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RECENSIONE: La terza vita di Grange Copeland (Alice Walker)

Aggiornamento: 28 apr 2021



Voto: 4/5

Autore: Alice Walker

Editore: SUR, 2021

Pagine: 356

Genere: Narrativa straniera, Narrativa moderna e contemporanea

Prezzo: € 18.00 (cartaceo), € 9.99 (ebook)

Acquista: Libro, Ebook


 

Trama

Schiacciato dai debiti e mosso dal proprio carattere intemperante e autodistruttivo, il mezzadro di colore Grange Copeland lascia la moglie e il figlio Brownfield per cercare fortuna al Nord. Anni dopo, sconfitto per la seconda volta nella sua ricerca di una vita migliore, fa ritorno nella contea di Baker, in Georgia, solo per scoprire le terribili conseguenze degli errori del passato: ora Brownfield ha a sua volta una moglie e delle figlie, sulle quali sfoga brutalmente le frustrazioni dell’abbandono e della povertà. In un mondo in cui l’ingiustizia e il ciclo della violenza sembrano non avere mai fine, sarà il legame con la nipotina Ruth a restituire a Grange il rispetto di sé e a fargli riscoprire il valore dell’amore e della compassione


Recensione

Il romanzo di esordio di Alice Walker è ambientato in Georgia, negli Stati Uniti.

Il mezzadro di colore Grange Copeland, mosso dalla disperazione per i debiti contratti, lascia la moglie e il figlio Brownfield per andare al Nord per cercare fortuna. Alla morte della madre, il figlio di Grange, Brownfield, precipita nello stesso baratro del padre. La sua vita è caratterizzata dall’uso smodato di alcool, da un lavoro poco appagante e da diversi fallimenti. A farne le spese di questa situazione drammatica è la moglie Mem, un tempo maestra della contea di Baker, che si ritrova con i denti "guasti" a causa delle botte e degli insulti che il marito scaglia su di lei e sulle figlie.

Anni dopo, il vecchio Grange Copeland, con l’ennesima sconfitta sulle spalle e la consapevolezza che anche il Nord è pervaso dai soprusi e dalle ingiustizie, torna in Georgia e scopre che la situazione non è cambiata. Brownfield è in carcere per l’omicidio della moglie e Grange trova il suo riscatto facendo il nonno e prendendosi cura della nipotina Ruth, una delle cinque figlie di Brownfield. Sarà proprio la piccola a fargli scoprire quel senso di giustizia, di candore e soprattutto di famiglia che il vecchio mezzadro non ha mai provato in vita sua.

Leggendo questo romanzo sono diverse le cose che rimangono impresse. Sicuramente la storia, straziante e cruda, di questa famiglia di mezzadri. Poi il corpo delle donne, da quello pronunciato, seducente e affamato di Josie e Lorene al corpo minuto, esile e sfiorito di Mem che, per quanto fragile, sorregge con grazia e resilienza il peso di cinque figlie e dei fallimenti di Brownfield. In ultimo la violenza, quella fisica ma soprattutto quella emotiva e verbale, quella che trasforma e uccide Mem, molto più dell’estremo colpo di fucile tirato dal marito.

Walker racconta uno spaccato della Georgia segregazionista con una voce diretta e senza filtri che non si dimentica facilmente grazie soprattutto alla lingua di questa scrittrice: dal lessico ai dialoghi, dall’inglese delle piantagioni a quello delle tenute dei bianchi, la lingua è parte integrante del romanzo, anzi, forse è un personaggio a sé, un’entità che sorregge la storia e che diventa strumento per sottolineare quell’indistruttibile differenza tra Nord e Sud, tra bianchi e neri, tra ricchezza e povertà. La lingua dei personaggi è colloquiale e tende alle sgrammaticature, soprattutto nella parlata di Brownfield che non è mai andato a scuola e non sa leggere né scrivere, aspetto fondamentale che nel romanzo torna più volte. Il linguaggio trasuda la disperazione che pervade i protagonisti, Grange, suo figlio ma soprattutto Mem. All’inizio della storia, la protagonista femminile forse più riuscita di tutto il romanzo si esprime meglio di chiunque altro nella contea. Ma in seguito la situazione cambia. Il declino di Mem avviene proprio attraverso la lingua. E questa è forse una delle cose più dolorose di tutto il romanzo e che Walker riesce a trasmettere con una trasparenza tale da lasciare il lettore inerme e impassibile, una pagina dopo l’altra.

Quando la lingua di un romanzo è così importante, la traduzione gioca più che mai un ruolo fondamentale. Andreina Lombardi Bom ha fatto un lavoro impeccabile. La lingua, proprio come nell’originale, è viva, i dialoghi sono ben riusciti, sempre credibili, e i personaggi vivono attraverso il linguaggio.

L'autrice, con questo racconto, è stata una delle prime a denunciare la segregazione razziale presente in America nei primi anni del 1900. Situazione che purtroppo, per alcuni aspetti, non è cambiata molto.


 

Alcune note su Alice Walker

Alice Walker è una scrittrice statunitense. Trascorsa l’infanzia in un villaggio di neri nel profondo Sud rurale, ha ottenuto una borsa di studio per l’università di Atlanta e si è impegnata nella battaglia per i diritti civili, poi rievocata nel romanzo Meridian (1976). Dopo il tentativo di ritrovare una patria spirituale in Africa (1964), ha ripreso l’attività politica e sociale a Jackson (Mississippi). Nel 1973 sono usciti Petunie rivoluzionarie e altre poesie, il romanzo La terza vita di Grange Copeland (riedito in Italia da SUR nel 2021) e il volume di racconti Amori e affanni: storie di donne nere . Il suo credo di womanist (femminista nera), per il quale le donne della sua razza sono "le autentiche eroine d’America", si esprime anche negli eccellenti racconti di Non puoi tenere sottomessa una donna in gamba (1981) e in Possedere il segreto della gioia (1992). Nel romanzo Il colore viola (1981 - riedito in Italia da SUR nel 2019), che le valse il consenso del grande pubblico e il premio Pulitzer, ha elaborato un linguaggio altamente musicale da lei definito "black folk english". Donne alla tormentata ricerca della propria identità sono ancora protagoniste nei romanzi più recenti: Nella luce del sorriso di mio padre (1998), È il momento di aprire il tuo cuore (2004). Tra le raccolte poetiche ricordiamo: Fiducia assoluta nella bontà della terra (2003) e Una poesia scese giù nel mio braccio (2003)


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