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RECENSIONE: Il libro dei sogni (Yoshiharu Tsuge)

Aggiornamento: 20 gen 2023




Autore: Yoshiharu Tsuge

Traduttore: Vincenso Filosa

Editore: Canicola, 2022

Pagine: 224

Genere: Fumetti, Manga

Prezzo: € 19.00

Acquista: Libro


 

Trama

Pubblicati a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta e selezionati da Tsuge stesso, gli undici racconti de Il libro dei sogni sono tra i più potenti della sua intera opera. Frammenti visionari e unici che dipingono il disagio della vita nei sobborghi più poveri e i traumi irrisolti di Hiroshima. Il libro dei sogni trascina con prepotenza il lettore in un mondo dove i confini della realtà si sgretolano, lasciando affiorare pulsioni e perversioni profonde. Una nuova indagine dell'animo umano dove desiderio e ossessione, con tocco inimitabile, si mescolano al candore.


Recensione

Questo libro è una raccolta di storie, del grande mangaka, che spazia fra onirismo, psicanalisi e crudezza del vivere.


L'autore, 85 enne, è considerato il più grande autore di fumetti al mondo e un grande maestro del gekiga. Questo è un termine giapponese che definisce un genere di fumetti indirizzato ad un pubblico adulto che nasce e si sviluppa negli anni Sessanta in Giappone.


Questo è un volume imprescindibile per tutti gli appassionati del manga e della letteratura mondiale che raccoglie la serie di undici racconti che a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta hanno inaugurato la nuova stagione del manga letterario in Giappone grazie a un linguaggio di indiscutibile qualità poetica e artistica.


Il libro trascina il lettore in un mondo dove i confini della realtà si sgretolano, lasciando affiorare le pulsioni e perversioni più profonde della psiche umana. L'autore riversa le inquietudini della vita nelle metropoli giapponesi e i traumi irrisolti del tragico bombardamento di Hiroshima, il disagio delle classi meno fortunate e i sogni sfrenati degli artisti più coraggiosi della controcultura nipponica in un affresco del Giappone passato che lascia intravedere anche quello futuro.


Per quanto riguarda i disegni, lo stile, così come anche i dialoghi, risulta asciutto e affidato ad un bianco e nero pulito.


Una lettura adatta a tuti coloro che vogliono approfondire o scoprire il percorso artistico di di uno dei mangaka che hanno influenzato in maniera incisiva il panorama del manga per adulti in Giappone.


 

Alcune note su Yoshiharu Tsuge

Yoshiharu Tsuge è nato a Katsushika nel 1937, è una figura di culto in Giappone e nel resto del mondo. I suoi lavori più maturi sono considerati tra le massime espressioni del manga d’autore e influenzano da sempre fumettisti, artisti e cineasti. Tsuge muove i suoi primi passi da mangaka nel 1954 con racconti d’ispirazione noir sulla falsariga dei lavori di Yoshihiro Tatsumi e Masahiko Matsumoto che segnano il suo debutto nel mercato delle librerie a prestito. In questa prima fase realizza inoltre una serie di illustrazioni e strisce umoristiche chiaramente ispirate ai grandi classici del genere. Nel 1955, all’età di diciotto anni, pubblica “Hakumen Yakhsa”, il suo primo racconto lungo edito in formato tankobon. I dieci anni successivi all’esordio sono segnati da profonde crisi professionali ed emotive che culminano nel tentato suicidio del 1962. Il 1965 è l’anno della rinascita. Tsuge lavora saltuariamente come assistente per Sampei Shirato e Shigeru Mizuki ma soprattutto inaugura una lunga e proficua collaborazione con Garo, la seminale rivista di Katsuichi Nagai: tra l’agosto di quell’anno, mese della pubblicazione di “Uwasa no bushi”, e il marzo del 1970, produce ventidue storie che segneranno per sempre la storia del fumetto mondiale. “Nejishiki” (1967), capolavoro di surrealismo sperimentale e introspettivo, ha segnato la nascita del manga di matrice onirica e acceso il dibattito sul valore artistico e letterario del fumetto in Giappone. Nel 1972, dopo una pausa di circa due anni, torna sul mercato con storie che si allontanano dallo stile delle opere precedenti: racconti autobiografici ma anche fantasie erotiche e grottesche. Problemi familiari, e la diagnosi di una grave forma di nevrosi, lo costringono a un secondo periodo di inattività tra il 1976 e il 1982. Nel 1984 torna al tavolo da disegno per Comic Baku e tra il giugno del 1985 e il dicembre del 1986 pubblica Muno no hito (L’uomo senza talento). L’autore abbandona definitivamente il mondo del manga nel giugno del 1987 con il suo ultimo racconto “Betsuri” (distacco).


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