Autore: Michel Pastoureau
Traduttore: Fabrizio Ascari
Editore: Ponte alle Grazie, 2018
Pagine: 216
Genere: Saggi, Arte
Prezzo: € 32.00 (cartaceo), € 7.99 (ebook)
Trama
E' difficile valutare il ruolo del blu nella Bibbia e presso i popoli della Bibbia. Un ruolo probabilmente meno importante di quello del rosso, del bianco e del nero. C'è un termine ebraico che ha sollevato controversie appassionanti e chiarisce bene il pericolo insito nel voler tradurre con vocaboli moderni e relativi ai colori ciò che nei testi antichi riguarda soltanto la materia e la qualità. Si tratta della parola ebraica 'tekhélet', che torna a più riprese nella Bibbia. Tradurre 'tekhélet' con blu, o voler associare questa sostanza al colore blu è filologicamente problematico e storicamente anacronistico.
Recensione
Se siete amanti dei saggi e dell'arte non potete perdervi questo libro dal più grande esperto di storia del colore, il francese Michel Pastoureau. Si tratta di un’opera rigorosa, ricca di note, di una importante bibliografia e di rimandi ad opere scientifiche e puntuali, niente di esoterico.
Basato sulla convinzione che la storia del colore sia essenzialmente una storia sociale, il lavoro di questo autore ricostruisce una sorta di curriculum vitae del blu attraverso i secoli e le culture, nel tentativo di spiegare come questa tinta, anticamente molto rara e osteggiata dai Greci e dai Romani, sia nel tempo divenuta la preferita dalla maggioranza degli individui, così rilassante e rassicurante. L'esperto procede con rigore e in ordine cronologico, accostando il racconto di importanti fatti storici ai progressi in ambito tecnico: la tintura tramite il guado europeo e l’indaco americano, la pittura con il lapislazzuli e l’azzurrite, il divieto o la possibilità di miscelare le tinte tra loro per ottenere nuove sfumature, la nascita casuale, nel 1709, del cosiddetto Blu di Prussia grazie all’incontro tra un droghiere e uno speziale poco onesto.
Il lettore scopre che, prima del vero e proprio boom del blu a partire dal XVIII secolo, una prima importante rivincita si ebbe in virtù della sua associazione al manto della Vergine nella pittura sacra, e che le leggi suntuarie, puntualmente promulgate per regolamentare l’utilizzo dei colori nel vestiario, mantenere ordine tra le classi sociali e salvaguardare lo status quo, ebbero come reazione un grande successo del blu e del nero, che divennero i colori simbolo della borghesia più abbiente e tuttavia non autorizzata a fare sfoggio di indumenti rossi o di pellicce pregiate. Solo più tardi divenne, con il verde, il colore simbolo del Romanticismo: blu era la giubba del celebre personaggio goethiano, il quale, in abbinamento con i calzoni gialli, ne fece la divisa di tutti i giovani uomini suoi contemporanei alle prese con i propri blue devils (da cui deriva il sopra citato blues). Ampio spazio viene dedicato da Pastoureau alle dinamiche religiose e politiche che segnarono l’Europa medievale e moderna, la cui incidenza sulle questioni rappresentative e cromatiche fu determinante nella gerarchia delle tinte: si pensi al rapporto con l’immagine e il colore da parte dei monaci cistercensi e cluniacensi, e poi agli anni della Riforma e della successiva Controriforma, a lungo dominati da vari gradi di iconoclastia e cromofobia per quanto riguardava l’arte sacra e la questione degli arredi ecclesiastici; e non inferiore è l’attenzione dello studioso nei confronti della Rivoluzione Francese, le cui vicissitudini portarono alla nascita del tricolore e, più tardi, all’adozione del blu come colore politico e militare per eccellenza.
Sebbene incentrato sulle vicende del colore del cielo e del mare, questo lavoro non è privo di accenni s riguardanti la storia di altre tinte, specialmente il rosso, con il quale fu sempre in rapporto di opposizione, e il nero, al quale subentrò in qualità di colore dignitoso, sobrio e autorevole per eccellenza: dalle divise ai completi formali da uomo ai più eleganti abiti da donna.
Questo saggio è un testo chiave nella biblioteca degli appassionati di storia del colore. Scorrevole senza essere mai banale, corredato da un ricco apparato di note e da un’ampia bibliografia ragionata.
Alcune note su Michel Pastoureau
Michel Pastoureau è direttore della École pratique des hautes études, in cui ha occupato per trentacinque anni la cattedra di Storia del simbolismo in Occidente. È riconosciuto a livello internazionale come il massimo esperto di Storia dei colori. Con Ponte alle Grazie ha pubblicato: Blu. Storia di un colore (2002), Il piccolo libro dei colori (con Dominique Simonnet, 2006), Nero. Storia di un colore (2008), I colori del nostro tempo (2010), Verde. Storia di un colore (2013), Il maiale (2014), Rosso. Storia di un colore (2016), Figure dell’araldica (2018), Il lupo. Una storia culturale (2018), Un colore tira l’altro (2019), Giallo. Storia di un colore (2019), Il toro. Una storia culturale (2020), Il corvo. Una storia culturale (2021).
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