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RECENSIONE: Io, Winston. Il romanzo in prima persona della vita di Churchill (Gabriele Genah)

Immagine del redattore: Dalla carta allo schermoDalla carta allo schermo

Aggiornamento: 15 feb




Autore: Gabriele Genah

Editore: Solferino, 2024

Pagine: 360

Genere: Narrativa italiana, Biografie, Storia

Prezzo: € 22.50 (cartaceo), € 13.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

«Quello che avete fra le mani è il racconto della mia vita, così come la ricordo, come l’ho vissuta. Non solo fatti e avvenimenti, ma sensazioni, emozioni e pensieri.» Winston Churchill partecipò da giovane, come soldato e giornalista, a quattro guerre in tre continenti (dai Caraibi all’India, dal Sudan al Sudafrica: fu fatto prigioniero e si salvò con una rocambolesca fuga nel deserto); prese parte all’ultima grande carica di cavalleria della storia britannica; fu uno dei più giovani ministri inglesi; fu a capo della più grande e potente flotta del pianeta nella Prima guerra mondiale; combatté in prima linea in Belgio. E poi naturalmente fu il leader della Gran Bretagna in lotta contro la Germania hitleriana negli anni Quaranta. Su di lui è stato scritto moltissimo, a riprova del fascino anche contraddittorio del personaggio, ma mancava un racconto in forma di romanzo sulla sua vita. Ed è quello illuminante e godibilissimo che ha scritto Gabriele Genah a centocinquant’anni dalla sua nascita, ispirandosi alla mole letteraria lasciata dallo stesso Winston (che fu premio Nobel per la letteratura) e utilizzando le sue stesse parole ma incastonandole nel ritmo incalzante e con gli approfondimenti psicologici di un romanzo autobiografico, sempre storicamente accurato. Novant’anni di riflessioni, vittorie, fallimenti, aneddoti e personaggi, in un unico grande affresco: l’avventura di un uomo e di un’epoca straordinari.


Recensione

Il 24 gennaio 1965 si spegneva Winston Churchill, il leader britannico che più di ogni altro ha incarnato la resistenza al nazismo durante la Seconda Guerra mondiale. A sessant'anni dalla sua scomparsa, è quasi sempre celebrato come un eroe, e i suoi insuccessi, che non mancarono, passano spesso in secondo piano: può capitare quando di fatto salvi un paese dal baratro in cui stava per schiantarsi.


Prima dell’insediamento di Churchill come Primo Ministro, il Regno Unito si trovava in una situazione bellica precaria. La leadership di Neville Chamberlain, il suo predecessore, era stata segnata dalla politica di compromesso con Adolf Hitler, culminata negli Accordi di Monaco del 1938, che avevano concesso alla Germania nazista l'annessione dei Sudeti. Anche se inizialmente era stata vista come un tentativo di evitare una nuova guerra, questa politica si rivelò un fallimento quando Hitler continuò la sua espansione, invadendo la Polonia nel settembre 1939.


Ad averlo previsto, era stato proprio Churchill, uno dei pochi che da subito aveva compreso il carattere di Hitler, questi considerava gli Accordi un grave errore strategico e morale e, secondo lui, cedere alle richieste di Hitler non avrebbe fermato le sue ambizioni espansionistiche, ma, anzi, avrebbe reso inevitabile un conflitto su scala più ampia. Lo dichiarò fin da subito, senza aspettare l’invasione della Polonia, nel suo discorso alla Camera dei Comuni del 5 ottobre 1938, dopo il ritorno di Chamberlain dal vertice di Monaco.


Winston Churchill è considerato uno statista perché la sua visione è andata oltre la sua carriera politica; non è stato un uomo del presente ma un politico con un progetto a lungo termine. Questo è il giudizio che spesso gli si rivolge, soprattutto quando si considera il suo ruolo durante la Seconda Guerra Mondiale. I suoi discorsi erano tutti improntati al sacrificio, descrivevano una realtà difficile e a volte oscura per la Gran Bretagna e per l’Europa in generale, ma sapevano infondere speranza per un futuro che lui considerava fulgido per l’Impero britannico. In realtà Churchill era un uomo con un senso dello stato molto concreto e sapeva altrettanto bene che l’Inghilterra si sarebbe ridimensionata dopo la guerra e che l’Impero sarebbe stato un’altra cosa dal suo passato, ma riuscì lo stesso, grazie alla sua intelligenza e al suo coraggio, a navigare gli inglesi attraverso un lungo periodo di decadenza.


Proprio Chrurchill è protagonista di questo insolito e appassionante romanzo in cui la sua vita viene raccontata in prima persona come una autobiografia, ma con il passo storico.

Tra le molte pagine di una vita affascinante emerge il forte rapporto con la compagna di tutta l’esistenza, parole stupende, quasi ottocentesche, che credo ogni donna vorrebbe sentirsi rivolgere. A Winston, oltre alla capacità oratoria, non mancò mai la passione per la scrittura. Nel corso della sua vita scrisse 43 libri, diverse centinaia di articoli e migliaia di lettere, discorsi e memorandum, arrivando ad ottenere perfino il premio Nobel per la Letteratura.


A sessant’anni anni dalla sua morte, Churchill rimane una figura complessa, capace di incarnare tanto i valori quanto le contraddizioni del suo tempo. Un mito che il cinema (vedasi il film L’ora più buia di Joe Wright) e la letteratura contribuiscono a mantenere vivo, invitandoci a riflettere non solo sugli eventi storici, ma anche sul nostro atteggiamento nei conflitti, sulla necessità di prendere una posizione per perseguire quello in cui crediamo, sapendo che farlo potrebbe anche portarci al fallimento. Se vogliamo essere coraggiosi, è qualcosa di necessario, perché il coraggio non deve sottostare all’esito, ma al principio.

Consiglio questa lettura a tutti coloro che vogliono conoscere la storia di questo grande uomo che si si intreccia inestricabilmente con quella del Novecento e non solo, perché ancora oggi ai nostri giorni la sua figura si staglia imponente così come le sue lezioni.


 

Alcune note su Gabriele Genah

Gabriele Genah è giornalista. Lavora a Rai Radio 3, ha collaborato con varie testate, tra cui il «Corriere della Sera», «la Repubblica», «Tg1 Mattina» e «Tg La7». Questo è il suo primo libro.


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