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RECENSIONE: Deglobalizzazione. Immagini di un mondo in frantumi (Nello Barile)


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Autore: Nello Barile

Editore: EGEA, 2025

Pagine: 144

Genere: Saggi, Sociologia

Prezzo: € 16.00 (cartaceo), € 14.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook



Trama

Un saggio che esplora la fine della globalizzazione attraverso immagini simboliche di frammentazione mondiale. Dall'11 settembre alla pandemia, passando per la guerra in Ucraina, l'analisi indaga come politica, tecnologia e comunicazione ridisegnino gli equilibri globali. Un viaggio nelle contraddizioni contemporanee che mostra il passaggio da un'idea di mondo unificato a nuovi nazionalismi e nostalgie imperiali, svelando le fratture di un'era in profonda trasformazione geopolitica.


Recensione

Con questo libro l'autore propone una riflessione lucida e stratificata su uno dei concetti più discussi e fraintesi del nostro tempo. Il saggio non si presenta come un’analisi economica in senso stretto, né come un trattato di geopolitica tradizionale: il suo punto di forza sta piuttosto nell’indagare la deglobalizzazione come fenomeno culturale, simbolico e mediale, mettendo al centro le immagini, reali, mediatiche, narrative, che hanno contribuito a ridefinire il nostro modo di percepire il mondo globale e la sua crisi.


Barile parte dall’assunto che la deglobalizzazione non sia semplicemente un ritorno al passato o una regressione dei flussi economici, ma un processo complesso di frantumazione dell’immaginario globale costruito a partire dagli anni Novanta. Il mondo “senza confini” che sembrava essersi imposto come orizzonte inevitabile mostra oggi le sue crepe: confini che riemergono, blocchi che si ricompongono, narrazioni universali che si sgretolano lasciando spazio a visioni parziali, conflittuali, spesso incompatibili tra loro.


Il libro si struttura come un percorso attraverso alcune scene emblematiche della crisi globale, che non vengono trattate come semplici eventi storici, ma come immagini dense di significato. Dall’11 settembre 2001, momento simbolico che incrina l’idea di un ordine mondiale pacificato, fino alla pandemia e alle guerre più recenti, Barile mostra come ciascuna frattura abbia prodotto non solo conseguenze politiche ed economiche, ma anche una trasformazione profonda delle forme della comunicazione, della rappresentazione del potere e dell’esperienza collettiva.


Uno degli elementi più interessanti del saggio è l’attenzione costante al ruolo dei media. Le immagini televisive, le serie, le piattaforme digitali e le narrazioni tecnologiche non sono considerate semplici strumenti di racconto, ma attori centrali nella costruzione del senso della deglobalizzazione. Barile analizza come il mondo contemporaneo venga sempre più percepito attraverso schermi e dispositivi, e come questa mediazione contribuisca a rafforzare sentimenti di distanza, paura, chiusura o, al contrario, illusioni di controllo e onnipotenza tecnologica.


Il libro mette in dialogo riferimenti teorici, esempi culturali e osservazioni sociologiche senza mai scivolare nella semplificazione. Il tono resta analitico, ma accessibile; la scrittura è densa, talvolta concentrata, e richiede un lettore disposto a seguire connessioni non lineari. In questo senso, Deglobalizzazione si colloca più vicino alla tradizione del saggio interpretativo che a quella del pamphlet o del libro divulgativo: non offre soluzioni immediate, ma strumenti concettuali per orientarsi in un presente frammentato.


Un altro tema centrale è la ridefinizione del rapporto tra tecnologia, politica e immaginario. Barile osserva come le grandi promesse universalistiche della digitalizzazione, connessione, apertura, superamento dei confini, convivano oggi con nuove forme di controllo, sorveglianza e polarizzazione. La deglobalizzazione, in questa prospettiva, non è solo un fenomeno esterno, ma un processo che attraversa le nostre pratiche quotidiane, il linguaggio, le aspettative sul futuro.


La scelta di mantenere il libro relativamente breve non impoverisce il discorso, ma ne rafforza la coerenza. Ogni capitolo contribuisce a comporre un mosaico in cui il lettore è chiamato a riconoscere le immagini che hanno segnato la propria esperienza degli ultimi anni, riconsiderandole alla luce di una riflessione più ampia sulla fine o trasformazione dell’idea stessa di mondo globale.


In conclusione, è un saggio che si rivolge a chi è interessato a comprendere il presente non solo attraverso i fatti, ma attraverso le forme simboliche che li accompagnano.


Un libro che invita a interrogarsi su come guardiamo il mondo e su quali immagini utilizziamo per raccontarlo, proprio mentre quell’immagine unitaria sembra definitivamente andare in pezzi.



Alcune note su Nello Barile

Nello Barile, sociologo, allievo di Alberto Abruzzese, insegna Sociologia dei media e Sociologia della moda presso l’Università IULM di Milano. È autore di numerosi libri e articoli pubblicati in Italia e all’estero, tra cui Brand Renzi. Anatomia del politico come marca (2014) e Il marchio della paura. Immagini, consumi e branding della guerra all’Occidente (2016), entrambi editi da Egea.


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