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RECENSIONE: Pensare altrimenti. Antropologia in 10 parole (Marco Aime)

Aggiornamento: 14 apr



Voto: 4.5/5

Autore: Marco Aime

Editore: ADD Editore, 2020

Pagine: 128

Genere: Saggi, Antropolgia

Prezzo: € 14.00 (cartaceo), 7.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Un viaggio nel mondo dell’antropologia attraverso dieci parole – essere, convivere, comunicare, dove e quando, crescere, specchiarsi, rappresentarsi, donare, credere, nutrirsi –, per avvicinarsi a una disciplina che può aiutarci a interpretare il rimescolamento sempre più rapido della realtà cui stiamo assistendo e comprendere meglio ciò che accade nelle nostre città, strade e vite. L’antropologia culturale, nata come studio delle culture dei popoli lontani dall’Occidente, oggi ha allargato il suo campo di azione fino a occuparsi del qui e ora: al centro del suo sguardo c’è l’essere umano, al contempo fenomeno biologico, comportamentale, psicologico, sociale ed economico, osservato come individuo nella comunità. Raccontandoci diverse concezioni del mondo Marco Aime, ci mostra che il nostro modo di vivere è uno dei molti possibili, né migliore né peggiore di altri.


Recensione

L’antropologia è una disciplina che al sottoscritto incuriosisce parecchio. Questa scienza si avvale del metodo scientifico per studiare usci, costumi e rituali e ricondurli alle origini nella quale, sovente, mito e realtà si confondono. Una disciplina che prende in esame la cultura di un popolo a 360°. Una disciplina che, come si è forse già compreso, è complessa e ramificata. Ecco dunque che l’autore, professore di antropologia culturale presso l’Università di Genova, viene in soccorso del lettore per darne una prima infarinatura attraverso dieci parole ritenute indispensabili; dieci termini con cui è possibile leggere e parlare di antropologia: essere (umani), convivere, comunicare, dove e quando, crescere, specchiarsi, rappresentarsi, donare, credere, nutrirsi.

Il libro non ha pretesa di completezza, ma risulta un buon punto di partenza per addentrarsi nei meandri della scienza che studia l’uomo. Lo stile dell’autore è sempre chiaro e non si perde mai in tecnicismi di difficile comprensione. Molto interessa è il ricorso, al termine di ognuno dei dieci capitoli, a una storia di antropologia applicata, nella quale l’autore illustra in poche pagine qualche esperimento condotto da lui o dai suoi colleghi o presenta al lettore un rito, un’abitudine, un vezzo di una popolazione più o meno nota, così da ricondurre la parola oggetto del capitolo alla realtà.

Un volume che è un piccolo viaggio nel mondo dell’antropologia e che consiglio a tutti coloro che vogliono aprirsi alla diversità e fare un primo passo verso la consapevolezza che il nostro è solo uno dei tanti modi di vivere.


Alcune note su Marco Aime

Marco Aime è attualmente ricercatore di Antropologia Culturale presso l’Università di Genova. Ha condotto ricerche in Benin, Burkina Faso e Mali, oltre che sulle Alpi.Oltre a numerosi articoli scientifici, ha pubblicato vari testi antropologici sui paesi visitati: Chalancho, ome, masche, sabaque. Credenze e civiltà provenzale in valle Grana (Centre de Minouranço Prouvençal, Coumboscuro, 1992); Il mercato e la collina. Il sistema politico dei Tangba (Taneka) del Benin settentrionale. Passato e presente (Il Segnalibro, 1997); Le radici nella sabbia (EDT, 1999); Diario dogon (Bollati Boringhieri, 2000); Sapersi muovere. Pastori transumanti di Roaschia in collaborazione con S. Allovio e P.P. Viazzo (Meltemi, 2001); La casa di nessuno. Mercati in Africa occidentale (Bollati Boringhieri, 2002); Eccessi di culture (Einaudi, 2001); L'incontro mancato (Bollati Boringhieri, 2005); Gli specchi di Gulliver (Bollati Boringhieri, 2006); Il primo libro di antropologia (Einaudi, 2008); La macchia della razza (Ponte alle Grazie, 2009); Una bella differenza (Einaudi, 2009). È autore anche di alcune opere di narrativa: Taxi brousse (1997), Fiabe nei barattoli. Nuovi stili di vita spiegati ai bambini (1999), Le nuvole dell’Atakora (2002), Sensi di viaggio (2005), Gli stranieri portano fortuna (2007), Il lato selvatico del tempo (2008). Fra gli altri suoi titoli si ricordano: Gli uccelli della solitudine (2010), L'altro e l'altrove (2012), Tra i castagni dell'Appennino (2014), Je so' pazzo. Pop e dialetto nella canzone d'autore italiana da Jannacci a Pino Daniele (2014), La fatica di diventare grandi (2014), Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza (2015), Invecchiano solo gli altri (Einaudi, 2017).



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