RECENSIONE: Tutto il cielo che serve (Franco Faggiani)


Autore: Franco Faggiani
Editore: Fazi, 2021
Pagine: 280
Genere: Narrativa italiana, Narrativa moderna e contemporanea
Prezzo: € 18.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)
Trama
Nell’agosto del 2016, Francesca Capodiferro, giovane geologa e caposquadra dei vigili del fuoco di Roma, si trova in missione sui monti della Laga, al confine tra Lazio, Marche e Abruzzo. La sera del 24, con i suoi cani da ricerca, decide di accamparsi sulla montagna sopra Amatrice ma, proprio quella notte, violente scosse di terremoto distruggono il paese e tutte le frazioni limitrofe. Francesca sarà tra i primi ad arrivare sul luogo e a organizzare i soccorsi, inizialmente con mezzi di fortuna, poi aiutata dagli uomini della sua squadra. Con loro ha sempre avuto rapporti difficili, quasi conflittuali: i “suoi” vigili del fuoco le obbediscono ma non la amano e questo a volte le causa problemi anche durante le operazioni di emergenza. Dopo incontri inaspettati, allontanamenti e ricongiungimenti, arrivano i rinforzi ma Francesca, provata emotivamente dalla tragedia e dai contrasti sorti con i colleghi, decide di partire da sola alla ricerca dei dispersi e delle persone rimaste bloccate nelle vallate circostanti, frugando nei casolari, nelle grotte e nei rifugi offerti dai boschi, dove la gente si è nascosta per la paura. Sarà un viaggio difficile il suo, nel dolore e nella bellezza della natura, a volte così violenta e indifferente alle vicende umane. Ma sarà anche un viaggio necessario per scoprire, dentro di sé, le ragioni della propria missione e riconciliarsi finalmente con la vita, i suoi uomini, il suo lavoro.
Recensione
In questo nuovo romanzo, l'autore, racconta il ruolo di primo piano svolto dai vigili del fuoco nell’emergenza terremoto ad Amatrice: con competenza e partecipazione, frutto certamente dei tanti ascolti che ha dato alle storie che i vigili del fuoco gli hanno raccontato, ma anche con grande empatia, lo scrittore riesce a far sentire a fianco del lettore le squadre che si sono adoperate fino allo stremo per portare il loro aiuto alle popolazioni colpite dal sisma. Allo stesso modo, in completa sincronia, attraverso le vicende della protagonista, l’autore sottolinea il contributo che le donne, sia nel corpo dei vigili del fuoco che nelle squadre delle altre forze in campo, hanno dimostrato competenza e tenacia.
Francesca Capodiferro, la protagonista, caposquadra dei vigili del fuoco a Roma e geologa viene mandata sul versante reatino del monte Gorzano a studiare anomale spaccature del terreno. Armata di attrezzature e seguita dai suoi due cani, Francesca si inerpica su salite e pendii.
Dopo l’incontro con due pastori e il passaggio di un branco di cavalli lasciati allo stato brado, la donna si ritira nella sua tenda ma, durante la notte, viene sorpresa da un boato, il terremoto. Siamo nel 2016 e l’epicentro del sisma è Accumuli, non molto lontano da dove si trova lei. Dopo un primo momento di sbigottimento e incredulità per la violenza del sisma che ha sentito sotto i suoi piedi, riesce a mettersi in contatto con il suo superiore attraverso il telefono satellitare. Da lui apprende la gravità della situazione che, dai luoghi del disastro, è stata comunicata a tutte le forze dell’ordine affinché inizino le operazioni di soccorso. Francesca si precipita ad Amatrice e quello che le si presenta è un incubo: rovine e macerie dinnanzi agli occhi, fumo e polvere nei polmoni.
Fortunatamente, l’addestramento che ha ricevuto e la grande determinazione la spingono ad organizzare i primi soccorsi, mentre, intanto, giungono sul posto le squadre della Protezione Civile, i militari del Genio trasmissioni, le unità cinofile, i carabinieri e, finalmente, anche la sua squadra, della quale, nonostante qualche malumore nei suoi confronti per essere un capo donna, sa di potersi fidare al massimo in termini di competenza e dedizione. Francesca è una tipa tosta, che difficilmente si fa intimidire da colleghi e superiori e che mette sempre al primo posto la qualità del lavoro della sua squadra.
