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RECENSIONE: Santo cielo (Éric Chevillard)




Autore: Éric Chevillard

Traduttore: Gianmaria Finardi

Editore: Prehistorica Editore, 2022

Pagine: 152

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 15.00

Acquista: Libro


 

Trama

Quando fu morto, Albert Moindre considerò la sua situazione con perplessità. Non soffriva per le spaventose ferite che avevano quasi istantaneamente causato il suo trapasso. Si sentiva in piena forma e, a dirla tutta, più vispo rispetto a prima dell'incidente. Più leggero, certamente, più... represse l'espressione "in gamba" che gli si proponeva: Albert Moindre aveva cambiato campo lessicale. Proprio così: l'ora dei verdetti, il romanzo delle grandi rivelazioni è arrivato. Albert Moindre si trova nell'aldilà, dopo essere stato travolto da un camioncino carico di datteri e olive denocciolate; lui invece - si intende - è carico di curiosità... A cosa somiglia del resto il Regno dei cieli? Vi troveremo giustizia? pace? verità? E Dio? Con la sua lingua tagliente e sagace, originalissima e ironica, Chevillard si propone nientemeno che di rispondere ad alcune di queste annose questioni!


Recensione

Questo romanzo si può riassumere con l’espressione “morire dal ridere”. Il lettore, infatti, si diverte molto nel leggere le riflessioni post morten di Albert Moindre, il protagonista del romanzo.


L’autore immagina l’aldilà come una sorta di "palazzo" amministrativo in cui le anime dei defunti vengono raccolte, smistate e indirizzate presso vari uffici e spazi, l'Ufficio delucidazioni, l'Osservatorio, l'Ufficio reclami e il Servizio Ricompense.


Il nostro protagonista, esperto di ponti trasbordatori, muore investito da un camioncino che trasporta datteri e olive e si ritrova, dunque, ad attendere la propria sorte in questo limbo senza confini e senza materia. Nessuno però gli spiega cosa fare, cosa pensare, dove andare, tant'è che sospetta che l’incertezza è il suo castigo. Dopo qualche tempo, viene finalmente condotto nel primo degli uffici, dove riceverà delucidazioni riguardo a molte questioni irrisolte della propria vita.


Insieme a Clarisse, una centenaria che ha interesse solo nel titolo di Miss Colorado 1931 che le fu strappato per errore, Moindre attraverserà anche l'Osservatorio, dove vedrà tutto il mondo e i suoi abitanti, l'Ufficio reclami, dove si perderà in una lunga arringa su ciò che ritiene ingiusto e infine il Servizio Ricompense, dove forse ne otterrà una, o forse no, ponendosi continuamente innumerevoli domande sulla natura di quel luogo, sulla natura di se stesso e sulla possibilità di redimersi, di tornare sulla Terra o di cambiare il corso degli eventi passati e futuri.


Lo stile dell’autore risulta molto divertente e si discosta abbondantemente dalla rappresentazione del Paradiso che si può trovare in scritti religiosi o in pittori privi di fantasia. Lo scrittore francese mescola sapientemente humour nero a passaggi colti, parolacce a quesiti esistenziali, scene da pellicole demenziali a disquisizioni auliche. La sua è una scrittura tagliente, originale, scorrevole. La storia si legge in poco tempo, curiosi di scoprire cosa ci sarà sul prossimo pianerottolo, sul prossimo livello, quasi come se questo strano "edificio" fosse un grattacielo trasparente eppure nebuloso che dà e toglie, che rivela ma lascia i personaggi in dubbi amletici. Cosa ne sarà di Albert alla fine? Sarà salvato o sarà dannato?


Questa e altre domande fornisce il libro che, al contrario di molti testi simili, non fornisce risposte, ma interrogativi.


Consigliato a chi cerca una lettura non superficiale scritta in modo simpatico e divertente.

 

Alcune note su Éric Chevillard

Éric Chevillard è nato nel 1964 a La Roche-sur-Yon e, come recita non senza ironia il suo sito, “ieri il suo biografo è morto di noia”. Si tratta indubbiamente di uno dei massimi scrittori francesi contemporanei, che ha saputo suscitare il vivo interesse di critica e pubblico, anche all’estero. Ideatore del fortunatissimo blog letterario, L’Autofictif, ha nel corso degli anni ottenuto diversi e prestigiosi premi, come il PRIX FÉNÉON, Il PRIX WEPLER, il PRIX ROGER-CAILLOIS, il PRIX VIRILO e il PRIX VIALATTE per l’insieme della sua opera. Molti dei suoi capolavori sono tradotti, in inglese, spagnolo, tedesco, russo, croato, romeno, svedese e cinese. Nel 2013, la traduzione di un suo romanzo, Préhistoire (1994; Prehistoric Times), si è aggiudicata il Best Translated Book Award – premio statunitense assegnato dalla rivista “Open Letters” e dall’università di Rochester. Ha scritto oltre venti opere – volendo menzionare solo i romanzi – pubblicate dalla leggendaria casa editrice francese Les Éditions de Minuit, diventata grande con Samuel Beckett e il Nouveau Roman. Sul riccio è il primo testo in assoluto pubblicato da Prehistorica Editore, ed è a oggi il terzo romanzo dell’autore edito in Italia: tutti sono stati tradotti da Gianmaria Finardi.


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