RECENSIONE: Destinazione spazio profondo. Verso Proxima e Barnard per esplorare nuovi pianeti (Albino Carbognani)
- Dalla carta allo schermo

- 12 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min


Autore: Albino Carbognani
Editore: edizioni Dedalo, 2025
Pagine: 260
Genere: Saggi, Astronomia
Prezzo: € 18.00
Acquista: Libro
Acquista sito editore: https://edizionidedalo.it/collane/collane-attive/la-scienza-e-facile/destinazione-spazio-profondo.html
Trama
Da Proxima Centauri alla Stella di Barnard, il nostro vicinato stellare racchiude mondi che potremmo un giorno esplorare. Ma come si viaggia tra le stelle? Questo libro guida il lettore attraverso la storia, le tecnologie, le idee e i progetti che stanno trasformando il sogno del volo interstellare in una possibilità concreta. Dall’evoluzione delle stelle alla scoperta dei pianeti extrasolari, dall’energia nucleare alle vele fotoniche, dalla navigazione autonoma all’intelligenza artificiale di bordo, ogni capitolo esplora un tassello della sfida più grande mai affrontata dall’umanità: lasciare il Sistema Solare. Un intreccio di scienza, speranza e futuro, per capire dove stiamo andando, e perché potremmo arrivarci prima di quanto pensiamo, se solo lo volessimo.
Recensione
Destinazione spazio profondo. Verso Proxima e Barnard per esplorare nuovi pianeti è un saggio che si legge come un viaggio, e questa è forse la sua qualità più evidente: Albino Carbognani riesce a trasformare un argomento altamente tecnico come l’esplorazione interstellare in un percorso narrativo chiaro, razionale e allo stesso tempo capace di far sognare. Fin dalle prime pagine si percepisce l’intenzione dell’autore di andare oltre la semplice divulgazione, costruendo un racconto che accompagna il lettore dall’astronomia di base alle ipotesi più avanzate della propulsione spaziale, fino alle prospettive realistiche, non fantascientifiche, di un futuro viaggio verso le stelle più vicine.
Il punto di partenza è un quadro ben fondato dell’Universo che ci circonda: come si formano e si evolvono le stelle, perché alcuni sistemi planetari sono più interessanti di altri, quali caratteristiche rendono un pianeta potenzialmente abitabile e quali tecniche di osservazione ci permettono oggi di scoprire mondi lontani. Proxima Centauri e la Stella di Barnard non vengono scelte a caso: sono tra le mete più vicine e più studiate, e rappresentano una sorta di orizzonte simbolico per l’esplorazione futura. L'autore ne parla con rigore, ma anche con una leggerezza che permette di visualizzare questi luoghi lontanissimi come traguardi concreti, quasi familiari.
Da qui il libro apre una seconda, ampia sezione dedicata alle tecnologie: vele fotoniche, propulsione nucleare, sistemi di accelerazione estremi, sonde capaci di affrontare viaggi lunghi decenni o secoli. L’autore non si perde nei dettagli più specialistici, ma riesce a spiegare i concetti essenziali, i limiti attuali e il potenziale che queste soluzioni potrebbero avere se la ricerca riuscisse ad affrontare alcune sfide cruciali. Questa parte è ricca, ben organizzata, e trasmette al lettore l’impressione che il futuro dell’esplorazione interstellare non sia un salto nel buio, ma un edificio che si sta costruendo pezzo dopo pezzo.
Un merito importante del libro è che mantiene sempre un equilibrio difficile: invita all’immaginazione, ma non indulge mai all’ottimismo facile. Ogni possibile soluzione tecnologica viene presentata insieme ai suoi limiti; ogni affermazione sul domani è radicata nella fisica di oggi. L’autore non costruisce scenari miracolosi, ma analizza ciò che potrebbe essere realistico nel giro di decenni o secoli, mostrando quanto la scienza, più della fantascienza, stia già indicando strade percorribili. È un tipo di ottimismo misurato, che permette di sognare senza sentirsi ingannati.
L’unico elemento che potrebbe risultare meno coinvolgente per alcuni lettori è la forte prevalenza dell’aspetto tecnico. Sebbene sempre spiegati con chiarezza, i temi trattati sono principalmente ingegneristici e fisici, e lasciano meno spazio a considerazioni più filosofiche o antropologiche su che cosa significherebbe davvero, per l’umanità, diventare una specie interstellare. Tuttavia, questa scelta dà al libro una solidità rara: Carbognani preferisce illustrare ciò che oggi conosciamo e ciò che possiamo realisticamente prevedere, evitando di avventurarsi in speculazioni più vaghe.
Nel complesso si tratta di un saggio che riesce a essere insieme stimolante e rigoroso, immaginifico e scientificamente ancorato alla realtà. È una lettura ideale per chi ama l’astronomia, per chi si interroga sul futuro dell’esplorazione spaziale, ma anche per chi semplicemente desidera capire se un giorno potremo davvero raggiungere un altro sistema stellare. Il libro non dà risposte facili, ma offre strumenti per pensare, per immaginare e per guardare il cielo con una consapevolezza diversa.
Quest'opera si colloca in una terra di mezzo virtuosa: parla al grande pubblico senza perdere precisione, entusiasma senza costruire illusioni, e soprattutto invita a guardare al futuro come a una frontiera ancora aperta, fatta di domande, possibilità e sfide che meritano di essere esplorate.
Consigliato a chi ama guardare il cielo non come un limite, ma come una porta e a tutti coloro che affascina l’idea che l’umanità, un domani, possa spingersi molto lontano
Alcune note su Albino Carbognani
Albino Carbognani è astronomo all’Osservatorio di Astrofisica e Scienza dello Spazio di Bologna. Lavora presso la Stazione Astronomica di Loiano nel campo della Sorveglianza spaziale. Ha pubblicato diversi libri di carattere astronomico fra cui Ai confini della Via Lattea e L’asteroide di Sodoma e Gomorra; scrive sul blog asteroidiedintorni e sul sito Media INAF.



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