un vero e proprio puzzle, di quelli che probabilmente piacciono a lui, contorti, spigolosi, criptici. La vera missione non è seguire le vicende del film, che si lascia ben vedere grazie a una regia sempre attena e chirurgica, molto più votata all’action o al cinema muscolare che non vedevamo dai tempi di Batman Begins, bensì evidenziare tutti i fili che collegano i diversi avvenimenti. Questo volta la sorpresa, la novità o la possibilità di rivoluzionare nuovamente un genere, sono sacrificati all’altare del banale scontro tra le forze del bene e quelle del male. Messo in moto il gioco dell’inversione del tempo, i personaggi ne abusano fino allo scontro finale, disorientando più volte, senza mai risultare tediosi. Meglio dunque le scene di forte adrenalina, assalti di gruppo serratissimi, la musica che incalza e che crea uno spartito musicale perfetto per i quasi tutta la durata del film.

Tenet, essenzialmente, è uno spy movie che mette in campo le tematiche care al regista: il tempo e il suo scorrere inevitabile, l’intenso rapporto e scambio di emozioni e influenze tra uomo e donna, la forza di volontà nel credere in un bene superiore e antagonisti che hanno perso il lume della ragione e vagano, con grande razionalità, nella loro follia idealista. A differenza degli altri film, dove il regista ci aveva abituato a qualche momento di pura avanguardia, qui si lascia andare a classicismi estremi e d’altronde nessuno gli ha mai chiesto di rivoluzionare il genere a cui si dedica ogni due o tre anni.

Tenet, dunque, è il classico film che conferma l’indubbia qualità tecnica del regista, questa volta alzando l’asticella verso un progetto drammaturgico molto più complesso e forse non accessibile ad una prima visione.


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