RECENSIONE: Le donne più cattive della storia. Intrighi, sangue e potere (Maurizio Roccato)
- Dalla carta allo schermo

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- Tempo di lettura: 4 min


Autore: Maurizio Roccato
Editore: DIARKOS, 2025
Pagine: 336
Genere: Personaggi storici, Biografie
Prezzo: € 19.00
Acquista: Libro
Acquista sito editore: https://www.diarkos.it/index.php?r=catalog%2Fview&id=365
Trama
La storia umana è popolata da figure enigmatiche, ma poche lasciano un’impronta così inquietante come le donne che hanno scelto di abbracciare il male. Questo libro esplora le vite di alcune delle figure femminili più spietate e controverse del passato, dalle corti rinascimentali ai quartieri più insospettabili delle metropoli moderne, rivelando il lato oscuro della loro esistenza. Come Caterina de' Medici, regina di Francia e maestra di intrighi politici; Elizabeth Báthory, la contessa sanguinaria che terrorizzò l’Europa dell’Est; Giulia Tofana, la letale avvelenatrice del XVII secolo. Ma anche le vicende di Karla Homolka, complice in crimini orribili, di Aileen Wuornos, la serial killer che sconvolse l’America, di Irma Grese, la belva di Belsen, e di Amelia Dyer, l’angelo della morte del Regno Unito vittoriano. Non ci sono solo donne legate alla violenza fisica: Wu Zetian, l’unica donna a governare come imperatrice in Cina, si distinse per il suo spietato uso del potere. Maurizio Roccato analizza anche il contesto sociale e storico che ha generato queste donne, offrendo uno sguardo complesso su figure femminili che hanno sovvertito ogni aspettativa. E soprattutto, va alla ricerca di risposte: cosa significa essere malvagi? Esiste un gene che determina perfidia e crudeltà o il male è nelle scelte delle persone? Tra storie di sangue, potere e manipolazione, il racconto di vite che hanno affascinato e terrorizzato per secoli, mostrando che l’ombra accompagna l’essere umano senza generi e distinzioni.
Recensione
L'autore di questo libro costruisce un vero e proprio viaggio attraverso il lato più oscuro del potere al femminile, analizzando figure che, in epoche diverse, hanno usato l’inganno, la violenza, la manipolazione e l’eliminazione fisica degli avversari come strumenti di affermazione personale e politica.
Il volume è organizzato in due parti. Nell prima si prende in esame il concetto di malvagità, le sue origini e la differenza fra quella maschile e femminile. La seconda, invece, è strutturata come una raccolta di ritratti storici autonomi, ciascuno dedicato a una donna che ha lasciato dietro di sé una scia di scandali, sangue e terrore.
Le protagoniste provengono da contesti molto diversi: corti reali, aristocrazie europee, ambienti religiosi, contesti politici rivoluzionari e realtà criminali. Questo permette all’autore di mostrare come la “cattiveria” non sia mai un tratto astratto, ma si manifesti sempre in relazione a un ruolo, a un sistema di potere e a un preciso contesto storico.
In molti casi, le storie ruotano attorno a lotte per la successione, intrighi di corte, veleni, complotti e tradimenti, vendette familiari, alleanze spezzate e rivalità tra dinastie.
Il potere, nel libro, non è mai stabile: è qualcosa che si conquista, si difende e spesso si perde nel sangue. Alcune protagoniste agiscono nell’ombra, manovrando mariti, amanti, figli e cortigiani; altre, invece, esercitano un controllo diretto, assumendo decisioni che portano a esecuzioni, persecuzioni e repressioni violente. Roccato mostra con chiarezza come queste donne abbiano saputo sfruttare intelligenza politica, freddezza emotiva e spregiudicatezza, diventando spesso più temute degli uomini che le circondavano.
Un elemento centrale del libro è il rapporto tra immagine pubblica e realtà privata. Molte delle figure raccontate mantengono all’esterno un volto rispettabile, devoto o regale, mentre dietro le quinte orchestrano omicidi, ricatti e tradimenti. Questo doppio livello, apparenza e verità, rende le storie ancora più inquietanti e affascinanti.
Altro tema ricorrente è la strumentalizzazione dei legami affettivi: figli usati come pedine politiche, matrimoni trasformati in alleanze di potere, amori che diventano cause di rovina. Il libro mostra come, in questi contesti, anche i sentimenti vengano piegati a una logica di dominio.
Roccato non rinuncia mai all’inquadramento storico: ogni vicenda viene inserita nel proprio tempo, con riferimenti alle tensioni sociali, religiose e politiche dell’epoca. Questo permette di comprendere come certe scelte, per quanto oggi appaiano mostruose, fossero spesso figlie di un sistema feroce, dove sopravvivere significava colpire prima degli altri.
Dal punto di vista narrativo, la scrittura è tesa, incalzante, fortemente visiva. Le scene chiave ,complotti, arresti, esecuzioni, crolli improvvisi del potere, sono raccontate con un taglio quasi romanzesco, pur restando ancorate alla ricostruzione storica. Il risultato è una lettura che unisce divulgazione e suspense, mantenendo alta l’attenzione del lettore.
Un aspetto particolarmente interessante del libro è la riflessione implicita sul giudizio storico: molte di queste donne sono state tramandate come incarnazioni del male assoluto, mentre figure maschili altrettanto violente sono state spesso ricordate come strateghi, sovrani o condottieri. Senza assolvere nessuna, l’autore invita però a interrogarsi su come il genere abbia influito sulla costruzione della loro fama.
Le donne più cattive della storia non è quindi solo un libro di storie “nere”, ma un’indagine sul potere e le sue deformazioni, sulla violenza come strumento politico, sulla costruzione del mito e della demonizzazione e sul confine fragile tra ambizione e crudeltà.
Il volume si rivela una lettura intensa, disturbante e stimolante, che cattura per la forza delle vicende raccontate e per la capacità di mostrare come, dietro ogni atto estremo, si nascondano sempre scelte, strategie e strutture di potere.
Un libro consigliato a chi ama la storia nelle sue zone d’ombra e non ha paura di confrontarsi con le sue pagine più crude.
Alcune note su Maurizio Roccato
Maurizio Roccato, vercellese, è nato nel 1973. Laureato in lettere presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi in antropologia criminale, è relatore di conferenze, organizzatore di eventi culturali e curatore di esposizioni internazionali. È anche autore di romanzi thriller e saggi a tema storico e criminologico, alcuni dei quali vincitori di riconoscimenti a livello nazionale. Per Diarkos ha pubblicato I criminali del Medioevo (2025).



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