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RECENSIONE: Mecca (Susan Straight)




Autore: Susan Straight

Traduttore: Riccardo Duranti

Editore: NN Editore, 2023

Pagine: 416

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 21.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

In California basta il colore della pelle per essere considerati “stranieri”, anche quando si vive negli Stati Uniti da sempre. Lo sa bene l’agente della polizia stradale Johnny Frías, che vent’anni prima, nel deserto di Bee Canyon, ha ucciso un uomo bianco che violentava brutalmente una ragazza. Per un capriccio del destino, le conseguenze di quell’antico delitto si intrecciano con la vita di Ximena, giovane clandestina che un giorno trova una bambina abbandonata in una stanza della clinica dove lavora in nero. Ai racconti di Johnny e Ximena si uniscono quelli di Matelasse e Merry, di Dante e Ivy, dell’eccentrica signora Bunny che finge di essere molto più vecchia della sua età: sono storie di quotidiana violenza e discriminazione, ma anche di amori tenaci e amicizie indissolubili. "Mecca" è un affresco di voci che parlano di una California diversa, lontana dai riflettori: arida e rocciosa, divorata dagli incendi, fatta di confini pericolosi e di strade leggendarie. Al mito del West e dell’eroe solitario, Susan Straight contrappone la forza della comunità, dei legami affettivi e delle famiglie d’elezione, e ci offre un canto d’amore per una terra capace di accogliere e di trasformarsi in un luogo di passaggio verso un futuro migliore.


Recensione

Questo libro è un'epopea americana moderna, ricca e vasta quanto il paesaggio della California. Il romanzo si apre con Johnny Frías, un poliziotto autostradale che ha come compagna la sua fedele Harley. Discendente dei coloni messicani e degli indigeni della California, Johnny affronta quotidianamente il razzismo delle persone che ferma. L'uomo risulta più ancorato al passato che al presente e, mentre entra ed esce dai ricordi, il lettore può sentire scorrere le autostrade della California e osservare i canyon.


Un trauma ha plasmato la vita dell'agente. All'età di vent'anni, poco dopo essere diventato un poliziotto, è testimone del brutale stupro di una giovane donna a Bee Canyon. In risposta, l'uomo uccide lo stupratore, ma quando la donna scappa, rimase senza testimoni. La paura più grande del nostro protagonista è che il suo crimine, commesso vent'anni prima, venga scoperto.


Questa, però, non è una storia di crimine e l'omicidio rimane sempre sullo sfondo. La storia non mette in campo molteplici personaggi che narrano la loro storia e, in qualche modo, sono collegati a Johnny. Il lettore incontra, ad esempio, la diciottenne Ximena, recentemente entrata negli Stati Uniti dal Messico senza permesso legale oppure Dante, il figlio adolescente degli amici di Johnny.


Come negli altri lavori dell'autrice, anche in questo, il legame con la terra gioca un ruolo vitale. Johnny può essere identificato come colui che riunisce tutti i personaggi, ma, in realtà, il vero protagonista della storia è il paesaggio della California. Nonostante le belle descizioni dell'ambiente americano da parte della scrittrice, essa, non perde mai di vista le sfumature più oscure di questa terra.


La scrittrice californiana, con questo racconto, vuole trasmettere l'idea che, per molti di noi, il lignaggio familiare riguarda più l'assenza che la presenza. Sebbene la famiglia materna di Johnny viva nel Canyon da generazioni, non tutti i personaggi del libro hanno la stessa storia. Un esempio riguarda il legame più profondo di Matelasse il cui nome è legato alle piantagioni di canna da zucchero della Louisaina. Allo stesso modo, il titolo del romanzo non si riferisce alla città islamica, ma ad una località della California dove si trova la riserva indiana di Torres Martinez.


Un volume che consiglio a tutti coloro che cercano una storia corale e travolgente dove le persone sono fortemente radicate ai luoghi.


 

Alcune note su Susan Straight

Susan Straight vive e insegna a Riverside, California. Autrice di numerosi romanzi e racconti, è stata finalista al National Book Award e ha ricevuto vari premi, tra cui il Los Angeles Times Book Prize, l’Edgar Award for Best Short Story, l’O. Henry Prize, e una Guggenheim Fellowship. Scrive per The New Yorker, The New York Times, The Guardian, Granta e Harper’s. Mecca è stato finalista al Kirkus Prize 2022 e al Dayton Literary Peace Prize 2023, e nominato tra i dieci migliori libri del 2022 dal Washington Post e dal New York Times.


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