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RECENSIONE: Martin Eden (Luca Marinelli)

Aggiornamento: 19 feb 2021


Voto: 3.5/5

Regista: Pietro Marcello

Interpreti: Luca Marinelli

Anno: 2019

Durata: 119 minuti

Genere: Storico, Drammatico


 

Trama

In una Napoli senza tempo, tra il biennio rosso e gli anni ‘70, il giovane marinaio Martin Eden, proletario individualista in un'epoca squarciata dalla nascita di movimenti politici di massa, sogna di diventare uno scrittore e conquista l'amore di una giovane borghese grazie al suo bagaglio culturale da autodidatta, ma sente di star tradendo le proprie origini.


Recensione

Spalle larghe, unghie nere. Chissà quanti i mari già solcati, il giovane marinaio Martin Eden (Luca Marinelli) salva da una rissa Arturo, rampollo di una famiglia aristocratica. Che per ringraziarlo lo porta a casa sua. Qui il ragazzo conosce la sorella di lui, Elena (Jessica Cressy).

Se ne innamora, Martin Eden, e grazie a lei scopre le infinite possibilità di riaffrontare il mondo attraverso il prezioso strumento della cultura. Da illetterato coltiva l’impossibile sogno di trasformarsi in scrittore. La giovane donna, colta e raffinata, diventa non solo un’ossessione amorosa ma il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi.

Il cinema di Pietro Marcello è totalmente anticonvenzionale, fluido, mai schiavo di logiche narrative ed estetiche. Si confronta con uno dei capisaldi della letteratura del ‘900, il romanzo omonimo di Jack London.

Come si può vedere nelle sue precedenti pellicole, Pietro Marcello continua il suo percorso di cineasta capace di rintracciare nella nostalgia di immagini e suoni nascosti nella memoria il senso di una narrazione ambientata idealmente lungo tutto l’arco del ‘900: ancora una volta si serve di innumerevoli materiali di repertorio (tra questi anche lo sfrenato ballo di due ragazzini napoletani) per imbastire una sinfonia visiva capace di dare respiro alle ossessioni, ai ricordi, alle contrapposizioni dell’inquieto antieroe protagonista, un Luca Marinelli totalizzante anche a rischio di qualche momento un poco sopra le righe.

Martin Eden, pur traslando il raggio d’azione dalla California ai vicoli di Napoli, mantiene intatto lo spirito del testo originario, senza dimenticare la centralità di un personaggio come Russ Brissenden (Carlo Cecchi), anziano intellettuale e mentore del protagonista, e mettendo in risalto le contraddizioni cruciali che hanno accompagnato il secolo scorso, dal ruolo della cultura di massa al rapporto tra individuo e società, tra socialismo e individualismo, fino alla lotta di classe e all’ipocrisia di certi ambienti.

Non è un film perfetto e forse fiacco nella seconda parte, ma resta impresso come l’immagine di un antico veliero che si inabissa all’improvviso. In un mare, quello della memoria, che Martin Eden affronterà ancora una volta, l’ultima. A testa alta.


©2020 di Dalla carta allo schermo.

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