All’arrivo dei suoi, Francesca, aiutata anche dai suoi due cani Rufus, un pastore bernese addestrato ad individuare le persone morte e Nuzzo, un bastardino vivace, si butta a capofitto nelle operazioni di soccorso alle persone intrappolate sotto le macerie o ferite, da indirizzare ai punti di raccolta e all’ospedale da campo.
Al suo fianco la sua squadra: Marco Masi, con la qualifica di vigile coordinatore, il più esperto e autorevole, ma anche la persona con cui Francesca si confida e a cui chiede dei consigli; Roberto Balzanella detto il Balza; Gaetano Berti; lo scorbutico Bucci, detto Jack, che non nasconde una profonda avversione per il genere femminile; il nuovo arrivato Maurizio Balestrieri e infine il suo capo, Rodolfo Monteleone.
Se una parte del rancore nei suoi confronti è ascrivibile al fatto che sia una donna in una posizione di comando di un gruppo di uomini, a ciò si aggiunge il fatto che tutti sanno che proviene da una famiglia ricca e che non avrebbe bisogno dello stipendio da vigile del fuoco, anzi, potrebbe vivere di rendita rispetto a quello che ha ereditato. Francesca, però, sceglie di dedicarsi al lavoro dei suoi sogni.
Proprio ad Amatrice, dentro un ospedale da campo, la vigilessa si ritrova un vecchio compagno del liceo, Rocco Ferraioli, ora medico di pronto soccorso nelle emergenze del corpo dei Carabinieri. Un ragazzo a cui si è legata l’ultimo anno delle superiori, ma che ha poi perso di vista. Trovarlo qui è per lei una piacevole sorpresa pur nelle tragiche circostanze che devono fronteggiare. Purtroppo riescono a trascorrere poco tempo insieme, ma averlo ritrovato e vedere anche lui impegnato in un lavoro di generosità e dedizione verso chi è in difficoltà le fa molto piacere.
Durante quei giorni concitati, una volta che sul posto i soccorsi sono stati organizzati, Francesca decide di rimettersi in cammino e di andare a perlustrare le frazioni più remote, le case isolate nei boschi e sui tratturi in quota, per assicurarsi che anche a loro arrivino i soccorsi.
L'autore scrive delle pagine memorabili in cui descrive la natura in un modo che la fa percepire al lettore con tutti i sensi, come se davvero fosse in compagnia della protagonista, in luoghi selvatici, caratterizzati da una natura maestosa, impervi quasi da mettere soggezione e di una bellezza unica; leggendo le descrizioni sembra non solo di vedere con gli occhi quei paesaggi, ma di sentirne gli odori, di udire i richiami degli uccelli che li sorvolano, di toccare con mano l'erba e le piante.
La storia che viene raccontata è un perfetto equilibrio tra fiction e realtà, risulta molto coinvolgente e pone al centro i sentimenti e le relazioni tra le persone. Attraverso la protagonista e il suo ruolo lavorativo, racconta come spesso i contrasti e le frizioni si possono risolvere quando le persone imparano a conoscersi e rispettarsi e quando riescono a mettere da parte rancori e pregiudizi. In questo contesto di dolore e di tragedia tutti sono messi alla prova, ma grazie a ciò che possono conoscere meglio se stessi e capire quali siano le priorità della vita.
Romanzo che consiglio a tutti coloro che cercano una storia vera, toccante senza, però, risultare melensa.
Alcune note su Franco Faggiani
Franco Faggiani vive a Milano e fa il giornalista. Ha lavorato come reporter nelle aree più calde del mondo e ha scritto manuali sportivi, guide, biografie, ma da sempre alterna alla scrittura lunghe e solitarie esplorazioni in montagna. Con La manutenzione dei sensi (Fazi Editore, 2018), vincitore del Premio Parco Majella 2018, del Premio Letterario Città delle Fiaccole 2018 e del Be Kind Award 2019, si è fatto conoscere e amare da moltissimi lettori. Con Il guardiano della collina dei ciliegi (Fazi Editore, 2019), ha vinto il Premio Biblioteche di Roma 2019 e il Premio Selezione Bancarella 2020. Tutti i suoi libri (questo è in via di traduzione) sono stati pubblicati nei Paesi Bassi ottenendo un grande successo di critica e di pubblico.
TAG: #narrativa_italiana, #narrativa_moderna_contemporanea, #franco_faggiani, #voto_quattro