RECENSIONE: La macchina che si autoprogramma. In quali mani finirà l'innovazione? (Francesco M. De Collibus)
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- 13 minuti fa
- Tempo di lettura: 3 min


Autore: Francesco M. De Collibus
Editore: EGEA, 2025
Pagine: 136
Genere: Saggi, Informatica
Prezzo: € 17.00 (cartaceo), € 15.99 (ebook)
Acquista sito editore: https://www.egeaeditore.it/ita/prodotti/ict-e-sistemi-informativi/la-macchina-che-si-autoprogramma_.aspx
Trama
Il software ha divorato il mondo, dice Marc Andreessen. Ma oggi è l’intelligenza artificiale a divorare il software. In pochi mesi siamo passati da un’epoca in cui programmare richiedeva anni di studio a una nuova realtà in cui basta descrivere quello che vogliamo nella nostra lingua di tutti i giorni per vedere il codice scriversi da solo. Francesco Maria De Collibus ci accompagna in questo passaggio epocale con la competenza di chi conosce intimamente sia i fondamenti teorici dell’informatica sia le dinamiche concrete dello sviluppo software. Dalla Silicon Valley ai garage europei, dai colossi come GitHub Copilot alle startup emergenti come Cursor e Replit, ci racconta come si stia ridefinendo non solo il mestiere del programmatore, ma che cosa significhi oggi creare tecnologia. Con una prosa che sa rendere accessibili anche i concetti più tecnici, De Collibus intreccia aneddoti personali, riflessioni filosofiche e analisi puntuali delle ultime innovazioni. La vera forza del libro sta nella capacità di guardare oltre il fascino della novità per cogliere le implicazioni profonde di un cambiamento che tocca il cuore dell’innovazione contemporanea. Prefazione di Alessandro Aresu.
Recensione
Questa saggio affronta uno dei cambiamenti più profondi e meno compresi del nostro tempo: il modo in cui l’intelligenza artificiale sta trasformando il software, e con esso il concetto stesso di innovazione. Il punto di partenza del libro è chiaro e radicale: se per anni si è detto che “il software ha mangiato il mondo”, oggi è l’IA a stare divorando il software, intervenendo direttamente nei processi di scrittura, modifica e gestione del codice.
De Collibus accompagna il lettore in questa trasformazione con uno stile accessibile ma mai superficiale. Il libro non è un manuale tecnico né un testo specialistico, ma un saggio che mira a spiegare cosa sta accadendo "dietro le quinte" della tecnologia che utilizziamo ogni giorno. Al centro c’è l’idea che la programmazione, da attività altamente specializzata, stia diventando sempre più mediata da strumenti capaci di tradurre il linguaggio naturale in codice funzionante. Questo cambiamento abbassa drasticamente la soglia di accesso allo sviluppo software, ridefinendo competenze, ruoli professionali e dinamiche di potere.
Uno degli aspetti più interessanti del libro è il modo in cui l’autore intreccia analisi tecnologica ed esperienza personale, mostrando come questi strumenti non siano un’astrazione futura, ma una realtà già operativa. I casi citati e le situazioni descritte servono a rendere concreto un fenomeno che spesso viene raccontato in modo vago o sensazionalistico. Qui, invece, l’attenzione è rivolta alle conseguenze reali: cosa significa lavorare in un mondo in cui il software può essere generato, corretto e ottimizzato da una macchina?
Il saggio evita accuratamente sia l’entusiasmo ingenuo sia il catastrofismo. L’IA non viene presentata come una forza inevitabilmente distruttiva, ma come un potente acceleratore che rende ancora più urgente una riflessione su chi controlla l’innovazione. Il titolo stesso suggerisce la domanda di fondo: se le macchine possono autoprogrammarsi, chi decide gli obiettivi, i limiti e i valori incorporati in questi sistemi?
In questo senso, il libro si muove su più livelli. Da un lato analizza l’impatto sull’industria del software e sul lavoro intellettuale; dall’altro solleva questioni più ampie che riguardano la concentrazione del potere tecnologico, il ruolo delle grandi piattaforme e la capacità delle istituzioni, ma anche dei singoli, di comprendere e governare questi cambiamenti. L’innovazione, suggerisce l'autore, non è mai neutrale: è sempre il risultato di scelte, e oggi più che mai queste scelte rischiano di essere opache o delegate a sistemi che pochi comprendono davvero.
Dal punto di vista letterario, il volume si colloca nel filone della saggistica tecnologica divulgativa, ma con un’attenzione particolare alla dimensione culturale. Non si limita a spiegare come funziona l’IA applicata al software, ma invita il lettore a interrogarsi sul significato di questa evoluzione per la creatività, il sapere e il lavoro umano. È un libro che non offre risposte definitive, ma costruisce un quadro sufficientemente solido per porre le domande giuste.
In conclusione, si tratta di una lettura consigliata non solo a chi lavora nel settore tecnologico, ma anche a chi si occupa di cultura, economia e società contemporanea. La macchina che si autoprogramma aiuta a comprendere un presente in rapido mutamento e, soprattutto, a riflettere sul futuro dell’innovazione: non tanto su ciò che le macchine saranno in grado di fare, ma su chi deciderà come e per chi lo faranno.
Alcune note su Francesco M. De Collibus
Francesco Maria De Collibus, laureato in Filosofia e in Informatica e un dottorato in Economia, lavora da vent’anni nell’IT. Attualmente è Enterprise Architect in AXA, nel Canton Zurigo. Ha al suo attivo libri, brevetti e pubblicazioni scientifiche. Molto presente nel dibattito digitale, fa parte dello staff di spinoza.it e scrive di tecnologia per Limes e altre testate.



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