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Immagine del redattoreDalla carta allo schermo

RECENSIONE: Red (Domee Shi)




Regista: Domee Shi

Interpreti: Rosalie Chiang, Sandra Oh

Anno: 2022

Durata: 100 minuti

Genere: animazione



 

Trama

Mei Lee è una ragazzina di tredici anni sulla soglia della pubertà ed è combattuta tra il rimanere una figlia disciplinata e il caos dell’adolescenza. Sua madre, Ming, è una donna molto protettiva, che in pratica non lascia mai sua figlia da sola se non quando strettamente necessario. Come se tutto questo non bastasse e non fosse molto imbarazzante, Mei Lee scopre che quando si emoziona troppo si trasforma in un gigantesco panda rosso!


Recensione

Questo è il primo lungometraggio Disney Pixar diretto da una donna, Domee Shi. La regista nel 2018 ha diretto un corto da Oscar per la Pixar dal nome Bao.


La storia di una madre cinese-canadese che soffre per l’inevitabile crescita e allontanamento dal nido familiare del figlio. Un dolore che la spinge ad immaginare che un baozi, tipico panino cotto al vapore la cui forma le ricordava quella della testa del figlio, prendesse vita così da potersi occupare di lui.


In Red invece viene capovolto il punto di vista. Siamo sempre a Toronto, Canada, ma questa volta la vicenda che ci viene raccontata vede protagonista la tredicenne Mei Lee nei primi anni 2000. Studiosa, sicura di sé, un po' maldestra e con la ferrea regola di onorare i genitori. Un principio però che rischia di farle dimenticare di onorare sé stessa. Glielo dicono anche le sue tre migliori amiche con le quali condivide l’amore totalizzante per i 4*Town, boy band adorata di cui conoscono tutti i testi a memoria, ma che non può troppo distrarla dai suoi doveri. Mei dopo scuola corre dritta al tempio di famiglia e con la madre, l’autoritaria Ming Lee, se ne prende cura tra pulizie e accoglienza dei visitatori. Tutto però cambia in una notte, quando Mei, dopo una forte emozione repressa, si sveglia e scopre di essere diventata un gigantesco panda rosso.


Un vistoso inconveniente che si presenta tutte le volte che un turbamento e una gioia prevalgono su di lei. Domee Shi unisce la riuscita metafora della pubertà rappresentata come un grosso e puzzolente panda rosso con il racconto complesso, profondo e conflittuale che lega una figlia a sua madre. Mei e Ming si amano e sono sempre andate d’accordo, anche perché la tredicenne pur di non deluderla ha più volte represso i propri sentimenti. Ma l’adolescenza non chiede il permesso per entrare e quando arriva porta con sé un vento carico di cambiamenti e inevitabili scontri.


Mei è combattuta tra il rimanere una figlia disciplinata o accettare la propria natura e quei cambiamenti naturali della crescita. Red è un racconto di formazione incentrato proprio su quelle trasformazioni e transizioni che tutti abbiamo affrontato e che hanno contribuito a renderci gli adulti di oggi. Il peso delle responsabilità e la pressione che la giovane protagonista avverte si scontrano con l’entusiasmo e la vivacità dei tredici anni. Domee Shi, in questa pellicola, lascia che il suo amore per gli anime e i manga influenzino il disegno, le luci, le espressioni del volto dei suoi personaggi.


Un’esagerazione perfettamente in linea con le emozioni di quella fase della vita, tra la prima cotta e la reazione smisurata ad una negazione da parte dei genitori. Molto divertente, Red è anche il ritratto nostalgico e tenero nei confronti di una stagione della vita in cui tutto è amplificato. La regista si guarda indietro e abbraccia la sua Mei Lee, sua alter ego, ma anche un po’ di tutti noi. Perché crescere è davvero bestiale.


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