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RECENSIONE: Un bene per l'umanità (Marie Curie)




Autore: Marie Curie

Traduttore: Roberta Favaron, Raffaella Merlini, Benedetta Barbisan

Editore: eum, 2022

Pagine: 117

Genere: Fisica, Chimica, Saggi

Prezzo: € 11.00

Acquista: Libro


 

Trama

Nata nel 1867 a Varsavia, allora parte dell'impero russo, ma naturalizzata francese, Marie Curie è stata la prima donna a vincere un premio Nobel (1903, Fisica) per i suoi studi sulla radioattività e l'unica donna ad averne vinti due (1911, Chimica), quest'ultimo assegnatole per aver isolato il radio allo stato puro. È stata anche la prima donna a salire in cattedra alla Sorbona, dopo l'improvvisa scomparsa nel 1906 di suo marito Pierre, investito da un carro sotto la pioggia in Rue Dauphine a Parigi. La stessa Marie Curie morirà di leucemia a causa della costante esposizione alle radiazioni che, a tutt'oggi, rendono le sue carte e persino i suoi libri di cucina pericolosi da maneggiare. Così come per il precedente volume dedicato ad Alexander Fleming, la collana propone le prolusioni di un altro gigante della scienza contemporanea, il cui ingegno e spirito di sacrificio hanno significato così tanto per il genere umano, in un torno di tempo in cui è essenziale ricordare l'importanza della scienza per la difesa della salute e della vita di tutti.


Recensione

Il mondo della scienza ha conosciuto una donna coraggiosa e determinata, dotata di grandi capacità, che è riuscita a dimostrare il suo valore e a fare scoperte rivoluzionarie per il progresso dell’umanità. Questo piccolo e denso saggio è dedicato proprio a lei, anzi, di più, è scritto da lei.


Marie Sklodowska Curie nacque il 7 novembre del 1867 a Varsavia. Da piccola Marie voleva studiare fisica, ma a quel tempo in Polonia una donna non poteva dedicarsi alla carriera scientifica, in quanto non aveva accesso all’istruzione superiore. Lavorò come istitutrice per potersi pagarsi le tasse universitarie allo scopo di trasferirsi a Parigi. Nel novembre del 1891, poté iscriversi alla Sorbona, visto che l’università di Varsavia era interdetta alle donne. A Parigi, Marie incontrò Pierre Curie, un istruttore di laboratorio alla Scuola di fisica e chimica industriale, che sposò e con il quale ebbe due figlie. Pierre fu anche suo compagno nella ricerca scientifica.


Laureatasi in fisica e in matematica, iniziò a lavorare sulle proprietà magnetiche degli acciai temperati, per poi concentrarsi sullo studio della radioattività, che condusse con mezzi semplici e rudimentali, ma che la portò a diventare una delle più grandi scienziate, e a vincere due premi Nobel.


Il fisico francese Henry Becquerel, nel 1896, osservò che alcuni sali di uranio potevano impressionare una lastra fotografica protetta da ogni tipo di luce solare, scoprendo così la radioattività. I coniugi Curie iniziarono a studiare tale fenomeno in modo quantitativo e preciso, analizzando il comportamento dell’uranio in diversi composti e in diverse condizioni. Scoprirono così che la radiazione era una proprietà atomica dell’uranio. In seguito trovarono due minerali, la torbernite e la pechblenda, che erano molto più radioattivi in base al contenuto di uranio che possedevano: avevano trovato un nuovo elemento che chiamarono polonio, in onore alla patria della scienziata. In seguito si accorsero che nella pechblenda c’è un’altra sostanza molto più radioattiva, il radio. Nel 1903 Marie Curie con il marito ricevettero il premio Nobel per la Fisica.


Dopo la morte di Pierre Curie, avvenuta nel 1906, a causa di un incidente, le fu concesso di insegnare nella prestigiosa Università la Sorbona, occupando la cattedra che era stata del marito. Marie Curie proseguì le sue ricerche e arrivò a mettere a punto metodi per l’isolamento del polonio e del radio, che le valsero il premio Nobel per la chimica nel 1911.

Marie Curie morì il 4 luglio del 1934, per una grave forma di anemia, causata dalla lunga esposizione alle radiazioni. Per paura delle contaminazioni la bara fu avvolta nel piombo; tutti i suoi appunti sono conservati dentro scatole piombate e ancora oggi chi vuole studiarli deve indossare una tuta protettiva.

La scoperta della radioattività ha aperto nuove strade per la ricerca scientifica e tecnologica ed in particolare nel campo della fisica atomica, sono state così ottenute importanti informazioni sulla struttura dei nuclei atomici. Oggi la radioattività ha numerosi campi di applicazione, soprattutto nella medicina. Infatti, nonostante la sua pericolosità, resta importantissimo il suo impiego curativo, in diagnosi e in terapia, nella fisica medica e nella medicina nucleare (la radioterapia per curare tumori, i radiofarmaci, i raggi X, le nuove apparecchiature di Tomografia a Emissione di Positroni (PET).


Marie Curie avrebbe potuto guadagnare moltissimo dalle sue scoperte ma decise di donare all’umanità i risultati della sua ricerca, senza pretendere nulla.


Questo prezioso libretto contiene due rarità: la prolusione tenuta da Marie Curie in un college interamente femminile, il Vassar College, durante un tour negli Usa, e quella in occasione del premio Nobel del 1911. Gli scritti rivelano alcuni tratti più nascosti del pensiero e della personalità della celebre scienziata, come il modo in cui, rimasta vedova, ha vissuto la storia d’amore con Paul Langevin, allievo di suo marito e già sposato, suscitando grande scandalo nella società xenofoba e antisemita degli anni Venti, con i due che presero in affitto un appartamento, probabilmente pagato dalla stessa Curie, lettere rubate e pubblicate sui giornali mentre lei vinceva il secondo Nobel. O, ancora, l’importanza che Curie dava alle collaborazioni.


Il tutto risulta impreziosito dalla sezione Echi traduttivi in cui vengono ricostruite parte delle vicende biografiche della scienziata.


Un libretto che consiglio a tuti coloro che vogliono cogliere l'essenza di questa grande donna che ha fatto la storia della scienza.


 

Alcune note su Marie Curie

Marie Curie è stata una scienziata polacca nota per i propri studi sulla radioattività e per essere stata la prima donna a ottenere il Premio Nobel nel 1903 e nel 1911.


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