RECENSIONE: Il giardino delle nebie notturne (Tan Twan Eng)
- Dalla carta allo schermo
- 2 giorni fa
- Tempo di lettura: 4 min


Autore: Tan Twan Eng
Traduttore: Manuela Francescon
Editore: Neri Pozza, 2025
Pagine: 416
Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 21.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)
Acquista sito editore: https://neripozza.it/libro/9788854533028
Trama
Altipiani di Cameron, Malesia, 1988. La giudice Teoh Yun Ling ha deciso di abbandonare la città e la professione di una vita. Una decisione inaspettata, sorprendente e, secondo il parere di molti, prematura. La ragione, infatti, è oscura a tutti tranne che a lei: una malattia strisciante minaccia di strapparle ogni ricordo, privarla perfino della parola. L’unico luogo in cui Teoh Yun Ling trova riparo è Yugiri, il giardino delle nebbie notturne: un luogo in cui ha vissuto e amato molti anni prima; il luogo delle memorie, del silenzio, della contemplazione.
Altipiani di Cameron, Malesia, 1951. Yun Ling ha ventotto anni, l’animo in guerra e una ferita ostinata in fondo al cuore. È una sopravvissuta: alla Seconda guerra mondiale, al campo di prigionia in cui è morta sua sorella, all’odio per gli invasori nipponici che in lei è una brace sempre accesa. È per questo motivo che decide di cercare Aritomo, misterioso giardiniere giapponese che vive isolato su quelle montagne in cui lei è cresciuta. Intende chiedergli di realizzare un giardino in nome della sorella scomparsa: la necessaria riparazione alle torture della guerra. Inaspettatamente, l’uomo rifiuta: non progetterà per lei il giardino, non assumerà su di sé le colpe del suo popolo. Si offre però di prenderla come apprendista fino all’arrivo del monsone, in modo che la ragazza possa imparare la sua arte. Presto Yun Ling scoprirà che, proprio come un giardino, anche l’animo umano sa accomodare molte cose: cose benevole e generose, ma anche contraddittorie e brutali. Cose come la violenza, il tradimento. Cose come l’amore. Dalla penna magistrale di Tan Twan Eng, Il giardino delle nebbie notturne è una storia poetica e tragica, in cui guerra, bellezza e memoria si uniscono nel racconto straordinario di una vita.
Recensione
Chi ha vissuto un’esperienza traumatica e degradante, come può essere la prigionia in un campo di concentramento, se sopravvive è posto di fronte a un dilemma. Preservare la memoria e trasmetterla, perché l’orrore non si ripeta, oppure dimenticare?
La protagonista di questo romanzo è una donna che ha superato i sessanta. Si chiama Yung Ling Teoh. Una malattia neurologica le sta cancellando la memoria, al punto da costringerla a lasciare il suo lavoro di giudice. Prima che sia troppo tardi, Yung Ling raggiunge un luogo a lei caro: il giardino giapponese di Yugiri, creato decenni addietro dal maestro Aritomo Nakamura, ex giardiniere imperiale ed esperto dell’arte nipponica dello shakkei, ossia del paesaggio “preso a prestito” per realizzare un giardino. Un tentativo di racchiudere nel giardino brandelli di paesaggio reale, anziché addomesticarlo e ricrearlo totalmente.
Da ragazzina, Yung Ling e sua sorella maggiore Yung Hong avevano visitato il Giappone con il padre e Yung Hong in particolare si era innamorata dello stile shakkei. Ma poi c’era stata la guerra. Le due ragazze erano finite in un campo di concentramento giapponese, dal quale per miracolo si era salvata solo Yun Ling. Per esaudire una promessa fatta alla sorella durante la prigionia – quella di creare un loro giardino giapponese – Yun Ling si era avvicinata ad Aritomo. Con la diffidenza di chi si accosta a un parente dei suoi carnefici. Ma la relazione con il giardiniere giapponese era destinata a prendere una piega imprevista.
Trentasette anni dopo, Yung Ling torna sui suoi passi. Aritomo non c’è più e lei è pressata dalla fretta di ricordare. Tan Twan Eng crea un doppio piano narrativo, alternando capitoli al presente, con altri dedicati totalmente alla memoria. E come un puzzle, poco alla volta il lettore scopre la vita passata di Yung Ling, i misteri della sua prigionia, il suo bisogno ossessivo di sapere, che verrà soddisfatto proprio quando lei aveva ormai smesso di cercare.
Le descrizioni di Tan Twan Eng, malese di origine cinese, come la protagonista del suo libro, possono a volte risultare fin troppo dettagliate (e in alcuni punti noiose, se non si è almeno un po’ incuriositi dai giardini orientali e dalla loro filosofia). Ma è indubbio che lo scenario di Yugiri è dipinto con tale precisione che il lettore non può che averne un’immagine vivida e sentirsi in qualche modo parte di esso. Inoltre, ha il merito di offrire al lettore occidentale il pretesto per scoprire una parte di storia asiatica poco nota. Sulle atrocità commesse dall’esercito del Sol Levante c’è minore consapevolezza rispetto a quanto operato dai nazisti.
Se proprio si vuole trovare un difetto in questo romanzo, l’esordio è un po’ lento, ma il ritmo diventa incalzante nella seconda metà, dove si viene catturati dall’enigma di Aritomo e dal racconto del passato doloroso di Yung Ling.
Un libro in cui senso di colpa, segreti inconfessabili, memoria e oblio s'intrecciano tra loro; in cui la bellezza della natura e di una cultura d'intenso fascino si contrappongono alla ferocia del secondo conflitto mondiale e del successivo terrorismo, che non risparmia nessuno.
Consiglio questo libro a chi cerca una lettura che trasmette una profonda pace, nonostante il mondo esterno sia sempre pronto a disturbarvi e la stessa cosa succede alla protagonista.
Alcune note su Tan Twan Eng
Tan Twan Eng è nato a Penang, in Malesia, e vive tra il suo Paese e il Sudafrica. Ha studiato legge alla University of London e lavorato nei più importanti studi legali di Kuala Lumpur. Il giardino delle nebbie notturne è entrato nella shortlist del Booker Prize 2012, ha vinto il Man Asia Literary Prize 2012 e il Walter Scott Prize for Historical Fiction nel 2013. Sempre nel 2013 ne è stato tratto un film pluripremiato, diretto da Tom Shu-Yu Lin. Con Neri Pozza Tan Twan Eng ha pubblicato anche Il dono della pioggia (2024), nella longlist del Booker Prize 2007, e La casa delle mille porte (2023) nella longlist del Booker Prize 2023.
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