RECENSIONE: Agosto blu (Deborah Levy)
- Dalla carta allo schermo 
- 24 lug
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 18 ago


Autore: Deborah Levy
Traduttore: Gioia Guerzoni
Editore: NN Editore, 2025
Pagine: 176
Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 18.00
Acquista: Libro
Acquista sito editore: https://www.nneditore.it/libro/9791255750864
Trama
Ad Atene, in un mercatino delle pulci, la grande pianista Elsa M. Anderson, ex bambina prodigio ora trentenne, si ferma a osservare una donna che sta acquistando dei cavallini meccanici a un banchetto. La donna ha qualcosa di dolorosamente familiare; Elsa ha la sensazione di vedere se stessa in lei, come riflessa in uno specchio. La donna scompare, ma Elsa trova il suo cappello, da cui non si separa più. Spinta da una curiosità inspiegabile, Elsa comincia a seguire le sue tracce; da Atene a Poros, da Parigi alla Sardegna, in un viaggio che è al tempo stesso una ricerca di sé e del proprio passato. Poco tempo prima, all’apice della carriera, Elsa ha interrotto un’esibizione importantissima a Vienna, e non è più tornata a suonare in pubblico; e ora sente che quella donna possiede la risposta a tutte le sue domande, alla sua infanzia solitaria e piena di talento, segnata dall’abbandono della madre; al difficile rapporto con il padre adottivo; alla sua fuga costante, da se stessa e dall’amore.
Recensione
L'ultimo romanzo di Deborah Levy si dipana come un sogno ammaliante ed enigmatico. Esso è raccontato dal punto di vista di una famosa pianista concertista di nome Elsa A. Anderson che improvvisamente abbandona il palco nel bel mezzo di un'esibizione. Lasciandosi alle spalle la sua illustre carriera di concertista, viaggia per l'Europa alla ricerca della propria identità. Da ciò scaturisce un viaggio alla scoperta di sé, narrato attraverso la prosa scintillante di Levy, che fonde il reale con il surreale.
Per Elsa, il suo problema è la non conoscenza dei suoi genitori biologici. Prodigio del pianoforte, dall'età di sei anni viene adottata dal famoso insegnante di pianoforte Arthur Goldstein, che la trasforma in una pianista concertista di fama mondiale. Tuttavia, la loro dinamica è più quella di insegnante-allieva che di padre-figlia. L'incertezza del loro rapporto è un tema ricorrente.
Durante un'esecuzione del Concerto per pianoforte n. 2 di Rachmaninoff a Vienna, Elsa abbandona il palco e si prende una pausa a tempo indeterminato, proprio mentre scoppia la pandemia di COVID-19. Come molti artisti nella vita reale, la donna usa questo periodo lontano dai riflettori per fare un esame di coscienza, soprattutto perché finora ha avuto un controllo minimo sulla propria vita e sa poco delle sue origini. Ad Atene, Elsa vede una donna in un mercatino delle pulci che crede immediatamente essere la sua sosia. Con essa instaura una relazione parasociale.
La strana relazione telepatica mette in dubbio l'affidabilità e la stabilità della pianista come narratrice. Inoltre, alcune delle situazioni che ne conseguono sono surreali, eppure descritte in modo così vivido, che non si può essere certi che Elsa le stia immaginando. Questi momenti di inquietudine si susseguono a altri di iperrealismo, proiettati attraverso la lente fin troppo familiare della pandemia, con tanto di test rapidi e mascherine. La scrittura di Levy è quasi come un mosaico di immagini il cui simbolismo non è sempre immediatamente evidente, ma si sa che c'è un significato più profondo nascosto sotto la superficie. Una volta che ci si abbandona allo stile unico di Levy e si sospende l'incredulità, il libro ci culla in un mondo onirico in cui il banale diventa improvvisamente miracoloso.
La poesia della scrittura di Levy si presta bene a descrivere i meccanismi interni della mente di un musicista. Tuttavia, la musica non gioca un ruolo così importante nel libro come ci si potrebbe aspettare, almeno per quanto riguarda la trama. Levy cita celebri brani per pianoforte e include alcune scene in cui Elsa insegna o suona il pianoforte, ma queste scene servono più a rivelare aspetti del passato o del carattere. In effetti, le citazioni musicali costituiscono solo una parte di un collage più ampio di riferimenti ad artisti, ballerini, filosofi e poeti. Invece, la vera musica del romanzo risiede nella scrittura, catturata in particolare dalle conversazioni che Elsa immagina con il suo doppelgänger, che si ripetono come un ritornello musicale.
Un libro che consiglio a tutti coloro che cercano un romanzo intrigante caratterizzato da una profondità psicologica che, in poche pagine, riesce ad essere un concentrato di emozioni forti, pur mantenendo una solare leggerezza in superficie.
Alcune note su Deborah Levy
Deborah Levy è nata nel 1959 ed è tra le maggiori scrittrici inglesi. Nata in Sudafrica, è autrice di romanzi come A nuoto verso casa (Garzanti), finalista al Man Booker Prize, e Come l’acqua che spezza la polvere (Garzanti). NNE ha pubblicato L'uomo che aveva visto tutto e Cose che non voglio sapere.



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